Gay & Bisex

amsterdam


di lyber
22.10.2012    |    10.317    |    5 9.4
"Non poteva stare con la bocca ferma..."
Amsterdam è un luogo magico della memoria. Marco ci tornava sempre molto volentieri. I canali che si insinuano nel centrum, i coffie shop, i ragazzi che corrono in bicicletta, l'atmosfera così soft e free di una capitale che non ha paura di chiamare le cose con il proprio nome.
Questa era l'ottava o la nona volta che si concedeva una breve vacanza sulle rive dell'Amstel. Era stato invitato da Peter e Steve, una giovane coppia di ragazzi che aveva conosciuto l'estate prima in una spiaggia della Sardegna, per partecipare al Queen's day, una delle manifestazioni più folli della capitale olandese.
Peter e Steve abitavano in un'accogliente mansarda vicino alla Leidseplein, nel cuore del quartiere gay di Amsterdam.
Peter era un ragazzo di origine ebrea, scuro con occhi color del mare ed un sorriso che metteva buon umore.
Steve invece era di origine russa, alto, atletico con capelli color rame. La loro storia durava da un po’, da circa due anni, ed il loro affiatamento sembrava crescere ed aumentare sempre di più ogni giorno. Marco con loro si trovava bene. Parlavano in inglese. Era colpito dalla naturalezza del loro comportamento e dalla semplicità della loro ospitalità. Peter e Steve, invece, impazzivano per l'irruenza tutta mediterranea del ragazzo italiano che si divertiva con loro a giocare con le parole inglesi creando non sense e paradossi.
Il Queen's Day si celebra il trenta di aprile, quando la primavera olandese permette di tenere le finestre aperte anche la sera e di gustare gli aromi che si spandono sulle strade del centrum dai piccoli ristorantini che offrono piatti di tutto il mondo sui tavoli sistemati all'aperto. Era stata una giornata abbastanza frenetica, trascorsa ad ascoltare musica nei concerti improvvisasti lungo i canali ed a mangiare aringhe fresche preparate in soffici panini con cetrioli sottaceto.
Marco ed i suoi ospiti si gustavano ora un momento di relax sul divano sistemato al centro della mansarda. Peter aveva messo su un cd di Paolo Conte, in onore dell'amico italiano, e Steve si accingeva a rollare una canna di sola erba perché, insisteva, il tabacco è un veleno da cui bisogna stare lontani.
Dopo il primo giro Steve propose a Marco un kiss per passargli il fumo direttamente in bocca dalle sue labbra. Marco accettò volentieri, anche perché gli piaceva pensare di poter appoggiare le sue labbra su quelle del ragazzo russo.
Il primo kiss fu abbastanza veloce. Marco lasciò che Steve spingesse il fumo nei suoi polmoni e rimase colpito dall'idea di ricevere qualcosa dentro di se senza fare assolutamente nulla. La sensazione fu molto piacevole. Dopo il kiss Marco si scoprì ad accarezzarsi le labbra con la lingua cercando di trattenere il sapore delle labbra di Steve e questo gli produsse un leggero fremito in mezzo alle gambe.
A questo punto Steve propose il kiss a Peter. Fu un kiss lunghissimo che terminò con Peter che tratteneva fra le labbra quelle di Steve in un gioco reso più scanzonato dal fumo che iniziava a fare i suoi effetti.
Marco osservava i due ragazzi scherzare e gli venne voglia di partecipare anche lui, di sentire più da vicino la fisicità dei loro corpi magari passando attraverso l'arrendevolezza di quelle labbra che gli si presentavano davanti. Chiese a Steve di fare un secondo kiss, e questa volta tenne la bocca più aperta per costringere l'amico ad adattare le proprie labbra alle sue onde evitare che il fummo fuoriuscisse durante il passaggio. La vicinanza di quel viso lo rese più ardito e gli venne del tutto naturale toccare con la lingua per un attimo la bocca di Steve, il quale rispose leccandogli il labbro inferiore. Per prolungare il momento Marco appoggiò la sua mano al collo del compagno mentre sentiva il proprio cazzo ingrossargli inesorabilmente gli slip.
Peter era divertito dalla scena. Avvicinò il proprio viso ai due ridendo e sussurrando: hei hei, boys, what are you doing without me?
Steve per tutta risposta gli prese il viso e lo avvicinò al suo ed a quello di Marco iniziando a baciare prima l'uno e poi l'altro. I baci da due divennero presto uno in un'acrobatica organizzazione di tre bocche. Le labbra e le lingue si cercavano affannosamente, prima lentamente, poi più velocemente, mentre le mani di Marco incominciavano ad accarezzare i fianchi dei due ragazzi olandesi.
Steve si tolse la camicia, mostrando il petto privo di peli e si sistemò seduto al centro del divano. Marco e Peter si appoggiarono ai lati ed iniziarono a baciargli il petto leccando appassionatamente i capezzoli rosa che diventarono subito turgidi. Steve stava con gli occhi chiusi lasciando che quelle lingue lo percorressero velocemente. Marco e Peter iniziarono a scendere più giù cercando l'ombelico e giocando con la leggera peluria bionda che dall'ombelico scendeva sino al pube.
Marco vedeva la patta dei jeans di Steve tesa per l'eccitazione e pregustava il momento in cui avrebbe visto il cazzo slavo dell'amico ergersi sulla pancia.
Peter iniziò a slacciare i pantaloni abbassandoli leggermente. Dagli slip di Steve sbucò la punta dell'uccello su cui si concentrarono gli sforzi di Marco e Peter. I due a turno lo stuzzicavano con dei colpetti della lingua, prima solo sulla punta, poi sempre più giù lottando con l'elastico degli slip. Steve era deliziato da questo giochetto.
Si abbassò completamente i jeans buttandoli in un angolo della mansarda. Il suo cazzo era perfetto. Non era circonciso, era massiccio, dalla forma regolare, coronato da una peluria bionda che risaltava sul corpo completamente glabro.
Marco se ne impossessò subito succhiandolo con passione. Con la lingua lo percorse su e giù per tutta la lunghezza. Ne leccava la punta in ogni lato e poi lo infilava completamente in bocca, sino a sentirlo in fondo alla gola. Ripeteva i movimenti sempre più velocemente andando su e giù con la testa. Avvertiva l'eccitazione di Steve e questo aumentava la sua foga. Gli piaceva avere la bocca piena del sesso dell'amico.
Peter intanto si era sistemato in mezzo alle gambe di Steve e si divertiva a giocare con la lingua con le palle del compagno mentre con le mani cercava di sollevare il bacino dell'amico per risalire su su sino al culo. Per aiutarlo Steve sollevò le gambe trattenendole con la braccia sotto le ginocchia. Peter abbandonò le palle per avvicinarsi lentamente al buchetto di Steve, passando per quel sentiero stretto che dallo scroto arriva all'ano. Mentre con le mani allargava le natiche con la lingua cercava di penetrarne l'orifizio setoloso riempiendolo di saliva.
Marco, dal canto suo, si era guardato bene dal mollare la presa ma aveva fatto male i propri conti. Steve, infatti, lo costrinse a spogliarsi ed a sistemarsi in ginocchio davanti a lui.
Marco aveva un corpo atletico, era scuro con una folta peluria sulla pancia e sul petto. Il pensiero di penetrare la bocca di Steve aumentava la sua eccitazione. Il suo cazzo era stretto e lungo. Qualcuno gli aveva detto che era ottimo per le penetrazioni anali. Aveva anche un neo nella parte superiore, vicino al venone, e questo gli dava un tocco di civetteria.
Steve glielo prese fra le mani, gli scoperchiò la capella e lo infilò lentamente fra le labbra. Marco sentì il calore della bocca di Steve che gli circondava il cazzo. Ebbe un sussulto di piacere. Avrebbe voluto che quella sensazione non finisse mai. La bocca umida di Steve lo faceva impazzire. Prese la testa dell'amico fra le mani e comincio a muoversi lentamente mentre Steve gli accarezzava i capezzoli. Stette così per un tempo che gli sembrò un infinità movendosi sempre molto lentamente. Il fumo gli aveva dato una resistenza notevole e del resto non aveva nessuna intenzione di venire.
Anche Peter si era liberato dei suoi abiti. Aveva un cazzo circonciso, leggermente ricurvo, circondato da un folto cespuglio di peli neri. Aveva smesso di occuparsi del buchetto di Steve e si era sistemato affianco a Marco appoggiando l'uccello sul viso di Steve. Steve si mise a ridere ed iniziò a succhiare alternativamente il cazzo di Marco e quello di Peter. Mentre ne succhiava uno con la mano agitava l'altro. Cercò anche di infilarli entrambi in bocca ma la posizione non era molto comoda ed uno dei due riusciva sempre sbattendo sul viso.
Peter ruppe gli indugi e trascinò Marco e Steve sul tappeto prendendoli non proprio per la mano.
Fu inaugurato un 69 a tre. Marco decise di approfondire la conoscenza col cazzo di Peter che sino ad adesso aveva ingiustamente trascurato mentre Peter iniziò a leccare quello di Steven che a sua volta succhiava l'uccello di Marco. Le bocche si muovevano all'unisono mentre con le dita ciascuno si attardava sui buchetti del compagno.
Marco era eccittatissimo, gli venne voglia di avere contemporaneamente in bocca il cazzo dei due olandesi. Si mise al centro costringendo gli altri a stare in ginocchio ai lati. Non aveva mai provato un'esperienza a tre e pensare di poter leccare due cazzi contemporaneamente lo faceva andare fuori di testa. Voleva farli venire contemporaneamente, voleva sentire il calore del loro seme scendergli lungo il viso, avrebbe voluto anche afferrarne il sapore, giocare con la lingua sui fili di sperma ma le precauzioni del sesso sicuro glielo impedivano.
Peter e Steve, d'altro canto, non avevano nessuna intenzione di stare a guardare. Si sdraiarono lungo il corpo di Marco e mentre Steven prese a succhiargli il cazzo Peter iniziò a giocare con la lingua suo buchetto di Marco.
Un brivido gli percorse tutta la schiena. Mentre la lingua si insinuava nell'ano sentiva questa voglia di essere stimolato ancora più in fondo, sempre più dentro. Non aveva mai provato ad essere penetrato. Nei rapporti si era sempre ritagliato un ruolo attivo. Gli piaceva il sesso orale e penetrare un bel culetto sodo, ma non aveva mai cercato un ruolo passivo. Questa volta, tuttavia, era scattato qualcosa, voleva di più, ancora di più, sentiva che probabilmente era giunto il momento di provare una nuova esperienza, di scoprire un nuovo lato del proprio io.
Lasciò il cazzo di Peter e si concentrò su quello di Steve mentre con una mano spingeva la testa di Peter contro il proprio culo.
Peter sentì l'eccitazione di Marco, lo mise a pancia in su e gli sollevò le gambe. Steve si sistemò con le ginocchia a fianco al viso di Marco offrendogli l'uccello. Peter riprese a leccare il buco di Marco inondandolo di saliva mentre con la mano conservava la propria erezione. Recuperò un preservativo lubrificato colorar arancio. Era pur sempre il Queen's Day e l'orange era d'obbligo. Si sistemò il preservativo, ci versò sopra l'olio lubrificante spalmandolo per tutta l'estensione ed iniziò ad appoggiare la punta del proprio uccello sul buco di Marco. Marco ebbe un fremito, sentiva che il proprio corpo era pronto per ospitare il cazzo dell'amico, sentiva di essere completamente ricettivo, i propri muscoli erano rilassati, non avevano timore dell'intrusione. Sperava solo di non provare molto male.
Peter iniziò a penetrarlo con dei piccoli colpetti, fermandosi spesso, con una delicatezza ed una premura che aumentavano la sintonia fra i due. Marco succhiava sempre più forte il cazzo di Steve, con la bocca si muoveva freneticamente intorno a quell'asta quasi a scaricare le ondate di piacere che Peter gli procurava. Il cazzo di Peter era entrato per una buona metà, lentamente ma inesorabilmente, ed incominciava a muoversi. Marco sentiva una sensazione fortissima, un calore immenso che gli entrava dentro e che lo tramortiva. Iniziò ad ansimare, a gemere sempre più forte. Avrebbe voluto che non finisse mai ma al tempo stesso voleva venire, voleva fare esplodere quell'energia che lo agitava dentro.
Steve, intanto, si era girato e gli succhiava il cazzo. Marco non si staccava dal cazzo di Steve se non per dare qualche linguata al suo culo. Peter si muoveva sempre più velocemente. Godeva a vedere il suo boy succhiare con il viso alterato dal piacere il cazzo di Marco.
Steve venne per primo con lunghi fiotti di sperma sul viso e sui capelli di Marco. Il seme iniziò a scendere lungo le guance e sugli occhi. Marco aspettò che l'orgasmo finisse per riprendere in bocca l'uccello di Steve. Non poteva stare con la bocca ferma. L'eccitazione ed il piacere lo avevano tramortito. Ad un certo punto sentì degli impulsi sempre più forti che affioravano in superficie. Stava per venire. E venne con un orgasmo incontrollato dentro la bocca di Steve, venne a più riprese, con getti di sperma quasi continui che sembravano non finissero mai. Venne tenendo in bocca il cazzo di Steve ed abbracciando il suo culo in una stretta spasmodica. Venne mentre anche Peter raggiungeva l'orgasmo con una serie di colpi secchi d'anca. Venne sapendo che dal giorno nulla sarebbe stato come prima. Venne pensando che aveva ancora una settimana da trascorrere fra i canali di Amsterdam.
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