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Gay & Bisex

Il riposino pomeridiano...


di Fulippufulippu
04.05.2017    |    17.208    |    7 8.8
"Non avevo mai messo in bocca un membro prima..."
Il riposino quotidiano dei nonni era il momento giusto per saltare in groppa alla libertà: il pretesto per uscire da solo fino al boschetto dove giocare a Robin Wood. Avvertivo il suo arrivo già all’ora di pranzo quando li vedevo raggiungere la cucina faticosamente e sedersi a tavola. Quell’estate il caldo uccideva e trascinarsi dal pranzo alla cena per loro era già un risultato. Così appena terminate due uova al tegamino, uno a testa, la camera li ingoiava per un paio d’ore. E per me significava assoluta libertà.
“Esco nonna”, dicevo rapidamente, “mi raccomando non farti male, non farti male, stai at…to” sibilava la nonna, ma avevo già chiuso la porta e col batticuore correvo verso il boschetto. La stradina passava radente ai binari della littorina, mioddio che ricordi!!!!, e i binari emanavano quell’odore di carbone misto a limatura di ferro, che la calura accentuava. Subito dopo svoltava e s’inoltrava tra fossati, cespugli, radici aeree, siepi selvatiche e qui altri umori, sambuco, acqua morta,vegetazione da acquitrino, mi scoprivano come occhi illeciti. Fiutavo come fiuta un cane al primo calore: ecco una pagina porno stropicciata e sbiadita, eccone un’altra conciata un po’ meglio, più in là altre due: sessi che si penetrano, sborra che cola dalle aste, posizioni alla pecorina accompagnate da vignette con espliciti lamenti di goduria, cazzi in bocca, cazzi in culo, lei con lei, lei con lui, lui con due lei, lei con due lui, lui con lui!
Lui con lui????
La visione di rapporti omosessuali mi sconvolse. Sentii subito ribollir le viscere, più sensibile il glande, una crescente erezione e la mia testa altrove. Non poteva essere!
La pagina mostrava prima un rapporto orale poi uno anale: uno dei due aveva baffi folti e neri ed era peloso. L’altro glabro di molti anni più giovane. Il tutto andava a comporre un breve racconto dal titolo “Il riposino pomeridiano” : nella stanza di un giovane collegiale arriva un tutor che si spoglia eccitato e subito lo accarezza e lui si lascia spogliare e palpare.

Dopodiché il gioco inizia ad entra nel vivo con il giovane che, lingua fuori, sbava su un cazzo nodoso e odoroso(suppongo). Ero sconvolto e attratto dal piacere come l’ago di una bussola è attratto dal nord magnetico. Ma non sapevo come spiegarmi il tutto.
I raggi del sole arrivavano dritti dritti sulla mia pancia sul mio pube come lingue biforcute, raggiungendo anche il buchino , senza che me ne accorgessi. Sulla pelle ogni poro stava esplodendo come polvere pirica. Mi giravo e rigiravo in mano quelle pagine sgualcite ma chiare, restando inginocchiato dietro un cespuglietto di lavanda. Afferravo e lasciavo il mio piccolo sesso che inturgiditosi come un legnetto mi rassicurava e insieme mi faceva sentire sporco e questo mi eccitava ancora di più. Non giunsi a nulla. Mi alzai richiamato da un movimento e mi diressi verso il boschetto. A terra altre pagine strappate di giornali porno, più piccole, di altro formato, con lunghe colonne di testo, il corpo di lei, il corpo di lui, bocche su bocche, bocche sul sesso, lingue aguzze puntate sul clitoride, lingue prensili attorcigliate alla cappella, lingue rosa, lingue pallide o rosse e il forellino ben in vista. Venni avvolto da una vampata di odore di sesso: a cosa paragonarla non so, impossibile trovare una similitudine. Appena giunto vedo un ragazzo di colore quasi coetaneo che si sta masturbando: il cuore mi salta fuori, la bocca mi si secca, perdo la testa. Mi avvicino e lui continua, lo tocco, che pelle liscia, non avevo mai sentito la pelle di un nero, che meraviglia. Non ha peli sul pube è completamente glabro, un’ombra nella penombra del boschetto in cui risalta la sclera bianco giallastra come di una pantera. Con l’altra mano mi attira a sé, obbedisco, mi tocca, lascio fare, anzi mi slaccio la cintura, mi cala i pantaloncini corti. Da dietro qualcuno mi toglie la maglietta, mi spavento ma mi lascio fare: era nei pressi un altro ragazzo di colore anch’egli completamente nudo. Sono nudo anch’io ora, o meglio: nuda. Mi sento una femminuccia nelle loro mani “ahhhh” mi esce un gemito, scappato così, senza controllo. Il secondo mi abbassa e mi mette il cazzo in bocca: che buono, che bello, nero, che, scappellato, diventa rosato. Non avevo mai messo in bocca un membro prima. Lo bacio, ma lui me lo ficca dentro, giù, poi lo ritira poi lo rificca. Lascio fare. Sono inginocchiato, sento una mano da sotto che mi palpeggia e mi scapella mi piace rivedo il sesso del racconto. Intanto lecco quel cazzo nerorosa come fosse un ciupaciups “ahh siii mi piace mi piace” esclamo. Mi lascio fare sono tramortito, mi alzo come una gatta, comincio a baciare i pettorali pronti del ragazzo nero mentre con la mano lo accarezzo ancora con quel movimento che arroventa la cappella: scendo, le palle sono immense come tutto il suo sesso, lo appoggio al petto e mi arriva fino sotto la gola. Salgo a baciargli i capezzoli pronunciati e vivi, rigonfi ed ampi. Mi inebria mordicchiarli, limonarli, afferrarli con le labbra. Sento tutto il suo odore africano che mi fa impazzire, mi struscio sulle sue cosce atletiche, tornite, mi sento una serpe che insegue la preda e intanto sporgo il culo alla lingua muscolosa dell’altro nero che penetra la rosellina e s’insinua come una animale in cerca della sua tana “Ahhhh…ohhhhh…mmmmm….ahhhhhh….go…dooooo” . Me ne vengo bagnando il bel senegalese che mi sta di fronte, che subito mi spinge ancora sul suo sesso, mi blocca la testa m’ingozza e sparge, su di me, come un mantra, il suo porco piacere che mi cola saporoso dalle labbra alla gola
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