Racconti Erotici > Gay & Bisex > CAPODANNO CON POMPINO
Gay & Bisex

CAPODANNO CON POMPINO


di Cazzone_spacca
04.01.2024    |    14.261    |    27 9.7
"Lo champagne andava giù e i calici venivano presto riempiti di nuovo..."
L’idea ci era venuta sorseggiando una birra dopo l’allenamento del giovedì. Erano ormai due anni che avevo conosciuto Francesco in palestra, ci trovavamo bene, spesso gli orari coincidevano. Avevamo iniziato sostenendoci i bilancieri a vicenda, poi qualche birra dopo l’allenamento e alla fine quella del giovedì era diventata come una tappa fissa. Non parlavamo solo più di esercizi, integratori e diete proteiche ma si chiacchierava di tutto, ragazze, sport, vacanze. Era nata un’amicizia insomma. Per quest’anno nessuno dei due aveva programmi per il capodanno, la sua ragazza aveva da poco terminato un master in Germania e volevano fare qualcosa di speciale per festeggiare sia la fine dell’anno ma anche quel traguardo raggiunto. Io dal canto mio non me ne ero mai occupato tanto, lasciavo che di queste cose si occupasse Giulia che gestiva la vita sociale con i nostri amici ma quell’anno, con la recente perdita della nonna, ci si era dedicata poco anche lei. Mi aveva accennato distrattamente di alcuni inviti di un paio di coppie di amici ma senza tanto slancio, il che mi aveva fatto dedurre che anche lei non avesse granché voglia di festeggiare quell’anno.
Così a me e Francesco era venuta l’idea di organizzare noi qualcosa per loro, per stupirle e coccolarle un po’, visto che tra l’altro entrambi eravamo spesso tacciati dalle rispettive ragazze di scarso romanticismo.
Un capodanno di coppia, anziché la solita festona all’insegna degli eccessi, inizia ad essere un’idea non così poco apprezzabile passati i 25 anni.
Così iniziammo ad organizzare. La scelta ricadde su un grazioso chalet dal quale era possibile raggiungere a piedi delle fonti termali naturali e ad accesso libero, con l’idea di brindare a mezzanotte proprio nelle acque calde delle terme.
Partimmo il 31 mattina, destinazione ignota per le nostre ragazze che scoprirono la meta solo una volta raggiunto lo chalet. Lí si presentarono tra loro e l’intesa fu immediata, aiutata anche dalle battute complici su come, per una volta, eravamo riuscite a stupirle dato lo scarso romanticismo di cui da sempre si lamentavano entrambe. Letizia, la ragazza di Francesco, era fresca e vitale. L’avevo conosciuta solo tramite i racconti di Francesco e dovevo ammettere che era un gran pezzo di figa. Di certo non la avrei immaginata con lui. Lei era una vera ragazza da copertina mentre Francesco, che pure era un bel ragazzo, non rispettava comunque i canoni tipici della bellezza. Occhi profondi castani, barba ben curata, fisico delineato e profondamente virile era una bellezza tutta mediterranea, che strideva con i tratti hollywoodiani di Letizia. Ma la strana coppia sembrava ben assortita, complice anche la distanza che aveva segnato la loro storia fino al rientro di lei dalla Germania, sebbene stessero insieme da due anni in più di me e Giulia, sembravano una coppietta di adolescenti.
La giornata trascorse tra il disfacimento dei bagagli, poca roba solo per la serata e l’indomani, e la preparazione del cenone. C’era una bella atmosfera, le ragazze avevano subito legato e io e Fra uscivamo ancora più cimentati nella nostra amicizia da quel progetto comune.
Verso le 18 Francesco aprí una bottiglia di prosecco ed iniziò il primo di innumerevoli brindisi che sarebbero seguiti.
Certo, in onore della nostra tradizione del giovedì non mancava anche la birra così che alle 20 avevamo già mischiato diverse volte Brindisi di prosecco, con birra o vino di altra sorta.
La serata aveva iniziato a scaldarsi intorno alle 23 quando avevamo acceso la tv per seguire il tradizionale concerto e presi dall’ebrezza dell’alcol avevamo iniziato a ballare nel salone.
In quella sala, tra il divano e il camino, le nostre ragazze avevano iniziato prima a ballare tra di loro guardandoci con fare ammiccante e poi ci avevano preso per un braccio e ogni coppia aveva iniziato a ballare strusciandosi e limonandosi.
Mentre Giulia mi teneva le braccia al collo spingendo il suo bacino contro il mio ventre e causandomi una notevole erezione avevo lanciato un’occhiata agli altri due. Letizia era scatenata, girata di spalle non smetteva di strusciare il culo, quel suo bel culo sodo, contro la vita di Fra che a malapena riusciva a nascondere l’erezione anche lui. Colse il mio sguardo e mi fece un occhiolino tendendomi una mano a cui battei il 5.
Ripresi a limonare con foga Giulia ad occhi chiusi e palpandola in modo osceno eccitandomi al pensiero che Fra stesse vedendo e senza smettere di pensare al culo di Letizia che gli si strusciava sul cazzo.
Avevamo impostato una sveglia sui telefoni alle 23.45 che appena suonò interruppe quella situazione che non si sapeva dove sarebbe potuta arrivare altrimenti.
Le ragazze, organizzatissime, presero la borsa frigo e vi misero due bottiglie di champagne e i calici, esortandoci a prepararci.
Io e Fra, che in palestra eravamo abituati anche a vederci nudi, per la prima volta ci voltammo di spalle per spogliarci e rimanere con i costumi che avevamo sotto e ci girammo solo dopo aver indossato entrambi l’accappatoio che potesse coprire l’erezione che avevamo avuto. “Bro c’ho il cazzo Che mi esplode!” Mi sussurrò Fra all’orecchio facendosi vicino “eh Fra te capisco. Stanotte me la metto a 90, te lo dico, se senti rumori non rompe il cazzo!” Entrambi ci sorridemmo a vicenda complici scambiandoci un 5 e raggiungendo le ragazze che ci offrivano i cappotti da indossare sopra gli accappatoi.
Le terme erano a meno di 500 metri ma faceva veramente freddo il che aiutò il mio cazzo a ridimensionarsi e perdere l’erezione e appena arrivati ci volle del coraggio per togliere cappotti e accappatoi ma fummo premiati da un’acqua veramente calda.
Il parco termale naturale comprendeva diverse piscinette così che, anche se c’erano altre persone, non erano comunque così tante da non permetterci di trovarne una vuota solo per noi.
Quando i telefoni suonarono la seconda sveglia della mezzanotte stappammo lo champagne e ci unimmo agli auguri di buon anno nuovo gridati con le altre poche persone presenti.
Lo champagne andava giù e i calici venivano presto riempiti di nuovo.
Da un po’ si sentiva eccessivo silenzio nella nostra vasca, rotta solo rumori umidi dei nostri baci e da gemiti sommessi. La fioca luce della luna mi permetteva di vedere Letizia seduta davanti a Francesco che la baciava da dietro ed ero abbastanza convinto le stesse facendo un ditalino. Non riuscendo a trattenere più la mia erezione feci scendere la mano dal seno destro di Giulia e afferrai la sua che portai sul mio cazzo facendole sentire la potenza della mia erezione. Lei rise civettuola e mi inserì una mano nel costume iniziando una dolce sega. Aveva bevuto più del solito, non si sarebbe mai abbandonata a comportamenti simili. Decisi di cavalcare l’onda, le scostai un po’ il costume e me la portai sopra penetrandola lentamente.
Con la schiena appoggiata alle rocce che creavano una sponda naturale alla nostra piscinetta e con Giulia seduta sopra di me che mi baciava il collo e scendeva piano sul mio cazzo lanciai uno sguardo di fronte a me. Francesco mi guardava con sguardo porco e complice, aveva capito che mi stavo facendo Giulia e vedevo il suo braccio muoversi convulsamente in mezzo alle gambe di Letizia ormai completamente abbandonata con la schiena contro il suo petto largo, sborrai a quella visione dentro Giulia e ridemmo insieme baciandoci.
Ero ancora eccitato e vedevo che il braccio di Francesco aveva perso vigore nel lavoretto che stava facendo alla ragazza, così con la scusa che iniziavo a sentire freddo proposi di rientrare in casa.
Quando uscimmo dalla vasca, nella tenue luce della luna, vidi il pacco duro di Fra sotto il costume che, bagnato, evidenziava tutta la sua eccitazione.
Rientrati a casa ci levammo i cappotti e gli accappatoi umidi e ci buttammo tutti e 4 sul divano davanti al camino per scaldarci, con ancora i capelli bagnati e i costumi umidi.
Li ricominciammo a limonare le nostre ragazze che ad un certo punto, scambiandosi uno sguardo d’intesa, si inginocchiarono all’unisono davanti a noi e liberando i nostri membri duri sorrisero prima tra di loro e poi a noi dal basso prima di far sparire i nostri cazzi nelle loro bocche. Ero ipnotizzato dallo sguardo di Giulia. Teneva il mio grosso cazzo nella bocca passando la lingua su tutta la lunghezza e poi facendolo di nuovo sparire nella sula gola, il tutto senza mai smettere di giocare con le mie palle e soprattutto senza smettere di guardarmi con aria porca. Non l’avevo mai vista così. Mi scollai dal suo sguardo solo per godermi lo spettacolo di quella bona di Letizia che in quel momento aveva la testa infilata sotto le palle di Francesco e da lì gliele leccava senza smettere di segarlo. Era la prima volta che vedevo il cazzo di un amico in quel modo. Ovvio, in doccia ne avevo visto a decine, anche quello stesso di Francesco, ma mai visti duri e in attività.
Era strano, mi eccitava vedere il suo cazzo pieno di desiderio, la sua testa che ciondolava all’indietro, le labbra strette e gli occhi socchiusi. Aveva un cazzo grosso e largo come il mio.
Allungai una mano verso la testa di Letizia e gliela spinsi verso il cazzo del mio amico spingendola fino a farglielo arrivare in gola. Lui aprí gli occhi e mi guardò sorridendo soddisfatto. Misi una mano sulla testa di Giulia e sincronizzai i pompini delle nostre ragazze ai nostri cazzi mentre ci scambiavamo frasi di incitazione con Fra.
Fu a quel punto che la nostra complicità si trasformò in una sorta di telepatia e, insieme, alzammo le nostre ragazze sedendocele sui cazzi e impalandocele.
Andammo così avanti a scopare come animali assatanati per almeno un’ora, continuando a bere e perdendo ogni freno inibitore. Ora inculavo Giulia a pecora sul pavimento guardando Francesco che si sbatteva Letizia sul bracciolo del divano sollevandole le gambe, ora invertivamo le parti e vedevo Letizia a terra a cosce larghe con Francesco che la trapanava col suo cazzo mentre Giulia riceveva il mio sdraiata di lato.
Ce le scopammo in ogni posizione, guardandoci e incitandoci a vicenda a sfondarle coi nostri cazzi, eccitandomi delle loro grida di piacere. Quella notte sperimentammo ogni posizione e ogni forma di godimento che fosse con la loro bocca, fica o culo. Non avevo mai scopato così Giulia e non ero mai stato tanto eccitato. Mi rendevo conto che buona parte della mia eccitazione derivava dal vedere Francesco scomparso Letizia con tanta foga.
Sborrammo almeno due volte a testa sulle tette o direttamente in figa delle nostre ragazze, non capivamo più nulla eravamo un ammasso di corpi e della nostra sborra che non accennava a diminuire. Credo fossero almeno le 3 quando iniziammo a cedere ed addormentarci dopo aver fatto un ultimo brindisi ballando nudi tutti e quattro davanti al camino.
Ero in uno stato talmente alterato che all’inizio, quando sentii quel rumore, pensai fosse il crepitio del camino. Aprii piano gli occhi, dove ero? Che succedeva? Riconobbi piano la stanza dello chalet, il motivo a righe oro e verde del divano su cui ero seduto a gambe larghe con la testa poggiata sullo schienale. Accanto a me Giulia dormiva acciambellata con la testa poggiata al bracciolo opposto. Doveva aver avuto freddo ad un certo punto e si era coperta con un accappatoio della sera prima. Letizia era invece abbandonata su una sedia con la testa sul tavolo e le sue braccia come cuscino, completamente nuda.
Solo Francesco non vedevo. E solo a quel punto lo misi a fuoco. Era seduto davanti a me, ma cosa stava facendo? Piano piano ricomposi la scena, come pezzi di un puzzle, il rumore che sentivo era il suo suo bracciale di metallo che strusciava contro la stoffa del divano, un rumore che ricordava un sibilo, lento e ben cadenzato. All’inizio non capii, ero come scollegato dagli effetti dell’alcool. Vedevo solo lui, la sua testa leggermente reclinata che guardava davanti, la linea del collo che scendeva verso la spalla di cui percepivo un movimento lento e ritmico. A quella spalla vedevo attaccato un braccio, al braccio, un polso, a sua volta attaccato ad una mano. Ma era come se non vedessi l’insieme, come se fossero tutti pezzi sconnessi. Strizzai un po’ gli occhi e misi a fuoco, la mano stringeva un cazzo duro e rosso. Il suo cazzo? Francesco si stava segando? E perché davanti a me? E perché aveva il braccio discostato dal suo corpo? Ci misi un po’ per capire che il cazzo che vedevo, il cazzo stretto nella mano di Francesco, era il mio. Grosso, eretto, con la punta lucida, si stagliava orgoglioso nella luce del camino, un monolite nel deserto. Mi accorsi solo allora che avevo un’erezione incredibile e che ero eccitato da matti.
Ancora in preda ai fumi dell’alcool non pensai minimamente a quanto fosse strano che Francesco avesse il mio cazzo in mano, né che, in generale, un altro maschio avesse il mio cazzo in mano. Ero così eccitato che lanciai solo una veloce occhiata a Giulia e Letizia, in preda al panico come se anche loro potessero aver scoperto in quell’istante cosa stesse succedendo in quella stanza. Ma dormivano placidamente, Giulia anche con un filo di saliva che ero abituato a vederle anche a casa quando dormiva profondamente e per il quale la prendevo sempre in giro. E invece in quel momento mi segnalava il suo sonno imperturbabile e, dunque, il via libera per abbandonarmi a quella sensazione piacevole. Mi misi più comodo, mi afferrai il cazzo alla base, spingendolo in avanti e segnalando allo stesso tempo a Francesco sia che mi ero svegliato, sia che ero disponibile a quel tipo di contatto tra noi. Lui mi guardò per un attimo, con gli occhi fatti di eccitazione e sbronza, e poi tornò in adorazione del mio cazzo. Sapeva come muovere la mano. Cosa starà provando lui? Mi chiedevo? Come sarà per lui toccare un altro cazzo? Lo starà toccando come di solito tocca il suo quando si sega? Quei pensieri mi eccitavano e iniziai a muovere piano il bacino per non far scricchiolare il divano e assecondare i movimenti sapienti di Francesco. Mi scopriva la cappella e poi la ricopriva lentamente, poi aumentava il ritmo fino a portarmi all’apice del piacere per rallentare un attimo prima che fosse troppo tardi. Lo fece almeno 3 volte gettandomi in un’eccitazione mai provata prima, era solo una sega ma la sega più bella che mi avessero mai fatto, e me la stava facendo un altro maschio. La sua grande mano virile era così diversa da quella delicata e morbida di Giulia o di qualsiasi altra ragazza da cui fossi abituato vedere essere avvolto il mio cazzo. Guardai Francesco, la sua solida mascolinità, all’improvviso lo trovai… eccitante. Proprio come Letizia quando l’avevo vista scendere dall’auto nel parcheggio dello chalet. Avevo voglia di dominare quel maschio, di sentirmi ancora più maschio infilando il mio cazzo nella sua bocca, quella bocca carnosa come una ragazza ma circondata da una peluria fitta e curata. Pensavo a come si sarebbe incastrata la mia sborra in mezzo a quei peli. Con una ragazza non succede, ma se gli avessi sborrato in viso avrei visto il mio seme viscoso impigliato tra i peli della sua barba. Sotto gli effetti di quell’eccitazione cieca e dell’alcool, senza ragionare, ma abbandonandomi all’istinto, gli misi una mano dietro la nuca e me la portai sul cazzo. Fui sorpreso quando non lo sentii fare nessuna resistenza. Non avevo mai immaginato che Francesco potesse essere gay, trasudava mascolinità da ogni poro. E magari non lo era, magari anche lui era solo sotto l’effetto dell’alcool e non si rendeva conto di quello che stavamo facendo. Non feci in tempo a finire questi pensieri che sentii la mia cappella raggiungere la sua gola e lui soffocare un conato. Non ci potevo credere, aveva una bocca calda e accogliente, una bocca di maschio che mi succhiava il cazzo. Ero eccitatissimo, presi a scopargli forte la gola e lui assecondava ogni mio movimento. Sentii le palle gonfiarsi e la sborra salire, un barlume di lucidità mi fece pensare per un attimo che quello fosse troppo. Non potevo venirgli in bocca, come avrei potuto continuare a guardarlo negli occhi sapendo di avergli sborrato in gola. Ma solo quel pensiero aumentò la mia eccitazione a dismisura, ora lo sapevo, era quello che volevo, volevo inondare la bocca del mio amico della mia sborra e se lo avesse fatto incazzare beh… cazzi suoi, in quel momento non riuscivo a pensare ad altro, alla bocca del mio amico virile riempita degli schizzi della mia sborra. E così iniziai, lui dovette avvertire il primo schizzo perché mi guardò per la prima volta, ma il suo sguardo era strano, un misto di eccitazione e risentimento, ma comunque non staccò la bocca e io scaricai un secondo schizzo denso, poi ancora un terzo e un quarto, lanciai la testa all’indietro sopraffatto dal piacere, per un attimo credetti di star immaginando tutto sotto l’effetto dell’alcool ma quando riabbassai lo sguardo trovai ancora Francesco lì, eccitatissimo che muoveva la lingua sul mio cazzo che eruttava sperma nella sua bocca e massaggiandomi i coglioni che stavo svuotando nella sua gola.
Quando ebbi finito, non contento dell’umiliazione inflitta, tenendogli una mano dietro al collo sussurrai “bevi” e, seppure con titubanza ma con una certa eccitazione che gli tradiva lo sguardo, mandò giù e poi mi aprí la bocca davanti per mostrarmela vuota. Aveva ingoiato la mia sborra. A quel punto lo vidi alzarsi a fatica e, barcollando, dirigersi verso una poltrona lì accanto dove svenne addormentato in pochi secondi. Guardai Giulia stesa accanto a me, dormiva serafica inconsapevole che il mio amico mi avesse appena fatto un pompino proprio accanto a lei. Scivolai lentamente nel sonno cullato da quei pensieri e ancora scosso per quello che era appena successo. Mi ero fatto spompinare dal mio amico. Un altro maschio mi aveva appena fatto un pompino, e che pompino!
La mattina dopo mi svegliai con un tremendo mal di testa e un vociare che veniva dalla cucina alle mie spalle. Ero steso sul divano, qualcuno mi aveva coperto con un accappatoio. Distinsi le voci, erano Letizia e Giulia, organizzavano la partenza e parlavano di borse e suddivisione del cibo avanzato. Non sentivo Francesco. Poi di colpo ripensai a quella notte, mi tirai su di colpo, guardai la poltrona accanto a me, era vuota. Come un flash rividi le immagini di quella sera, Francesco seduto davanti a me, che mi segava il cazzo, la sua bocca, la mia mano portarlo verso la mia cappella, la sua testa fare su e giù sul mio uccello duro… cazzo! Era successo davvero? Avevo immaginato tutto? Era stato un sogno? E se si, perché avevo fatto un sogno del genere sul mio amico?
Fui raggiunto da Giulia “ti sei svegliato dormiglione!” “Ho bisogno di un caffè” risposi scontroso. “Buon anno anche a te brontolone! Se vuoi il caffè vieni in cucina, non hai servetti!” Mi disse lei schioccandomi un bacio sulla guancia. Ok, se era successo nessuno lo sapeva, o non sarebbe stata così amabile Giulia. Ora dovevo solo capire se fosse davvero successo. Con la testa che mi girava ancora infilai al volo gli slip ancora li a terra e i pantaloni e mi diressi in cucina. Non avevo ancora fatto il mio primo sorso che sentii “ ‘giorno”. Fra era entrato in cucina, aveva rivolto un generico saluto a tutti e si era avvicinato a dare un bacio a Letizia. “Ma dov’eri finito?!” “Sono andato a fare una corsetta per smaltire tutto l’alcool di ieri sera e iniziare l’anno nuovo al meglio!” Rispose lui sorridendole dolce.
Il suo comportamento sembrava normale, non era sconvolto come me, forse avevo davvero immaginato tutto? Questo mi sconvolgeva ancora di più. Se fosse successo veramente, allora sarebbe stato lui a prendere l’iniziativa, sarebbe stato lui ad essere attratto da me, sarebbe stato lui a fare tutto. Se invece non era mai successo, allora ero stato io a immaginarmelo, io ad avere una fantasia erotica su di lui, su un altro maschio, e questo mi turbava.
Eppure, recuperata un po’ di lucidità con il caffè, riflettei sul suo comportamento. Era del tutto normale, eppure c’era qualcosa che stonava. Quando aveva salutato aveva rivolto un saluto generale, ma era stato ben attento a non guardare nessuno. Soprattutto me. Forse mi stavo suggestionando, in fondo cosa mi aspettavo, che mi saltasse addosso come aveva fatto quella notte? Magari stavo solo portando acqua al mio mulino per non ammettere di aver avuto una fantasia omosessuale.
Ma ci feci caso e quella sensazione si ripeté per l’intera mattinata. Stava attento a non incrociare il mio sguardo, a non rimanere solo con me, se doveva dire qualcosa si rivolgeva a tutto il gruppo e non a qualcuno in particolare, a me meno che mai. Anche quando ci fu da spostare la mia macchina per poter aprire il portabagagli della sua e caricare le valigie e le buste, lo chiese a Giulia, tranquillizzandola che poteva spostarla lui se le dava le chiavi pur di non dover coinvolgere me. Quando ci mettemmo a caricare i bagagli non mi rivolse parole, caricò i suoi e di Letizia alla velocità della luce e per uscire dall’impaccio bofonchiò un frettoloso “che freddo qua fuori, io rientro” detto più al vento che a me, e tornò in casa lasciandomi circondato da buste.
Ripartimmo salutandoci in modo abbastanza freddo, eravamo davanti a Giulia e Letizia e probabilmente ragionò che sarebbe stato strano andare via senza nemmeno salutarmi visto quanto eravamo affiatati fino alla sera prima. Lo fece come ci salutavamo di solito, mi batté il palmo della mano spingendo la sua spalla contro la mia battendomi l’altra mano sulla spalla opposta e salí rapidamente in macchina.
Durante il viaggio Giulia mi chiese se non mi fosse sembrato strano Francesco ma la tranquillizzai dicendole che quando alzava il gomito poi era sempre così, era solo in hangover.
La chiamò Letizia, loro facevano tappa all’autogrill, le chiedeva se volessimo fermarci anche noi e prendere un caffè. Non c’era nulla che desiderassi meno ma le ragazze si erano legate e sentii Giulia confermare entusiasta. Immaginai che in quel momento Francesco si stesse sentendo morire dentro come me.
