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IL MIO CUGINETTO, DI NUOVO!


di Cazzone_spacca
26.08.2020    |    25.468    |    15 9.5
"Un po’ troppo caldo!” Disse poggiandolo sul tavolinetto..."
Chi mi legge costantemente ricorderà forse il mio cuginetto Massi, che in una torrida estate sarda di ormai 5 anni fa, aveva alleviato il peso dalle mie palle permettendomi di svuotarmele nei suoi intestini. Non lo avevo più sentito da allora, non ci seguivamo sui social e non avevamo contatti di alcun tipo. La telefonata che ricevetti era alquanto inaspettata, non avevo nemmeno il suo numero salvato.
“Ciao cugino! Sono Massimiliano”
Dovetti aspettare qualche secondo prima di riuscire a capire chi fosse. Ma la sua voce cristallina richiamò subito nella mia mente il ricordo di quel suo viso così perfetto, il ciuffo sbarazzino, quelle grosse labbra carnose e i profondi occhi scuri. Non mancarono anche i flashback del suo perfetto culetto liscio e sodo che fremeva sotto i colpi della mia asta e, ammetto, a questo ricordo il mio pene si gonfiò un po’.
“Ehi bello! È una vita! Come stai?”
“Tutto bene grazie! Sto finendo l’università”
Eh si era passato qualche anno in effetti, 5 per l’esattezza da quella notte selvaggia ed erotica che avevamo condiviso. Quel nostro parlare del più e del meno, come se fossimo due cugini etero tra cui non era mai successo nulla mi stava eccitando.
“Bravo bravo! Quanti anni hai adesso?”
“23”
“E la ragazzetta? Te la sei fatta?! Ahahahah” esclamai scherzando e scimmiottando la classica frase di circostanza che ti fanno i parenti alle riunioni di famiglia.
Voleva essere una frecciatina, qualcosa che velatamente gli ricordasse quello che avevamo passato insieme, che profondamente comunicasse “voglio che tu sappia che ricordo bene quanto apprezzi il cazzo”. E invece... invece la sua risposta mi spiazzò.
“Sí, si chiama Chiara, ci siamo conosciuti all’università, stiamo assieme da 2 anni ormai”
“Ah.” Riuscii solo a rispondere. Dovevo riprendermi, non me l’aspettavo, ero convinto sarebbe stato il mio buco sempre disponibile ogni volta che sarei andato in Sardegna e invece forse non era così.
Dovevo reagire, non potevo farmi cogliere sorpreso, sono io che colgo gli altri alla sprovvista, io che vado all’attacco e non rimango mai senza risposta pronta. E poi non era detto che i miei piani fossero andati in fumo, ne avevo conosciuti di ragazzetti fidanzati a cui però piaceva farsi rompere il culo.
“Beh dovrai presentarmela allora!” Ben fatto. Il giusto distacco dalla notizia, trasmettere indifferenza per creare desiderio.
“Beh veramente ti chiamavo apposta per questo! Sai con Chiara abbiamo in programma un viaggio a Roma perché lei non ci è mai stata. Non è che potresti ospitarci?! Sarebbe solo per due notti!”
“Scherzi! Certo, non c’è problema! Basta che per voi non sia un problema che ci sia anche Danaé”
“Ah... è la tua... la tua ragazza?”
Amo lanciato, pesce abboccato! La sua voce aveva tentennato. Che anche lui sperasse che fossi single e ancora disponibile a regalargli una notte di sesso indimenticabile?
“No, macché!! È il mio alano di 65 kili!! Vi salterà addosso appena vi vede ma è una bonacciona!”
“Ahahahaha ok! Figurati! Chiara studia veterinaria, la adorerà!”
“Perfetto dai! Allora mandami poi tutti i dettagli del vostro arrivo!”
“Certo, ora ti mando tutto! Grazie Cugi!”
“E di che! A presto!”
Chiusa la telefonata dovetti farmi una sega ripensando a quanto gusto mi aveva dato scoparmi quel ragazzino all’epoca appena diciottenne.
Due settimane dopo arrivarono all’aeroporto dove li aspettavo già da mezzora, trepidante per rivedere come era diventato Massi.
Non ebbi alcuna difficoltà a riconoscerlo. Indubbiamente il viso era più maturo, meno “infantile” di quanto lo avessi lasciato. Ma per il resto era rimasto praticamente identico. Quelle stesse labbra carnose che non potevo guardare senza immaginarle chiuse attorno al mio cazzo, quegli occhi scuri che sembrava ti indagassero l’anima, quei denti bianchi abbaglianti e quel sorriso così genuino. Un viso pulito. La sua ragazza era, manco a dirlo altrettanto carina. Chissà se sapeva che un tempo al fidanzato piaceva prenderlo almeno quanto a lei?
Saluti e presentazioni di circostanza, tempo mezz’ora ed eravamo seduti al tavolo della pizzeria dove avevo prenotato per tutti e 3. Soliti discorsi del caso, finto interesse per le loro carriere accademiche, ma in realtà non facevo altro che pensare a quando saremmo stati a casa. A cosa sarebbe successo.
A volte trovavo Massi a scrutarmi pensieroso, che fosse colto dai miei stessi ricordi e pensieri? Se sí, lo nascondeva benissimo. Aveva un atteggiamento assolutamente naturale, per niente a disagio. Era affettuoso e visibilmente preso da quella ragazza e a me lanciava occhiate indecifrabili. Ero io a volerci vedere una certa “pensierosità” o veramente covava le mie stesse aspettative per quella notte? Mi sarebbe stato più chiaro a casa, per questo cercai di far terminare il più presto possibile la cena.
Una volta a casa sperai di trovare un momento in cui potessimo rimanere soli io e Massi, così da capire meglio le sue intenzioni. Pensai per tutto il tragitto di ritorno ad una strategia, magari avrei aspettato che la ragazza andasse in bagno ed avrei visto le sue mosse. In pizzeria era già andata ma Massi non mi aveva lanciato alcun segnale nonostante fossimo solo noi due. Aveva proseguito la conversazione come se nulla fosse. Forse perché eravamo in pubblico, mi ero detto.
Una volta a casa, finite le dovute presentazioni e leccate varie con Danaé (alla quale in effetti Chiara si legò subito moltissimo) spiegai che avremmo purtroppo dovuto fare i turni in bagno perché ne avevo uno solo in quanto il secondo era guasto e stavo aspettando che l’idraulico rientrasse dalle ferie. Non era vero ovviamente, ma dovevo creare una situazione di contatto con Massi.
“Ok tranquillo, vai prima tu allora! Noi andremo dopo io intanto me ne sto qui a coccolare questa bellissima principessa!” Rispose Chiara avvicinandosi a Danaé.
Questo non lo avevo messo in conto. Non sarei riuscito a beccare Massi da solo in bagno, quei due ci sarebbero andati insieme. Occasione sprecata.
Mi misi a letto sentendo i due piccioncini tubare nel bagno, la loro smielatezza me lo fece pure ammosciare e mi addormentai anche senza sega e, anzi, con un certo senso di amaro in bocca. Per quella notte non avrei combinato nulla, che il mio cuginetto si fosse davvero convertito alla figa? Che spreco!
L’indomani mi svegliai con una potente erezione, non la classica da risveglio, ma un vero tronco. Sentivo rumori in cucina, i piccioncini dovevano essere già in piedi. Ricordai all’improvviso di aver avuto un sogno erotico in cui scopavo Massi davanti a Chiara e lui le diceva che con lei non aveva mai goduto quanto lo stavo facendo godere io. Ecco spiegata quell’erezione pazzesca. Aspettai che si ammosciasse un po’ dando un’occhiata ai messaggi che mi erano arrivati e poi mi alzai raggiungendolo in cucina.
“Buongiorno!” Mi accolse Chiara “Speriamo di non averti svegliato! Volevamo preparare la colazione ma non troviamo dove tieni il caffè!”
“Buongiorno! Tranquilli mi ha svegliato Danaé... sedetevi di là, al caffè ci penso io”
“Ah ok grazie! Buona idea, ricordo che prepari un ottimo caffè!” Rispose Massi.
