Gay & Bisex
Io e quel porcone dell’amico di mio papà

15.05.2025 |
3.917 |
6
"Ok ho scritto abbastanza per adesso, sicuramente racconterò di più, ma ora devo fermarmi di scrivere perché ho da fare..."
Ciao a tutti!La storia che sto per raccontarvi è una esperienza avvenuta fra me (18) e un amico ( e collega di lavoro) di mio papà (57), che per convenzione chiameremo Giovanni.
Giovanni è sposato da molti anni, io single.
I fatti risalgono all’anno scorso (avevo fatto i 18 anni neanche un mese prima).
Fra le nostre famiglie c’è questa sorta di “tradizione”, che consiste nell’’andare a mangiare al ristorante prima che la prima famiglia delle 2 vada in vacanza.
Noi dovevamo partire 2 giorni dopo, mentre loro sarebbero partiti poi in agosto.
Insomma, chi aveva le ferie prima decideva quando bisognava fare questa cena.
Era inizio luglio, una sera soleggiata e molto calda.
Indossavo una maglietta rossa a maniche corte e dei pantaloncini corti bianchi.
Avevamo appuntamento per un orario preciso ( le 20:00 o le 19:30, non ricordo), arrivammo 5 minuti prima circa e Giovanni e sua moglie erano già davanti al ristorante ad aspettarci.
Io erano 2 anni che non partecipavo più a questa “tradizione” della cena, ma mi decisi di andare comunque, anche dopo essere stato invogliato dai miei genitori.
Salutai Giovanni e sua moglie con i soliti 2 baci sulle guance, ma Giovanni non si tirò indietro a baciarmele più di quanto avrebbe dovuto, a differenza mia che le avevo appena appena sfiorate.
Ma non ci feci troppo caso, poteva tranquillamente non averlo fatto di proposito.
Non badai neanche troppo ai suoi complimenti, dopo tutto erano 2 anni che non mi vedeva, no?
Qualcosa avrebbe dovuto comunque dirlo!
Anche se secondo il mio parere non fossero veri complimenti, ringraziai e ci dirigemmo in fretta verso il nostro tavolo prenotato.
I miei genitori presero 2 posti vicini, mentre la moglie di Giovanni si posizionò a capotavola.
Giovanni si mise nel posto più vicino a sua moglie e mi invitò a sedersi vicino a lui.
Avrei preferito di gran lunga sedermi vicino a mia madre, ma sarebbe stato scortese dirgli di no, così mi sedetti di fianco a lui, lasciando vuota la sedia frontale a sua moglie.
I miei genitori iniziarono quasi da subito a chiacchierare con sua moglie, e nel frattempo Giovanni aveva già incominciato a toccarmi e massaggiarmi la coscia sinistra con la sua mano destra.
Non sapevo cosa fare : un uomo così grande e per di più sposato che mi tocca, con i miei genitori di fronte a me e sua moglie di fianco a lui.
Mi sentivo allo stesso tempo a disagio ma anche eccitato dalla situazione in cui ci trovavamo, e sicuramente se avessi detto qualcosa ai miei genitori non avevo nulla per provare che quello che avessi detto fosse vero, e avrei solo creato delle discussioni.
Decisi quindi di lasciarlo fare, di lasciare che le nostre perversioni avessero la meglio, di lasciarmi andare.
Sentivo che stavo arrossendo, quindi decisi di cercare di nasconderlo : prima guardando il telefono, poi guardando il menu, e poi ancora con il telefono.
Nel frattempo la sua mano era sempre lì, a coccolare la mia coscia, finché una cameriera non venne a chiedere gli ordini.
Solo li stacco la mano da me, ma sotto sotto sentivo che mi mancasse il suo tocco…
Ero diventato rossissimo, anche perché non sapevo cosa ordinare, non avevo fatto troppa attenzione al menu, e ordinai lo stesso che Giovanni aveva ordinato.
Dopo questa figuraccia colossale, Giovanni mi chiese se dovevo lavarmi le mani, e gli risposi di si.
Scherzò sul fatto del nostro stesso ordine, e dato che avevamo fatto lo stesso ordine potevamo anche andarci a lavare le mani insieme.
Come detto prima, non ero a quella cena per creare discussioni o incomprensioni, quindi dissi ancora di sì.
Il nostro tavolo era fuori dal ristorante, mentre il bagno era dentro chiaramente.
Io ero davanti a lui, e aspettò che non fossimo più visibili alle nostre famiglie per sculacciarmi, dicendo che quei pantaloni “mi facevano un bel culetto”.
Non sapevo cosa dire, se mi fossi arrabbiato probabilmente dopo non avrei più sentito la sua mano sulla mia coscia, e risposi solo con un “grazie” ridacchiando.
Arrivato in bagno, davanti a lui, inizio a lavarmi le mani al lavandino.
Davanti a me c’era anche uno specchio, e notai che si stava avvicinando verso di me.
Mentre mi piegavo per prendere il sapone lui iniziò ad appoggiarmelo sui miei pantaloncini, per qualche secondo.
Non avevo bisogno dello specchio invece per sentirlo, era di marmo, e cercava di infilarlo tra le chiappe.
Feci ancora finta di nulla, dopo tutto in un bagno fare del casino non era un’ottima opzione, e anzi, non mi dispiaceva affatto questo nuovo tipo di tocco, mi stava facendo eccitare sempre di piú.
Ok ho scritto abbastanza per adesso, sicuramente racconterò di più, ma ora devo fermarmi di scrivere perché ho da fare.
Provate a farvi qualche supposizione su cosa sia successo dopo se volete.
Quando avrò tempo scriverò la fine di questa nostra prima esperienza.
Ciao a tutti😊
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Io e quel porcone dell’amico di mio papà:
