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Gay & Bisex

Diario di un corpo 4 - Cambio di programma


di porcellino90
12.03.2016    |    3.367    |    4 8.8
"Avanza camminando sul letto fino a trovarsi all’altezza della mia faccia, spinge il suo grosso cazzo duro verso il basso, punta alla bocca..."
Scusate le lunghe pause fra un racconto ed un altro, ma a volte, dopo una giornata di studio, lavoro e impegni, l’unica cosa che desidero fare è “morire” al caldo del piumone.
Le avventure di L. continuano, sono tante, cercherò pian piano di rimettermi in pari.

Ci sono giornate in cui i nervi saltano facilmente, anche una semplice domanda, fatta da chi ti vuole bene, nel momento sbagliato può essere l’inizio della fine.
Era una di quelle giornate, di quelle che iniziano male e finiscono ancora peggio, piene di impegni, piene di incontri con persone che non pensano minimamente di parlare con una persona, ma solo con un esecutore delle proprie richieste. Avevo deciso di restare a casa per i prossimi tre giorni, avrei approfittato dell’assenza dei miei, dei mie fratelli, per godermi la solitudine della casa fino alle prime ore del pomeriggio, fino al momento in cui sarei dovuto scendere per gli impegni che non avrei potuto spostare.
Avevo in programma solo l’ozio, godermi il letto, il torpore del risveglio prolungato fino all’estremo, il piacere di fare colazione con calma, senza fretta, guardando i biscotti affondare nel latte e vederli diventare morbidi, pastosi e mangiarli senza masticarli, senza sforzi.
Volevo riposare, recuperare energie, mentali e fisiche. Non avevo intenzione di vedere nessuno, se non la mia immagine riflessa qua e là per la casa, fra gli specchi, guardarmi in pigiama, sorridere vedendo quel pizzico di culo spuntare fuori dal pantalone un po' allentato, godere dei piccoli piaceri che con i ritmi quotidiani si perdono.
Era la sera prima della tregua dal mondo quando sento vibrare il telefono.

S: Io avrei voglia di vederti, ma non in macchina, di fretta, vorrei scopare come di deve, sentire quanto mi vuoi e farti sentire quanto ti voglio io.

S. è una vecchia conoscenza, un ragazzo tranquillo, educato, a guardare da fuori sembrerebbe il ragazzo che tutte le madri sperano per le proprie figlie, perché no per i propri figli. Realizzato, di bell’aspetto. Ma S. nasconde molto bene il suo lato, quello che io reputo il lato migliore, S. è un gran maiale, un maiale coi fiocchi, porco, spinto e volgare il giusto, dotato di un’eccellente durata, di una fantasia sconfinata e di un bel cazzo, si S. ha uno dei cazzi più belli che io abbia mai provato. Lungo il giusto da poter essere sbattuto fino in fondo senza creare problemi, e largo, largo come pochi, di una forma leggermente conica, che si presta bene ad essere infilato e che sopratutto resta sempre duro, mai un momento di cedimento che io ricordi, mai un flop, mai una volta di cui io possa lamentarmi. Viviamo entrambi in casa con la famiglia, e non ci era mai capitato di poter scopare su un letto, con calma. Avrei avuto altri due giorni per oziare, era l’occasione perfetta per poter dare libero sfogo al lato maiale di S. e di poterne godere appieno, senza la preoccupazione di essere beccati in auto, senza limiti di alcun genere.

L: Se ti dicessi che domani mattina dalle 8 sono solo?
S: Fino a che ora?
L: Diciamo fino alle 14 per esser tranquilli
S: Diciamo che alle 9 sono da te?
L: Io ci sto..
S: Ti chiamo domani mattina per svegliarti, così mi mandi posizione e conferma per gli orari
L: Ok

S. è anche piuttosto preciso, se dice che ci sarà, ci sarà. Se dice che ci sarà alle 10, alle 9,30 è già lì ad aspettarti. Ma è così solo con me, con gli altri scopa e basta, dice che non è soddisfatto, tutti a fare i santarellini, tutti a dire questo si, questo no, fa piano, vai a destra, vai a sinistra. S. vuole essere libero di fotterti come piace a lui, non perché sia egoista. E’ generoso nel sesso, anche se fa quello che vuole, lo fa perché è sicuro che così vi darà piacere. Tutti dovremmo avere un S. con cui scopare. Se trovate uno come S. non lasciatevelo scappare.
Sono a letto, crollo e penso che domani ci sarà da divertirsi.
Sono le 8 quando squilla il telefono, è S., tutto confermato, gli mando l’indirizzo.
Mi alzo, do una sistemata in giro, preparo il letto, apro le finestre. Dobbiamo scopare, ma bisogna essere dei bravi ospiti, è un po' come se fosse il primo incontro.
Vado in doccia, devo riprendermi velocemente e prepararmi al meglio, S. ci va giù pesante, devo essere pulito, anche dentro. E’ volata mezz’ora quando sento il citofono suonare, infilo gli slip e vado ad aprire. E’ lui. Finisco di asciugare i capelli, infilo una tuta e sono pronto.
Eccolo è arrivato.

L: Vuoi un caffè? Un po' d’acqua?
S: Voglio scopare come se non ci fosse un domani, guarda quanto me lo fai diventare duro.
L: Che gran cazzo che hai.
S: Lo so, ma so anche che siamo buoni amici, quindi prendiamo questo caffè, facciamo due chiacchiere e poi..
L: Va bene.

Mentre preparo il caffè, vi risparmio i convenevoli e la lezione su come preparare un buon caffè, fra una domanda e l’altra S. si avvicina, mi è dietro.
Sento il suo cazzo duro premermi sul culo, lo sento alitare, sento il fresco della menta solleticarmi le narici, mi lecca un orecchio. Tira giù la tuta e gli slip, si inginocchia dietro di me. Mi morde una chiappa.

S: Quanto mi arrabbi L.
L: Dimostramelo, siamo soli, puoi fare quello che vuoi.

E’ una provocazione a cui non sà trattenersi. Mi allarga il culo, mentre sono lì in piedi che chiudo bene la moka, inizia a leccarmi il contorno del buco. Ci va piano, sa come aumentare la voglia, come portare all’estremo il desiderio. Mi stuzzica, vorrei mettergli le mani dietro la testa e spingerlo ma lui me le blocca, le tiene bloccate lungo i miei fianchi. Sale leccandomi la schiena e mi spinge leggermente in avanti, il buco è un po' più esposto, inizia a leccarlo come prima, poi si sposta sempre più verso il centro del piacere, lo sfiora e torna ai lati, gira con la lingua attorno e poi torna ad affondarla lì al centro, spinge, spinge sempre di più. C’è chi è a bravo a far pompini, chi è bravo a leccare il culo, non è cosa facile. Ma S. è un mago.
Mi sento sempre più caldo, aperto, bagnato, morbido. Ho sensazione che il mio buco stia diventando di burro, e che il cazzo di S. sia il coltello che ci affonderà di lì a breve.
Sale di nuovo leccandomi la schiena, accende il fornello allungando un braccio e mi gira.
Un pronto bacio, con un retrogusto di culo e mandorle, un bacio profondo, un bacio carico di voglia e di affetto, quell’affetto un po' alieno che c’è fra due scopamici. Il suo cazzo è gonfio, palpita, vedo le scosse che lo percorrono. Mi abbasso, voglio ricambiargli il favore.
Tiro giù i jeans e i suoi slip bianchi sono diventati trasparenti all’altezza della cappella, la vedo gonfia, rossa, grossa. Tiro via anche gli slip e lo lecco per tutta la lunghezza, parto dalle palle e arrivo ad un centimetro dalla cappella prima di tornare giù di nuovo. Un sussulto e dal tagliato vedo spuntare un goccioloni trasparente, non resisto e lo lecco via. Inizio a lavorargli la cappella, roteo la lingua, passo la punta sotto i bordi della cappella, risalgo dal filetto fino al formulino che è di nuovo pronto a buttar fuori un altro gocciolone, lo ingoio per metà, torno di nuovo sopra, aumento la velocità. La lingua è veloce attorno alla cappella prima che ricominci d ingoiarlo, ad ogni affondo riesco a guadagnare centimetri, ad ogni affondo S. è sempre più rigido, dopo un minuto ci sono, è tutto in gola, sfioro col labbro inferiore l’attaccatura dei coglioni, il naso affonda completamente nei suoi peli neri e curati. S. grugnisce, è quasi un urlo spezzato, sta godendo, gli piace, le gambe sono tese, bloccate dai pantaloni che sono arrivati alle caviglia, barcolla e si aggrappa al piano della cucina, inizio a tiralo fuori ma mi segue, mi segue finché la testa non si blocca sullo sportello del mobile, affonda lento, ma deciso. Dentro e fuori dalla mia gola, senza mai toglierlo tutto dalla mia bocca, giusto quei centimetri necessari a farmi respirare e giù di nuovo fino in fondo. Gli stringo il culo fra le mani, duro, marmoreo. La durezza del muscolo contrasta con quel soffice manto peloso che lo ricopre. Lo tira fuori all’improvviso, i tira la barba. La bocca di apre, un po' per il dolore improvviso, un po' per far entrare più aria, è un attimo, il tempo di guardarci negli occhi che S. ci ha sputato dentro, giusto un attimo prima di inginocchiarsi come me a terra, lì in cucina e baciarmi di nuovo. E’ di nuovo un bacio carico di voglia a cui si aggiunge una velata dolcezza, un grazie per il lavoretto appena ricevuto.
Il caffè è pronto, ci alziamo mezzi stralunati, non sappiamo se è il caso di bere quel caffè o lasciare lì a freddarsi e correre sul letto.
Ma basta uno sguardo, uno sguardo che dice: Questo lo beviamo dopo.
Ci tiriamo su i pantaloni e lo guido verso la mia stanza. Se non fosse per i miei me lo sarei scopato lì, senza chiudere la finestra, per il gusto di mostrare a tutti come si scopa, come si gode e come si fa godere qualcuno, per vedere gli sguardi invidiosi, curiosi e anche schifati di tutto il vicinato. Il sorriso che fa mentre la chiudo sembra dire lo stesso. Se non ci fossimo giurati di non voler mai avere una relazione, probabilmente S. sarebbe l’uomo perfetto, pensa lo stesso, me lo ha confessato una volta, ma non siamo ancora pronti ad ammettere che potremmo provarci, e mentre ci pensiamo, preferiamo farci delle ricche scopate.

