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La mia lei e la mia perversione a casa dei suoi…. (Ep. II)


di Curiosissimoboy
14.02.2018    |    21.798    |    11 9.3
"Tremavo per quanto stavo godendo; lui se ne accorge e mi abbraccia baciandomi..."
Mentre siamo a pranzo il campanello comincia a suonare all’impazzata, mio suocero ed io ci alziamo incuriositi e un po’ preoccupati: è Roberto, il figlio. Abbracci e lacrime lo accolgono in un clima che, da serioso, è diventato sinceramente emozionato.
Roberto è stato mio compagno i primi due anni delle superiori, adesso è un ragazzone, un militare che gira per l’Italia e per il mondo. Mary aggiunge subito un posto a tavola tra i due genitori, proprio di fronte a me. Ha un sorriso smagliante che risalta su quella barbetta nerissima di circa quattro giorni. Il pranzo va come doveva andare, tra mille domande e racconti. Ci alziamo da tavola che sono le 14:00, giusto per permettere a Roberto di riposare. Ma dove avrebbe alloggiato se ero io in camera sua? Prima che finissi questo pensiero, mio suocero toglie il dubbio chiedendo a me e al figlio di estrarre la brandina da sotto il mio letto: avremmo dormito nella stessa cameretta. Lo lascio da solo a riposare mentre, seduto comodamente sul divano, sentivo gli altri tre che in cucina parlavano su come organizzarsi, cosa cucinare e come coccolarlo in quei giorni e la lista dei prodotti che di lì a poco sarebbero andati a comprare.
Il mio pensiero è uno solo: «proprio adesso che c’era stata una svolta, che avevo trovato un diversivo alla noia, arriva sto rompicoglioni a guastare tutto!». Mi appisolo con questo cruccio e con le loro voci in sottofondo. Mi risveglio col solito aroma di caffè: è mio cognato che si è svegliato. Faccio un cenno con la voce e lui: «ti alzi o te lo porto là il caffè?». Per non sembrare scostumato mi alzo per andare; metto le infradito,mi giro e lo vedo lì, in boxer, capelli arruffati, occhi stanchi e petto villoso. Nella sua mascolinità è dolcissimo con quella espressione e non posso trattenermi dal guardarlo con compiacimento.
Parlottiamo un po’, ma mi viene da sorridere. Accortosi della mia espressione e chiedendomene il motivo me ne esco dicendo: «ma tu ti depili?»». Lui scoppia a ridere accarezzandosi il petto e rispondendo: «non mi pare». Per non sembrare stupidotto gli spiego la mia domanda facendogli notare che ha il perimetro della peluria molto definito. Lui non comprende e, per meglio spiegarmi, col dorso dell’indice percorro il contorno a cui mi riferivo. Come ipnotizzato lo faccio con estrema lentezza sentendo il petto muoversi per la respirazione che si stava facendo più profonda. Sento l’istinto di avvicinarmi di più, ma ormai avevo terminato la delimitazione. Il mio occhio va sui suoi capezzoli notando che anche lì si verifica la stessa cosa: non perdo l’occasione e passo anche lì intorno il mio dito suscitando l’inturgidimento e un sospiro di eccitazione. Sorridiamo entrambi e mentre sto per ritirare la mano mi sento sussurrare: «continua, eccitiamoci e seghiamoci come quando eravamo ragazzini». Con naturalezza tolgo la maglietta e continuo ad accarezzarlo guardandolo negli occhioni neri mentre lui intreccia una mano con la mia e con l’altra mi accarezza il viso. Con spontaneità mi abbasso per leccargli i capezzoli: lentamente alterno baci e lingua, dolcemente …e poi con sempre più voracità. Gode, mi alza la testa e ci baciamo, mi stringe mentre continua a percorrere con la mano tutto ciò che può del mio corpo, come a volerlo avere per sé. Sento i suoi peli che accarezzano il mio petto sollecitando, adesso, anche i miei di capezzoli.
Lo voglio! Voglio quel maschione inebriato dal piacere che io stesso stavo donandogli: la passione cresce, la presa delle nostre mani si fa più forte e volitiva, le leccate più vigorose, come a voler strappare la pelle. Gli tiro i capelli verso dietro e gli lecco il collo stando attendo a non lasciare segni e, tutto d’un tratto mi abbasso in ginocchio per riempirmi la bocca del suo membro. Goduria indescrivibile! Comincio a stringerlo, accarezzarlo, baciarlo in tutta la sua possente lunghezza, lo lecco come un gelato aspettando la sua panna e, cosa inaspettata… comincia a far colare della saliva dalla sua bocca fino al suo cazzo. Accolgo i suoi sputi in bocca e sul viso come se fossero premi ansimati. Lecco e ingoio tutta la saliva assaporando la rosea cappella che ciuccio e mando fino in gola, poi lo esco e ricicuccio: sono al settimo cielo. Ogni tanto mi affogo sia per la mia ingordigia che lo vuole in bocca, sia per qualche pelo ispido che solletica la gola. Giusto pochi istanti di pausa e mi rimetto a pompare quello scettro amabilmente usato da quel pezzo di maschio! Mi tira dai capelli e mi bacia, a lungo, profondamente, mi schiaffeggia il culo e il viso, ma poi mi stringe affettuosamente: ormai sono alla sua mercé.
Mi sussurra che adesso dopo il caffè mi darà la panna. Mi fermo voglioso di volermi dissetare della sua crema ma esprimendogli con voce languida la mia preoccupazione per possibili infezioni che un ragazzo figo e spensierato come lui potrebbe aver contratto scopando in lungo e in largo. Non mi fa finire di esprimermi che mi rassicura dicendo che loro (militari) fanno controlli periodici e che se avesse avuto comportamenti a rischio non avrebbe mai messo a repentaglio la vita della sorella, mia fidanzata.
Non resisto: mi abbasso e con una ingordigia famelica e smaniosa gli lecco le palle, gliele ciuccio giocandoci con le mani, stringendole e accarezzandole e mettendo in gola tutto il suo membro: io spingo verso lui e lui verso me. Non mi affogo più, respiro col naso grazie al suo consiglio, lo tocco ovunque, esigo la sborra quasi piango come un bimbo che non viene accontentato, ma lui mi tira dai capelli mi guarda, mi sputa allontanando il cazzo da me, lo punta verso il mio viso….ed ecco inondarmi la faccia di crema. Abilmente la passa in bocca con la mano che prima usava per trattenermi dai capelli, poi ancora schizzi, adesso direttamente in bocca.
Sento che stavo per esplodere anch’io, mi sfioro leggermente e faccio appena in tempo a raccogliere la mia sborra nella mano e mettermela in bocca insieme alla sua. Tengo tutto un po’ in bocca dietro l’ordine di Robi che, abbassatosi, mi bacia, aspira della crema e me la sputa violentemente sul viso!!!!!! Raccogliendola poi con la lingua infuocata, me la ripassa in bocca per ingoiare tutto. Tremavo per quanto stavo godendo; lui se ne accorge e mi abbraccia baciandomi. Ero suo.
Da lontano vediamo l’auto del padre imboccare la stradina, in fretta si riveste mentre io mi ficco sotto la doccia ma, prima di alzare il miscelatore, sento già dell’acqua calda sulle mie gambe. Lì per lì non capisco, ma sentendomi prendere dai fianchi comprendo che Robi mi sta pisciando addosso: mi abbasso dirigendo il suo membro sul mio viso e sul mio petto. Mai avrei pensato che sarei potuto diventare così troia. Mi guarda soddisfatto e mi bacia ancora e poi, allontanandomi e spingendomi sotto la doccia mi dice: «ora lavati bene con acqua, stanno per entrare».

Succederà altro?????? :*
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