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Gay & Bisex

La forza bruta e violenta... Ep.2


di Curiosissimoboy
18.07.2017    |    18.324    |    6 9.5
"Ci salutiamo con un bacio che torna a farlo indurire…..."
…(Segue dal racconto precedente)…
Da lì a qualche giorno sarei partito per le vacanze con la ragazza e con gli amici, cerco di non pensarci più e di godermi al meglio i giorni di ferie. Però inevitabilmente, quando ero a scopare con la mia ragazza, mi si stampava davanti agli occhi la sua immagine. Un giorno, in particolare, un amico - facendo finta di minacciarmi per derubarmi - mi ha preso da dietro stringendomi le spalle con forza e appoggiandosi completamente a me: il mio ricordo è volato immediatamente a quell’uomo, quando era in me con forza tenendomi da dietro. Sono rimasto così turbato dallo scherzo che la sera ho scopato la mia ragazza con una foga e una forza quasi pari a quella che avevo subito qualche giorno prima, provocando urla e gemiti di piacere che la mattina dopo sono stati oggetto di ironia da parte dei compagni di viaggio.
Rientrato in città, ho voluto fare altri due incontri con ragazzi diversi nella speranza di poter superare quella empasse. Uno dei due, conosciuto tempo prima ma con cui avevamo soltanto cenato insieme e dialogato a lungo, è stato davvero fantastico, dolce e coinvolgente. Ormai avevo superato il trauma e avevo dimenticato lo stupratore!
Un giorno, però, entrato nel sito, me lo ritrovo lì, con la foto in bella vista: sdraiato in spiaggia con occhiali da sole. In automatico la mia mano ci clicca aprendo il profilo. Buon senso avrebbe richiesto che io me ne fregassi di lui, invece, come un automa, gli ho scritto il classico “Ciao N.(nome)”. Dopo le prime battute, dietro sua insistenza, gli ho rivelato chi fossi. Tremavo nel pensare cosa avrebbe potuto rispondere: da una grassa risata, a un insulto volgare, all’interruzione della conversazione. Invece no, mi sorprende come al solito: manda dei messaggi dolci e attenti, dicendo di avermi cercato in ogni dove ma senza risultati e che aveva perso il mio numero. Ho voluto credergli e ho accettato un suo invito. Solito posto ma orario diverso: mi ha invitato di sera. Arriva, scende dall’auto e mi saluta come se nulla fosse, come due amici che si incontrano nella normalità di una situazione. Arrivati a casa sua, dopo il consueto bicchiere d’acqua, mi stringe tra le sue braccia e dopo aver avvolto il mio corpo comincia dolcemente a baciarmi. Tutt’ad un tratto si ferma per dirmi che notava un “non so che” che inibiva il mio godimento. Guarda dritto nei miei occhi, pochi istanti di silenzio e abbasso lo sguardo e il viso. Risolleva il mio volto con le dita piegate sotto il mento e si accorge degli occhi lucidi. Mi fa cenno di parlare con l’espressione di chi sa già tutto: con difficoltà ed impappinandomi gli esprimo tutto il disagio della volta precedente. Girantosi di lato ed espirando profondamene, torna poi a guardarmi fisso dicendomi: “scusa”. Come uno stupido, le lacrime cominciano a scendermi da sole e lui, con la dolcezza iniziale che mi aveva fatto sciogliere, le raccoglie con dolci baci continuando a sussurrare le sue scuse e dolci parole. Poi si ferma un attimo, pochi istanti in cui mi fa un discorso sull’importanza di farmi rispettare e sul mio valore che non è minore di alcuno.
Ormai godo anche soltanto sentendomi stretto a lui, tra le sue braccia possenti e il suo petto virile. Ci baciamo e lecchiamo per ore, incuranti delle lancette che girano. Il suo bastone diventa il mio lecca lecca col quale gioco gustandolo come più posso: solletico il glande con la punta della lingua, giro tutt’intorno la sua cappella, lo bacio, salgo e scendo con la lingua, lo bacio nella sua lunghezza, lo infilo in bocca, in gola, lui spinge e quando non ce la faccio più è lui stesso a tirarlo fuori. Per riprendere fiato scendo tra le sue palle e gliele prendo in bocca aspirandole dolcemente e giocandoci con i movimenti della lingua e delle labbra, aiutandomi con le mani in una leggera torsione e trazione. Gode da matti, soprattutto quando, a bocca piena, incrocio il suo sguardo; ed io godo insieme a lui, cosciente di essere la causa dei sui gemiti: è questo che mi fa godere, il sapere che lui sta godendo per me! Mi mette davanti a lui, mi guarda fisso accarezzandomi il viso dicendo che impazziva per la mia dolcezza e per la mia espressione che racchiudeva in sé enorme delicatezza, brama di lui, sottomissione e…(dopo qualche secondo di silenzio) troiaggine. L’ultima parola mi ha turbato, ma neanche il tempo di far trasparire la mia emozione che subito aggiunge: «sei la mia troia, solo mia».
Mi stringe forte, mi bacia cercando di andare ancora più in profondità e con le mani che ormai conoscevano ogni centimetro del mio corpo, mi spinge il bacino verso dietro piegandomi sul letto e infilandomi nuovamente il cazzo in bocca mentre, percorrendo con la lingua la mia schiena dal collo in giù, si distende su di me: comincia a leccarmi il culo trapanandomi il buchino con la carnosa lingua. Muove il mento per sfregare la barbetta e comincia a mugugnare piccoli gemiti le cui vibrazioni mi danno ulteriore godimento anale. Non so per quanto tempo continua a farlo, ma ad un certo punto tra gemiti estremi di piacere, gli urlo di fermarsi ché stavo per venire. Fermatosi sorridente, prende l’occorrente e, tutto lubrificato, entra finalmente in me, non senza fatica.
Lo imploro di uscire per il dolore, il bruciore e per una sensazione strana che prendeva il mio intestino. Cerca di convincermi che è normale, ma dietro il mio gemere e il disagio esce, e, con un enorme sorriso, mi dimostra che non c’è alcuna urgenza fisiologica in me. Continuiamo ancora più vogliosi. È dentro di me e mi sbatte frontalmente mentre alterniamo sguardi profondi a baci appassionati con le lingue che si perdono in noi. Le sue mani che sostengono la mia schiena continuandosi a muovere fino a che non si fermano tenendomi con una presa forte e decisa. Mentre mi bacia il collo dicendomi di non urlare troppo forte dal piacere a causa dei vicini, mi sussurra alle orecchie che voleva venirmi dentro, riempirmi di lui. Un senso enorme di piacere mi ha invaso ma con voce dimessa ho dovuto rispondergli di no. Continuiamo in quel vortice di passione lasciandoci andare a morsi delicati e all’abbondanza di saliva delle nostre lingue che andavano ovunque la posizione lo consentisse. La sua richiesta è ripetuta e si fa più insistente, ma il mio rifiuto sussurrato a denti stretti è identico. Si solleva leggermente su di me dicendomi che voleva farlo, pregandomi con quegli occhi dolcissimi e rassicurandomi della sua sanità. Lo guardo, estasiato dal suo godere dentro di me: i nostri sguardi fissi, le sue braccia forzute che mi sollevano appoggiandomi ai cuscini messi lì accanto e… il mio confuso ritardo nel rispondergli gli permettono di dare due colpi duri, decisi e profondi e mentre si piega su di me soffoca il suo urlo di piacere appoggiandosi al mio collo.
Godiamo e continuiamo a baciarci ma… si accorge del mio tremare. Mi stringe forte, mi guarda fisso e, sorridendo, mi rassicura. Allunga poi la mano nel cassetto del comodino mostrandomi la tessera da donatore di sangue. Mi abbraccia e continua a baciarmi con delicatezza alternando a pause in cui mi guarda e mi accarezza il viso. Mi godo quei momenti estasiato. Ma la stanchezza classica del guerriero che ha lottato, lo porta a doversi riposare buttandosi stremato sul letto a pancia in su. È lì che comincio a farlo rilassare con baci e carezze alternati con un metodo tutto mio. Lui soddisfatto e felice si addormenta. Sono momenti stupendi che mi riempiono di soddisfazione com’è pieno il mio culetto che vado a svuotare in bagno approfittando del sonno del mio amante. Non riesco a svuotarmi…da ciò capisco che i suoi gettiti sono arrivati davvero in profondità. Wow! Ulteriore goduria mentale!
Mentre mi rimetto a letto si risveglia, sorpreso di essersi addormentato subito e facendomi capire che era una cosa più unica che rara il rilassarsi a tal punto con un ragazzo accanto. Mi accarezza e mi stringe nuovamente a sé. È l’una passata, facciamo una doccia alternandoci nel piccolo box. I sorrisi e i complimenti l’un l’altro si sprecano. Saliamo in auto e mi riaccompagna a casa, sfiorandomi spesso la mano mentre la sua era appoggiata sul cambio. Ci salutiamo con un bacio che torna a farlo indurire….ma è troppo tardi. Promettiamo di rivederci ed ognuno torna a casa propria….
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