Racconti Erotici > Gay & Bisex > La mia lei e la mia perversione a casa dei suoi…. (Ep. III)
Gay & Bisex

La mia lei e la mia perversione a casa dei suoi…. (Ep. III)


di Curiosissimoboy
01.03.2018    |    17.181    |    10 9.0
"È evidente ed ovvia la sua stanchezza, perciò non continuo con massaggi erotici e provocanti..."
Effettivamente si, è successo altro…
Quella stessa giornata è trascorsa tranquilla, cercando di evitare sguardi complici e tendenziosi; soltanto mentre eravamo a tavola c’è stata qualche lieve strusciatina con le gambe. La sera invece, dopo aver sparecchiato, mentre gli altri erano fuori, Robi ed io ci sediamo al tavolo dialogando come vecchi amici, con le gambe che si toccavano e si spingevano: non potevamo parlare esplicitamente, ci avrebbero sentiti. Sorseggiavamo la grappa della sera precedente in piccoli bicchierini di vetro che ci scambiavamo ogni volta che li riempivamo di nuovo, leccando il bordo prima di gustare il contenuto: era il nostro modo di provocarci mentre eravamo separati dagli altri da una semplice parete. Tutt’ad un tratto Robi viene chiamato da suo padre; mentre si alza esco la lingua e mimo una leccata con sguardo famelico e provocatorio, lui sorride ma… non mi accorgo che dietro di lui c’è già mio suocero. Robi fa finta di niente ed esce, ma il padre no, mi guarda serio senza una chiara espressione emozionale sul volto; in quei pochi attimi per togliermi dall’imbarazzo e per cercare di correggere la situazione chiamo Mari per farci una passeggiata noi due da soli. Lei parlava, ma io ovviamente, ansioso, pensavo a quanto accaduto; l’unica cosa che ho sentito, poiché ripetuta due volte anche sottoforma di proposta, era che il giorno dopo sarebbero andati a trovare la prozia materna. La serata è andata per le lunghe e quando andiamo a dormire, sotto le lenzuola, stanchi e seminudi, confido sottovoce la mia paura e la mia ansia a Robi, che mi accarezza sorridendomi, mi bacia e mi dice di stare tranquillo che il padre non aveva capito nulla. Stingo forte la sua mano, senza poter fare altro per la porta aperta che, ovviamente, non mi azzardavo neppure a chiudere.
La sveglia è al mattino presto proprio per andare dalla prozia. Lui si alza appena sente lo squillo, scuotendomi per farmi alzare, ma diniego l’invito e continuo a dormire. Dopo un po’di tempo che non so quantificare, sento ancora rumore nella mia camera, un respiro strano, ma il sonno è così tanto che non voglio girarmi. All’improvviso un urlo chiaramente orgasmico e un fiume di sborra sulla mia schiena nuda. Spalanco gli occhi e vado per girarmi inarcando la schiena e con molteplici emozioni in testa: il piacere degli schizzi sulla pelle, l’orgoglio di aver fatto eccitare Robi senza neanche averlo provocato e la paura che tutti lo sentissero.
Rimango impietrito: era mio suocero!!!!! Non riesco a dire una sola parola, lo guardo senza capire se era accaduto davvero o se fosse un sogno dettato dall’ansia della sera prima. Sento fluire tutto lo sperma sulla pelle, dal centro della schiena verso i bordi, è tanto. Lui si accorge che stava per cadere sul lenzuolo, lo raccoglie con la mano sinistra e lo spalma su capelli e soprattutto viso, insistendo sulla bocca semiaperta: «questa è la tua colazione» mi dice con tono orgoglioso e punitivo. Dà l’ultima sgrullata al pisello ed esce tutto nudo dalla camera.
Sono eccitatissimo e non so perché; mio suocero mi ha ricoperto di sborra ma invece di sentirmi pieno di ribrezzo sono su di giri: comincio a leccare e gustare ad occhi chiusi quella calda crema, raccogliendone quanta più possibile anche dalla schiena, non lasciando perdere alcuna una goccia dalle dita. Mi alzo per andare in bagno a specchiarmi per cercare gli ultimi rimasugli tra i capelli e con quelli lubrificare il buchino che già pulsava dal piacere. Lo inumidisco accarezzandolo ed infilo tutto il dito medio, l’eccitazione cresce e senza fatica inserisco anche il secondo e poi il terzo. Piegato sul lavandino, il freddo della ceramica a contatto con la pelle e coi capezzolini già turgidi dà una ulteriore sensazione di piacere. Comincio a segarmi fino a quando con tre dita in culo, e il piede appoggiato sul bidè, esplodo sul mobiletto. Lecco famelicamente tutta la sborra immaginando sia la sua. Mi riguardo allo specchio compiaciuto di cotanta maialaggine.
Dopo la doccia, in cui cerco di lavarmi anche internamente, mi dirigo nudo in cucina: c’è lui ad aspettarmi, con gli ultimi bocconi di una brioche e la tazzina del caffè già vuota; mi guarda e severamente mi dice: «non pensare che sia sazio!». Con voce dimessa gli rispondo: «non lo penso e non lo voglio!». Si alza e con quel fisico possente si dirige verso di me. Mi stringe i capelli tra le mani e mi spinge indietro contro il frigorifero cominciando a baciarmi, facendomi sentire tutta la sua forza e col suo pelo ispido che preme sul mio petto liscio sembra stia accarezzando la mia pelle. Voglio tutto quel maschio dentro di me: la sua lingua carnosa e lunga mi ravana la gola con maestria mentre mi abbandono totalmente al suo fare: voglio che mi faccia suo, è una estasi di piacere erotico.
Si distacca un attimo, intinge il pisello nel barattolo della marmellata, mi prende di peso, lo abbraccio e stringo le mie gambe attorno alla sua vita, mi appoggia la schiena al muro ed in questa posizione super virile comincia a farmi scivolare sul suo palo; continuiamo a baciarci vigorosamente e lo stringo ancora più forte mentre mi penetra sentendomi come squarciare: il dolore era niente rispetto al desiderio di essere suo. Urlo dal piacere dicendogli che lo volevo tutto dentro. La posizione non lo permette quindi senza uscire da me si dirige verso il tavolo e mi adagia con la schiena, comincia a leccarmi il petto e passare le sue mani su tutto il corpo, quasi a volermi togliere la pelle. Afferra con la mano destra il miele e me lo spalma addosso rileccando tutto voracemente… era un dejà vu…(Ep.I).
All’ improvviso si distacca, passa dall’altra parte del tavolo, mi fa spostare verso di lui fin quando la testa è tutta indietro oltre il bordo e mi infila il suo cazzone in bocca: in un attimo arriva in gola e me lo gusto tutto respirando col naso come suo figlio mi aveva insegnato e odorando le sue palle adagiate sul mio viso. Proprio quando ho un conato troppo forte lo tira fuori e accorda la mia richiesta di avere le sue palle in bocca: le succhio avidamente alternando con dolci leccate. Tutt’ad un tratto, senza pensarci troppo e preso dalla foga del momento, comincio a torcerle delicatamente e tirarle verso di me, provocando inaspettatamente un forte gemito di piacere; capisco quindi che posso essere più forte e sfacciato nel dargli piacere. Anche i suoi modi diventano più decisi, mentre mi tocca e mi stringe il corpo tra le sue possenti mani e dando qualche forte pacca qua e là. In breve tempo torna davanti girandomi a pecorina e affondando la sua lingua nel mio ano mentre urlo dal piacere ampliato dai vigorosi schiaffi sul culo. Mi penetra ancora senza pietà, di botto, e gridando dal doloroso piacere gli chiedo, mugolando tra i gemiti, di girarmi e scoparmi frontalmente. Non si fa pregare: mi rotea con maestria e leggerezza, e mi ripenetra. Possiamo guardarci mentre godiamo, posso bearmi di quel maschio impostato che ho sempre considerato come uno stronzo arrogante e troppo severo e che adesso, usufruendo di me, mi sta facendo suo senza ritegno. È un piacere mentale senza precedenti. Si abbassa per baciarmi e mordicchiarmi mentre il suo pelo mi accarezza il petto: è quel pelo pungente, ma che in quel momento sentivo come seta sulla pelle, che aumenta il viscerale desiderio di essere a lui sottomesso. La passione cresce sempre più, mi tira i capelli come per fare più presa, urlo, mi schiaffeggia e mentre lo fa ho un ulteriore spasmo al buchino del culo che si allarga ancora: lui se ne accorge e diventa ancora più focoso e agli schiaffi si uniscono gli sputi che poi raccoglie con la lingua per passarmeli in bocca con dolci e appassionati baci. I colpi si fanno sempre più profondi, decisi e rallentati fino ad esplodere tra ululati di piacere. Come delle carezze interne che arrivano nel più profondo del mio essere, sento il suo seme inondare le mie viscere. E, accasciatosi su di me stanco, il suo sudore mi gronda addosso, il suo respiro pesante sembra massaggiarmi e le mie braccia lo stringono come a voler trattenere per sempre quel fermo immagine. Mi sentivo realizzato.
Rimaniamo in quella posizione per un tempo prolungato, il suo membro molto lentamente si ritira dal mio interno ma lui rimane appoggiato a me, tra le mie cosce, dicendomi all’orecchio che voleva sentire la sborra colare dal mio buchino fino alle sue gambe: e così è stato nel giro di pochi minuti. Accertatosi che fosse pulita, la raccoglie e me la spalma nuovamente sul viso e sulla bocca; in quel momento senza neanche toccarmi, comincio a schizzare anche io. Lui ride compiaciuto, la raccoglie e aggiunge la mia sborra alla sua già spalmata. Ormai è chiaro: è lui il mio più alto, intenso ed emozionante godimento.
Facciamo la doccia insieme lavandoci l’un l’altro delicatamente. È evidente ed ovvia la sua stanchezza, perciò non continuo con massaggi erotici e provocanti. Ci asciughiamo, vestiamo ed usciamo per comprare il giornale e altre piccole cosette.
Rientrati in casa…

Cos’è successo dopo…..? :) :*
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La mia lei e la mia perversione a casa dei suoi…. (Ep. III):

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni