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Gay & Bisex

Un colloquio di lavoro - Parte 2


di AlexBsxPass
01.03.2020    |    1.916    |    4 9.4
"Mentre ero pronto a ricevere l’assalto del suo enorme uccello, lo vidi prendere due delle sue cravatte e legarmi i polsi alle caviglie, bloccandomi così in..."
I giorni successivi furono molto intensi, dedicati ad imparare tutte le mansioni che avrei dovuto svolgere per il mio nuovo capo. Danny, così si chiamava, era davvero molto esigente. Il giorno lo passavo ad imparare tutte le nozioni che mi sarebbero poi state utili per supportarlo nel suo lavoro quotidiano, e la sera la passavo ad imparare a soddisfarlo sessualmente in ogni modo. E come era esigente e determinato sul lavoro, così era a letto: ogni giorno mi inculava con passione e intensità, ed ogni giorno il mio culo lo accoglieva con maggior godimento reciproco. Un toro nero che quando usava il mio culo lo faceva senza nessun riguardo nei miei confronti: prendeva quello che voleva, come voleva e quando voleva, tanto che se durante il lavoro il rapporto era tra datore di lavoro e dipendente, a letto diventava tra padrone e oggetto del suo piacere.

Ma anche Kevin faceva la sua parte durante il periodo di addestramento, più che altro tenendo allenato il mio culo quando il capo per qualche motivo di lavoro era impegnato fuori città. Ogni volta che Danny doveva viaggiare per lavoro, Kevin sembrava ben felice di prenderne il posto, tant’è che ogni volta che tornava alla villa dopo averlo accompagnato all’aeroporto, la prima cosa che faceva era montarmi sul divano dove avevamo fatto il colloquio di assunzione. Alla fine avevo ormai imparato i tempi, per cui mi facevo trovare pronto, nudo e con il culo spalancato pronto a farmi sfondare da lui, che appena varcata la soglia della villa si spogliava e si presentava con il cazzo già di marmo nell’ampio salotto, impalandomi senza tanti complimenti. Per di più avevo ormai acquisito l’assoluta certezza che Kevin ci spiasse mentre Danny addestrava il mio culo e la mia bocca a soddisfare ogni sua voglia, perché Kevin non faceva mai nulla che Danny non avesse già fatto. Per esempio, Kevin mi fece cavalcare il suo cazzo solo dopo che Danny mi aveva per la prima volta impalato a smorzacandela col suo splendido totem di carne. Un giorno, mentre Danny mi sbatteva con la consueta foga, notai la presenza delle telecamere di sicurezza, che certamente durante il giorno dovevano essere adibite a sorvegliare ben altro. Tant’è che quando Danny raggiunse uno dei suoi animaleschi orgasmi inondami il viso di sperma, io sorrisi verso la telecamera strizzando l’occhio, con il nettare bollente che mi colava sulle guance. Quella sera Kevin infranse le regole aziendali, e non aspettò un viaggio del capo, venendo a casa mia per scoparmi a lungo e con passione: evidentemente pativa la competizione con Danny, ma la mia voglia di cazzo gli fece capire che poteva stare tranquillo. Avrei sempre trovato il tempo di soddisfare anche le sue voglie.

Un giorno però Danny mi annunciò che avrei dovuto andare con lui nel successivo viaggio di lavoro: ero quindi pronto ad affrontare il lavoro fuori della villa. Da una parte ne fui felice, ma dall’altra notai Kevin abbastanza giù di tono. Gli sussurrai all’orecchio che, una volta tornato da quel viaggio, sarebbe dovuto venire da me a sfondarmi il culo come piaceva a lui. Il suo viso si illuminò, e il buonumore non andò via nemmeno quando ci accompagnò all’aeroporto. “Appena torni di distruggo il culo, troia…” mi sussurrò consegnandomi il trolley prima di risalire in auto e tornare alla villa. “Che ti ha detto?” chiese sornione Danny “Niente…. Mi augurava buon viaggio” dissi con un sorriso. “Farò finta di crederci”, rise lui.

Arrivammo in hotel subito prima di cena. Giusto il tempo di una doccia veloce e poi scendemmo nella hall per incontrare un potenziale cliente per cena. Ci raggiunse un uomo sulla cinquantina, brizzolato, dal fisico tonico e dai modi affabili, accompagnato da quella che doveva essere la sua segretaria, ma che più che altro sembrava una modella, alta, bionda, con due gambe mozzafiato ed un viso da bambola. L’uomo si presentò semplicemente ed amichevolmente col suo nome di battesimo, Marco, senza aggiungere inutili fronzoli. La cena scivolò via piacevole, con Danny e Marco che parlavano di affari come si parlerebbe dell’ultimo film uscito al cinema, come due vecchi amici. La bionda non proferì parola, restando seria ed imperturbabile tutta la sera, senza praticamente aprire bocca. “Di sicuro Marco stanotte non le aprirà solo la bocca” mi ritrovai a pensare alla fine della cena. Dopo il caffè ed un amaro per suggellare gli accordi, i due uomini si salutarono con una stretta di mano, e noi tornammo verso le nostre stanze. “Vieni con me” disse secco Kevin, eccitandomi soltanto con quell’ordine che faceva presagire che quella sera anche il mio capo avrebbe aperto bocca e culo della propria segretaria. Lo seguii docilmente nella sua stanza, iniziando a spogliarmi una volta dentro eseguendo il suo ennesimo ordine. “Davvero una gran fica la segretaria di Marco, vero?” disse lui mentre finiva di togliersi gli slip, mostrando il suo cazzo già in piena erezione. “Splendida” dissi io laconico “E’ per lei che ti è venuto così duro?” aggiunsi con un sorriso. “Non essere stupido” disse lui mentre mi prendeva per un braccio facendomi sedere sul bordo del letto e mettendosi davanti a me. “Le conosco quelle così: stai sicuro che non è abbastanza troia per me” aggiunse infilandomi senza tanti complimenti il cazzo durissimo fra le labbra, e iniziandomi a scoparmi la bocca tenendomi ben ferma la testa con le mani.

La mia bocca si riempì in poco tempo di saliva, bagnando quello splendido arnese che ad ogni affondo diventava lucido e viscido. In poco tempo il suo cazzo era durissimo, fradicio di saliva, e pronto per la monta. Danny mi fece alzare e mi fece mettere a pecora sul letto, col culo pronto a ricevere la sua razione di cazzo. Mentre ero pronto a ricevere l’assalto del suo enorme uccello, lo vidi prendere due delle sue cravatte e legarmi i polsi alle caviglie, bloccandomi così in quella posizione, con il viso premuto contro il lenzuolo e il culo a sua completa disposizione. Si mise dietro di me iniziando a massaggiarmi con forza i glutei, spalancandoli per mettere bene in mostra il buchetto che non aspettava altro che la sua razione di cazzo. Mi diede con entrambe le mani due forti schiaffi sul culo, afferrandolo poi con forza e puntando la cappella contro il buco, iniziando a spingere con vigore dentro di me il suo cazzo. Il suo cazzo entrò dentro di me inesorabile ed inarrestabile, e, nonostante il lungo apprendistato, mi lasciò senza fiato.

Iniziò a scoparmi con colpi profondi e potenti, scuotendo il mio corpo ad ogni spinta: Danny, più pesante e muscoloso di me, mi spingeva legato com’ero contro il letto, affondando ogni centimetro nel mio culo che lo accoglieva remissivo, dandomi come sempre brividi di piacere straordinari. Dopo alcune spinte, sentii bussare alla porta che dava sulla stanza accanto. Eppure non avevo ancora iniziato a gridare di piacere come facevo di solito quando Danny mi inculava… non avevamo fatto poi molto rumore… Danny non sembrò scomporsi, e mi sfilò dal culo il suo uccello, andando completamente nudo ad aprire, senza nemmeno chiedere chi fosse.

Danny aprì la porta, e sulla soglia vidi comparire Marco, completamente nudo e con il cazzo in tiro che ballonzolava tra le sue gambe mentre entrava nella stanza deciso. “Accidenti Danny…” esclamò entrando “Questa sì che è vera dedizione all’azienda!”. Allungò una mano ed iniziò a massaggiarmi i glutei, saggiandone la consistenza e dando un’occhiata al buchetto aperto che lo invitava all’azione. “Quella stronza sarà anche bellissima, ma ora è nella sua stanza che dorme… e di scopare non se ne parla…” disse lui quasi con rassegnazione. “Non preoccuparti” disse Danny mettendogli una mano sulla spalla “Sarò lieto di condividere con te Alex… Sfogati… vedrai… ne vale la pena!”. Sentii Marco salire sul letto e mettersi dietro di me: un attimo dopo il suo cazzo era puntato contro il mio culo e pronto ad entrare. Con una spinta decisa mi penetrò, affondando il suo grosso cazzo dentro fino ai coglioni, e tenendolo dentro per alcuni secondi, con sua evidente soddisfazione. “Cazzo, che splendido culo” ansimò Marco. “Offre la casa” disse Danny “Fai finta che sia la tua segretaria”, rise. “Quella troia” disse Marco mentre iniziava ad incularmi con un ritmo che lentamente andava aumentando per velocità e profondità. “Magari avesse un culo così! Troia… troia!” disse quasi con rabbia mentre mi sbatteva con forza e io mugolavo di piacere. Mi diede due o tre colpi molto potenti e poi estrasse dal culo il suo uccello, restando estasiato a guardare il mio culo aperto che non faceva altro che desiderare ancora cazzo.
Danny lo scansò delicatamente, risvegliandolo da quella trance, e mi prese per i fianchi, spostandomi di peso verso il bordo del letto. Così, stando in piedi, mi mise di nuovo nel culo il suo grosso pezzo di carne nera, iniziando ad incularmi come un vero toro, come amava fare lui. “Cazzo, ma gli piace proprio nel culo… questa sì che è una vera troia” disse Marco ammirando Danny che mi inculava con forza. Danny rallentò il ritmo, rispondendogli. “Ama il suo lavoro… e sa che io pretendo dal mio team obbedienza assoluta… per cui posso disporre di lui come voglio… e lui lo adora…. Vero Alex? Vero?!” disse quasi rabbioso mentre riprendeva a incularmi duramente. “Oh sì” mugolai io “lo adoro… il mio culo è tuo… spaccamelo… ti prego…”. Danny mi diede ancora diversi colpi e poi tirò fuori il cazzo: il mio culo rimase spalancato davanti ai due uomini, e Marco non perse nemmeno un secondo, rimettendomelo prontamente nel culo con un’unica potente spinta. “Che troia fantastica” mugolò mentre ricominciava a fottermi con decisione “Sei una splendida troia! Prendilo… prendilo nel culo… prendilo tutto!”.

Quei due porci si alternavano continuamente nel mio culo, quasi gareggiando fra loro a chi spingeva con più veemenza. Ogni cambio era accompagnato da un potente schiaffo sul culo da parte di chi lasciava il suo posto, e da una profusione di pesanti apprezzamenti su quanto me l’avessero sfondato, soprattutto da parte di Marco, finalmente libero di usare a proprio piacimento una troietta. Io ero in estasi, e dentro di me ringraziavo Danny per il duro e prolungato addestramento a cui mi aveva sottoposto, che adesso mi permetteva di godere a pieno di quella fantastica monta.

Ad un certo punto Danny mi sciolse i polsi, e disse a Marco “Se sei stanco, puoi lasciare che sia lui a cavalcarti…”. Marco non se lo fece ripetere, e si sdraiò sul letto col cazzo durissimo che svettava. Io mi misi su di lui, dandogli le spalle, e mi impalai lentamente su quello splendido uccello, fino a farlo sparire dentro di me fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiai le mani all’altezza del suo petto, ed iniziai lentamente ad andare su e giù. Danny si sedette su una poltroncina, mi sorrise e mi strizzò l’occhio, iniziando a menarsi lentamente l’enorme cazzo nero, gustandosi la scena. Io gli sorrisi a mia volta ed iniziai ad aumentare via via il ritmo con cui mi impalavo sul cazzo di Marco, fino a danzare su quel grosso pezzo di carne come una troia navigata. “Cazzo, questa sì che è fame” mugolò Marco mentre, non riuscendo a resistere, stava iniziando a spingere verso l’alto il bacino per incularmi più a fondo. Ovviamente dopo poco riprese totalmente il controllo del mio culo, muovendo di nuovo con forza e con un ritmo forsennato il suo cazzo dentro di me, che rimasi col bacino sollevato a ricevere l’ennesima scarica impetuosa di spinte. Vidi che Danny continuava a segarsi gustandomi la scena e sorridendo soddisfatto. Io reclinai la testa all’indietro gemendo di piacere, mentre il cazzo di Marco continuava a correre veloce nel mio culo.

“Sei proprio una troia…. Una grandissima troia” mugolava Marco mentre mi spaccava il culo, finché ad un tratto mi diede una spinta più forte, piantando a fondo il suo uccello nel mio culo, e restando immobile così per alcuni secondi. Con la stessa rapidità riabbassò il bacino e contemporaneamente mi spinse di lato, facendomi rotolare sul letto. Si alzò come un fulmine, mi prese per un braccio e mi fece inginocchiare davanti a lui, segno che quell’incontro di lavoro volgeva ormai al termine. Mi tenne la testa ben ferma con una mano, mentre con l’altra iniziò a segarsi furiosamente il grosso cazzo: io guardandolo dal basso gli sorrisi e aprii la bocca, tirando fuori la lingua. “Hai sete, eh puttana?” rantolò un attimo prima di emettere un gemito prolungato e raggiungere un devastante orgasmo. Gli schizzi arrivarono abbondanti sul mio viso, caldi e profumati. I primi tre o quattro in rapida sequenza, mi inondarono le guance, e poi gli altri direttamente in bocca, riempiendola rapidamente. Marco mi infilò il cazzo fra le labbra iniziando a scoparmi la bocca, ed io lo sentii pulsare ancora e regalarmi altro nettare da gustare mentre si muoveva avanti e indietro nella mia bocca. “Bevi troia…. Bevi tutto” ansimò Marco mentre rallentava man mano i movimenti finendo di svuotarsi, ed io, con il viso bagnato dal suo sperma, ingoiavo avidamente ogni goccia che il porco mi aveva schizzato in bocca.

Passata l’ondata di piena, mi sfilò il cazzo dalla bocca iniziando a passarmelo lentamente sul viso, mentre Kevin finalmente si alzò e gli si mise accanto, poggiandogli una mano sulla spalla. “Che ti avevo detto amico mio? Questi sono i collaboratori veramente preziosi, non credi?”. “Cazzo se hai ragione… quella stronza di là non vale un cazzo… se avesse anche solo un briciolo del suo talento…”. In ginocchio davanti a quei due stalloni sorridevo soddisfatto per gli apprezzamenti del mio capo e del mio primo cliente. “Se concludiamo questo affare se vuoi ogni tanto te lo posso prestare” disse sornione Danny. “Così mi tenti davvero” rispose Marco “ma credo che l’affare si possa fare. Brindiamo?”. Danny non se lo fece ripetere, prendendo una bottiglia di spumante e stappandola, riempiendo due calici e porgendone uno a Marco. I due brindarono, mentre io ero ancora lì, in ginocchio a guardarli nudi mentre suggellavano il loro accordo. Marco mi guardò e disse a Danny “Forse però sarebbe carino far bere anche lui, non credi?”. “Puoi fare quel che vuoi amico mio” disse Danny “Stasera è a tua completa disposizione”. “Fantastico….” Disse Marco con una strana luce nello sguardo. Con il bicchiere ormai vuoto in mano mi fece alzare e mi portò in bagno, facendomi inginocchiare nella doccia, mentre Danny, appoggiato allo stipite della porta del bagno supervisionava il tutto. “Al nostro accordo” disse trionfale Marco subito prima di iniziare a pisciarmi addosso un abbondantissimo getto di liquido dorato. Mi inondò trionfante il viso ed il corpo dirigendo poi il getto verso la mia bocca, che riempì rapidamente di piscio. Ingoiai per quanto potei quell’abbondante liquido che ormai mi colava dalla bocca, assaporandolo voluttuosamente. Evidentemente Marco si accorse che la sua pioggia dorata mi piaceva non poco, per cui interruppe il getto, e mise il calice di spumante davanti al suo cazzo. In pochi secondi lo riempì quasi fino all’orlo e me lo porse con un sorriso. “Tieni troia…. Brinda anche tu con noi” mi disse. Io gli sorrisi, afferrai il calice e guardandolo negli occhi iniziai a berne lentamente il contenuto. La cosa eccitò non poco Marco, che non riuscì a trattenersi dal pisciarmi in faccia le ultime riserve mentre io finivo di bere gli ultimi sorsi dal bicchiere. Glielo mostrai ormai vuoto, mentre Danny intervenne porgendo a Marco una penna… “Allora, affare fatto?”. “Puoi giurarci” disse Marco prendendo la penna e tornando nella camera, dove sulla scrivania Danny aveva preparato il contratto da firmare. Firmò senza esitazione tutte le copie del contratto, riconsegnando a Danny la penna. “Domattina fissiamo il prossimo incontro per definire le consegne” disse sornione. “E le scopate” aggiunse ridendo.

I due uomini si strinsero la mano, e Marco se ne tornò nella sua camera. “Bravo Alex, grazie a te stasera abbiamo in mano un ottimo contratto” disse. “E’ sempre un piacere fare il bene dell’azienda” dissi con un sorriso. “Ti meriti un grosso premio sai” disse lui facendomi mettere a pecora sul pavimento del bagno. Un attimo dopo, il suo grosso cazzo mi stava spaccando il culo.
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