Gay & Bisex
Ricetta proibita 4

27.06.2025 |
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"Giò sentì un’ondata di emozioni contrastanti — il calore di quel riconoscimento pubblico, la vergogna di essere “scoperto”, ma anche una strana forma di sollievo..."
Passarono gli anni, anni che sembravano scivolare via in un soffio e al tempo stesso si allungavano come un filo sottile, fragile ma resistente.Quella notte, la prima notte insieme, era stata l’inizio di qualcosa che nessuno dei due sapeva davvero come chiamare.
Il dottore non fece mai sentire Giò un semplice amante, né una comparsa nella sua vita. Era più di questo, molto di più: un complice, un confidente, una presenza costante e preziosa.
Aveva imparato a leggere i silenzi di Giò, a interpretare le sue pause, a donargli attenzioni che nessuno gli aveva mai dato, e lo faceva senza mai oltrepassare il confine, rispettando quell’equilibrio fragile che reggeva la loro relazione.
Ma, nonostante tutto, mancava qualcosa.
Mancava quella libertà piena e senza ombre che avrebbe potuto trasformare il loro amore in qualcosa di completo.
Mancava la possibilità di gridare al mondo ciò che erano davvero.
Mancava quel futuro in cui potessero essere “noi” senza il peso di segreti e compromessi.
Anche il dottore lo sentiva, a volte in silenzio, in quelle notti in cui tornava a casa e trovava sua moglie addormentata accanto alla loro bambina.
Quegli attimi di tenerezza familiare erano una ferita dolceamara, il promemoria di una vita che aveva scelto, o forse che lo aveva scelto.
E Giò?
Giò sentiva un desiderio sempre più profondo di qualcosa che andasse oltre le ore rubate, i messaggi nascosti, le carezze furtive.
Avrebbe voluto gridare “Voglio di più”, ma la paura, la realtà, il rispetto per ciò che avevano costruito insieme lo frenavano.
Così, tra un incontro e l’altro, tra un silenzio e una parola sussurrata, quell’amore cresceva e si nutriva di attese, di sogni proibiti e di un’intimità che sapeva di eterno.
Ma quell’ombra di mancanza restava, un’eco dolce e triste che nessuno dei due riusciva a colmare.
Quel giorno, Bologna sembrava un luogo stranamente estraneo a Giò, come se tutte le sue strade, le piazze e i volti avessero perso la familiarità di sempre.
Era uscito dall’università con un senso di frustrazione che gli pesava sulle spalle. Un laureando che doveva presentarsi per un confronto l’aveva mollato all’ultimo minuto, lasciandolo solo, con la testa piena di dubbi e un groppo in gola che non riusciva a sciogliere.
Decise di camminare senza una meta precisa, sperando che l’aria fresca e il rumore della città potessero in qualche modo alleggerire quel peso opprimente.
Mentre attraversava piazza Maggiore, immerso nei suoi pensieri, qualcosa catturò la sua attenzione.
Lì, a pochi metri da lui, il dottore camminava tranquillo accanto a sua moglie. La donna sorrideva dolcemente, lo sguardo sereno, e insieme facevano da cornice a una scena che, per Giò, era un pugno nello stomaco.
Davanti a loro, sulla sua piccola bici, pedalava con entusiasmo la loro bambina di cinque anni. I suoi capelli castani ondeggiavano al vento, e il suo viso era illuminato da un sorriso genuino mentre avanzava fiera e impaziente.
Il dottore, ancora in abbigliamento sportivo — come spesso lo vedeva in palestra, con la maglietta aderente che metteva in risalto le braccia scolpite, e i pantaloncini da pesistica — sembrava rilassato, quasi spensierato.
Giò rimase immobile, come se il tempo si fosse fermato solo per lui.
In quel momento, capì che non avrebbe mai potuto continuare a vivere quella doppia vita di illusioni e sotterfugi. Aveva sempre scelto di ignorare quella parte di lui, quella parte del dottore che teneva nascosta, la famiglia, la realtà quotidiana che nessuno voleva vedere.
Ma eccoli lì, in carne e ossa, davanti ai suoi occhi — la normalità di un uomo che aveva un altro mondo oltre a lui.
Il dolore lo colse con una forza improvvisa, un misto di rabbia, gelosia e tristezza che gli serrava il petto.
Non sapeva cosa fare, dove nascondersi, come mantenere intatto quel fragile equilibrio che li teneva insieme da anni.
Fu allora che il dottore si accorse di lui.
Si fermò con la calma di chi ha già affrontato mille tempeste interiori, ma non per questo meno deciso a non far cadere tutto.
Con un gesto naturale, quasi impercettibile, fece segno alla moglie e le disse: «Giò, vieni. Ti presento.»
La donna lo guardò con gentilezza e curiosità, e Giò si ritrovò a fare un passo avanti, cercando di mascherare il battito accelerato del cuore.
«Lui è il mio compagno di pesistica in palestra,» spiegò il dottore, «è un mio paziente da anni ormai. Un amico, insomma.»
La moglie sorrise con un leggero cenno di saluto. «Piacere di conoscerti, Giò.»
Quel semplice scambio di parole, così naturale eppure così carico di tensione, fece vacillare per un attimo tutte le certezze che Giò si era costruito negli anni.
Il suo sguardo incrociò quello del dottore e per un attimo si scambiarono una promessa silenziosa: quella realtà, per quanto complicata, sarebbe stata protetta.
Giò sentì un’ondata di emozioni contrastanti — il calore di quel riconoscimento pubblico, la vergogna di essere “scoperto”, ma anche una strana forma di sollievo.
Quel giorno, la vita aveva fatto cadere una delle maschere più resistenti, ma il loro legame, per quanto fragile, non si era spezzato.
Aveva davanti un uomo che, nonostante tutto, lo amava davvero. Non lo considerava solo un amante di passaggio o un piacere segreto da tenere nascosto, ma qualcuno di speciale, unico nella sua vita.
Quel sentimento delicato eppure potente gli avvolgeva l’anima come un abbraccio a cui non poteva più resistere.
Non era la vita che aveva sognato, non era la favola perfetta di un amore senza ostacoli, ma era la loro realtà — quella trama complicata e proibita che, giorno dopo giorno, si intrecciava con la passione, con la tenerezza, con quel bisogno reciproco che nessuno dei due riusciva a negare.
Giò chiuse gli occhi per un attimo e si arrese.
Si arrese all’amore che gli veniva offerto, anche se solo nelle pieghe di una vita spezzata, anche se con la consapevolezza di essere sempre e solo "amante".
Ma era amato, voluto, desiderato con tutto il cuore.
Un ruolo forse scomodo, forse doloroso, ma carico di verità.
Giò si sentiva vivo, completo in quell’intimità proibita, e forse era quella, in fondo, la forma più sincera di amore che avesse mai conosciuto!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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