Racconti Erotici > Gay & Bisex > Un movimentato dopo cena
Gay & Bisex

Un movimentato dopo cena


di AlexBsxPass
27.07.2019    |    17.269    |    15 9.1
"I due stalloni presero quindi a passarsi il mio culetto fra loro facendomi di volta in volta ruotare sulla tavola, fottendomi a turno come dei veri tori da..."
La cena a casa di Renato era finita da un po’, e dopo le solite chiacchiere a tirar tardi ormai quasi tutti erano andati via. Aveva voluto festeggiare la sua nuova casa, anche se le stanze erano ancora piene di scatoloni e pacchi e le tracce del recente trasloco erano evidenti. Eravamo ormai rimasti solo io, il padrone di casa, e Roberto, un suo vecchio amico. Avevo conosciuto Renato circa un mese prima, ad un matrimonio, e vista la simpatia reciproca avevamo cominciato a frequentarci spesso. Era un ragazzo moro, di circa 35 anni, con un fisico asciutto migliorato dal nuoto che lui amava praticare con assiduità. Roberto, anche lui sopra la trentina, biondo col pizzetto, aveva invece il fisico ben scolpito dal continuo esercizio in palestra: la sua prestanza quasi contrastava con il fare piuttosto pacato e tranquillo.

Buttati sul divano del piccolo salotto, parlavamo di argomenti classici quando dopo una serata si rimaneva fra maschietti. Il fisico di una bella biondina, Federica, portata da un’amica di Renato, aveva conquistato tutti, e gli apprezzamenti si facevano via via sempre più piccanti. Il viso della ragazza era dolce, e faceva da contraltare ad un fisico prorompente e sensuale: un seno ben tornito, anche se forse aiutato da un reggiseno di marca cha aveva fatto bella mostra di sé sotto una camicetta semitrasparente, ed un culetto fasciato da leggeri pantaloni bianchi. Della biancheria intima nessuna traccia...

“Davvero un culo spettacolare” disse Renato con un sospirone. Noi assentimmo con partecipazione quasi malinconica. “Beato chi se la incula!” aggiunse Renato “Voi avete mai inculato una?” ci chiese. “No...” dissi io. “Nemmeno io” aggiunse Roberto “ma è sempre stato uno dei miei sogni. E tu?”. chiese poi. “Neanch’io” disse Renato “Tutte paurose. Non sono mai riuscito a convincere nessuna neppure a fare un tentativo”. “Non è che magari ce l’hai troppo grosso e s’impauriscono per quello?” gli chiesi sorridendo, con un pizzico di malizia. “Beh, certo piccolo non è, visto che vado per i 23 centimetri...” disse lui, sfoggiando una sicurezza che mi fece pensare che di certo doveva aver verificato con una riga. “Ma le ho provate tutte. Ho pure preparato una chiavetta con solo video di bellissime inculate per far vedere come può essere eccitante, ma niente... Eppure...” aggiunse cercando in un cassetto del mobile sotto la televisione, dal quale tirò fuori una chiavetta USB. La chiavetta incriminata immaginai. “Guardate un po’ e ditemi se non convincerebbe chiunque!” disse infilando la chiavetta nella porta USB ed accendendo la televisione. Subito sullo schermo comparve la scena di uno splendido uccello, grosso e turgido, che affondava ritmicamente fra un paio di stupende natiche di una bruna che a pecora mugolava di godimento.

“Effettivamente...” disse Roberto, ipnotizzato dalla scena. “Convincerebbe davvero chiunque...” dissi io, immaginandomi eccitato al posto della mora a godermi l’inculata. “Cosa c’è,” mi disse ridendo “vuoi dire che non sono mai riuscito a convincere una ragazza... ma che ho convinto un ragazzo?”. “Non mi dirai che la tua voglia di culo è arrivata a tal punto che ti accontenteresti del mio!” risposi io scherzando. Ma non troppo... “Quasi, quasi...” disse Renato “Più vedo questi video e più mi viene voglia di culo... Roberto, che ne pensi?” chiese sorridendo, ma con nella voce una specie di fremito. Roberto aveva gli occhi incollati al video, nel quale ora la bruna cavalcava a spegnimoccolo il grosso cazzo dello stallone, facendoselo sparire con facilità nel culo. Si girò con una luce maliziosa e perversa negli occhi. “Se anche lui non si spaventa per le dimensioni...” disse voglioso.

Io non dicevo nulla, felicemente sorpreso ed eccitato per la piega che la serata stava prendendo, ma preso così alla sprovvista che non sapevo cosa dire. Renato e Roberto si guardarono, capirono che certo non avrei detto loro di no, e si alzarono insieme, slacciandosi i pantaloni e calandoseli rapidamente insieme agli slip, lasciando così liberi i loro uccelli. Erano già belli duri per l’eccitazione dei nostri discorsi e per il video che la televisione mostrava, ed erano davvero grossi: Renato non sembrava aver esagerato sui suoi 23 centimetri, mentre il cazzo di Roberto, di certo era leggermente più piccolo, ma di sicuro più largo. Una bella sfida... “Allora” disse Renato “non mi dirai che ti fai spaventare anche tu!”

“Effettivamente sono davvero belli grossi” dissi io afferrandoli dolcemente ed iniziando a massaggiarli con cura. “Ma vederli qui davanti a me, mi fa solo venire una gran voglia prendervi nel culo..." dissi con la voce piena di eccitazione. "Vorrà dire che il primo culo che vi farete in vita vostra non lo potrete raccontare in giro!”.

Mi ero ormai seduto sul bordo del divano ed accarezzavo i grossi cazzi che ormai Renato e Roberto, in piedi davanti a me, avevano avvicinato al mio viso ormai a portata di labbra. “Allora comincia a spompinarci per bene” disse Renato, mentre lui e Roberto finivano di togliersi di dosso gli ultimi indumenti. “Stasera finalmente ci toglieremo un bello sfizio, vero Roberto?” aggiunse. “Pensavo che sarei rimasto con la voglia del culo di Federica tutta la notte... Invece ho come l’impressione che non lo rimpiangerò” rispose Roberto, mentre io cominciavo a distribuire leccate sulle due cappelle turgide che avevo davanti.

Dapprima muovevo la lingua in modo timido ed impacciato, ma via via che prendevo confidenza con quei grossi tronchi di carne i movimenti diventavano sempre più rapidi e vogliosi. Sentire sulla lingua la pelle dei loro cazzi mi eccitava ancora di più, ed aumentai la passione che mettevo nel leccarli. Le mie labbra iniziarono a sfiorarli a turno, mentre le mie mani tremanti li accarezzavano e gli soppesavano i coglioni. Con sempre più convinzione ed eccitazione iniziai a succhiare la cappella di Renato, gustando il sapore del suo grosso cazzo, per poi passare a succhiare quello di Roberto. Quasi metodicamente spompinavo a turno i due eccitatissimi ragazzi, cercando di distribuire equamente fra loro il mio lavoro di bocca.

L’odore di maschio in calore che quei due uccelli emanavano ed il loro sapore nella gola mi inebriavano, e mi spingevano a succhiarli con passione e con foga sempre crescenti. Ero così infoiato che me li strofinai avidamente sul viso entrambi, carezzandomi le guance e le labbra con la pelle di seta dei loro grossi membri, mugolando di piacere. Li baciai ancora e depositai su entrambi quanta più saliva potei, che poi spalmai accuratamente lungo i due cazzi: la vista di quei due grossi uccelli bagnati e lucidi di saliva, percorsi da vene pulsanti, con le cappelle gonfie di arrapamento puntate verso il mio viso quasi mi ipnotizzò, e per qualche secondo rimasi in trance ad accarezzarli lentamente ed a stringerli fra le mani.

“Non riesco davvero a capire come i vostri splendidi cazzi possano fare paura... Più li spompino e più aumenta la voglia di farmi sfondare...” dissi con un filo di voce. “Allora credo sia giunto il momento” disse Renato. “Scegli tu chi vuoi che ti inculi per primo”, aggiunse subito dopo. “Non voglio certo fare torto al padrone di casa... E dopotutto è stato lui ad avere questa magnifica idea” dissi sorridendo guardandoli dal basso. “Sarà un onore per me sfondarti il culo per primo” disse Renato facendomi alzare in piedi. Mi aiutarono a spogliarmi in fretta, poi Renato mi fece inginocchiare davanti a lui, e mi ritrovai ancora davanti al viso il suo grosso cazzo. Io ci depositai sopra ancora abbondante saliva, spalmandola con cura su quello splendido cetriolone di carne calda, mentre dietro di me Roberto mi palpava i glutei, accarezzandoli ed esplorando il solco fra di essi. “Mettiti a pecora, adesso. Ho proprio voglia di provare il tuo culetto” mi disse Renato. Io obbedii ansioso di farmi inculare, e dopo essermi messo a pecora come lui voleva, mi insalivai le dita e lubrificai anche il buchetto che di lì a poco avrebbe dovuto accogliere il suo grosso uccello.

