Gay & Bisex

Usato!


di bi-sottomesso
18.05.2023    |    17.507    |    16 7.0
"Era una giornata caldissima quando arrivai, in costume, sulla spiaggia non troppo affollata..."
Era una giornata caldissima quando arrivai, in costume, sulla spiaggia non troppo affollata. Iniziai a passeggiare perso nei miei pensieri, guardando distrattamente le persone che prendevano il sole quando la mia attenzione fu attratta da una figura distesa vicino alla battigia. Aveva sui cinquant’anni, robusto, il corpo ricoperto di peli brizzolati molto folti, stava disteso e sotto il suo slip bianco era evidente un enorme bozzo che mi costrinse a fermarmi.
Mentre, in piedi, lo fissavo, girò la testa e mi vide. Arrossii e cercai di distogliere lo sguardo ma lui sorrise e mi fece cenno di sedermi. Mi sedetti sulla spiaggia accanto a lui.
“Ciao, come ti chiami?” mi disse rassicurante.
Riflettei un attimo e vidi il suo sguardo penetrante che non smetteva un attimo di fissarmi, il suo corpo ricoperto di sudore, quel bozzo che, mi sembrò, diventava ancora più evidente.
“Luca” risposi
Lui sorrise “bel nome”
Poi aggiunse, deciso “senti Luca vedi quella pineta qua dietro? Appena a destra c’è un piccolo capanno di un mio amico, che ne dici se tra dieci minuti mi raggiungi li?” E continuò a fissarmi
Riflettei, improvvisamente eccitato in modo incontrollabile, poi feci cenno di si con la testa. Lui si alzò e senza dire niente si diresse verso la pineta alle spalle della spiaggia.
Attesi dieci minuti, agitato, eccitato, intimorito, poi mi alzai e mi diressi verso il boschetto. Girando a destra vidi subito il casottino di legno, spinsi la porta ed entrati. Lui era in piedi, completamente nudo.
“Chiudi, puttana” disse con voce decisa mentre lo osservavo, un enorme cazzo penzolante, venoso, largo.
Chiusi la porta e guardai. Nel casotto c’era solo un materasso sporco, in terra, l’ambiente era squallido e poco pulito, con qualche attrezzo sparso. Lui si avvicinò al materasso e si sedette su una sedia di legno.
“Allora, visto che sei una cagna, le cagne devono leccare. O no?” disse facendomi cenno di avvicinarmi. Mi avvicinai piano fino a fermarmi davanti a lui.
“In ginocchio”
Obbedii e lui mi prese la testa e, con forza, me la spinse sul petto. Iniziai a muovere la lingua. Sentivo il sapore acre del sudore e leccavo, docilmente, mentre lui mi teneva stretta la testa”
“Lecca tutto troia di merda” disse con voce decisa mentre la mia lingua passava sui peli del petto, sulle spalle, sulla pancia.
Alzò entrambe le braccia e mi intimò di leccargli le ascelle. Iniziai a passare la lingua asciugando il sudore e assaporandone il sapore forte.
Continuai a leccare per almeno 5 minuti e d’improvviso sentii la sua mano che prendeva la mia e la portava al cazzo. Lo afferrai e lo guardai. Era durissimo, enorme, venoso, una cappella violacea puntava verso di me.
“Lu, sei proprio una cagna da lecca. Avanti, annusami il cazzo. Sai, oggi non ho avuto il tempo di lavarlo”.
Eccitata e timorosa abbassai la testa e inalai l’odore del cazzo. Era fortissimo. Urina, sudore, mi riempiva le narici. Lui lo strusciò sulla mia faccia e sul mio naso, sempre più eccitato.
“Ora succhia vacca” disse e, quando aprii la bocca, lo infilò con forza dentro. Il sapore era fortissimo. Lo succhiai, sentendone e gustandone il gusto forte per diversi minuti mentre lui mi guidava la testa mugolando senza alcun ritegno.
Dopo un po’ si alzò “A 4 zampe sul materasso, testa in basso e culo in aria” Ubbidii e chiusi gli occhi. Dopo un po’ sentii qualcosa poggiarsi sul mio culo.
“Pronto? Devi contare” e, subito dopo, un colpo forte, sul culo, con una sbarra di legno. Urlai dal dolore
“”Zitta troia”
Ripresi fiato “1”
Un altro colpo, forte “2”
Un terzo colpo “3”.
Il culo mi bruciava, tremavo e lui si fermò solo dopo aver colpito il mio culo per dieci volte.
“Cazzo che troia, hai il culo viola, ma sei stata brava. Credo che ti sia guadagnata il diritto di leccarmi il culo" Disse, mettendosi disteso sul materasso e aprendo le gambe.
Rabbrividii, impaurita, ma non riuscii a protestare e mi misi tra le sue gambe. Con la lingua leccai le palle e lui alzò bene il bacino dandomi accesso al culo peloso. Sentii forte l’odore del culo.
“Lecca troia, puliscimi il culo” disse, sempre più eccitato. Misi la lingua sul culo e leccai. Il sapore era intenso, forte ma continuai a leccarlo, pulendolo, per almeno 10 minuti, alternando, come lui ordinava, leccate alle palle.
D’improvviso mi prese mi distese, sedendomi sul petto e inziando a masturbarsi velocemente con il cazzo diretto verso la mia faccia.
“Apri troiaaaa”” urlò e avvicinò il cazzo alla faccia iniziando a spruzzare una quantità enorme di sborra
“”Ti riempo di sborra cagna, puttana” disse mentre lo sperma denso mi corpiva occhi, bocca, naso, colandomi sul mento. Smise e mi guardò, la faccia completamente ricoperta di sborra densa.
“Bravissimo, sei piena di sborra, però, visto che sei una latrina, devi esserlo fino in fondo. In ginocchio!o
Ubbidii e lui si mise davanti a me. “Apri la bocca” appena aprii iniziò a pisciare. Un getto potente, salato, che lui diresse verso la mia bocca. Tossi mentre continuava a pisciarmi in bocca, in faccia. Il piscio gorgogliava nella bocca, mi colava sulla faccia.
“Troia, sei proprio un cesso sai? Bevi il mio piscio”.
Quando ebbe finito, senza una parola, se ne andò.

Ovviamente racconto di fantasia
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