S: Con quanta gente hai scopato su questo letto?
L: Solo con LUI, è l’unico che è stato a casa mia, su questo letto.
S: Pensi ancora a LUI?
L: A volte.
S: Non oggi, non da dopo che avremo finito noi.

E’ quasi geloso, sembra debba marcare il territorio.

Sono accanto a lui, sto per dargli un bacio ma mi spinge con forza sul letto. Mi guarda dall’alto ora, sorride, vorrebbe essere severo ma non ci riesce.
Tira via i pantaloni della tuta, guarda i miei slip pieni sul davanti, tesi come i suoi, sfila via i calzini.

S: Voglio vederti completamente nudo, almeno stavolta che possiamo.

Inizia a baciarmi un piede, una veloce leccata, e giù con la lingua lungo tutta la gamba, arriva al pacco, lo morde, si riempie i polmoni dell’odore del mio cazzo duro, Sniffa più volte mentre con la lingua massaggia la zona fra le palle e il buco. Si rialza e mi fa girare.
Un sonoro schiaffone riecheggia nella stanza, toglie i suoi jeans, i calzini e sale anche lui sul letto.
Si stende su di me, le stoffe degli slip sono una lieve protezione, sento tutto, sento che sta iniziando ad bagnare anche i miei slip. Lo sento spingere mentre mi morde un orecchio, mentre mi lecca il collo si è insinuato fra le mie gambe allargandole con le sue. Spinge, preme con forza , quasi volesse sfondare gli slip col suo cazzo e incularmi così.
Un altro bacio, questa volta rubato, prima di scendere e tirar via gli slip.
Mi tira verso di se facendomi sollevare leggermente il bacino. Ha di nuovo il mio buco davanti, stavolta più esposto, più accessibile. Arriva con la lingua rigida direttamente lì, ci affonda dentro e inizia a ruotarla, sempre più velocemente, sento la saliva colare sulle palle, mi sento sempre più bagnato. Affonda un dito, deciso ma lento, mentre con la lingua gioca con un testicolo e poi con l’altro, morde leggermente lo scroto mentre la lingua va giù pesante, sempre più in fondo. Mantengo il culo più aperto possibile, voglio sentirlo più dentro, voglio sentire la sua lingua muoversi e sbattere su ogni angolo del mio buco.
Ringhia mentre affonda anche il secondo dito accompagnarono con la lingua che resta lì, pronta a tenermi bagnato l’ingresso, altra saliva scorre. Le dita girano mentre sento che goffamente tira via anche i suoi ultimi indumenti con l’altra mano.
Toglie le dita e mi dice di girarmi. Sono col cazzo all’aria, duro fino a farmi male. Avanza camminando sul letto fino a trovarsi all’altezza della mia faccia, spinge il suo grosso cazzo duro verso il basso, punta alla bocca. L’ho già aperta il più possibile quando metà del suo cazzo sta affondando, affonda e lentamente risale, si bagna e scende di nuovo giù. Un misto fra soffocare e desiderio folle di tirarlo completamente giù e ingoiarlo tutto, ma sappiamo entrambi che non è la posizione giusta. Quando le sue gambe sono stanche di questo squat erotico, scende dal letto, mi tira. La mia testa ciondola libera sul bordo del letto, gli occhi sono pieni di lacrime e l’immagine che vedo è sfuocata, ma pur sempre arraffante. Inizia, inizia finalmente a fottermi la bocca, la gola, mentre con le mani gioca col mio uccello, lo tira, lo scappella. Ci sputa sopra e con una nuova fluidità inizia una magistrale sega, tanto più veloce quanto più il suo cazzo affonda nella mia gola. Ho un rigurgito di saliva, lo porta via con la mano mentre con l’altra tira verso di se una delle mie caviglie. Sono sempre con la testa ciondolante ed ora con le gambe in aria, il grumo denso di saliva arriva sul mio buco mentre il suo cazzo è completamente affondato nella mia gola.
Lo strappa via, mi scappa un colpo di tosse, ma non ho il tempo di ragionare, che ancora in quella posizione, il suo cazzo scivola dentro per metà. Ho uno scatto in avanti, la testa si alza a guardare cosa succede. Un sorriso, il suoi denti che stringono il suo labbro. Una sola spinta decisa ed è tutto dentro. Non ho fiato, non ho dolore, è piacere. Intenso. Lo tiro a me, lo abbraccio e lo bacio mentre il suo cazzo resta saldamente piantato dentro di me.
Si allontana un attimo

S: L. sei fantastico quando ti fai scopare così
L: Non parlare, non ora.

Sta per partire, lo percepisco. Punta bene i piedi, vedo nello specchio alla nostra sinistra che il suo bacino è ben sollevato, vedo parte del suo cazzo bagnatissimo uscire dal mio culo.
Una sola rincorsa per riaffondarlo tutto dentro, un dentro è fuori lento e profondo. I colpi sono molto decisi, il rumore del suo bacino che sbatte sul mio culo è talmente forte da sembrare quello di uno schiaffo. Dieci minuti in cui le mie gambe vengono ruotate, spinte sempre più verso il mio viso, mi apre con dolcezza e violenza allo stesso tempo. Ci stiamo amando, a modo nostro.
Lo tira di nuovo fuori, il culo è aperto, caldo e palpita dopo il suo trattamento. Ci affonda di nuovo la lingua, uno dei pochi che davvero amano leccare il culo, ora che sono aperto può entrare ancora più in fondo, posso sentirlo ancora meglio, i dentro e fuori del suo cazzo mi hanno reso più sensibile.
Si alza di scatto, il cazzo scivola fuori.

S: Wow

Lo tiro con me sul letto. Voglio provare a ricambiargli il favore, gli alzo il bacino e vedo finalmente il suo culo. Tondo, piccolo ma ben fatto. Il pelo che avevo solo avvertito prima con le mani, ora lo vedo. E’ soffice, scuro, maschio. Inizio con una leccata lunga, a lingua piatta, che gli bagna tutto il solco fra le chiappe. Sfioro il suo buco, si irrigidisce un momento. Con una mano gli accarezzo la schiena e con una leggera pressione gli faccio capire di restare fermo, di restare giù col culo in aria.
Gli tengo aperte le chiappe, vedo il buco che timido pulsa di piacere. Inizio a giocarci con la lingua, movimenti lenti, circolari. Assaporo quel filo di sudore pulito ma maschio, con leggere pressioni distendo ogni crespa del suo buco. Puntello la lingua al centro, piccoli scatti ripetuti, prima di tornare a lavorare ai lati. E’ ben rilassato dopo un po’. Gli solletico il buco con un dito. Il dato sfiora il buco, affonda di pochi millimetri e torna fuori, lo segue rapida la lingua che bagna e rilassa di nuovo quel piccolo muscoletto del piacere.
Lo faccio girare a pancia in aria, un cuscino sotto il suo culo.

S: Ti prego solo di fare piano
L: Tranquillo, siamo qui per darci piacere, senza fretta e senza obblighi. Fermami se vuoi

Abbraccia le gambe, quasi si rannicchia tenendo il culo più in alto possibile.
Le leccate dolci di prima, lasciano il posto a leccate ampie, morsi su quelle belle chiappe pelose, lasciano il posto ad una lingua più decisa che calda affonda in quel buco, rubando qualche piccolo gemito ad S. che forse non era mai stato vittima, se vittima si può essere di una cosa tanto piacevole, delle stesse attenzioni che lui è solito dare.
I millimetri diventano una falange, una falange due, il dito è completamente dentro mentre la lingua gli sollazza i coglioni gonfi. Con lentezza quasi esasperante, piego leggermente il dito fino a trovare quel grosso palloncino, la sua prostata. Inizio a solleticargliela mentre con la lingua risalgo lungo il cazzo. Lo guardo per un momento, ha gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Arrivo alla cappella che ha già lasciato cadere grossi goccioloni fra i peli attorno al suo ombelico, lecco via tutto prima di prendere in bocca. Un lento su e giù della mia bocca, della mia gola, sul suo cazzo accompagnano il movimento del dito che ormai è ben piantato dentro. Ogni tanto torno giù per bagnar meglio il suo buco e il mio dito, la pompa fa si che non manchi mai saliva mischiata al suo liquido, che lubrifica tutto meglio. Inizia a contorcersi, le dita dei piedi si piegano. E’ al limite, ma non voglio che finisca così. Esco lento dal suo culo, un’ultima lappata alla cappella prima di dargli un altro bacio, che sa di lui.
Ci rotoliamo un po' sul letto, cerchiamo di recuperare un po' di forze e di resistenza da sfruttare al meglio. Sono di nuovo steso sul letto a pancia in giù, è sopra di me, qualche spinta e aggiusto del tiro e la sua cappella è di nuovo pronta sul mio buco. Spinge, spinge molto lentamente, sento tutti i centimetri, le vene, il prepuzio che scende sempre più.

Drrrrrrrrriiiiii. Il suono sordo del citofono. Un pugno che non fa rumore sul materasso. Ci separiamo.

L: Chi è?
X: Sono il corriere, cerco il signor L. dovrebbe ritirare un pacco.

Non posso fare a meno di scendere, aspetto quel pacco da un mese.

L: Scendo, ritiro il pacco e torno, aspettami qui.
S: Ok. Fa presto però.

Infilo tuta, scarpe, prendo cellulare e chiavi.
Controllo l’ordine col corriere, mi vibra il telefono. Mentre il corriere prede l’aggeggio per la firma controllo il telefono. E’ un messaggio whatsapp di S con una foto.
C’è lui steso sul letto riflesso nello specchio, cold cazzo duro e dritto.

S: Vieni a prendere questo di pacco che è più importante.

Sorrido, il corriere pensa che sia per lui, io penso al pacco da cui devo correre. Firmo, ringrazio e salgo le scale a due a due. Entro in casa che già mi sto abbassando i pantaloni e sfilando la maglietta.
Corro in sanza ed è ancora in quella posizione. Un paio di veloci leccate, il suono secco di uno sputo sulla sua mano per bagnarmi di nuovo il culo e mi ci siedo sopra. Affondo fino alla fine, con fretta, con voglia aumentata, rinnovata. Lo cavalco con forza, facendomi anche un po' male quando arrivo fino in fondo. Gli mordo il collo, lui morde un mio capezzolo quando mi tiro su. Mi lascio cadere seduto sul suo cazzo duro, vibra, due pulsazioni che mi allargano ancora di più il culo.
Una spinta rapida mi fa cadere all’indietro, sto per gridare per l’improvviso ulteriore stiramento del mio buco quando me lo ritrovo addosso, con la lingua piantata nella mia bocca, il grido muore nella sua bocca, un paio di mosse per posizionarsi in maniera più comoda e inizia a scoparmi il culo sempre più forte. Di nuovo il rumore simile agli schiaffi, questa volta un po' umidi, sento le sue palle sbattere sul culo, le sue mani si intrecciano con le mie e le affondano sul piumone arrotolato dietro di me. Blocca meglio le mie gambe sulle sue spalle, spinge sulle sue e ora ho il bacino completamente sollevato. Inizia a scoparmi dall’alto, quasi in verticale. Lo sento bene, sta battendo dove deve, il cazzo mi torna duro, sempre più duro. Gli dico che sto per sborrare, che se continua sfottermi così forte in quella posizione inizierò a schizzare in pochi secondi.

S: Sborra, fammi vedere quanto ti faccio godere, godi cazzo, godi.

Sto per schizzare, ci sono. Il culo diventa un forno prima ed un lago poi, si apre e si chiude ritmicamente, il cazzo si irrigidisce, punta l’alto e poi torna a sbattere contro la pancia. Altre due botte e sborro, lo sento salire dalle palle.

S: Sto per sborrare anche io, ti riempio il culo
L: Cazzo si sto sborrando

E’ un attimo, un attimo di rigidità di entrambi. Tutto tace, si sentono i cuori battere forte, una gocciolina di sudore che dalla sua fronte cade dritta sul mio labbro. Un affondo da record che ci incastra alla perfezione. Un suo schizzo nel mio culo, uno mio che arriva sulla mia faccia, e così tutti gli altri. Non smettiamo di schizzare, non smettiamo di ansimare.
Si accascia su di me, lecca la mia sborra. Mi bacia.
Il bacio dura qualche minuto, il tempo per permettere al suo cazzo di scivolare fuori dal culo senza far danni.
Prima di lasciarmi andare mi regge ancora un momento le gambe, mi tiene sollevato, lo guardo interrogativo.

S: Spingi un po’, ti prego.
L: Sei proprio un malato.
S: Cazzo sono due anni che scopiamo in macchina, almeno oggi fammi fare quello che voglio.

Spingo leggermente, il primo copioso fiotto esce fuori rapido, gli occhi gli si illuminano. Affonda di nuovo la lingua. Sono sorpreso, non credevo potesse essere tanto maiale. Tora su, mi bacia. Vorrei essere schifato ma non lo sono. Lo bacio.
Restiamo quasi un’ora a letto a parlare, ci rilassiamo, fumiamo le nostre sigarette raccontandoci delle nostre vite, delle conoscenze, dell’università, quasi dimenticando che fino a qualche ora prima stavamo scopando come ricci.
Gli do un accappatoio, fa una doccia veloce mentre preparo un altro caffè.
Torna in cucina vestito, con i capelli umidi e arruffati. Beviamo il nostro caffè fumando, in silenzio, solo qualche sorriso. E’ ora di andare, è ora di tornare ai programmi della giornata, quelli noiosi, quelli stressanti.

S: Hey L. La settimana prossima andiamo di nuovo in ospedale?
L: Giusto sono passati 3 mesi, ok. Passo a prenderti io come sempre?
S: Perfetto, poi ci aggiorniamo. Io comunque anche domani mattina sarei libero..
L: Vedremo, magari ho voglia di bissare
S: Lo spero. Ti avviso quando sono a casa.
L: Bravo, guida piano che sta per piovere.

Mentre sono sotto alla doccia penso che è stata una mattinata diversa, fuori dall’ordinario, piacevole, e che S. è davvero un bravo ragazzo, se solo ci fossimo conosciuti in un altro momento. Se solo non ci fosse il fantasma di LUI, se solo mi sentissi pronto a non essere più un corpo.

Metto da parte questi pensieri, controllo sul libretto delle analisi. Sono passati tre mesi, tutto negativo, come ovvio. Con nessuno a parte S. ho mai fatto nulla di rischioso, e lo stesso è per S. E’ stata una fortuna conoscerlo proprio lì mentre aspettavamo i risultati dei nostri test. Sono quasi due anni che ci torniamo insieme. Il sesso è fantastico, ma bisogna farlo con coscienza.
Mi stendo un attimo sul letto appena rifatto, la musica in sottofondo. Sono quasi sul punto di addormentarmi.

“Che non si muore per amore, è un gran bella verità..”

Il sonno ha la meglio su tutti i pensieri.
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