“Inculami, dai” gli dissi con voce piena di voglia “Muoio dalla voglia di provare nel culo il tuo splendido cazzo”. “Finalmente una troietta vogliosa di prenderlo in culo...” disse Renato col tono di chi stava per fare una grande conquista. “Accontentalo allora,” disse Roberto “Sfondagli il culo!”. Renato appoggiò la grossa cappella al buco del mio culo, ce la strofinò sopra un paio di volte e poi cominciò a spingere. Il mio sfintere si spalancò a fatica per far entrare quel grosso uccello, che pian piano, centimetro dopo centimetro si faceva strada dentro di me. Una volta messami nel culo tutta la cappella, e sentendomi mugolare di godimento, Renato capì che poteva proseguire in quella sua prima esplorazione del mio retto. Lentamente, poco alla volta, mi infilò nel culo il suo cazzo: sembrava interminabile mentre avanzava inesorabile, centimetro dopo centimetro, fino a quando finalmente arrivò alla radice.

“Mmmmm, che culetto fantastico!” mugolò Renato muovendo il bacino per assestarmi meglio nel culo il suo grosso arnese. “Vedrai Roberto che meraviglia!” disse poi rivolgendosi all’amico. “Perché dopo di me t’inculerà anche lui sai?” mi disse poi infoiato, “E tu vuoi prendere in culo anche il suo cazzo, vero troia?”. “Oh, sì” rantolai di piacere. “Certo che dopo voglio anche lui... Ma adesso scopami, fammi vedere quanto ti piace il mio culo!” lo incitai voglioso. Renato mi prese per le natiche, le allargò con le mani ed inizio a muovere lentamente avanti e indietro il suo splendido uccello nel mio culo. Lo sentivo grosso e duro aprirmi il culo sempre di più ad ogni affondo, e ogni volta il mio buchetto si faceva sempre più accogliente.

Mentre con gli occhi chiusi mi godevo l’inizio di quella eccitante monta, fui risvegliato piacevolmente dal secondo stallone, che reclamando anche lui le mie attenzioni aveva preso a schiaffeggiarmi il viso col suo grosso randello di carne. “Dai troia, succhiami il cazzo”, mi ordinò Roberto in preda all’eccitazione, “Non dimenticarti del mio uccello!”. Aprii la bocca e subito Roberto me la riempì col suo grosso cazzo, ed io lo guardai dal basso mentre cominciava a scoparmi. Mi faceva scorrere fra le labbra il suo uccello con abilità, senza mai affondare troppo le spinte: ero così meravigliosamente in balìa di due splendidi cazzi, grossi e duri, che mi riempivano contemporaneamente il culo e la bocca, facendomi sentire la più grande troia del mondo. Renato ormai si era reso conto che il suo cazzo non incontrava più alcuna resistenza nell’entrarmi nel culo, ed aveva aumentato l’intensità della scopata, facendomi impazzire di godimento nel sentirlo incularmi con movimenti ampi e profondi.

Improvvisamente mi sfilò l’uccello dal culo e, tenendomi le chiappe allargate con le mani, chiamò Roberto: “Vieni qui, vieni a vedere che spettacolo!”. Roberto smise di scoparmi in bocca e si mise a fianco di Renato dietro di me, ed io girando la testa li potevo vedere mentre estasiati guardavano dritto in mezzo al mio culo, che tenuto spalancato con le mani da Renato era per loro un libidinoso spettacolo. “Ragazzi, è davvero un culetto fantastico!” commentò Roberto. “Dài, allora, provalo” gli disse Renato “Mettiglielo nel culo, è davvero eccitante”. Roberto non se lo fece ripetere: prese il posto di Renato dietro di me e mi infilò di slancio nel culo il suo grosso cazzo.

Renato aveva fatto un ottimo lavoro nell’aprirmelo, ma quando Roberto mi impalò sentii comunque il suo largo trapano di carne calda e dura aprirmi il buco del culo all’inverosimile. Prendendomi per i fianchi iniziò subito a incularmi con foga, mugolando che il mio culo gli piaceva da impazzire, che me l’avrebbe sfondato, che mi avrebbe fatto arrivare il suo cazzo in gola. Io intanto, godendomi il suo enorme uccello che mi sfondava il culo, lo incitavo infoiato come una troia in calore, quasi urlando di piacere: “Fottimi, inculami, sfondami il culo... Così, così! Spaccamelo, dammi tutto il tuo cazzone!”. Intanto mi aspettavo che Renato avrebbe preso il posto di Roberto e sarebbe quindi venuto davanti a me ad offrirmi il suo cazzo da spompinare, ma le mie aspettative furono deluse.


Entrò in una stanza e ne ritornò subito dopo con in mano una di quelle tavole di legno con le rotelle che servivano ai trasportatori per spostare mobili pesanti. Non feci in tempo a chiedermi il perché di quell’oggetto, quando lui fece cenno a Roberto di smettere di sfondarmi il culo. Roberto, a malincuore, non capendo le intenzioni dell’amico, interruppe la goduriosa monta. Renato mise quindi in terra la tavola, e mi ordinò di mettermici sopra a pecora. Io obbedii, salendo sulla tavola nella stessa posizione di prima, con il culo voglioso offerto ai due stalloni: Renato in un attimo mi rimise nel culo il suo splendido cazzo, e prendendomi saldamente per i fianchi riprese l’opera di sfondamento che Roberto aveva già portato a buon punto, iniziandomi a sbattermi con foga e passione.

Mi scopò per non più di un minuto, mi sfilò il cazzo dal culo, e facendo leggermente ruotare la tavola mi offrì a Roberto, che intanto si era messo in ginocchio al suo fianco. Rapidamente Roberto mi riempì ancora il culo con la sua mazza durissima, ricominciando a sbattermi di gusto. I due stalloni presero quindi a passarsi il mio culetto fra loro facendomi di volta in volta ruotare sulla tavola, fottendomi a turno come dei veri tori da monta. Era fantastico sentire i due grossi membri darsi il cambio con quella rapidità: ci volevano pochissimi secondi perché uno dei due cazzi prendesse il posto dell’altro, ed era eccitantissimo essere per loro un giocattolo di godimento. Ormai l’eccitazione era al massimo, e tutti e tre non facevamo altro che ansimare e mugolare. I due stalloni si incitavano a vicenda a fottermi con maggior vigore, ed io incitavo in estasi lo stallone di turno a sbattermi, a darmene ancora, a rompermi il culo scopandomi come una troia, come la loro troia.

Furono lunghi e meravigliosi minuti di godimento intenso, durante i quali riuscirono a farmi sentire una vera troia amante del cazzo. E loro da troia mi trattarono, anche quando si trattò di sborrare. All’improvviso Renato, che in quel momento mi stava fottendo, fece ruotare la tavola di mezzo giro, ed io mi trovai davanti al viso i loro grossi cazzi, con le cappelle gonfie, prossime a schizzare tutto il loro godimento. Vicini ormai all’orgasmo, se li stavano menando furiosamente, ed io feci appena in tempo ad aprire la bocca prima che la sborrata arrivasse inarrestabile.

I due stalloni rantolavano in preda all’estasi, mentre dalle loro cappelle turgide iniziarono a schizzare densi e copiosi fiotti di sperma bollente, che mi colpirono il viso, le guance, le labbra e la lingua. Mi inondarono di sborra, riempiendomi la faccia e la bocca con una sequenza interminabile di schizzi roventi, che io cercai per quanto possibile di raccogliere con la lingua per poterli assaporare ed ingoiare. Dopo quella doccia calda e profumata Renato mi infilò per primo il cazzo fra le labbra, ed io prontamente lo succhiai a fondo, mentre lui me lo faceva scorrere fra le labbra. Mentre me lo sfilava per lasciare il posto a Roberto, densi filamenti di sborra si allungarono tra le mie labbra ed il suo cazzo.

Anche Roberto lasciò che io gli succhiassi il cazzo gustando il sapore della sua sborra per poi sfilarlo anche lui. Poi entrambi presero a schiaffeggiarmi delicatamente le guance con i loro splendidi uccelli, spalmandomi la sborra sulle guance e raccogliendola per poi strofinarmi i cazzi sulle labbra. Quando il loro livello di eccitazione fu finalmente calato, presi in mano i loro meravigliosi uccelli per accarezzarli e baciarli sulla cappella, guardando i loro visi soddisfatti. “E’ stato davvero fantastico!” disse allora Roberto. “Finalmente un culo tutto per noi!” aggiunse Renato. “Chi ha avuto paura dei vostri cazzi si è perso un’esperienza fantastica” dissi io. “Prendervi nel culo è stato stupendo” aggiunsi distribuendo poi leccate ai due grossi cazzi che, nonostante la prepotente sborrata, mantenevano una certa durezza. “Per noi è stato un vero piacere” disse Renato “Anzi...”. Fece ancora ruotare la tavola di mezzo giro, ed in un attimo mi ritrovai ancora ben piantato nel culo il suo grosso cazzo. La giostra ricominciava...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Un movimentato dopo cena:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni