Gay & Bisex
Nigeriani, a volte ritornano

14.05.2025 |
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"Obbedisco e sento un getto di saliva bollente cadermi dritto in gola..."
Ho sempre avuto un debole per gli africani. Quelli neri. Più sono neri e più mi arrapano. Mi piace il loro odore, così forte e pungente. Mi piace il loro sperma, denso e bollente. Mi piace la loro foga nel fare sesso, al limite della violenza fisica. Per non parlare del loro membro, spesso enorme e che sembra non voler mai ammosciarsi. I miei preferiti sono i nigeriani. Fanno sesso al solo scopo di placare le proprie voglie, trattando il partner come un vero e proprio oggetto. Come piace a me.
Perché ho titolato questo racconto “a volte ritornano”? Perché dopo alcuni anni ho ritrovato il nigeriano che più mi ha fatto godere.
Qualche mese fa mi trovavo sul Regionale da Napoli a Caserta, erano le 20 circa. Stavo andando nel parco di fronte alla Reggia, noto luogo di battuage della città. Alla stazione di Casalnuovo vedo salire un ragazzone nero con jeans e maglietta sporchi di calce e cemento. Era evidentemente reduce da una dura giornata di lavoro dato che si butta letteralmente sul sedile dietro al mio. Il treno è semivuoto.
Mi alzo facendo finta di aggiustarmi i pantaloni e lo vedo assorto a guardare il suo telefonino.
Fisico prestante, poco più di 40 anni, due braccia muscolose da lavoro. La maglietta nera copriva un petto massiccio. Una leggera pancetta, che a me piace tanto.
Mi siedo pensando a come fare per agganciarlo. Mi rialzo e, nella maniera più effemminata possibile, gli chiedo se la prossima stazione è Acerra (il treno aveva i monitor con i nomi delle stazioni ma era la prima scusa che mi veniva in mente).
Il ragazzo alza lo sguardo e rimango quasi folgorato. Era Moses!! Lo avevo conosciuto qualche anno prima, sempre sul treno per Caserta. Una notte di fuoco che ancora ricordo e che ho descritto nel racconto “Nigeriani, sempre i migliori”.
Era lui, ne ero certo. Invecchiato di qualche anno ma lo avrei riconosciuto tra mille.
Ma lui, mi avrà riconosciuto? Alza lo sguardo, risponde alla mia domanda e mi dice “….io ti conosco, tu avevi aiutato me qualche anno fa. E io avevo aiutato te. Però non ricordo tuo nome”. E sorride.
Sono Marcello, gli dico. Lui fa cenno di si con la testa come se si fosse ricordato improvvisamente il mio nome.
E’ lui che va subito al dunque. Si guarda intorno per vedere se ci possono essere sguardi indiscreti e mi dice “…Marcello, amico, se tu aiuta me anche questa volta io aiuto te con mio amico…”. Ero eccitatissimo, gli dico subito di si. Mi dice che gli servono 200€ per l’affitto. Accetto.
Si guarda ancora intorno e dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno si slaccia i jeans ed estrare il suo membro. “Bacialo” mi dice. Non me lo faccio ripetere due volte. Non era ancora duro ma aveva quell’odore forte di maschio africano che amo tanto.
Se lo rimette subito dentro e chiama il suo amico. Parla un misto di inglese e una lingua del suo Paese. Mentre parla sorride e si tocca in mezzo alle gambe.
Io sono letteralmente in estasi. Arriviamo a Caserta e il suo amico era già li con una vecchia FIAT Ritmo che a mala pena stava in piedi. L’amico si chiama Samuel, sui 35 anni. Fisico un po tozzo ma noto due belle braccia possenti. Ci avviamo. Moses si siede davanti. Percorriamo non meno di una ventina di km. Sembra non arrivare mai. Ad un certo punto lasciamo la strada asfaltata ed entriamo in uno sterrato. Arriviamo ad una casupola in mezzo ad un campo di pomodori. Samuel lavora alla raccolta e fa anche da guardiano.
Scesi dalla macchina noto che anche l’amico non è niente male e che ha un bel gonfiore in mezzo alle gambe, segno che è già eccitato anche lui.
Mi sembra di impazzire. Appena entrati mi dice subito di spogliarmi. “…fai veloce, ho tanta voglia..”. Moses e Samuel si tolgono insieme la maglietta e i pantaloni restando per un attimo in piedi davanti a me che invece ero in ginocchio. I loro membri erano diventati turgidi che a fatica gli slip riuscivano a contenere. Si tolgono anche quelli ed appaiono in tutto il loro splendore. Due cappelle enormi alla fine di un’asta di almeno 20/22 centimetri. Le vene che avvolgevano i cazzi sembravano esplodere. “Apri bocca e succhia” mi dice Moses.
Ovviamente succhio avidamente. Nel frattempo eravamo finiti sul letto. Mentre succhiavo, Samuel mi sputava sul buco del culo. Con le dita entrava ed usciva. Prima un dito, poi due ed infine ha spinto dentro la mano. Sembrava mi stesse spaccando. Stavo godendo come non mai. Dopo poco ho sentito la cappella bollente di Samuel entrare nel mio ano oramai dilatato. Entrava ed usciva come uno stantuffo. Sentivo le sue palle sbattere sul mio corpo. Moses mi dice “…smetti di succhiare, chiudi occhi e apri bocca..”. Obbedisco e sento un getto di saliva bollente cadermi dritto in gola. “Ingoia mia saliva, troia”. Mentre ingoiavo avidamente, un getto di sperma mi colpisce in pieno viso. Apro la bocca e altri due getti inondano la mia gola. Mentre cerco di ingoiare mi infila il suo cazzo ancora turgido fino in gola. “Brava….brava…puttana…sei la mia puttana…”.
Samuel intanto sembrava non smettere mai. Gemeva e mentre con la lingua leccavo le gocce di sperma sul corpo di Moses, Samuel mi stringe a se e mi sborra direttamente in culo. Una, due, tre getti potenti. Sono esausto ma eccitato.
“Scendi da letto e apri bocca, puttana”, Obbedisco e in ginocchio davanti a loro mi deliziano della loro pioggia dorata. Ero in preda alla lussuria più totale.
Tutti e tre ci siamo sdraiati sul pavimento. Io succhiavo le ultime gocce di urina e sperma dai loro membri.
Avrei continuato per tutta la notte ma la mia nuova avventura finiva li. Dopo una veloce doccia mi hanno riaccompagnato in stazione. Anche questa volta nessun numero di telefono nonostante le mie suppliche. “Tra pochi giorni noi andare via. Germania”.
Dubito che li rivedrò ancora. Anche questa volta ho ripreso lo stesso treno più volte nella speranza di incontrarlo. Senza successo. Mi rimarrà il ricordo ed il sapore di maschio nigeriano. Il migliore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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