Raggelai. Non so se qualcuno ricorda come avevo svegliato il mio cuginetto dopo la nostra nottata brava. Con un caffè “macchiato” dal mio latte!
Ecco! Chiaro e conciso! Il suo messaggio mi era arrivato! Sorrisi tra me e me, la speranza si era riaccesa. Rivoleva il mio “ottimo caffè”! Appena furono usciti, preparai velocemente i caffè e mi iniziai a segare, con l’eccitazione con cui mi ero svegliato ci misi poco a sborrare nella tazzina con il caffè per Massi.
Lo portai di là, porsi una tazzina a Chiara e quella sborrata a Massi, sedendomi di fronte a loro e godendomi il mio caffè gustandomi la scena. Appena Massi fece il primo sorso, sgranò gli occhi e mi guardò. Io gli sorrisi sornione.
“È, ehm... un po’ troppo caldo!” Disse poggiandolo sul tavolinetto.
“Dici? A me sembra perfetto!” Rispose Chiara “hai ragione! Tuo cugino prepara un ottimo caffè!”
“Grazie Chiara. Si Massi, poi il caffè va gustato... caldo! Non lo sprecare!”
Massi riavvicinò la tazzina alla bocca quasi esitando, poi ricominciò a berlo, guardandomi da sopra il bordo della tazzina. Tuttavia il suo sguardo era indecifrabile, non riuscivo a coglierne il messaggio.
“Vero, buono.” Asserì poggiando la tazzina sul tavolinetto. “Ora ci vuole una bella sigaretta. Me la offri ce la fumiamo in terrazzo?”
“Amore ma tu non fumi!” Chiosò Chiara
“Non quando sono con te! Ma ogni tanto mi capita! Dai piccola, sono in vacanza”
“Basta che non prendi il vizio, odio il puzzo di sigaretta”
“Lo so! Per questo ho detto che ce l’andiamo a fumare in terrazza!” Rispose lui dolcemente e porgendole un bacio sulla guancia.
Hai capito! Aveva trovato lui il modo per rimanere un attimo da soli! In terrazza poi, intrigante! Mi era capitato già di scoparci ma sempre la sera tardi perché di fronte ho una vecchietta che ficcanasa troppo.
Uscii con grandi aspettative e il cazzo che iniziava già a gonfiarsi un pochino.
Una volta fuori, chiusa la porta scorrevole, vado per tirare fuori il pacchetto e sento aggredirmi
“Ma che cazzo hai fatto??”
Che cazzo stava succedendo! Il mio cuginetto culetto-docile ce l’aveva con me?! Cosa era andato storto.
Pausa. Non dovevo farmi cogliere sorpreso, la mia regola. Dovevo condurre io il gioco. Rimanere il maschio alpha.
Mi accesi con calma una sigaretta, tirai una profonda boccata (la prima della mattina è sempre quella che preferisco) e, sputando fuori il fumo risposi serafico “non so di cosa parli”
“Lo sai benissimo invece. Cazzo sono passati quanto, 5 anni? Pensi che ancora mi piaccia fare quella roba? Ero un ragazzino! Ho 23 anni e sono fidanzato con una splendida ragazza”
“Sei stato tu a dire che preparo un ottimo caffè. E l’unico caffè che ti abbia mai offerto è stato quello in cui avevo sborrato, ricordi?”
“Ma che ne so!! Lo diceva sempre mia madre che preparavi un ottimo caffè, io a 18 anni manco lo bevevo il caffè!”
“Ma quello che ti portai quella mattina lo bevesti, e di gusto anche!”
“Senti, pensavo che potessimo far finta di niente, che avresti capito che non mandandoti alcun segnale non ero piu... disponibile in quel senso. Ma forse te lo devo dire più schiettamente, a me adesso piace la figa, ok??”
Mi guardai intorno, nessun occhio indiscreto dalle finestre accanto.
Mi abbassai il pigiama e tirai fuori il mio enorme uccello.
“Certo, nessun problema”
Lo guardò. Fu un attimo. Ma lo guardò.
“Ah allora non ci siamo capiti!”
“Che c’è?? Se ormai ti piace la figa non dovrebbe essere un problema per te se mi tiro fuori l’uccello di fronte a te. Non provi niente, no?”