Arrivammo all’autogrill, prendemmo il caffè, le ragazze chiacchieravano fitte tra me e Francesco al bancone. Non so se fosse stato un caso, ma mi era sembrato che si era andato a mettere appositamente oltre le ragazze per non trovarsi vicino a me. Mi rivolse parola solo per insistere a pagare lui i caffè. Voleva ristabilire la gerarchia maschile probabilmente, mi diede un po’ fastidio ma dentro di me gongolai, lo ammetto. Pensai “e no bello, offrire 4 caffè non ti rende più maschio dopo che ti sei gustato un cazzo in gola e ti sei ingoiato pure tutta la sborra”. Ammetto che mi eccitai un po’ ma subito dopo mi sentii in colpa per aver fatto un pensiero tanto meschino su un mio amico. Insomma, chissà come se la stava vivendo lui. Baciò Letizia sulle labbra e disse veloce, “ti aspetto in macchina” facendo un cenno di saluto a me e Giulia. Io andai a pisciare e tirandomelo fuori pensai per un attimo alla sua bocca sul mio cazzo. Mi venne un po’ barzotto, mi distrassi e finii la pisciata. Uscii a fumarmi una sigaretta. Ripensai a quella notte. Un po’ mi dispiaceva per Fra, se l’aveva vissuta male, un po’ mi eccitava. Ripensai a un dettaglio che mi era sfuggito lì per lì, ingoiata la mia sborra aveva aperto la bocca. Insomma, non ci sarebbe stato bisogno no? Bastava staccarsi e allontanarsi, avrei capito che aveva ingoiato. Quindi, se davvero era stato solo l’alcool e in verità non voleva, perché aprire la bocca dopo aver ingoiato il mio sperma? Come a volermi testimoniare la sua sottomissione? Ecco, ero di nuovo eccitato, eppure quel dettaglio mi fotteva la testa, mi aveva proprio guardato e mostrato la bocca vuota come a dire “visto? Te l’ho ingoiato tutto come mi hai chiesto”. Mi stava venendo duro, buttai un occhio al bagno delle ragazze, le individuai che chiacchieravano in fila, c’era una coda lunghissima, il rientro del 1 gennaio non perdonava. Poi il mio sguardo incrociò quello di Fra nella macchina. Non so come, ma sapevo che anche lui stava ripensando a quella notte. Stavamo facendo gli stessi pensieri. Lo guardi fisso, come a volerlo sfidare: io lo posso mantenere il tuo sguardo, sei tu che ti sei inginocchiato davanti al mio cazzo. Ti è piaciuto eh? Ti è piaciuto berti la mia sborra? Pensavo quelle cose e lo guardavo intensamente finché non mi voltai e mi diressi verso i cessi. Ma cosa stavo facendo? Vabbè, alle brutte mi sarei fatto una pugnetta per non risalire in macchina con Giulia eccitato.
Invece, dopo poco sentii una presenza accanto al mio orinatoio, Fra mi fissava il cazzo con aria colpevole e eccitata.
Mi diressi in uno stallo chiuso appena se ne liberò uno, accostando appena la porta. Dopo qualche secondo lui mi raggiunse, il mio cazzo era già gonfio nella mia mano, lui subito ci si chinò sopra. Mi regalò un pompino incredibile, ancora meglio di quello della sera prima, forse perché era più lucido, forse perché lo desiderava tanto, ma mi fece sborrare in pochissimo tempo. La mia sborra gli invase la bocca e lui, senza che gli dicessi nulla stavolta, guardandomi negli occhi dal basso, ingoiò.
Uscimmo senza dire una parola, nel piazzale trovammo le ragazze parlottare “ah eccovi!” Cinsi il fianco di Giulia mentre Fra prendeva per mano Letizia “si amore, abbiamo approfittato anche noi per andare al bagno, così ora facciamo tutta una tirata fino a casa che ora inizia il traffico del rientro”. Ci salutammo calorosamente, stavolta non avvertii alcuna freddezza nel saluto di Fra, anzi mi sembrò indugiasse quando le nostre spalle si incontrarono e le nostre mani si strinsero.
Ci lanciammo un ultimo sguardo complice prima di salire in macchina e schioccare un bacio alle nostre ragazze. Chissà se Letizia sentì il sapore del mio cazzo sulle labbra del suo fidanzato.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per CAPODANNO CON POMPINO:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni