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Gay & Bisex

Mio Padre ed io. Che passione!


di AngeloDeLaNoche
01.08.2022    |    5.417    |    4 9.7
"L’acqua scendeva ed io ero in trepidazione perché volevo ancora vedere quel cazzo così grosso e venoso..."
Mi chiamo Luca, ho 24 anni e vivo in un paese della provincia di Roma.
Sono un ragazzo esile, alto 1,70 e peso 60 kili. Ho sempre fatto nuoto sin da piccolo e questo mi ha regalato un fisico tonico e belle spalle. Ho pochissimi peli chiari che nemmeno si vedono. Biondo con capelli a spazzola, occhi verdi e carnagione chiara. Queste caratteristiche sono tipiche di mio padre, Matteo!.
Papà è uomo di 47 anni, un bellissimo corpo tonico formatosi con il suo duro lavoro, il muratore. Biondo anche lui, con occhi color nocciola. È poco più alto di me, 175 cm con braccia forti e addominali scolpiti.
Mia madre, Laura, una bellissima avvocatessa in carriera, mora con occhi verdi.
Quello che voglio raccontarvi risale a quando avevo da poco compiuto 18 anni.
Era da poco finita la scuola e finalmente potevo godermi un po’ di meritato riposo. Quella mattina di fine giugno mio padre era a casa perché doveva, in tarda mattinata, consegnare del materiale su un cantiere per il suo datore di lavoro. Mia madre era a lavoro nel suo studio fuori città cosi mio padre mi chiese se volessi fargli compagnia per scaricare quel materiale. Pensai che a casa da solo mi sarei annoiato e quindi accettai.
Partimmo, con il suo camioncino, intorno alle 10:00 e dopo una mezz’ora, a parlare del più e del meno, arrivammo a destinazione.
Da fuori, il cantiere, era deserto! Pensai che forse non c’era nessuno perché a quell’ora erano tutti su altri siti di lavoro.
Entrammo e papà si fermò vicino uno stabile all’ombra.
Iniziò così a scaricare il materiale ed io restai nella cabina del camioncino a giocare con il telefono.
Passò una mezz’ora, faceva molto caldo, e stavo iniziando a sudare. Avevo molta sete e di mio padre non si vedeva l’ombra.
Così, preso dalla voglia di tornare a casa, scesi dal camioncino per andarlo a cercare!
Attraversai un piazzale che sembrava infinito e mi diressi al capannone dove vidi mio padre entrare. Appena girai l’angolo si presentò una scena che mi lascò a bocca aperta!
Era lì in canottiera bianca, con qualche pelo che gli spuntava dall‘alto della stessa, con i jeans da lavoro e gli slip mezzi abbassati. Aveva le gambe aperte ed in mano il suo cazzo moscio, che già così sembrava lungo e spesso. Era venoso con un leggero ciuffo di peli alla base. Aveva la testa bassa e se lo guardava mentre pisciava.
A vederlo così assomigliava ad un idrante, credetemi, sembrava non fermarsi più.
A terra fece una pozzanghera grandissima.
Nel vederlo sono rimasto impietrito. Ero letteralmente a bocca aperta, non riuscivo più a muovermi!
Quando finì se lo sgrulló e in quel momento alzò la testa e mi vide.
Fu così che con fare autoritario mi chiese: “Hey Luca! Cosa ci fai lì?”;
Io balbettai qualcosa tipo che ero venuto a cercarlo perché mi ero preoccupato visto che non lo vedevo tornare. Ma le parole mi si fermavano in gola, ero imbarazzatissimo e credo che lui se ne fosse accorto. Così mi sorrise e, mentre se lo rimetteva negli slip e si tirava su i pantaloni, mi disse:”Guarda che non ti devi vergognare. Vuoi farmi credere che non ne hai mai visto un altro diverso dal tuo?”;
Io gli sorrisi e gli risposi:”Dai papà sbrigati che ho sete, andiamo a casa.”
Ci dirigemmo verso il camioncino in silenzio e, una volta montati a bordo, tornammo a casa.
Nel viaggio di ritorno avevo il cazzo che stava per scoppiare negli slip. Ero eccitato dalla visione celeste di poco prima. Avrei voluto tirarlo fuori e farmi una sega lì davanti a lui ma questo non era possibile!
Papà aveva già da tempo capito che mi piacessero gli uomini ma è sempre stato molto discreto e non me lo ha fatto mai pesare.
Tornati a casa ho bevuto e mi sono fiondato in camera mia. Mi sarò fatto tre seghe nell’arco di un’ora fantasticando su mio padre, che fino ad allora non era mai stato nelle mie fantasie in quel modo.
La voce di mio padre mi riporta alla realtà da quel film che stavo girando nella mia testa! Mi chiamò dalla cucina e mi disse di andare a mangiare che era pronto il pranzo.
Mi madre era ancora a lavoro e non sarebbe tornata prima di sera!
Mangiammo velocemente e iniziai a sparecchiare e a sistemare i piatti sporchi e le pentole nella lavastoviglie. Così mentre io facevo questo, papà disse che andava a farsi una doccia che poi si sarebbe sdraiato a letto per riposare.
Entrò in bagno e lasciò la porta aperta mentre si spogliava. Si sfilò prima gli scarponi antinfortunistici e i calzini scoprendo così dei piedi grandi, aveva il n. 44, ben fatti e con dita lunghe. Già quella visione mi stava eccitando. Poi si tirò via i jeans restando in mutande, bianche, con un bozzo davanti molto imponente e qualche macchiolina gialla di pipì su quella curva enorme.
Il mio cazzo era diventato duro ed io mi sentivo accaldato.
Fu quando si tolse la canottiera e mostrò i sui pettorali, gonfi con quella spaccatura perfetta al centro e quel ciuffetto di peli ormai libero, che ho emesso un suono di piacere. Aah… mi resi subito conto e mi girai facendo finta di continuare a fare qualcos’altro. Lui deve avermi sentito perché subito dopo chiuse la porta.
L’acqua scendeva ed io ero in trepidazione perché volevo ancora vedere quel cazzo così grosso e venoso.
La lavastoviglie aveva iniziato il suo ciclo e dal bagno sentivo papà che si stava asciugando i capelli. Improvvisamente si staccò la corrente. Papà apri la porta del bagno e mi disse: “Luca cosa è successo?” Ed io:”Si sarà staccata la corrente per il sovraccarico, ora scendo a ripristinarla”.
Così feci ma quando rientrai in casa papà aveva ancora la porta aperta del bagno e questa volta era di spalle tutto nudo e abbronzato con un culo sodo da fare invidia ai modelli. Mi fermai a guardarlo di nuovo imbambolato. Così lui si girò mostrandomi il suo cazzo e disse: “Oggi non puoi fare a meno di guardarmi eh!” e mentre lo diceva ridacchiava. Io arrossì e feci per andarmene senza dire una parola ma lui mi disse:
Lui:“Dai fermati entra un attimo”
Io:” perché?”
Lui:”dai vieni ti faccio vedere il mio cazzo da vicino”
Io:”ma papà che dici?”
Lui:”lo so che ti piacciono i ragazzi e siamo padre e figlio puoi dirlo non ti devi vergognare”
Presi coraggio ed entrai.
Mi avvicinai a lui e potetti ammirarlo da vicino! Era bellissimo!
Dentro i miei slip qualcosa si muoveva e tempo 10 secondi avevo il cazzo che spingeva contro i pantaloncini!
Se ne accorse e mi chiese di mettermi nudo così da poter vedere chi lo aveva più lungo.
Mi spogliai e rimanemmo nudi uno di fronte all’altro. Lui ancora con il cazzo moscio vinceva alla grande rispetto a i miei 16 cm e così gli dissi:”cavolo papà ma tu già da moscio vinci, figurati da duro!” Lui sorrise e mi guardava con aria sornione.
Iniziò a segarselo e mi disse:”tra poco vediamo da duro quanta differenza c’è, dai aiutami a farlo crescere dammi la tua mano”.
In un primo momento ero perplesso ma la voglia del suo cazzo prese il sopravvento. Allungai la mano e iniziai a segarlo lentamente. Lui fece un sospiro di piacere e chiuse gli occhi! Era caldo e vellutato. Potevo sentire le sue vene pulsare nella mia mano e iniziare a crescere! Era diventato durissimo come marmo. Aveva ancora gli occhi chiusi e ansimava e dopo qualche minuto mi bloccò la mano e mi disse:”Fermati Luca, può bastare” ma io volevo di più e gli dissi “dai vediamo se diventa ancora più duro!” Ma credo che più di com’era non poteva.
Aveva una mazza di 23 cm e una cappella grossa e viola. Dopo aver fatto neanche tanta resistenza abbasso le braccia e si appoggiò al lavandino. Lo ripresi in mano e continuai a segarlo.
Richiuse gli occhi e ansimava lentamente. Presi coraggio e mentre lo segavo mi inginocchia e me lo portai al naso. Annusavo quel cazzo che si stava lentamente bagnando con i suoi umori. Aveva un forte odore di maschio e il mio cervello ormai era in estasi. Non riuscivo a controllarmi e così lo presi in bocca. Lui sobbalzò ma stava godendo.
Ero in ginocchio, nudo davanti a mio padre che glielo succhiavo mentre lo guardavo diritto negli occhi! Leccavo e pompavo con molta foga. Ogni tanto mi staccavo per riprendere fiato e nel frattempo lo segavo con la mano e gli leccavo le palle!
Le sue palle erano così grosse e importanti quanto il suo cazzo. Una sacca moscia e lunga. Me le infilavo tutte in bocca e poi le lasciavo uscire lentamente.
Riprendevo a succhiare il cazzo e laccare la cappella ma poi decisi che era arrivato il momento di farlo godere e dopo qualche minuto aumentai il ritmo. Lui mi disse “Luca fermati che così vengo dai, no si può” ma io ero deciso e quando lui provava a staccarmi mi avvinghiavo al suo culo e lo spingevo fin dentro la gola, ormai già ampiamente allenata con i compagni di scuola! Iniziarono a tremargli le gambe e così mi
disse:”L’hai voluto tu!”. Mi prese la testa tra le mani e iniziò a scoparmi la bocca come fosse una figa. Quasi soffocavo e mi venivano i conati di vomito ma lui non si fermò, era troppo eccitato. Iniziò ad avere il respiro affannato. Sentivo il suo cazzo pulsare nella mi bocca e diventare ancora più duro. Così si alzò improvvisamente sulle punte dei piedi e mi spinse il cazzo in bocca bloccandomi la testa. 1,2 3… 12 fiotti di sperma mi colpirono il palato e la lingua. Stava sborrando copiosamente nella mia bocca e lentamente si stava rilassando.
Avevo la bocca spalancata per trattenerlo tutto ma mentre lo tirava fuori dalla stessa ormai distrutta, un po’ di quel seme tanto desiderato mi uscì e cadde lungo il collo e il petto. Senza nemmeno rendermene conto avevo sborrato sui piedi di mio padre. Ingoiai a fatica tutto e iniziai quasi in automatico, come se il mio cervello e il mio corpo ormai fossero in trans, a leccargli e a ripulirgli il cazzo fino all’ultima goccia.
Dopo aver leccato tutto mi stavo per abbassare, volevo leccargli i piedi e ripulire alche il mio di sperma, ma papà mi prese da un braccio, mi tirò a se, e mi abbracciò forte. Ci staccammo, mi guardò negli occhi e mi disse:”sei stato meraviglioso! Non dirlo alla mamma.” Gli promisi che sarebbe stato il nostro segreto per sempre e lui mi disse:”bene! Anche perché abbiamo un sacco di cose di cui parlare ancora” strizzandomi l’occhio. Gli sorrisi, mi sciacquai e uscii dal bagno, felice e con il cuore pieno di gioia, consapevole che non sarebbe stata l’unica avventura che avremmo avuto.
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