Gay & Bisex
Nicola

01.07.2025 |
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"La sera stessa con la scusa che faceva caldo, dissi a mia moglie che sarei salito nel solarium a prendere un po’ di fresco..."
Abitavo in un paesino dell’appennino tosco-emiliano. Un paesino che neanche nelle cartine geografiche era riportato
Ancora meno conosciuto era al tempo a cui si riferiscono i fatti qui raccontati, quando era abitata forse da trecento residenti e qualche di centinaio che vi sostavano solo per il periodo estivo
Questa condizione era fondamentale all’esistenza: tutto si svolgeva in funzione dei villeggianti e la vita in paese era scandita dal ‘prima’ o dal ‘dopo’ la festa patronale che era l’unico momento in cui tutti gli abitanti, o quasi, erano presenti.
Giugno era il mese per gli affari, per le compravendite, per i battesimi, le comunioni e i matrimoni.
Tutti si sposavano a giugno, alla festa del patrono, e quasi sempre molto giovani.
A me toccò non ancora 23anne
Il giorno del matrimonio fu bellissimo le donne più anziane del paese prepararono il pranzo poi canti e balli fino a tarda notte
Arrivò il momento di andare a dormire e non vedevo l’ora scopare mia moglie in un letto matrimoniale che, fino ad allora niente sesso solo qualche fugace bacio e masturbazioni in solitaria praticamente ero ancora vergine
Mia moglie si presento con un camicione da notte che sua madre gli aveva preparato e si infilò nel letto nel buio quasi assoluto della camera.
Paola così si chiamava mia moglie non mi fu di nessun aiuto forse anche lei inesperta di sesso.
Una volta nel letto allargò le gambe e la penetrai.
Così per diversi giorni. La cosa non mi piaceva non ero soddisfatto delle prestazioni sessuali ne mie, ne di mia moglie.
Come era giusto che fosse, in un ambiente da paesello dell’Appennino, dove avevamo poche e confuse nozioni di sesso.
Una pomeriggio mi recai nel solarium perché i fili per stendere la biancheria erano lenti e dovevo tenderli.
Il solarium era dotato di una soffitta proprietà di un mio amico, dalla finestra socchiusa sentii un vocio confuso arrivare dall’esterno, mi avvicinai sbirciando senza farmi vedere
Proprio a ridosso del muro c’erano quattro ragazzi miei amici Nicola Lorenzo Giuseppe soprannome Peppino e Francesco soprannome Checco
Teneva banco Nicola il più adulto dei quattro
In quel momento sembrava tener lezione agli altri; quando mi accostai al finestrino, sentii che diceva rivolto a Peppino il più piccolo (18enne)
“Vuoi sapere come si fa a metterlo in mano a una signora?!? … Peppino!!!!!”
“Prendi in mano la mia verga e masturbami!!!!”
Il piccolo non se lo fece ripetere: aprì la cerniera del pantalone, infilò la mano ed estrasse un membro barzotto, di poco più di una quindicina di centimetri, e cominciò a massaggiarlo mandando su e giù la pelle e scoprendo ad ogni passata una cappella rossa e grossa, quasi il doppio del tronco dell’asta.
Nicola spinse il busto in avanti mentre il membro si ingrossava ed irrigidiva, fece un’espressione beata e, di colpo, fermò la mano di Peppino.
“Fermo che mi fai venire e non voglio eiaculare solo con una manipolazione!” Vedere il cazzo di Mauro manipolato da Peppino, mi affascinò in modo particolare
“Cos’altro si può fare a questo punto?” Chiese Carmine.
“Intanto si devono accarezzare e leccare le tette e succhiare i capezzoli. …. Ma con Peppino non si può fare!!!!”
Concluse Nicola abbozzando un leggero sorriso.
“E poi …????”
L’altro ragazzino Checco, mi pare sembrava ancora più ansioso.
“Prima di ogni altra cosa, bisogna baciare alla francese, con la lingua in bocca”
Nel dirlo, Nicola prese Peppino per il collo e lo baciò a lungo sula bocca facendogli entrare a più riprese la lingua in bocca; l’altro non solo accettò ma ricambiò con entusiasmo.
L’idea di sentire una lingua che mi esplorasse la bocca e mi stimolasse mi eccitava, ma non avevo nessun elemento di riferimento per capirne il senso.
Eppure, cominciavo a sentire quasi il bisogno di sentirmi la bocca occupata e perlustrata da Nicola che sembrava capace di provocare grandi stimoli anche al ragazzino che stava baciando e che si abbandonava languidamente al suo bacio.
“E poi …????”
Checco sembrava sempre più ansioso.
“E poi …. Non si possono indicare molte cose avendo a disposizione solo Peppino, perché si può accarezzare la figa e manipolarla, si può leccarla e farla sbrodolare …. E alla fine si può infilare il cazzo nella figa, in bocca e nel ”culo
“Cosa?!?!?!”
La faccia stralunata dei due ragazzi era un poema.
Sembrava quasi che tutto il discorso fosse una lezione riservata solo a me, per farmi capire di quante cose mi stavo privando con il matrimonio; quanto avrei preferito avere assaggiato tutte le possibilità del sesso.
“Sì, il sesso si può infilare in bocca, nell’ano e nella figa. Tranne l’ultima che non può perché non ce l’ha, per gli alti due buchi Peppino può fare vedere come si fa.”
“Ma cosa provano le donne quando le fai queste cose?”
“Forse ce lo può spiegare Peppino quando fa la femmina. Comunque sono certo che anche alle femmine facendo sesso viene un prurito, un solletichìo qualcosa insomma che stimola la figa dall’interno e le porta a godere”.
Tutta la vicenda era ormai una lezione per me.
Mi rendevo conto in quel momento di quanto avessi perduto del significato e del piacere del sesso; e fui quasi costretto a portarmi la mano sul cazzo e un dito nel culo.
Intanto, Nicola prendeva Peppino per la testa e lo spingeva verso il basso; il ragazzo si accovacciò sui talloni, portò la bocca all’altezza del sesso che non aveva mai mollato, e cominciò a baciarlo e a leccare la cappella tutto intera.
Mentre Peppino continuava la sua opera di stimolazione del sesso con la bocca, io mi trovavo senza volerlo ad agitare la lingua come se fossi io a passarla sull’asta vibrante; quando Peppino spalancò la bocca e si fece entrare dentro la cappella, provai una sensazione violenta di pienezza e ne avvertii quasi il sapore senza sapere neppure di che si trattasse.
Nicola spinse ritmicamente il ventre contro il viso del ragazzo facendo entrare la sua asta quasi completamente nella bocca; Peppino accennò un paio di volte a conati di vomito ma resistette a quella violenta pressione in bocca e continuò imperterrito a leccare con gusto e succhiare il membro nella sua bocca.
I due ragazzi intanto avevano tirato fuori i loro cazzi e se li smanettavano quasi con ferocia:
Ero invidioso di Peppino, che poteva godersi in bocca un cazzo meraviglioso che io avrei voluto poter assaporare e gustare fino a farmi eiaculare in bocca; e invidiavo persino gli altri due ragazzi.
Nicola voleva passare alla fase successiva e interruppe di colpo la monta nella bocca di Peppino; lo allontanò delicatamente dal sesso; gli disse di cavarsi pantaloni e mutande e di accucciarsi gattoni; il ragazzo eseguì e Nicola si inginocchiò dietro di lui, abbassò la testa e andò a lambire con la lingua l’ano di Peppino.
“Vedete, in vagina si entra liberamente perché è la figa stessa che produce liquidi lubrificanti che consentono ad una verga anche grossa di entrare nel canale vaginale e riempirlo fino all’utero; ma il retto in genere è asciutto e non secerne abbastanza liquidi per fare entrare un sesso, specialmente se di dimensioni notevoli. Allora per possedere analmente qualcuno, bisogna lubrificare bene l’ano e abituarlo alla penetrazione. Naturalmente, Peppino è da tempo abituato a essere penetrato da me e il mio membro ormai gli entra facile. Ma una donna, specialmente se non l’ha mai fatto, deve essere ben preparata al coito anale.”
Istintivamente presi ad accarezzarmi le natiche e, una mano per una, le separai fino a portare alla luce il buchetto dell’ano; ci passai sopra il polpastrello del medio e sentii che vibrava e si contraeva di piacere; misi in bocca il dito e lo infilai nell’ano; entrò facilmente e superato lo sfintere dopo una leggera spinta, ebbi una sensazione di piacere mai provato prima quasi sentii la mazza di Nicola che premeva sull’ano e mi violentava lo sfintere allargando i tessuti dell’intestino.
Ma era solo la mia fantasia.
Peppino, intanto, aveva preso a muoversi sulla cappella di Nicola che stuzzicava il suo ano; a quel punto voleva essere penetrato e reclamava che il suo amico facesse il suo dovere fino in fondo.
Nicola lo afferrò per i fianchi e, in parte tirandolo, in parte spingendo il ventre, fece entrare il sesso tutto intero nel sedere del ragazzo che ebbe un flebile lamento quando la cappella passò lo sfintere, poi si adagiò con le natiche al ventre di Nicola e si lasciò sbattere dai colpi di bacino ritmici, prima più lenti e carezzevoli poi sempre più violenti ed aggressivi finché, con un urlo, Nicola strinse le natiche contro il suo ventre e sembrò scosso dall’elettricità mentre, evidentemente, scaricava il suo orgasmo nel retto del ragazzino.
Durante tutto quel coito anale, sentivo il culo che mi dava sensazioni bellissime, l’ano palpitava continuamente quasi a cercare qualcosa di più grosso e intanto continuavo a segarmi raggiungendo in pochi minuti orgasmo che mi stordì completamente.
Quando mi ripresi, la soffitta era vuota: i quattro erano come spariti nel nulla.
Raccolsi le mie cose, predisposi i cavi per la biancheria e tornai nel mio appartamento.
Il giorno dopo ritornai nel solarium per tendere nuovamente le corde e trovai Nicola che scendeva le scale
-Ciao Nicola mi potresti dare una mano a tendere le corde nel solarium? Ieri pomeriggio sono venuto a tenderle, ma mia moglie ha detto che sonno ancora lente.
Nel dire quella frase Nicola cambiò espressione come se avesse intuito qualcosa.
I giorni passavano ed io avevo sempre nella testa quella figura di maschio che si faceva fare un pompino da un ragazzetto.
La notte immaginavo di essere posseduto, trapanato, da diversi uomini tutti insieme.
quella scena di Nicola che inculava Peppino mi aveva totalmente cambiato, aveva tirato fuori tutto il mio lato femminile nascosto nel subconscio desideravo fortemente essere scopato.
Più i giorni passavano più il mio culetto dava segni di impazienza, mi prudeva fortemente provavo a metterci le dita, niente, pochi secondi e tutto ricominciava.
Un giorno passando davanti a un negozio di generi alimentari vidi dei cetrioli, subito mi venne in mente il cazzo di Nicola.
L’idea fu subito di comprane un paio.
La sera stessa con la scusa che faceva caldo, dissi a mia moglie che sarei salito nel solarium a prendere un po’ di fresco.
Raramente anzi, potrei dire mai, gli inquilini la sera salivano, così potevo in tutta tranquillità provare la sensazione di mettermi quel cetriolo nel culo e sentire cosa si provava
Appoggiato alla balaustra guardavo quel cetriolo fra le mie mani, quando una voce mi prese di soprassalto
Ciao, mi girai ed era Nicola.
- Bella serata e calda disse
- Già infatti ero venuto su per prendere un po’ di fresco cercando di nascondere il cetriolo.
- Che ci fai con quel cetriolo in mano fece Nicola.
- Niente risposi avevo fatto un po’ di spesa, prima di rientrare in casa sono salito su a ritirare i panni che mia moglie aveva steso, appoggiando il sacchetto non mi sono accorto che questo era caduto, così sono salito a riprenderlo.
- Bugiardo, disse Nicola oggi non c’era nessuna biancheria stesa.
- Sai l’altro giorno ti ho notato che sbirciavi dal finestrino mentre baciavo e facevo sesso Peppino.
A quelle parole non sapevo più cosa rispondere fui assalito da un emozione negativa giustificando il fatto che ero stato scoperto.
- E’ vero scusa sentivo delle voci e ho cominciato a sbirciare.
- L’hai detto a nessuno?
- Assolutamente no!
- Neanche e tua moglie
- No!
- Ti è piaciuta la scena ?
- Non so, non saprei descrivere, era a prima volta che assistevo a qualcosa del genere.
- E con quel cetriolo in mano cosa ci volevi fare? Dai dici la verità siamo fra uomini.
Rimasi in silenzio, ma era il mio silenzio che parlava.
Vuoi che te lo dica io cosa volevi provare? Volevi provare cosa si avvertiva ad avere un cazzo duro che ti vibra fra le mani e poi baciarlo succhiarlo.
Nicola si dimostrò un ragazzo molto scaltro, ma diceva la verità.
Guardandolo in faccia rimasi sempre in silenzio
Appoggiati alla balaustra non avevo fatto caso che Nicola si era tirato giù la cerniera dei pantaloni e tirato fuori il cazzo, poi girandosi verso di me, lo vuoi provare cosa si sente ad avere un cazzo vero ra le mani?
Quella visione mi misi a fissare quella verga già quasi in tiro, rimasi come folgorato non riuscivo a muovermi.
Nicola molto lentamente mi mise il suo cazzo in mano.
Io ero sempre come paralizzato.
Nicola si avvicinò accosto le sue labbra alle mie mi abbracciò, mi strinse e incollò la sua bocca alla mia.
Era la prima volta che baciavo un uomo:
Mi trovai quasi spaventato a sentire la sua lingua che forzava le mie labbra per insinuarsi nella mia bocca.
Piano piano cominciai a sciogliermi risposi al suo bacio aprii la bocca misi la mia lingua nella sua bocca e presi ad intrecciarla con la sua.
Mentre io combattevo la mia personale battaglia di lingue con la sua, il cazzo di Nicola cresceva nella mia mano mi prese le natiche con ambedue le mani e spinse il bacino fino a farmi sentire la sua asta grossa e dura premendola contro il mi stesso sesso
D’un tratto una delle mani di Nicola si spostò dal mio sedere e si insinuò tra i nostri corpi fino a toccarmi il cazzo
Oramai ero preda della sua libidine Ci si sdraiò per terra che le piastrelle erano ancora calde
La sua lingua accarezzava la pelle metodicamente, dall’interno coscia fino a sfiorarmi leggermente il cazzo provando un piacere immenso
Fu così che mi ritrovai proprio all’altezza della bocca il cazzo di Nicola era quello che la situazione imponeva, quello che lui si aspettava e quello che io ero determinato a fare.
Accostai la bocca, leccai un poco timidamente l’enorme cappella e piano piano la feci entrare in bocca.
La sensazione fu immensa e indescrivibile; tutti i terminali nervosi si agitarono e mandarono al cervello segnali di intenso e incontenibile piacere; la lingua si mosse quasi autonomamente a leccare i denti qualche volta graffiarono la pelle delicata della cappella di Nicola costretto a darmi suggerimenti per aprire al meglio la bocca, farlo entrare il più possibile in profondità e titillarlo con un gioco di muscoli delle guance e il palato.
Ad un certo punto, fu lui a spingere il bastone nella bocca con movimenti del bacino; lo assecondai al meglio aprendo al massimo la mandibola e sopportandolo nella gola fino ai conati di vomito.
“Ti piace un 69?”
Mi chiese; ed io non seppi cosa rispondere, ma istintivamente presi a leccare la verga che mi si ergeva davanti prepotente e, immediatamente dopo, la infilai di colpo in bocca facendola penetrare fino alla gola.
Nicola da parte sua, aveva ripreso a leccarmi il cazzo e lo faceva con sapiente metodicità: partiva de proseguiva il percorso fino ad infilarsi nell’ano.
Ogni passaggio era una frustata di piacere che mi percorreva la schiena e si schiantava nel cervello.
Le vampate di calore mi montavano ripetutamente; a quel punto lo volevo nel culo volevo che quel membro mi scavasse dentro, mi rompesse tutti gli argini e mi facesse godere come mai in vita mia.
Nicola mi prese per le caviglie e sollevò i miei piedi verso le sue anche; capii l’intenzione e lo abbracciai con i piedi sui fianchi, spingendo a colpi di reni il mio bacino verso il suo pene, Nicola si abbasso verso di me e ci si avvolse in un bacio strepitoso.
Poi preso quasi da una frenesia sessuale, cominciò a leccarmi l’ano sempre più velocemente a lubrificarlo con la saliva carezzarlo con più dita, due o tre, che infilava poi con decisione nello sfintere: in breve i muscoli dell’ano cedettero e le sue dita viaggiavano liberamente verso il mio intestino.
Capii a quel punto che l’intenzione era quella di penetrarmi nell’ano; godetti intimamente e l’attesa diventò una sorta di orgasmo continuo fino all’arrivo del sesso.
Mi sollevò le anche e appoggio le mie gambe sule sue spalle finché lo implorai di sfondarmi, di rompermi il sedere, di possedermi fino allo svenimento.
Si accostò col ventre alla mie natiche; sentii nettamente la sua mazza dura accostarsi all’ano e fare pressione.
“Quando comincio a spingere, tu sforzati come per andare di corpo; ci aiuterà.”
Accennai di si con la testa ed effettivamente, quando sentii la pressione dell’asta sullo sfintere, spinsi a mia volta come per defecare e sentii che la cappella passò di colpo con una fitta terribile; con la mano gli feci cenno di fermarsi; ma non uscì dal retto e, appena mi sentì più rilassato, riprese a spingere stavolta senza molto dolore.
Lo abbracciai lo tirai verso di me volevo sentire il suo corpo contro il mio per segnalare anche che volevo sentirlo tutto dentro, la mazza mi premeva dentro fino a quando il mio ano riuscii a risucchiarla dentro di me.
Nicola cominciò a pompare con calma e metodo; sentivo tutti i terminali nervosi dell’intestino sollecitati dal piacere del bastone che mi stuprava e ne gustavo il piacere infinito che mi trasmetteva al cervello.
Il mio ano era ormai aperto
Ci scambiammo un bacio, lungo, intenso, appassionato.
Il piacere era alle stelle, l’asta entrava ed usciva nel mio corpo con qualche fitta di dolore ma tanto, tanto godimento che si trasmetteva dall’ano e da lì al cervello procurandomi emozioni immense
D’un tratto, si accanì sul mio sfintere con particolare violenza, mi fece penetrare il membro fino allo stomaco e, con un suono gutturale che soffocava l’urlo compresso mi allagò l’intestino col suo sperma bollente.
Lo sentii spruzzare più volte ed ogni volta un orgasmo mi scosse con violenza dalle viscere fino al cervello.
Poi si abbatté su di me ansimando ed io strinsi le cosce intorno alla sua vita per non farlo uscire dalle mie viscere.
Restammo così abbracciati per un po’ di tempo; poi sentii che nel retto il membro perdeva consistenza, si afflosciava e tendeva a scivolare via.
Abbassai le gambe liberandolo dalla presa, mi sdraiai sotto di lui e lo spinsi leggermente di lato; si scavallò dal mio corpo e si sdraiò supino al mio fianco.
Sentivo che dall’intestino la colata di sborra che aveva versato tendeva ad uscire dall’ano con le mani ne presi un po’ per sentirne l’odore era buono
“Sai, penso che gli uomini a cui piace il cazzo non ha fatto sesso come lo hai fatto tu in due ore!”
Lo guardai meravigliato e contento.
Ci furono tanti altri rapporti con Nicola e nessuno al paese si è mai accorto di niente
Purtroppo il mio matrimonio fallì dopo cinque anni perché trasferito per lavoro all’estero
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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