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Gay & Bisex

Trekking con guida cafona e scontrosa.


di Curiosissimoboy
03.08.2019    |    18.106    |    20 9.1
"In men che non si dica ho schizzato emettendo un profondo sospiro..."
Ecco finalmente arrivata l’estate e, come di consueto da ormai tre anni, la mia ragazza ha organizzato una escursione di qualche giorno in montagna con altre due coppie di amici. Tutto pianificato nei minimi dettagli, maniacalmente: percorso cai, soste, luoghi e bellezze naturalistiche da visitare, punti esatti dove avremmo potuto accendere il fuoco, menu, guida che ci avrebbe accompagnato (con relativo curriculum), musica da ascoltare durante le pause del cammino. Più che un trekking sembrava l’organizzazione di un catering. Appuntamento alle 6:00 del mattino, ovviamente colazione già fatta per non perdere il quarto d’ora al bar e, tutti insieme appassionatamente, in viaggio verso il punto di inizio. Arrivati dopo due ore e mezza di viaggio, metà del quale tra strade tortuose. Parcheggiamo e scarichiamo le auto, severamente osservati da alcuni tizi, probabilmente i proprietari del locale presso cui avremmo lasciato le macchine in custodia. Ecco che uno dei due tizi si avvicina alla mia ragazza. Subito mi precipito verso loro, infastidito dall’incedere prepotente di quel ragazzo. Arrivato a circa un metro di distanza comprendo che è la guida con cui si era messa d’accordo nelle settimane precedenti. Anche se comprendevo la fatica di stare dietro alle richieste e alle pretese della mia ragazza, più che solidarietà maschile, quel giovane mi scatenava una forte antipatia, forse per la severità dello sguardo, forse per quell’accento pesantissimo, forse per quel sentirsi esperto e padrone della montagna. Fatte le debite presentazioni ci ha chiarito punti e termini dell’escursione, sia nel rapporto nei confronti della natura (che noi già conoscevamo da tre anni) sia nel rapporto di fiducia e obbedienza che avremmo dovuto avere nei suoi confronti in quanto guida e conoscitore dei luoghi.
Effettivamente era abbastanza esperto, conoscendone la storia, la topografia, la chimica e la fisica del suolo, la botanica e la zoologia. Nonostante tutto era piacevole ascoltarlo, anche se spesso ridacchiavamo tra noi per il suo intercalare.
Il primo giorno è stato abbastanza faticoso e, arrivati all’imbrunire, abbiamo aperto le tende nel luogo stabilito, acceso un fuocherello e mangiato i panini che avevamo portato con noi. Nonostante il cibo e il calore, cominciava anche l’abbassamento della temperatura, cui subito abbiamo ovviato infilandoci le felpe in pile. Lui no! Francesco, la guida, rimaneva con quella magliettina senza volersi coprire. La mia ragazza, sempre premurosa, gli ha passato una felpa pensando che se la fosse dimenticata, ricevendo però con ferma voce la risposta: «Non ho freddo», aggiungendo dopo qualche secondo un «Grazie». Lo guardavamo tutti e forse avremmo voluto fulminarlo. La cena prosegue, il buio cala e la luna piena ci illumina. Francesco, inaspettatamente, prende un' armonica a bocca e comincia a suonare. Sorpresi ridiamo e cominciamo a cantare. L’unica nota stonata era la sua magliettina mentre noi eravamo avvolti da felpe. Lo prendiamo in giro dicendogli di coprirsi, ma lui niente: continua a suonare riscaldandosi con quelle poche fiamme.
Non era un bel ragazzo, ma certamente aveva un fisico invidiabile e, mentre lo osservavo, il mio sguardo cade sui suoi capezzoli: erano turgidi, piccoli e, a seconda dei movimenti che faceva, sembrava volessero strappare la maglietta che pur non era per niente aderente. Non riuscivo a distogliere lo sguardo se non per qualche secondo, ritornando poi a gustare quello spettacolo. Cambiavo spesso postura e posizione perché i miei amici e la mia ragazza non si accorgessero di nulla. Mi sentivo eccitatissimo, volevo leccarglieli lì, davanti a tutti, la forza attrattiva di quel cafone erudito era troppa!
Arrivati alle 22:00 ci consiglia di andare a dormire perché l’indomani avremmo faticato. Entrati in tenda e sistematici, ero ancora eccitato e, baciando la mia ragazza, ho cominciato a strusciarmi. Lei però rifiutava sia per la stanchezza fisica sia per la situazione che non le garbava, esprimendo il suo disappunto ad alta voce.
Incazzato all’ennesima potenza esco dalla tenda: Francesco era ancora lì che sistemava tutto prima di spegnere il fuoco e, incrociati gli sguardi, mi sorride alzando le spalle: aveva sentito tutto. Allontanatomi un po’ lo tengo sotto visuale e comincio a masturbarbi, immaginando di leccargli quei capezzolini e poi tutto il petto…scendendo piano piano verso il suo membro. Pensavo tutto ciò e intanto lo osservavo mentre con i bicipiti in tensione spostava legna e pesi vari. In men che non si dica ho schizzato emettendo un profondo sospiro. Subito ho sentito la sua risatina ironica accompagnata da una melodia fischiettata e, senza cercare di incrociare lo sguardo con lui, sono rientrato in tenda.
L’indomani alle 6:00 ero già in piedi per avere il tempo di farmi una frugale doccia con l’acqua fredda in quella specie di rifugio accanto. Eccolo lì, Francesco, che mi aveva preceduto. Fiero, altero a petto nudo mentre si asciugava. Non riuscivo a dire alcunché. Ecco arrivare il suo «Buongiorno». «Buongiorno a te» rispondo sottovoce. Con la coda dell’occhio noto che ha il volto verso di me, nonostante non fossi più di fronte a lui. Mentre mi spoglio ecco che prontamente mi domanda con quell’accento pesante e fermo «Cosa mi guardavi ieri sera?». Mi giro verso di lui e lo trovo ad accarezzarsi i capezzoli con dito medio sinistro. Mi guardava fisso, virile ed ammaliante. In automatico sono andato verso di lui che, con la mano destra, mi prende dai capelli e mette la mia bocca sul suo petto gonfio.
Ingordamente ho cominciato a leccare tutto fregandomene dei peli che mi entravano in bocca. E mentre scavavo con la lingua in quella foresta ecco che mi dice con tono perentorio «Ti aspetta un’abbondante colazione». Annuisco e continuo a girare la lingua attorno a quelle mini rosee sculture. Sento la punta del suo arnese spingere contro il mio addome e contemporaneamente la sua mano che mi spinge in basso. Sembrava il copione che avevo vissuto mentalmente la sera precedente. Cosciente che il tempo era poco l’ho preso subito in gola senza i doverosi preliminari su cappella, bastone e testicoli.
Dai suoi sospiri traspariva anche il suo pesante accento che adesso non mi dava più fastidio, ma mi eccitava facendomi sentire desiderato, facendomi sentire suo. Era appena suonata la sveglia dall’interno di una tenda, il tempo era sempre meno. Lui spingeva sempre di più facendo colare saliva sul mio viso ed io, sempre più incosciente ed eccitato, gli stringevo i coglioni e lo prendevo sempre più profondamente cercando di domare i conati e il fastidio dei peli in gola. Ecco che i suoi versi cambiavano tono, profondità, durata, i suoi sputi si facevano più violenti accompagnati con schiaffi sul mio viso ed epiteti volgari e poi…il caldo latte svuotato nel mio esofago.
Ritiro la testa per ricevere della crema in bocca, assaporarla, roteando la lingua su quella cappellona rossa ed inzuppata. Non avevo preventivato, però, gli altri schizzi che avrei potuto ricevere. E così è stato: altri due copiosi schizzi tra viso e bocca. Accolgo le ultime gocce sulle labbra mentre bacio dolcemente il meato di quella ciliegia cremosa. Le sue dita delicatamente accarezzavano il mio volto per portare alla mia bocca aperta tutto lo sperma andato sul viso insieme alla saliva che a tratti continuava a far colare dalla sua bocca.
Ed ogni volta che ingoiavo sentivo e vedevo la sua soddisfazione: questo mi faceva godere mentalmente e fisicamente all’ennesima potenza e, non a caso, mi accorgevo degli slip inzuppati: ero esploso anch’io senza neanche toccarmi.
La zip di una tenda stava ormai aprendosi. «Adesso lavati, ma non bocca e denti. Quando torni bacia la tua ragazza con il mio sapore sulla lingua» mi ordina. Come ipnotizzato mi alzo e vado nel reparto doccia, mentre lui si sciacqua virilmente il pisello nel lavabo. Si ricompone e, in un tempismo perfetto come fatto apposta, entra tutto assonnato il cugino della mia ragazza: «Buongiorno».

Piaciuto????
Non so se raccontarvi anche dell’esperienza col suo amico operaio forestale ……. :) :*
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