“Esatto, niente” disse guardandomelo ipnotizzato.
“Nemmeno se, ecco. Me lo accarezzo così”
Deglutí.
“Nulla” senza staccarmi gli occhi dal cazzo.
“Ottimo” dissi rimettendomelo dentro
“Ottimo” disse lui distogliendo lo sguardo.
Rimanemmo così fermi. Gli offrii la sigaretta e ci sedemmo uno accanto all’atro. Massi si accese la sigaretta in silenzio.
Passò qualche minuto in cui nessuno disse nulla ma rimanemmo a fumare fissando il vuoto.
“Per quel che vale, hai uno splendido cazzo” disse con tono piatto.
Sorrisi tra me e me e continuammo a fumare in silenzio.
Ci colse di soprassalto il rumore della scorrevole che si apriva, Danaé che uscì scondinzolando e la faccia di Chiara che si affacciò e squillante disse “amore andiamo a farci la doccia?”
Massi si prese un attimo per rispondere e con un mezzo sorriso disse “Vai intanto tu. Poi ti raggiungo”.
Sorrisi di nuovo dentro di me. Stavolta vittorioso.
“Ok! Danaé? Bella! Vieni? Fiuuu”
Danaé seguí Chiara dentro casa e la porta si richiuse dietro di loro.
Rimanemmo ancora un po’ in silenzio ma c’era qualcosa tra di noi. Una consapevolezza. Una certezza di cosa sarebbe accaduto di lí a poco. Sentimmo Chiara canticchiare e parlare con Danaé, poi la porta del bagno chiudersi e l’acqua aprirsi.
Diedi una nuova rapida ricognizione con lo sguardo al vicinato e liberai di nuovo il mio cazzo dal pantalone del pigiama.
Massi, continuando a guardare fisso avanti a sé, allungò una mano e iniziò a tastarmi il cazzo. Lo accarezzava, mi strizzava le grosse palle, me lo scappellava appena.
Mi accesi una nuova sigaretta. Gli afferrai la mano e lo guidai in una lenta sega.
Spostai la mano dietro la sua nuca, lo avvicinai a me e gli infilai la lingua in bocca, baciandolo appassionatamente.
Raramente bacio i miei amanti, sono pezzi di carne per me. O poco più.
Ma quello era pur sempre il mio cuginetto e stava andando contro sé stesso tirato da me in una trappola.
Si lasciò andare, dapprima con qualche resistenza, poi completamente coinvolto, ad un bacio umido e furioso.
Poi la pressione della mia mano sulla sua nuca si fece più forte e in un attimo la sua testa fu piegata sul mio pene.
Spalancò la bocca e il mio cazzo lo penetrò affondo trovando subito la sua gola calda.
Potevo sentirlo mugolare appena, soffocato dal mio grosso cazzo che si sforzava di accogliere affondo nella sua boccuccia.
Affondai ancora qualche colpo nella sua bocca poi gli sussurrai “ti sborro in bocca stavolta”
Lui annuí voglioso, per quanto glielo permettesse ma mia mano che lo spingeva contro il mio pube.
Scaricai tre fiotti belli pieni nella sua bocca, lui continuò a leccarmi avido la cappella. Poi, senza guardarmi ingoiò.
“Vado a farmi la doccia.” Disse in tono freddo e con una certa aria di sconfitta.
Rimasi a godermi gli ultimi tiri di sigaretta col pisello ancora sgocciolante all’aria.
La giornata passò tranquilla. Chiara ci teneva a mandarmi le foto di loro due in giro per la città, così innamorati a baciarsi sotto i monumenti più iconici di Roma. E io non potevo trattenere un’erezione alla vista di ogni foto, pensando che quel fidanzato perfetto e premuroso poche ore prima aveva ingoiato il mio sperma. Che con quella stessa bocca con cui la stava baciando, poco prima, aveva succhiato il mio cazzo.
La sera ci rincontrammo a casa, Chiara aveva già cucinato per tutti e non aveva scordato di portare anche un mega osso per Danaé.
Approfittando della sua simpatia per il mio cane azzardai
“Chiara sei proprio brava con lei! Diventerai un’ottima veterinaria! Visto l’ottimo rapporto che avete instaurato potrei chiederti un grosso favore? Sono stanchissimo, ti dispiacerebbe portarla tu a fare la passeggiata e i bisogni stasera?”
“Scherzi??? Magariiiii!” Stridulò “Danaé! Tesoro! Andiamo a farci una passeggiata tra ragazze!!”
“Lei è buonissima con gli altri cani. Ma per qualsiasi cosa chiamami ok!? Alla cena pensiamo noi!”
“Certo tranquillo! L’acqua sta per bollire, basta che buttate la pasta!”
“Ok!”
“Ok! Noi andiamo allora! A dopo!”
“Buon divertimento!”
“Ehi! Dovrei ingelosirmi?! Nemmeno un bacio prima di andare! Preferisci il cane a me?!” Disse ridendo Massi e baciandola sulla fronte.
“A dopo!”
“A dopo amore!”
La porta si chiuse.
“Bella scenetta.” Dissi accarezzandomi il pacco.
“Ti ho pensato tutto il giorno” rispose Massi.
“Hai pensato a me...”lo afferrai attorno al collo abbassandolo e costringendolo in ginocchio “... o al mio cazzo?”
Dicendolo gli spinsi la testa contro il mio pacco. Gli strusciavo la faccia sulla mia tuta dove il bozzo del mio cazzo cresceva sempre di più.
Lui lo odorava, lo leccava da sopra la stoffa, ci si schiacciava contro.
Mi tirai fuori l’uccello e glielo sbattei in faccia. Iniziai a prenderlo a pisellate, poi gli strusciavo le palle in faccia e di nuovo botta di pisello in pieno viso. “E così eri cambiato eh? Ti piaceva la figa?! Allora questo lo rimetto dentro i pantaloni?!”
“No ti prego”
“Allora dimmelo”
“Lo voglio”
“E dí che sei frocio”
“Sono frocio”
“E dí che ti eccita più il mio cazzo della figa della tua ragazza”
“Voglio il tuo cazzo, non me ne fotte niente della sua figa”
“Apri la bocca”
Obbedí senza farselo ripetere due volte. Succhiava con foga, guardandomi dritto negli occhi dalla sua posizione di sottomissione, inginocchiato e adorante sotto di me.
Mi lasciai succhiare il pisello godendomi il bocchino, poi mi piegai e iniziai a palpargli il culetto. Bello liscio e sodo come lo ricordavo.
“Mmmmmm” mugolai spingendogli il cazzo ancora più in fondo in bocca piegandomi ancor di più su di lui per insinuare la mia mano nei suoi pantaloni raggiungendo il solco delle sue chiappe.
Si staccò dal mio cazzo con fatica “ah. Quello no. Il culo no.”
Lo guardai con aria di rimprovero ma accettai il limite. D’altronde Chiara sarebbe potuta rientrare da un momento all’altro e avevo voglia di sborrare. Ma gliela dovevo far scontare in qualche modo. Gli afferrai la testa tenendola ferma immobile e iniziai a scopargli violentemente la gola. Avvicinai una sedia, ce lo feci adagiare con la schiena e testa rivolta indietro e gli infilai il cazzo di nuovo in bocca. In quella posizione il mio cazzo gli scivolava dritto in gola, impedendogli di respirare. Lo sentivo annaspare, mi chiedeva aria spingendo sulle mie cosce tese nell’atto di tappargli quella bocca col mio grosso cazzo.
Sentivo la saliva colargli in faccia, mista al mio presperma. Sentivo di essere vicino alla sborrata, ma avevo un altro piano. Volevo sborrare al momento giusto, quando stava rientrando Chiara.
Così quando sentivo lo sperma salire tiravo fuori il cazzo, così da permettere di riprendere un po’ d’aria a mio cugino e sbatterglielo un po’ sul viso, sfigurato dallo sforzo della posizione e dalla mancanza d’aria oltre che dalla sua saliva colante mista agli umori del mio cazzo.
Sentii il portone aprirsi e la classica falcata di Danaé per le scale.
Uscii di corsa dalla sua bocca. Doveva essere presto presentabile per Chiara. Lo misi in ginocchio. Ripresi a scopargli la bocca con foga.
Ecco la sborra salire.
I passi avvicinarsi al pianerottolo.
Rumore di chiavi.
Massimiliano sbianca. Capisce che Chiara sta rientrando.
Ha il panico negli occhi.
“Eccoti la sborra” dico con un sorriso sadico infilandogli il pisello più in profondità per contrastare il suo tentativo di alzarsi e liberarsi”
“Eccolaaaaaa” sussurro in estasi.
“Eccomi!” Arriva la voce dall’ingresso mentre infiniti fiotti di sborra riempiono la bocca del mio cuginetto.
Massi ingoia di corsa, si ritira su e tremolante urla “bentornata amore!” Si schiarisce la voce, si passa una manica sulla bocca “siamo in cucina! Abbiamo fatto un macello, l’acqua è uscita tutta fuori, abbiamo dovuto pulire tutto, per questo siamo un po’ in ritardo, ancora dobbiamo buttare la pasta! Io sono tutto accaldato”
“Oh Mannaggia!” Commentò Chiara entrando in cucina “voi maschi non vi si può mai lasciare soli!”
“E già!” Risposi guardando complice Massi che mi restituí uno sguardo rabbioso per come lo avevo messo in pericolo di farsi scoprire.
“Lavo le mani e arrivo! Amore mi dai una mano così prepariamo prima? Alza il fuoco sotto la pentola così ribolle prima!”
Mentre si avviava in bagno mi avvicinai al viso di Massi “ecco cosa succede quando non mi concedi il culetto” afferrai il pacchetto di sigarette sul bancone dietro di lui e mi diressi in terrazza.
La cena trascorse amabilmente tra chiacchiere su quanto visto in città e aneddoti su Danaé. Ci dammo la buonanotte e andammo a letto. Mi addormentai sereno, non prima di aver dedicato l’ultima sega della giornata al pensiero di mio cugino che ingoiava la mia sborra mentre la ragazza rientrava in casa.
Fui svegliato all’improvviso da una sensazione di calore che avvolgeva il mio uccello. Aprii piano gli occhi. Massi era seduto sul mio letto, mi stava facendo una sega. “Ne ho voglia ancora” bisbigliò
“Serviti pure” risposi mettendomi comodo. Giocò un po’ con il mio cazzo prima di chinarsi e iniziare a leccarmelo. Leccava veloce la cappella facendomi impazzire poi scendeva lungo l’asta con la lingua fino a raggiungere le mie palle. Una volta inumidite ne prendeva una in bocca e poi l’altra. A quel punto io gli strusciavo il cazzo sul viso e adoravo vedere quanto gli piacesse. Facevamo pianissimo, un po’ per non svegliare Chiara, un po’ per sentire il suo respiro profondo e regolare nella stanza accanto. Credo che a entrambi piacesse ed eccitasse l’idea che la sua fidanzata fosse proprio nell’altra stanza mentre lui si ingoiava il mio cazzo. Era eccitatissimo, ad un certo punto si tirò su “prendimi dietro” mi disse. Non erano passate più di 4 ore da quando ci avevo provato e mi aveva risposto con un no secco. E ora voleva essere scopato!
Non poteva pronunciare parole più dolci per le mie orecchie. Ma volevo farglielo sudare un po’ dato che si era rifiutato prima.
“Davvero? Ti spaccherei per bene, lo sai. Sei sicuro?”
“Cazzo si, scopami”
“Quindi sei tornato la frocetta che conosco”
“Voglio che mi scopi il culo come fosse una figa”
“Vuoi che ti scopi come tu scopi Chiara?”
“Si, fammelo sentire tutto dentro cazzo”
Non me lo feci ripetere due volte, mi alzai, lo girai, mi sputai sul cazzo e glielo misi tra le chiappe.
“Lo vuoi frocetto?”
“Siiii” sibilò
“Dimmelo”
“Dammi il cazzo nel culo, ti prego”
“La tua ragazza è nella stanza qui accanto lo sai?”
“Non me ne frega, voglio che mi scopi con quel cazzo enorme”
“Puttana sí”
Lo penetrai di colpo. Soffocò un urlo nel cuscino. Presi a scoparlo molto lentamente così che assaporassi bene il contatto del mio cazzo che affondava in quel ragazzino voglioso che era mio cugino che mi implorava di scoparlo. Lo infilavo tutto dentro e poi lentamente lo sfilavo quasi fino alla punta per poi tornare a rimetterlo tutto dentro. Sentivo le fibre del suo corpo tendersi dal godimento. Ogni poro della sua pelle era aperto dall’eccitazione. Gli leccai la schiena, poi salii cercando la sua bocca. Si voltò e mi baciò appassionatamente. Poi si staccò e con aria implorante mi chiese “fammi tuo”
“Tu sei mio” gli risposi mettendo enfasi sul “sei” e ficcando di colpo tutto il cazzo dentro.
Lo afferrai per i capelli e lo misi in piedi, lo costrinsi a camminare col mio cazzo infilato nel culo fino alla parete. Lo poggiai alla parete cercando di fare piano, nonostante la mia eccitazione.
“Lo sai chi ci sta dietro questa parete? La tua ragazza frocetto! Cosa direbbe se ti vedesse così?” Gli dicevo mentre piano, quasi con dolcezza, gli infilavo e sfilavo il cazzo dal buco. Era eccitante umiliarlo in quel modo e vedere quanto eccitasse anche lui
“Cosa direbbe se sapesse che mi hai implorato di ficcarti il mio grosso uccello nel culo?”
“Che sono un frocio direbbe” disse ansimando dall’eccitazione. “Il tuo frocio.” Aggiunse
“Brava cagnetta, il mio frocio” risposi baciandolo in bocca e riprendendo a scoparlo con sempre maggior foga.
Eravamo entrambi madidi di sudore, i nostri corpi avvinghiati, lui continuava a protendere il culetto all’indietro per favorire l’accesso del mio cazzo al suo buco ormai completamente aperto.
Io lo afferravo ora per le chiappe e lo spingevo dentro, ora per i capelli selvaggiamente inculandolo, ora raddolcendo la cavalcata e baciandolo con ardore.
Tornammo sul letto, lo scopai con le gambe all’aria, poi a pecora, me lo misi sopra e mi godetti lo spettacolo del suo viso sfigurato dal piacere mentre godeva con tutto il corpo ad infilarsi ogni centimetro de mio cazzo su per il culo.
Lo stavo scopando ormai da oltre un’ora, volevo sborrare.
Lo riportai contro la parete, lo addossai con le spalle alla parete, lo sollevai, sentivo il suo corpo fremere. Aveva capito.
“Riempimi di sborra”
“Sei cresciuto ma non sei cambiato noto. Sempre lo stesso ragazzino affamato di sborra”
“Si ti prego inondami di sborra”
“Ecco il vero te”
“Si, sono un frocio voglioso di sborra”
“Vuoi la mia sborra maschia dentro di te frocetto?”
“Siiiiii”
“Ooooooo eccotelaaaa”
Accompagnai i litri di sborra che gli scaricai dentro con queste parole “ti sborro dentro frocio, mentre quella cornuta della tua ragazza dorme qua a fianco”
“Siiiiiii”
Non mi era mai successo: lo vidi sborrare senza toccarsi nell’istante in cui iniziai a liberare il mio sperma nel suo culo e a pronunciare quelle parole.
Rimanemmo un po’ così, avvinghiati. Il pisello mi tornò moscio dentro di lui. Me lo feci pulire dai residui di sborra, poi raccolsi quella che era colata dal suo buco spalancato e gliela feci leccare.
Gli diedi un colpetto sulle chiappe, “e ora vai a dormire accanto alla tua donna, sacco di sborra”.
Ci baciammo appassionatamente, sapevamo, per l’ultima volta.
L’indomani ripartirono. Non ho ancora salvato il suo numero e spero in una nuova nuova visita a sorpresa.


Spero che vi sia piaciuto e non abbia lasciato nessuno di voi a cazzo moscio! Come al solito commentate con cosa vi ha colpito o cosa avreste preferito venisse scritto in maniera differente. E, se vi va, condividete se anche voi avete avuto esperienze con cugini o affini!
Buona sega a tutti!
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