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Gay & Bisex

il mio primo vero...amore. (parte prima)


di lowel
26.11.2020    |    191    |    0 9.2
"Parlammo del più e del meno, poi iniziarono le lezioni e tutto filò liscio fino alla fine della giornata scolastica..."
Tutto inizia in una calda giornata di fine estate. Metà settembre, la scuola ricominciava e ahimè la sveglia avrebbe avuto la meglio, di nuovo, per un altro lungo anno scolastico. L’ultimo anno delle superiori si diceva fosse quello più impegnativo, con gli esami da sostenere, anche se a parte la matematica, me la cavavo abbastanza bene in tutte le discipline. Però l'idea che molti prof sarebbero cambiati non mi entusiasmava affatto. Pazienza! Avrei cercato di districarmi anche quest'anno come meglio potevo. Le novità, però, avrei scoperto presto, non si limitavano solo ai nuovi prof. Il primo giorno, arrivando a scuola, la gioia di riabbracciare tutti i compagni, avrebbe comunque rallegrato la giornata. E poi chissà, mi domandavo, se avrei rivisto Giuseppe, il ragazzo dell'altro corso per cui mi era sempre battuto il cuore e che mi attraeva già dal primo anno. Sì, dalle medie avevo scoperto senza grandi sorprese che fossero i ragazzi l'oggetto dei miei desideri ed ora a 17 anni inoltrati, ne ero più che mai consapevole anche se non mi ero confidato molto con gli altri coetanei, soprattutto maschi. La cosa mi imbarazzava ancora un po', tuttavia cercavo di vivere sereno, anche se per lineamenti più delicati e per mia corporatura esile, qualche voce di corridoio non mancava nei miei confronti e ogni tanto, ammetto, ci stavo male.
Ma torniamo alla novità in classe: seduto al primo banco, un nuovo compagno, trasferitosi da poco nella mia città da Milano per motivi di lavoro del padre, si presentò alla mia vista. Roberto, un bel ragazzo moro, un po' più robusto, dal fare gentile un po' introverso, ma forse per via del primo giorno in un ambiente nuovo. Era lui la vera novità dell'anno e forse della mia vita. Mi presentai e credo che lui capì subito che ero un bravo ragazzo, posato e simpatico allo stesso tempo, con cui poter iniziare una buona conoscenza. Parlammo del più e del meno, poi iniziarono le lezioni e tutto filò liscio fino alla fine della giornata scolastica. All'uscita mi disse che questa nuova avventura lo stimolava nonostante avesse dovuto cambiare tutto in qualche settimana e che ne avesse un po' sofferto. All'improvviso pensai alle mie paturnie inutili sul nuovo anno e sorridendo gli dissi che per qualsiasi cosa avrebbe potuto contare su di me. Tornato a casa (io avevo l'abitudine di andare a scuola e rientrare, sempre a piedi) presi il quotidiano di mio padre come facevo solitamente e gli occhi mi caddero su una notizia locale. Un noto dirigente si era appena trasferito con la famiglia da Milano per assolvere a un importante incarico. In primo piano la sua foto e dallo sguardo, riconobbi fosse proprio il padre di Roberto, un certo Alessandro. Stesso sguardo e fisionomia, inequivocabile il riconoscimento anche perché era molto giovane, 41 anni.
Il giorno dopo raccontai a Roberto dell'articolo letto e di come mi aveva impressionato la somiglianza tra lui e suo padre; lui mi rispose che lo dicevano tutti da sempre e che si sentiva molto fortunato perché la poca differenza di età aveva consentito un legame importante tra loro che gli consentiva di parlare di tutto aggiungendo che suo padre gli dava molti consigli e lo appoggiava spesso nelle decisioni senza imporre le sue idee. Rimasi affascinato da questo racconto, visto che io con mio padre, forse per via della mia sessualità, non avevo molto rapporto confidenziale. Ero anzi restìo a parlare con lui delle mie cose. A un tratto Roberto divenne, per me, un modello da seguire. Era un ragazzo con molta esperienza, educato e molto serio ma al contempo simpatico e cordiale. Ne ero un po' affascinato, lo ammetto. E poi era molto carino.
Passarono le prime settimane e tra me e Roberto nasceva sempre più un rapporto di stima, fiducia e confidenza. Aveva iniziato a parlarmi anche delle sue esperienze e capì subito che era eterosessuale, ma mi stava bene, la sua vicinanza mi faceva bene era un continuo stimolo di vita e per non deluderlo, decisi di non dire ancora nulla di me.
All'orizzonte si presentavano le prime verifiche e da lì iniziò una svolta in tutta questa vicenda...
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