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Gay & Bisex

Marcoooooo


di marc_dropsy
11.09.2019    |    8.130    |    6 7.6
"I- “ora smetti di parlare dai… ringraziami!” Cazzo!!! Cazzo, cazzo!!!! Non lo so esattamente da quando è successo ma marco che mi succhia l’uccello è il..."
Sono passati sette anni.
Com’è marco ora? È sempre il più fico ed arrapante ovunque si trovi, mettigli un qualsiasi straccio addosso e la maglietta sgualcita diventa un sexy orpello del suo petto scolpito, camice informi sembrano essere disegnate per lasciar intravvedere la virilità delle suoi muscoli, dagli un pantalone sformato e sembra fatto apposta per far saltare agli occhi il corposo volume del suo uccello e delle sue palle, dagli pantaloni attillati e le gambe muscolose emergono in concorrenza alla sagoma ben delineata ed appariscente del suo pacco e non hai bisogno di immaginare nulla. La forma della sua grossa cappella circoncisa che scende dopo una gonfia e lunga curva che tende il tessuto ben oltre il limite della cucitura della zip risalta a metri di distanza, è sempre stato ben messo anche a riposo completo il bastardo. E’ sempre Lui, il coinquilino che sette anni fa mi fece perdere il senno. Trasuda maschio e virilità che se sei in un casto gineceo e chiudi gli occhi, ti senti come in uno spogliatoio di rugbisti in ritiro precampionato vogliosi dalla prolungata astinenza.
Cos’è cambiato? Due cose. Amo marco come l’oggetto più prezioso che un uomo possa possedere: ora è il mio compagno, il mio complice, il mio confidente ed anche qualcosa di più… ed ora marco ama me, o ciò che può essere più simile, questa è la mia più grande conquista costata fatica, lavoro ed impegno. Ma ora è mio.
E’ di nuovo la settimana del suo compleanno e quest’anno ho deciso di celebrarlo come non mai, di farlo sentire importante per ciò che è per me, per cui sette anni saranno sette regali che gli darò questa settimana.

1. mercoledì
Sento la porta di casa chiudersi, il rumore ormai familiare di marco che rientra a casa. La porta sbatte non accompagnata, le scarpe tolte senza slacciarle stando in piedi e lanciate a caso per l’ingresso, la borsa della palestra lasciata cadere in un posto ogni volta diverso del tragitto tra l’ingresso ed il frigorifero, l’odore di sudore che pervade l’aria, e la maglietta che vola sul divano… neanche in Islanda sarebbe mai freddoloso lui! Arriva al frigo, osserva l’interno e mi guarda interrogativo, lo apre e prende una moretti 66, ancora più stupito la prende in mano, sorriso a 32 denti
i- “niente doccia in palestra oggi? Ti avevo preparato tutto in borsa”
m- “beh no, c’era ancora il ragazzo nuovo che mi fissa sempre e non avevo voglia. Mi piace, sai non volevo …. bevo una birra!”
i- “certo, te l’ho fatta trovare fresca in frigo apposta!”
Gli occhi di marco si fanno increduli mentre stappa la bottiglia, ha quasi paura ad appoggiare le labbra sul fresco vetro in un giorno d’estate torrido. Di nuovo mi scruta interrogativo in attesa di un mio assenso e finalmente sgola una lunga sorsata. Ora il suo volto si distende ancora più e si scioglie nel sorriso aperto e solare che mi ripaga sempre di tutto.
m- “oggi birra fresca? Cos’ho fatto?”
i- “tra una settimana è il tuo compleanno ed ho deciso di festeggiarti per sette giorni! Vieni qui…”
Mi raggiunge da dietro al tavolo, poggia le mani sul sulle mie spalle e comincia a massaggiarmi con decisione, è il momento che preferisco della nostra routine quando le sue mani virili si appropriano del mio corpo. Spengo la cam e la chat bruscamente, mi volto, sporgo il collo all’indietro e le nostre lingue si intrecciano. Ho ancora il cazzo duro dalla chattata, i pantaloncini leggermente umidi e macchiati di precum, la canotta non mi protegge dal sentire il contatto col suo ferreo pacco appoggiato dietro di me. Anche se impossibilitato a mostrarlo lo sento che stasera è arrapatissimo.
i- “sei in calore oggi?” rido soddisfatto
m- “molto! Il nuovo ragazzo in palestra mi arrapa un sacco, praticamente non mi toglie gli occhi di dosso mentre mi alleno e poi è di una lentezza sconvolgente mentre si cambia e prepara per la doccia. Non so se ci tiene a mostrarmi di più il cazzo o il culo”
i- “ e tu?”
m- “beh se posso guardare, guardo. Ma non mi sento ancora pronto. Ho tenuto i pantaloncini ed evitato di spogliarmi e far la doccia”
i- “ ti dà fastidio?”
m- “ no. Mi eccita ed è quel che vogliamo entrambi no?”
un affondo di lingua e gli strizzo un capezzolo fino a veder l’espressione del suo volto che più amo. Fa per inginocchiarsi ma lo stoppo
i- “ via a lavarti che dopo ti do il primo di sette regali”
m- “la chiave?”
i- “oggi non te la do, ti preferisco così!”
i piedi scalzi che lasciano aloni umidi sul pavimento fresco, il culo da dio greco leggermente peloso, gambe e spalle da atleta del sesso accompagnano i miei occhi mentre si dirige verso il bagno con aria stranita. Mentre si volta per entrare in bagno lo scintillio della gabbietta colpita dai raggi che arrivano dalla finestra del corridoio mi provocano un appagante senso di compiacimento. Il dio greco è mio e mi appartiene!

L’odore di shampo doccia agli agrumi invade il soggiorno, è nudo davanti a me. I capelli ed i peli del petto sono ancora umidi dalla doccia appena fatta tanto che non resisto e mi avvicino per prendergli i coglioni in mano.. mi piace sempre un casino sentirne il peso nel palmo, la morbida scivolosità delle sue palle nel sacco è qualcosa di altamente erotico.
i- “ecco il regalo” e gli porgo una busta che apre strappandola con curiosità. Mi guarda stupito, non se lo aspettava credo
m- “Berlino?” con aria mista tra gioia, paura, eccitazione… un miscuglio di emozioni.
i- “Sì, ti porto al Folsom. Ormai ci siamo dai! Non dobbiamo più nasconderci”
Quest’ultima affermazione provoca in marco uno sguardo perplesso, carico di doveri e sfide che sa saranno più suoi che miei. Qualche lungo secondo e quindi..
m- “grazie! Sai tu cosa voglio”
i- “certo che lo so!” prendo la sua mano e la porto sul mio uccello nuovamente gonfio.
i- “ora smetti di parlare dai… ringraziami!”
Cazzo!!! Cazzo, cazzo!!!! Non lo so esattamente da quando è successo ma marco che mi succhia l’uccello è il ripetersi quotidiano del sogno di una vita. Non mi stancherò mai del suo saluto orale ogni volta che rientra la sera, Anche nelle giornate no, le sue labbra morbide contornate dalla barba di un paio di giorni, la lingua che rotea attorno alla mia cappella gonfia di voglia, gli affondi, i risucchi, il fresco delle leccate alle palle…. Ogni giorno alterna in modo diverso il suo spasmosdico desiderio di cazzo, ogni giorno un pompino diverso, ogni giorno una sborrata diversa. Cazzo cazzo cazzo!!!! Oggi, non me lo scappelli ma ci infili la lingua dentro, è tutto molto soft ed umido, oggi è un piacere lento che dura a lungo, oggi ti sborro in bocca.

2. giovedì
La coda d’estate si fa ancora sentire, nel letto mi sveglio nudo, il cazzo che preme sul materasso da dar fastidio da quanto è duro ed eccitato. Mi volto scalciando il lenzuolo alla ricerca di aria fresca mentre marco entra in camera portando una tazzina di caffè il cui aroma già mi mette di buon umore
i- “buongiorno, dormito bene?”
m- “come al solito… lo sai che messo così mi sveglio spesso e ti penso…” un occhiolino languido condisce i suoi pensieri
Prendo il caffè che bevo quasi scottandomi mentre si siede al bordo del letto ed impugna il mio uccello.
i- “mi spiace per te… ma sei hai sete, in queste condizioni proprio non riesco ora, ma ho altro per la tua settimana speciale…” dicendolo mi sporgo sul comodino, lo apro.
i- “vieni qui!”
Infilo la chiave nel lucchetto che scatta e si apre, con attenzione sfilo la calotta di barre metalliche e tolgo il primo pezzo della gabbietta che negli ultimi tre mesi ha tenuto a bada ed in castità l’uccello di marco. Mi guarda incredulo da paura! Felice e sorpreso. Non era previsto e se non mi sbaglio c’era persino quasi una mezza lacrima di commozione nei suoi occhi in quel momento. Il cazzo di marco nei primi momenti è incredulo quanto lui… l’uccello da subito non si riprende mostrando sulla cappella scoperta i segni delle barrette di ferro della gabbietta. Anticipo il suo sicuro inalberarsi e tolgo anche l’anello che gli ha circondato palle e pisello per l’estate intera. Solo qualche sporadica apertura per una pulizia più approfondita. Marco è incredulo, gli infilo la lingua in bocca e marco ricambia un bacio che ha un trasporto ed una passione rari. Il cazzo di marco lentamente si riappropria del proprio spazio vitale e torna ad essere un cazzo libero, un pisello grande, un uccello potente!
…….[segue]
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