Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il collega albanese
Gay & Bisex

Il collega albanese


di 85bisexcouple
05.07.2014    |    31.244    |    11 8.2
"Questo era per me un tabú, e non sapevo se avrei potuto resistere ad una simile "sottomissione"..."
Conoscevo Adan da alcuni anni, da quando aveva trovato lavoro nella stessa azienda nel lodigiano per la quale lavoravo da circa dieci anni. Lavorava con noi con uno di quei contratti di somministrazione tanto di moda negli ultimi anni, senza alcuna certezza di un rinnovo da parte dell'azienda, malgrado il suo impegno costante e la sua impeccabile condotta.
Adan aveva da poco compiuto 27 anni. Era un albanese atipico. Non presentava nessuna delle caratteristiche fisiche che si riconoscono nei maschi di etnia albanese: non aveva la "testa piatta" o la "fronte spianata". Aveva più l'aspetto di un greco, come lo possiamo immaginare dopo aver sfogliato un manuale di Storia dell'Arte zeppo di foto di statue della grecia dorica. Era un ragazzo bellissimo, alto poco più di 1 metro e 75, con capelli neri ondulati, occhi nerissimi penetranti, sempre sorridente e pronto allo scherzo, di una intelligenza rara fra gli operai di una grande industria. Appassionato di calcio fin da giovanissimo, non aveva mai smesso di giocare in squadre locali. L'allenamento continuo gli aveva donato un corpo ben tornito, tonico, e la sua pelle dalla carnagione chiara ne faceva risaltare la bellezza. Potevo sbirciare il suo corpo nudo quando a fine turno ci incontravamo negli spogliatoi della fabbrica e ci denudavamo per una meritata doccia.
Non avevo mai avuto dubbi circa la sua eterosessualità. Era maschio, e questo traspariva da ogni gesto ed atteggiamento, da ogni singolo poro della sua pelle, da ogni muscolo del suo corpo. Della mia bisessualità, invece, mi ero accorto già da tempo. Le mie fantasie si dividevano fra donne e uomini con uguale intensità. Convivevo da tre anni con una stupenda ragazza, che amavo profondamente, e che era ben consapevole delle mie inclinazioni e sapeva assecondarle. Con lei praticavo regolarmente il pegging, tanto da potermi ritenere ben "allenato" ed aperto. Recentemente avevamo anche pensato a possibili incontri con altri ragazzi e coppie bisex, cosí da poter sperimentare entrambi con persone dello stesso sesso, ma fino ad allora erano rimasti solo "buoni propositi". Ufficialmente ero etero, e nessuno aveva dubbi in proposito. Ma quando vedevo Adan negli spogliatoi, mentre si levava l'accappatoio a pochi armadietti di distanza dal mio, non potevo fare a meno di osservare quel ragazzo dal corpo perfetto, ed era una delizia per i miei occhi vedere i suoi genitali. Come molti albanesi, anche la sua famiglia era musulmana e, anche se non erano praticanti, avevano fatto circoncidere il piccolo Adan. Sapevo riconoscere un cazzo circonciso, essendo stato circonciso io stesso alla nascita. Ma non era certo la sua circoncisione ad attirare la mia attenzione. Quello che fin dalle primissime volte mi aveva colpito erano le sue dimensioni. Adan aveva un cazzo incredibilmente grosso a riposo, sia per lunghezza che per grossezza, e la mia mente si sforzava di immaginare come sarebbe potuto essere quando l'eccitazione davanti ad una bella fica faceva pompare sangue per portarlo in erezione.
Era arrivato in Italia piccolissimo, su uno di quei barconi che nei primi anni novanta aveva attraversato il canale d'Otranto lasciando molti italiani di stucco. Era arrivato con due sorelle di poco più grandi e con i genitori: due ragazzi albanesi giovani, con tre bimbi e pieni di speranze. Era arrivato con altre centinaia come lui. Ora, dopo più di vent'anni, era da poco diventato ufficialmente italiano e progettava di sposarsi con una bellissima ragazza della provincia padana, con la quale aveva preso casa.
Negli ultimi mesi l'argomento di conversazione più ricorrente era l'appartamento che aveva acquistato con la sua ragazza, grazie al mutuo e all'aiuto dei genitori di entrambi. Uscito dal lavoro, Adan correva a casa dove lo attendevano i lavori di ristrutturazione, che aveva deciso di eseguire per suo conto. Fu durante una chiaccherata circa l'impianto idraulico che Adan aveva scoperto quanto io fossi ferrato in materia. Da ragazzo avevo lavorato per circa un anno da un cugino idraulico, e avevo appreso un po del mestiere. Adan mi chiese se avessi avuto la voglia e la pazienza di passare da casa sua per dargli due dritte. Invece per me era stato del tutto naturale offrirmi di aiutarlo in tutto il lavoro di posa e messa in opera degli impianti di cucina e bagno. Adan accettò, contento di avere due mani in più ad aiutarlo. Erano i primi giorni di luglio del 2012, e il caldo mischiato all'afa padana, dopo otto ore di lavoro in fabbrica, non rendevano ne facili ne divertenti i lavori di ristrutturazione dell'appartamento. Avere un aiuto e un po di compagnia rese visibilmente felice Adan, che mi sorrise contento con quel sorriso che da quando era entrato in azienda me lo aveva fatto prendere in simpatia. Quando sorrideva compiaciuto di qualcosa, di una battuta o di uno sfottò, aveva il vezzo di sorridere a bocca aperta, mostrando la lingua piatta sui denti inferiori. Non saprei spiegare il perché, ma avevo da sempre trovato questa sua risatina incredibilmente erotica.
L'appuntamento era per il giorno seguente, nel parcheggio aziendale, dove ci saremmo trovati e lo avrei seguito con la mia auto fino al suo appartamento. Adan mi consigliò di portarmi qualcosa di comodo da indossare per lavorare, qualcosa che si potesse anche sporcare. Mi disse che faceva parecchio caldo, quindi di optare per dei pantaloncini corti. Ovviamente accettai il suggerimento, e nel baule dell'auto, insieme ai miei attrezzi, mi portai vecchi pantaloncini e una maglietta sbiadita e bucata.
Arrivammo a casa sua poco prima delle 15. Il termometro della mia macchina segnava 33º. E l'afa era micidiale.
Portammo i miei attrezzi nell'appartamento, che era situato all'ultimo piano di una palazzina di periferia nei pressi di Lodi. Adan mi fece fare un rapido giro della casa. Era spaziosa e moderna. La porta di ingresso dava sulla grande sala, ben illuminata da una grande finesta su di un lato e una porta che permetteva l'accesso ad un terrazzino sul lato adiacente. Attigua, vi era la cucina, collegata alla sala da un ampia porta ad arco posta verso un angolo. Nell'angolo oppost sulla stessa parete vi era un'altra porta che dava su un corridoio. Da qui si poteva accedere alle 2 camere da letto, al bagno più grande ed uno più piccolo di servizio. Infine un piccolo ripostiglio privo di finestre. Tutti gli infissi interni erano smontati e giacevano nella grande sala, appoggiati alla parete. I pavimenti delle stanze erano già in ordine, tranne quelli della cucina e del bagno più grande, che erano ancora grezzi. Ci concentrammo sui bagni: quello più grande era da rifare, mentre il secondo, munito di doccia, avevano deciso di lasciarlo com'era. Adan mi spiegò quanto gli fosse comodo avere quella doccia per lavarsi quando ogni sera finiva i lavori di ristrutturazione. E non stentavo a crederci: anche se eravamo arrivati da pochi minuti e ancora non avevamo iniziato a lavorare, il caldo si faceva sentire.
Adan era molto orgoglioso e felice dei progressi fatti. Mi fece vedere i lavori che aveva fatto, mi spiegò quelli ancora da fare e i progetti che aveva in mente. Era molto entusiasta. Passammo al bagno e mi descrisse cosa volevano lui e la sua ragazza. Io intanto cercavo di pianificare nella mia mente i lavori da fare e i materiali che ci sarebbero serviti.
Poco dopo ci vestimmo con i nostri abiti da lavoro. Adan indossò dei vecchi pantaloncini da calcio e una canotta. Io preferivo i pantaloni con le tasche, e mi ero portato un paio di vecchie bermuda con tasche laterali.
Iniziai a prendere nota di quello che serviva e poi, metro di legno e matita alla mano, iniziammo a prendere le misure e a tracciare righe su muri e pavimento. Dopo aver segnato con la matita il doppio scarico per i 2 lavabi sospesi che erano nei desideri della giovane coppia, la posizione dove era preferibile avere gli attacchi di acqua calda e fredda per lavandini, vasca e bidé, gli scarichi dei sanitari rispetto al tubo di scarico principale, iniziammo entrambi a scanalare il muro con mazzetta e scalpello. Dopo 10 minuti eravamo entrambi bagnati marci di sudore. Adan fece volare la canotta e iniziò a battere a torso nudo. Io lo fissai per lunghi istanti. Il pulsare dei suoi muscoli, bagnati di sudore, era uno spettacolo imperdibile. Ma non mi persi in troppe fantasie e ricominciai a lavorare.
Dopo mezz'oretta di intenso lavoro, Adan smise di martellare; lo sentii usare il vater del bagno di servizio, quindi il lavandino... Poco dopo sentii scrosiare la doccia, per circa un minuto. Continuai a seguire con colpi di martello e scalpello le righe a matita tracciate sul muro.
«Cazzo che caldo... Una pausa?» Alle mie spalle, nella stanza, era riapparso Adan. Si era chiaramente buttato sotto la doccia, perché era ancora bagnato. Anche i pantaloncini erano bagnati e aderivano ai boxer che indossava sotto. In mano aveva due birre Corona. Me ne porse una. «Grazie»! gli dissi, sfilandomi i guanti da lavoro. «Oh! Grazie a te! Davvero non saprei come sdebitarmi per il tuo aiuto» mi disse sorridendo. Toccammo le bottiglie e iniziammo a bere. Io mi ero seduto su un secchiello di tempera per muri, mentre lui stava in piedi, a pochi passi da me, con una mano sul fianco mentre con l'altra si portava la bottiglia alla bocca. Sexy! Pensai ad alcune vecchie pubblicità d qualche bibita.
Mentre beveva guardava il lavoro fatto fino a quel momento, assorto nei suoi pensieri. La mano che teneva sul fianco scese per un attimo lungo la coscia e risalì, portandosi appresso il bordo inferiore dei pantaloncini, che scoprirono la parte più alta della coscia e facendo risaltare ancora di più i suoi attributi. Io bevevo distrattamente. Guardavo il petto bagnato di Adan, i suoi addominali scolpiti. Guardai il rigonfiamento dei suoi pantaloncini. Rimasi fisso su quel punto, senza riuscire a distogliere lo sguardo, per un periodo di tempo che non saprei definire.
Ad un tratto un suono mi riportò alla realtà. Era la risata di Adan! «Hey! Ma la smetti di guardarmi il pacco? Ti sei incantato? Ahahaha!»
Sono convinto che cambiai colore! «No, no! Non ti stavo guardando... Pensavo a come sistemare i tubi degli scarichi...»
«Si certo! Ahah! So a che tubo pensavi! Guarda che ti ho visto quando mi sbirci il cazzo negli spogliatoi! Ahahaha!»
Ancora quel sorriso e quel guizzo di lingua. Avrei voluto sprofondare nel pavimento, ma Adan sembrava più che altro divertito. Cercai di giustificarmi: «Vabbé dai, è normale guardare gli altri e fare paragoni con il proprio...»
«Si si, lo so» disse lui «Gioco a calcio da quando ho 5 anni e di cazzi ne ho visti a decine... Però tu non me la racconti giusta! Ehehe!»
E di nuovo quel sorriso. Io non sapevo più cosa rispondere e dove guardare. Ero imbarazzato come non mai. Rimasi in silenzio con la mia birra in mano. Ero sicuramente arrossito in volto più di quanto già non lo fossi a causa del caldo e dell'affaticamento.
Adan riprese a bere la sua Corona, e di un fiato vuotò la bottiglia. La posò in terra, in un angolo della stanza, poi mi si avvicinò a meno di un metro. Portò i pollici dentro l'elastico dei pantaloncini e dei boxer, e se li abbasso in un attimo. Rimase nudo, di fronte a me, sempre sorridendo.
«Stai tranquillo» mi disse «Va tutto bene. Ho capito che tipo sei e non mi dispiace affatto. Se ti va puoi prenderlo.... Almeno è un modo per sdebitarmi! Ahaha»
I miei occhi non si erano staccati un solo istante dai suoi genitali. Era completamente rasato. Percepivo l'afrore del suo sesso... Così vicino... Ma ero impietrito.
Con un movimento dei piedi si liberò di pantaloncini e boxer che gli erano scesi alle caviglie. Ora era completamente nudo, ad eccezione delle scarpe da ginnastica, a un metro da me, che ero come inebetito seduto su quel secchio.
Adan fece un passo avanti. Prese con le dita della mano destra il suo uccello ed appoggio la sinistra sulla mia nuca. Portò il suo glande vicino alle mie labbra. Non opposi alcuna resistenza. Dischiusi le labbra e lo lasciai entrare nella mia bocca. La sua mano sulla mia nuca iniziò a premermi la faccia contro in suo pube, mentre lo sentivo chiaramente spingere con i lombi. Il suo uccello era ancora molle, ma mi riempiva la bocca. Ne gustai il sapore e inizia a succhiare leggermente... Era umido dell'acqua della doccia e del suo sudore, ed era piú freddo di quanto potessi aspettarmi. Ma quella sensazione di freddo durò pochi attimi, e iniziai a percepire un lento e progressivo ingrossamento.
Alzai il mio sguardo verso il suo viso... Ci guardammo negli occhi e lui inizio a succhiarsi e modersi il labbro inferiore. Il suo cazzo iniziò a indurisi ed in breve fu completamente eretto. Lo afferrai alla base con una mano... Lo sentivo estremamente lungo e grosso... Succhiai con più vigore. Poi mi levai per guardarlo: era enorme!
«Dio!» esclamai. «Ma quanto è grosso?» chiesi, spostando il mio sguardo sul suo volto.
«Hehehehe... Se te lo dico non ci credi...» si scostò un attimo e prese il metro di legno da muratore che avevamo utilizzato prima. Ne aprì un segmento e me lo diede: «Dai, misuralo!»
Rimasi un istante con quel metro in mano, non sapendo bene che fare. Era tutto già abbastanza complicato così, come stava succedendo. Glielo ridiedi: «Fai tu, dai...» dissi. Adan prese il metro, portò lo 0 alla base del cazzo, in alto, facendo aderire l asticella di legno al suo uccello per tutta la lunghezza.
«Guarda!» esclamò sorridendo.
Lessi il metro... Con attenzione... 24 centimetri. Forse qualche millimetro in più. E lo spessore, anche se non lo misurammo, era davvero notevole. Era paragonabile, senza esagerare, al diametro di una lattina di redbull. Questo era il cazzo di un ragazzo superdotato, come se ne vedono solo in certi film... Io deglutii.
Lui ridacchiò di nuovo: «Ehehehe! Pensi di riuscire a prenderlo tutto?»
«Dove???» chiesi.
«AHAHAHAHA!» Adan esplose in una risata, lanciando il metro richiuso nella borsa degli attrezzi.
«Ti preoccupi? Guarda che se lo vuoi in culo basta che lo dici» ....
Un istante di silenzio....
«No! Non dirmi che ti faresti anche inculare!»
Di nuovo i nostri sguardi che si scrutano... «Si...» sussurrai.
Di nuovo Adan si morse il labbro: «Bene, speravo lo dicessi.... Ma adesso succhiamelo, che andavi davvero bene!» Aggiunse: «Spogliati però, voglio che rimani nudo».
Il suo tono iniziava a prendere una leggera connotazione autoritaria. Sentivo che si stava stabilendo un nuovo equilibrio fra maschio dominante e maschio sottomesso... Mi spogliai, tranne le scarpe; il pavimento grezzo e cosparso di detriti non permetteva certo di rimanere a piedi nudi.
Adan cercò fra le cose che aveva nel corridoio e ne ritornò con una coperta logora, con la quale aveva coperto qualche cosa durante i lavori. La piegò in quattro e la mise sul pavimento.
«Vieni qui» mi disse «Non stare seduto. Mettiti in ginocchio! In ginocchio ai miei piedi per farti scopare la bocca. Mi eccita di più! Ehehe».
Obbedii senza fiatare....
Ripresi in mano il suo cazzo e ripresi la mia pompa dove l'avevo interrotta. In bocca riuscivo a trattenere a stento l'enorme cappella di Adan e pochi centimetri di cazzo. Il mio lavoro gli stava piacendo, perché lo sentivo ansimare e sentivo i suoi lombi muoversi al ritmo delle mie succhiate. Con la lingua lavoravo il frenulo, scampato alla circoncisione, e mi godevo le gocce di liquido che gli colavano dalla cappella e si mischiavano con la mia saliva.
Dopo diversi minuti mi interruppe, togliendomi il cazzo dalla bocca...
«Riesci a prenderlo tutto, fino in gola?» mi chiese.
«Non so... Posso provare...» risposi sorridendo. In realtà riuscivo abbastanza facilmente a vincere il riflesso faringeo. Praticando pegging con la mia ragazza, avevo imparato a far pompini di gola ai suoi giocattolini di silicone, montati sullo strapon. Ma con quelle dimensione non ero certo di riuscire. Al tatto nella mia bocca l'uccello di Adan era ben diverso da un dildo in silicone. Era duro, ma non della durezza artificiale del silicone. Ed era incredibilmente più vellutato...
Aprii completamente la bocca, mentre lo tenevo in mano.... Spinsi la mia testa verso il corpo di Adan, lentamente... Sentii la sua cappella arrivarmi in gola... Ora iniziava il difficile! Cercai di reprimere il riflesso. Ma non riuscii... Lo pompai qualche istante e riprovai. Di nuovo il riflesso. Cercai di resistere con tutto me stesso, rilassando quanto più potevo i miei muscoli... Sentii il cazzo di Adan scivolarmi lentamente lungo la gola, e ad un tratto mi ritrovai con naso e labbra appiccicati al suo pube, completamente imperlato di sudore. I quasi 25 centimetri di carne ora bollente di Adan mi erano scivolati in gola. Cercavo di tenere il piú possibile la gola in linea con la bocca, ma comunque non era facile, e respirare sembrava quasi inpossibile.
«Oh! Non posso crederci! Ahaha! Nessuna ragazza era mai riuscita a prendermelo in gola.» disse ridacchiando....
Anche io trattenni la risata, e in effetti non avrei potuto fare altrimenti in quella situazione. Con le mie mani saldamente ancorate ai suoi glutei, iniziai a muovere lentamente la testa avanti e indietro, permettendo alla sua cappella di scorrermi in gola ma senza farla uscire dall'esofago. Testavo le mie possibilità, e in poco tempo presi fiducia...
Feci uscire completamente il suo uccello dalla mia bocca e deglutii la saliva che iniziava a riempirmela. Un filamento di saliva pendeva dalla sua cappella, e subito mi adoperai a leccarlo via e ingoiarlo. Lo guardai in viso: era sorridente ed eccitato e questo mi compiaceva. Io non ero da meno, e il mio cazzo era diventato durissimo.
«Puoi chiavarmi la gola, se vuoi» gli dissi sorridendo. «Solo fammelo riprendere fino in fondo, poi comincia... Se senti che ti spingo è perché ho bisogno d'aria» aggiunsi con tono divertito.
«Ok, ok! Cerco di non ucciderti! Ahaha!»
Chiusi gli occhi e lo presi di nuovo in bocca... In pochi secondi riuscii di nuovo a inghiottirlo e mi ritrovai ancora con le labbra e il naso contro il suo pube. Le mie mani cercarono ancora appiglio alle sue natiche così sode e lisce, mentre le sue mi afferrarono la testa. Mi teneva con sicurezza, i palmi appoggiati appena sopra le orecchie e le dita, bene aperte, mi serravano la nuca. Mi sentivo completamente assoggettato ad Adan. E mi piaceva.
Inizió a chiavarmi lentamente, con il ritmo che poco prima avevo testato... Ma in breve ci prese gusto, e la porzione di cazzo che usciva dalla mia bocca per rituffarsi un istante dopo nella mia gola aumentó...
Ora sentivo la sua cappella tornarmi completamente in bocca, e subito dopo in gola, costringendomi a respingere il riflesso di continuo. La sua foga aumentó... Cercai di spingerlo per rifiatare, ma lui era piú forte e mi costrinse a riprenderlo completamente in gola... Stavo soffocando. Lo spinsi con piú forza, e questa volta si ritrasse. Io tossii, e cercai di riprendere il fiato.
«Scusa cazzo! Non volevo... Solo che una pompa cosí non me l'ha mai fatta nessuna. Scusa, davvero...» mi disse Adan. Lo guardai, e vidi che era dispiaciuto. Non sorrideva, ma si stava accarezzando il cazzo e di nuovo mordendo il labbro.
«Non preoccuparti!» replicai appena riuscii a parlare «È eccitante anche per me! Probabilmente in tutta la mia vita non vivró mai piú un momento cosí eccitante. Non sai da quanto avrei voluto assaggiartelo! Ahaha».
Presi ancora fiato qualche istante, poi riafferai il suo uccello e lo ripresi in gola. «Così mi piaci, cazzo! Ahah!» disse Adan. Riprese a chiavarmi come e più di prima, rallentando quando si accorgeva che stavo per cedere, così da permettermi di recuperare. Il movimento delle sue mani era sincronizzato con i suoi lombi, e il suo cazzo ormai mi scorreva in gola. Credo che continuò a chiavarmi per almeno 5 minuti, che mi sembrarono interminabili.
Ad un tratto lo sentii irrigidirsi. Mi spinse completamente in cazzo in gola e rimase immobile, teso...
«Non voglio venire, non voglio venire, non voglio venire» ripeteva come un mantra.... Estrasse il suo cazzo lentamente. Quando la cappella mi torno in bocca e la sentii scorrere sulla lingua, percepii il sapore di liquido pre eiaculazione. Ma Adan riuscì a non sborrare. Fece due passi indietro... «Fiuuuu.... Per poco! .... Wow, che pompa! Avrei voluto sborrarti in bocca....»
Mi accorsi che mi stavo leccando le labbra.... Avevo sul viso il sapore del suo sudore, e mi eccitava da morire.
«Ho bisogno di due minuti» mi disse... «vieni, andiamo di la».
Andammo nel bagno più piccolo, dove Adan si appoggio, quasi sedendosi, sul ripiano del mobile del lavabo. Si liberó anke delle scarpe ed io subito mi trovai ad osservargli i piedi: piccoli per un ragazzo della sua statura. Calzava il 39 di scarpe, e i suoi piedi erano estremamente curati, come non avevo mai visto in un ragazzo. Lui si accorse del mio interesse e rise «Ahaha! No dai, non dirmi che ti piacciono anche i miei piedi... Vuoi leccarmeli?»
Annuii...
«Ahaha! Mi sa che con quella bocca feresti di tutto!» disse Adan ridendo.
«Credo anch'io! Ahah» risposi.
«Bhe dai, siediti lí» mi disse Adan indicandomi il vater. Mi sedetti, ma subito si corresse: «No, sei troppo in alto, siediti sul pavimento». E cosí feci... Appena seduto mi tolsi anch'io le scarpe e i calzini, rimanendo come Adan completamente nudo.
Rimanendo appoggiato al mobile, con i palmi delle mani appoggiati al piano per favorire l'equilibrio, Adan sollevò la gamba destra e mi mise le dita del piede davanti alla bocca. Non avevo bisogno di istruzioni: presi il suo piede fra le mani e iniziai a leccargli e succhiargli le dita... Non era pulito, chiaramente, ma quel sapore aumentò la mia lussuria. Adan rise divertito.
«Dai, questo peró non mi fa godere.... Vieni qui, leccami i coglioni... Mi sa che ti piaceranno più dei miei piedi».
In realtá fu lui ad avvicinarsi, appoggiando il piede che gli avevo appena leccato sulla tavoletta del vater e portando le sua palle sopra la mia bocca. Cominciai a leccargli le palle, matide di sudore... Le leccavo e le succhiavo, cercando la migliore posizione così come ero seduto sul pavimento, mentre il suo cazzo ancora in tiro mi sbatteva sulla fronte. La mia lingua scivolò sulle sue palle, fino a trovarsi in prossimità del buco del culo. Non mi feci scappare l'occasione e gli leccai pure quello.... Sembrò gradire, ma poi mi riporto in posizione seduta prendendomi per le spalle, e come pochi minuti prima entrò col suo cazzo nella mia bocca. Mi fece succhiare per pochi istanti, poi si scosto lasciandomi a bocca aperta.
«Dai, ti va di provare nel culo?» mi chiese. «Si proviamo» sorrisi...
Mi fece alzare e mi fece appoggiare piegato a 90° al mobile del bagno. Con un piede mi diede un colpetto alla parte interna del mio, facendomi divaricare leggermente le gamba. Ora sentivo chiaramente che il mio orifizio posteriore era esposto. Lui fece un passo in dietro e mi osservò il culo. Potevo vedere ogni sua espressione e ogni suo movimento riflesso nello specchio del mobile. Lui se ne accorse e mi sorrise: «Ti chiavo il culo allo specchio! Come una puttana! Ahaha» A queste parole il mio cazzo tirò più di prima, e io replicai prendendomi le natiche con le mani e aprendole, offrendogli il mio buco.
«Hai un bel culo Miky... Forse un po peloso per i miei standard! Ahahaha» disse Adan.
Malgrado non praticassi più sport regolarmente da alcuni anni, mi ero mantenuto ancora integro, e il mio corpo nonostante i miei 35 anni appariva ancora tonico. Il mio sedere non faceva eccezione...
«Aspetta, laviamoci le mani» mi disse... Mi scostai dal mobile per lasciargli libero l'accesso al lavabo. Se le lavò col sapone, e io feci lo stesso, poi mi rimisi a 90.
Adan prese da una mensolina del mobile un flacone di Nivea corpo, che evidentemente usava finito la doccia. Avevo capito che la sua intenzione era di usarla come lubrificante, ma sapevo che la Nivea non era certo il meglio. Ma in quella situazione seppi accontentarmi. Me la versò fra le natiche, e con le dita iniziò a massaggiarmi lo sfintere. In breve introdusse prima uno, poi due dita nel mio culo. Era molto abile, devo riconoscerlo, e io seppi rilassarmi al meglio. Al suo indice e medio si aggiunse il pollice, come a formare un cuneo, mentre con l altra mano mi spuzzava un'altra dose di Nivea. Mi masturbò il culo per un paio di minuti, o forse meno, poi si prese il cazzo con la destra e con la sinistra lo riempì di crema, cospargendola per tutta la lunghezza.
«Ora entro»!
Le mie mani erano tornate ad aprire le mie natiche. Lo sentii avvicinarsi, e sentii la sua cappella scorrermi su e giu lungo il solco, fino a fermarsi sopra il buco. Cercai di rilassarmi il più possibile, mentre lui iniziò a spingere. Il mio buco del culo si aprì facilmente e la sua cappella entrò dentro. Mi sentii letteralmente divaricare. Mai durante tutti i rapporti di pegging con la mia ragazza, seppur con dei dildo di dimensioni "rispettabili", mi era capitato di percepire una apertura così estesa del mio ano. Non provai inizialmente dolore, ma mentre Adan iniziò a spingermelo dentro, una fitta mi fece ritrarre per un attimo: «Aspetta! Piano.... Aspetta un attimo...» supplicai. Adan si ritrasse leggermente, ma senza uscire. Aspettò qualche secondo e riprese a spingere, ora più a fondo. Riuscii a soffocare il dolore e lo lascia fare. Sapevo che di li a breve il mio buco lo avrebbe accolto... E così fu.
Iniziò a scoparmi lentamente, con movimenti gentili e delicati, ma ad ogni affondo spingendolo un pò più dentro. Poco dopo sentii che era arrivato in fondo.... Aumentò il ritmo, tenedomi stretto per i fianchi. Potevo guardarlo nello specchio, ma rimasi con la fronte appoggiata sul mio avambraccio, piegato sul piano del mobile, mentre con l'altra mano avevo iniziato a masturbarmi lentamente.
Continuò a scoparmi per qualche minuto, poi rallento... «Sono dentro solo metà...» mi disse. «Cazzo, voglio infilartelo tutto!»
«Credo che sia in fondo... Lo sento» replicai.
«No cazzo! Non mi basta!» disse Adan.
Mi sturò il buco del culo, e io sentii che mi rimase oscenamente aperto. Prese di nuovo il flacone di Nivea, svitò il tappo bianco con la chiusura a pressione e mi infilò il collo filettato della bottiglietta blu nel buco, spingendola per quanto riusciva ad accettarla il mio corpo e spremendomene dentro quasi tutto il contenuto.
Mi penetrò di nuovo col suo uccello enorme, di colpo, d'autorità. Potevo sentire la crema colarmi dal buco. Si mosse con pochi colpi ben assestati dentro di me e fu di nuovo in fondo. Iniziò a spingere, tenendosi l'uccello alla base e muvendo il cazzo velocemente in su e in giu. La pressione dei suoi lombi era incredibile, e io a stento riuscivo a soffocare i lamenti per il dolore. Mi presi la nuca con entrambe le mani e strinsi il collo come per aiutarmi a resistere. Ma la sotto dovevo restare il più rilassato possibile. Non era facile...
Spinse ancora, e sentii qualcosa muoversi dentro di me. Il suo uccello stava superando il sigma del mio retto, spingendosi più in profondità e aprendosi la strada ad una penetrazione ancora piú profonda. Sentii i suoi fianchi contro i miei...
«Ora si! Ehehe» ridacchiò Adan. «Ora sono tutto dentro! Dai, trattieni il fiato perché adesso ti sfondo il culo per bene!»
E dovetti trattenerlo davvero, perché Adan iniziò a pompare come una furia, e ad ogni affondo sentivo il rumore dei suoi fianchi colpire le mie natiche, e mi sembrava di sentire di nuovo il suo uccello in gola, ma questa volta non arrivava dalla bocca...
Adan ansimava... Stava godendo alla grande, mentre il mio corpo si contorceva. Non posso dire che stessi godendo, una penetrazione cosí profonda era dolorosa e la forza dei colpi di Adan dimostrava quanto stesse pensando al suo piacere, non certo al mio. Ma questa situazione mi stava eccitando da morire. Non godevo, stavo morendo impalato dal mio collega albanese a cui la Natura aveva donato un cazzo di 25 centimetri grosso come una lattina di redbull, e un corpo così perfetto da farne una macchina da sesso.
Il suono ritmato del contatto fra i nostri corpi, il suono di sfregamento bagnato del suo cazzo ke mi pompava l'intestino, il suono del suo respiro affannato e del mio rotto dai colpi.... Era una musica perfetta.
Guardai fra le mie gambe e vidi le sue... Intravidi i suoi testicoli, ormai duri e gonfi, e vidi i miei genitali, il mio cazzo non più eretto, ma quasi ridotto ai minimi termini, quasi volesse fuggire da quel gigante che si faceva strada così vicino a lui...
Adan quasi si accascio sul mio corpo, senza smettere di penetrarmi, ma rallentando sensibilmente il ritmo. Sentivo gocce del suo sudore cadermi sulla schiena. Si avvicinò con il viso alla mia nuca.
«Vuoi che ti sborri in culo o vuoi bere?» mi chiese quasi sussurrando.
«Fammi bere....» supplicai, forse nella speranza che il supplizio finisse. Riprese a chiavarmi più forte.
«ehehehe... No, voglio sborrarti nel culo. E magari anche farti bere... Vediamo! Ahah» disse Adan con tono giocoso.
Aumentò progressivamente in ritmo, stringendomi sempre più forte i fianchi. Stava per venire, e mi stava assestando i colpi più violenti e profondi dell'intera scopata. Protesi quasi d'istinto le mani all'indietro, verso di lui, e stavo quasi per gridare per pregarlo di smettere, quando mi assestò un colpo tremendo, fermandosi immobile dentro le mie viscere. Lo sentii fremere, trattenere il fiato per alcuni secondi, avvertivo la sua rigiditá: mi stava sborrando in culo.
Mi rimase dentro qualche secondo, forse un minuto.... Il suo respiro era ancora affannato, ma percepivo il rilassamento del suo corpo. Lentamente estrasse il suo uccello dal mio culo. Sentivo le gocce di Nivea e non so che altro cadere sul pavimento. Era fuori, ma con la cappella continuava a "passeggiare" sul mio ano. Lo sentivo aperto, e ne ebbi conferma da lui:
«Ti ho sfondato cazzo! Ahaha! Hai il culo come quello delle troie. È spalancato e non si sta chiudendo! Ahaha» Era divertito, io ero sfinito...
«Dai, adesso girati e prendilo in bocca. Ho un po di sborra qui da farti ingoiare».
Mi girai scendendo in ginocchio. Appena fui accucciato sentii uscire liquidi dai miei sfinteri demoliti. Guardai giu, ed era un misto di crema, sperma, muco del mio intestino, qualche traccia di sangue... Sollevai lo sguardo e mi trovai il cazzo di Adan davanti alla faccia. Era sporco delle stesse sostanze e con qualche traccia "poco pulita" intorno alla cappella. Guardai Adan, che mi sorrise mostrandomi la lingua:
«È roba tua! Non fare lo schizzinoso!»
Non lo feci. Aprii la bocca e iniziai a succhiargli il cazzo, ripulendolo. Il mio lavoro di pulizia continuò leccandogli la base del cazzo e infine le palle...
«Bravo!» esclamo Adan «Ora però mi pulisci anche il culo. Ho sentito prima che lo sai leccare bene, eheh... Ho bisogno di una ripulita perchè ho sudato parecchio lì dietro. Delicato, mi raccomando!»
«Come lo sei stato tu col mio?» replicai io ridendo.
«Ahah! Dai che ti è piaciuto prendere il cazzone albanese! Ahahahah»
Non risposi, ma sorrisi abbassando lo sguardo ai suoi piedi.
Mi prese per le spalle, dicendomi di coricarmi a pancia in su sul pavimento. Lo feci, e lui si accovacciò sul mio viso, mettendo i piedi circa all'altezza delle mie spalle. Pensai che in quella stessa posizione ci si siede su un wc alla turca. Il suo buco del culo era esattamente sulla mia bocca. Aveva pochissimi peli intorno al buco, e da qui partivano per arrivare al coccige. Molto radi e corti. I glutei erano glabri e incredibilmente sodi. Anche le cosce erano liscie. Una peluria sottile copriva invece i polpacci.
Inizia a leccare. Mi spinsi in su col collo, per raggiungere con la bocca il coccige, e da qui partii e percorsi con la lingua il solco, leccando via tutto il sudore fino al buco del culo. Presi a succhiarlo e leccarlo avidemente. Il sapore mi inebriava e il mio cazzo stava tornando duro. Adan se ne accorse, e mi derise scherzosamente:
«Ahaha! Mi lecchi il buco del culo e ti diventa il cazzo duro? Cristo Miky, che troietta che sei... Ti piace proprio fare di tutto con quella bocca! Eheheh... Bene bene...»
Adan si sporse leggermente in avanti, appoggiando il palmo della sua mano sinistra sul mio fianco, all'altezza del bacino. Questo mi costrinse a sollevare un po il collo, ma il suo buco del culo rimase in una posizione che mi permetteva di succhiarlo piú intensamente, accostando le mia labbra come una ventosa alla sua zona perianale. Adan mi prese in mano il cazzo con la mano destra, e iniziò a segarmi, con movimenti calmi e regolari. Sentii la sua saliva colarmi sul cazzo: ci aveva sputato sopra, per rendere la sega più fluida, e aumentò il ritmo. Stavo godendo tantissimo, fra il lavoro di mano di Adan, il sapore del suo ano che mi riempiva la bocca e la sensazione di dolore e di devastante godimento che sentivo provenire dalle profondità del mio culo.
La sega durò giusto un paio di minuti, poi non riuscii piu a resistere ed esplosi in una sborrata violenta. Il primo schizzo andò a colpire Adan sul petto, proprio all'altezza del cuore, mentre i sucessivi ricaddero sul mio addome. Adan rise:
«ahaha! Dritto al petto! Hai una mira da cecchino! Ahaha!»
Risi anch'io, senza replicare ma godendomi il momento....
Adan si alzò, soddisfatto del massaggio di lingua che avevo fatto al suo ano. Ancora sdraiato sul pavimento, mentre giocerellavo con le dita spalmando le gocce di sperma sul mio petto, guardai il cazzo di Adan: ero ancora estasiato, e vederlo ora dopo che aveva goduto del mio corpo pendere prepotente fra le sua cosce tornite mi diede grande appagamento...
«Cazzo Miky! Sei davvero un porco assurdo! Eheh! Sinceramente, quando ti ho chiesto di aiutarmi qui in casa, avevo già fantasticato di farmi spompinare. Ero abbastanza sicuro che se te lo avessi chiesto non avresti rifiutato. Quelle occhiate che mi lanci negli spogliatoi erano un messaggio chiaro! Ahaha...»
Adan mi parlava sorridendo e guardandomi negli occhi, in piedi accanto a me. Io replicavo il suo sorriso e cercavo solo di riprendermi...
«Però che fossi così troia! Ahahaha! No, cazzo, non lo avrei mai detto»
«Non sono sempre così troia» replicai «Solo che tu... Non so.... Non so dirti a parole cosa sto pensando... So solo che mi farei fare di tutto di nuovo!»
«Ahaha! Di tutto? Bene bene... Dai, hai una bella cotta omo per me... Va bene, mi fa piacere sta cosa... Ma non dirlo alla tua tipa, sennò non ti fa più venire ad aiutarmi! Ahahaha! E per qualche giorno evita di farle vedere il buco del culo, perché mi sa che per un po ce lo avrai livido! Ahahaha!»
Adan era divertito, e in effetti aveva ragione. Ero cotto di lui, e ora più di prima.
«Comunque, Miky, devo ammettere una cosa... Sei stato la miglior scopata della mia vita. Mai nessuna me lo ha succhiato come te, e mai nessuna si è fatta inculare così.... E a dirla tutta, è da anni che non avevo un rapporto anale. Si spaventano tutte! Ahahaha! La mia miglior scopata, e l'ho fatta con un uomo! Cazzo, che roba! Ehehe» Queste parole di Adan mi resero incredibilmente felice... Non sapevo che dire, e l'unica cosa che mi venne in mente fu:
«Adan, quando vuoi!» e scoppiammo tutti e due a ridere.
«Facciamoci una doccia» disse «che ne abbiamo bisogno, ehehe»
Mi alzai dal pavimento, un po indolenzito...
«Dai Miky, vieni.... Facciamola insieme».
Entrammo nel box doccia, un comodo 100x100. Adan prese il soffione dalla colonnina, aprì il mescelatore e regolò la temperatura. Quindi riappese il soffione al suo gancio. Si fece scorrere l acqua iniziando dalla testa su tutto il corpo, lavandosi il viso e passandosi le mani fra i capelli. Io stavo attaccato al box, in un angolo, osservando l acqua scorrergli sul corpo e ammirando ogni suo muscolo. Mi diede per qualche secondo le spalle, cosí da poter prendere il getto sul petto e lavarsi via le tracce del mio schizzo che lo aveva colpito pochi minuti prima. Il mio sguardo andò sui suoi glutei: magnifici! Avrei ripreso immediatamente a baciargli il culo, ma mi limitai a guardarlo. Si voltò di nuovo verso di me, di nuovo passandosi le mani sul volto e fra i capelli. Aprì gli occhi e mi sorrise. Un istante, e poi il suo sorriso tornò ad essere quello sensuale con la lingua aperta sui denti inferiori:
«Ehehe... Hey! Ma tu prima, mentre ti sfondavo, non mi avevi detto che volevi bere???»
La domanda di Adan mi spiazzò...
«Si...» risposi, con un tono fra il sorpreso e l'incuriosito...
«Adesso ti accontento! Ehehehe» e nel dirlo, chiuse l'acqua...
«Mettiti giù in ginocchio, che adesso bevi».
Come avevo fatto in ogni occasione quel pomeriggio, obbedii senza discutere. Di nuovo mi ritrovai in ginocchio davanti al suo uccello... Stavo per prenderlo in mano, ma Adan mi bloccò:
«Apri solo la bocca!» disse.
Cosí feci, e iniziai a capire le sue intenzioni... Adan prese il suo cazzo e mise la sua cappella a pochi centimetri dalla mia bocca... Dopo pochi attimi, il getto di urina iniziò a uscire dal cazzo di Adan e ad entrare nella mia bocca. Adan mi stava pisciando in bocca!
Il sapore era amaro, il liquido caldo, ma non pensai per un solo attimo di ritrarmi. In breve il mio cavo orale fu pieno, e l'urina iniziò a colarmi dalle labbra bagnandomi il corpo. Un istante dopo Adan interruppe il flusso:
«No Miky! La devi bere! Dai, inghiotti!»
Bevvi il sorso che mi era rimasto in bocca, e la riaprii.... Adan riprese a pisciare, ed un istante prima che la mia bocca fosse piena interruppe di nuovo il flusso...
«Bevi... .... Bravo... Dai apri, che ne ho ancora un paio di litri! Ahaha!»
Iniziai a bere il piscio di Adan un po come si beve ad una fontanella, cercando di perderne il meno possibile e di non richiudere mai la bocca, ma solo deglutendo con una certa frequenza. La sensazione era strana... Il piscio era caldo e amaro, e scendendomi in gola mi dava una lieve sensazione di bruciore. Non so quanto piscio stavo bevendo; sicuramente non erano due litri, ma la pisciata di Adan fu davvero abbondante, ed ora si trovava nel mio stomaco. Quando ebbe finito, dopo avermi fatto bere gli ultimi schizzetti, mi appoggiò la cappella sulla lingua e si sgrullò energicamente il cazzo nella mia bocca...
«Cazzo! Anche come "cesso umano" sei perfetto! Incredibile... Eheheh.... Questa era una voglia che ho da sempre, e anche questa me l'hai tolta tu oggi!» mi disse raggiante.
Riaprì l'acqua e io mi rialzai, leccandomi le labbra...
«Hai altre voglie strane, per caso, Adan? Te le tolgo io le voglie! Eheh» cinguettai con un tono che definirei da "troietta suadente".
«Ahahaha! Sei troppo forte... Guarda...» disse «Da come ti sei bevuto il mio piscio e da come lecchi il culo, vorrei provare a cagarti in bocca!»
Rimasi allibito e sorpreso dalla richiesta. Questo era per me un tabú, e non sapevo se avrei potuto resistere ad una simile "sottomissione". Dopo qualche secondo, dissi:
«Wow! Pesante questa.... Certo ke hai proprio delle voglie strane! .... Questa è davvero assurda!»
«Ma avevi detto che con la bocca avresti fatto di tutto... E adesso che alle mie voglie ci pensi tu... Ti tiri indietro adesso?» mi chiese.
«No dai, questo è davvero troppo...» replicai abbozzando un sorriso.
«Cazzo, ma mi hai leccato e succhiato il buco del culo, hai bevuto tutto il mio piscio, e adesso fai il difficile?»
«È troppo Adan, non mi sembra proprio il caso...» dissi, chiudendo il discorso.
Adan rimase silenzioso, prese il doccia schiuma dalla mensolina e se ne versò una noce sulla mano, passandomi poi il flacone per fare lo stesso. Dopo essermi bagnato abbondantemente iniziai a insaponarmi anch'io. Adan si voltò, dandomi le spalle. «Ti insapono la schiena?» chiesi... Mi rispose affermativamente con un cenno del capo. Lo insaponai, delicatamente, massaggiandogli con le mani le spalle. Lo desideravo di nuovo... Intensamente... Scesi sui dorsali, sui lombi, e poi verso i glutei. Ma non riuscii ad arrivarci, perché Adan si voltò verso di me...
«Dai, ti insapono io ora, girati» mi disse. Lo feci, e lui mi insaponò la schiena... Era peró diventato stranamente serioso... Non capivo...
Finimmo di lavarci. Adan uscí e prese un accappatoio da un appendiabiti da muro. Prima di infilarselo mi diede un grande asciugamano... Iniziai ad asciugarmi, mentre Adan si infilò l'accappatoio e si tirò il cappuccio sui capelli. Il suo accappatoio era privo di cintura, per cui rimase aperto, e io di nuovo a guardargli l'uccello. Si stava asciugando i capelli nel cappuccio, sfregandolo energicamente con entrambe le mani sulla testa. Si interruppe, di colpo, e mi guardò dritto negli occhi da sotto il cappuccio. Quello sguardo mi raggelò... Non capivo... Non ancora...
Adan si tolse il cappuccio, continuando a guardarmi, e si aprì l'accappatoio mostrandomi il suo uccello:
«Miky!» il tono era serio «Ti ho scopato e ti è piaciuto! Giusto?»
«Si...» risposi con tono flebile.
«Se vuoi ancora questo» mi disse indicando il suo magnifico uccello «io te lo do ancora, e ti sfondo ancora il culo come oggi. Ma tu in cambio dovrai farti cagare in bocca! E la dovrai inghiottire!»
Il suo tono era diventato perentorio. Io rimasi in silenzio...
«Se accetti di essere il mio cesso umano, in cambio ti scopo! Sennò scordati pure il mio cazzo...»
Riprese ad asciugarsi, e lo stesso feci anchi'io rimanendo in silenzio, allibito per quanto mi aveva appena detto.
Adan prese una busta di plastica, dentro aveva un cambio di biancheria pulita. Si tolse l'accappatoio e prese dalla busta un paio di calzine di spugna. Le mise, e prese dalla borsa i boxer. Iniziò a calzarli, ma rimase con i boxer calati a mezza coscia. Mi guardò e disse:
«Quindi? Cosa hai deciso? Guardalo perchè potrebbe essere l'ultima volta che lo vedi così da vicino!»
E io lo guardai... Guardai quel cazzo. Magnifico. Stupendo. Ripensai un istante a poco più di un ora prima, quando Adan si abbassò i vestiti e mi propose di succhiarglielo. Ripensai alla dolorosa sodomizzazione a cui mi aveva sottomesso, e di cui percepivo ancora vivo il bruciore e la sensazione di svuotamento. Ripensai alla pisciata nella doccia, e ancora sentivo il sapore del suo piscio in bocca. E desideravo ancora tutto! Pensai però alla sua richiesta, a quell'ultimatum. L'idea mi disgustava: a tutto c'è un limite e io ho comunque una dignità, anche se Adan sembrava ignorarlo....
«Quindi? Li tiro su per sempre?» mi incalzò lui, alzando qualche centimetro i boxer.
Non avevo più dubbi.
Risposi con un filo di voce:
«Va bene...»
«Va bene??? Va bene cosa? Va bene che tiro su per sempre i boxer?»
«No... Va bene... Lo farò...»
«Farai che cosa, Miky?»
«Mi puoi cagare in bocca.... Va bene.... Hai vinto tu.»
«Ti cago in bocca e tu la ingoi. Non fai come quando ti ho pisciato, che all'inizio non la bevevi. Devi mangiare la mia merda!»
«Si, ok... Va bene... La mangio.... Ok.»
La mia dignità era andata a fare in culo. Avrei fatto di tutto per lui, e stavo accettando di fare la cosa più degradande che un ragazzo potrebbe fare per un altro ragazzo. Ma andava bene. La mia dignità era un prezzo accettabile per Adan.
«Vuoi farlo adesso?» chiesi.
«Ahaha! Golosone! No, non ora. Intanto non mi scappa, e poi si è fatto tardi. Nei prossimi giorni, magari domani. Intanto verrai ancora ad aiutarmi coi lavori... E a farmi compagnia! Ehehe»
Era tornato a sorridere, e il suo tono era di nuovo allegro. Aveva ottenuto da me la promessa di accontentare la sua perversione, ed era soddisfatto. Finì di vestirsi, ed io andai a recuperare i miei vestiti nell'altro bagno. Ci ritrovammo in corridoio. Adan mi sorrideva soddisfatto...
«Sono proprio contento che sei venuto ad aiutarmi! Mi piace la piega che ha preso questa cosa... Mi piace l'idea di avere un amico bisessuale che è anche la mia troia! Ahahah» disse, e massaggiandosi con la mano aperta il ventre aggiunse:
«Non vedo l'ora che sia domani... Ahahaha!»
Sporse un po indietro i glutei e fece il verso e la smorfia come se stesse spingendo sul vater... Sarei stato io quel vater...
Sorrisi, ma non troppo convinto...
«Ti piacerà, vedrai! È roba mia, quindi è buona! A te deve piacere tutto quello ke è mio! Ahahaha» Adan aumentava la dose.
«E dopo ti scopo come e più di oggi!»
«Okkey...» risposi, sentendomi un po meno mortificato pensando che comunque, dopo una cosa così abberrante, sarei stato di nuovo scopato in un modo così intenso ed eccitante.
«Ora andiamo.... Dai...» disse Adan.
Uscimmo dall'appartamento. Adan si richiuse la porta alle spalle e diede due giri di chiave. Iniziammo a scendere, ed io percepivo un certo fastidio al culo facendo le scale.
In breve fummo in strada, davanti alle nostre auto. Ci stringemmo la mano e ci salutammo, augurandoci buona serata e raccomandandoci a vicenda di salutare le rispettive ragazze. Io salii in macchina e misi in moto. Adan apríì la sua, guardò nella mia direzione e rifece il gesto della spinta sul vater, scoppiando a ridere!
Risi anch'io, e dissi:
«A domani, Adan! Buona serata e buon appetito per dopo».
Solo dopo aver finito la frase realizzai che quel "buon appetito" in quel frangente aveva qualcosa di comico... Quello che avrebbe mangiato quella sera sarebbe stata la mia merenda del giorno sucessivo...
«Ahahaha! Buon appetito anche a te, Miky» disse Adan, ripetendo ancora il gesto della spinta, e scoppiando di nuovo a ridere.
Risalì anche lui in auto e partimmo, uno verso destra, l'altro nella direzione opposta.
Era la fine di una giornata incredibile, sotto ogni punto di vista.
E quella sera andai a dormire, a letto con la mia ragazza, ma con la mente proiettata al momento in cui sarebbe suonata la sveglia sul mio comodino dando inizio al nuovo giorno.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il collega albanese:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni