Gay & Bisex
non solo sega

08.07.2013 |
8.186 |
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"Senza fermarmi, spingo il cazzo più in giiù, verso di me, torcendo leggermente la mano mentre lo sego, per regalarti nuove sensazioni..."
un racconto dedicato a un amico speciale ma che voglio condividere...Ci vediamo e cominciamo a baciarci, entrambi vogliamo fare l'amore, il desiderio è forte e testardo e non possiamo far altro che sottostare al suo volere. Siamo già sul letto, tu mezzo nudo e con il cazzo già in tiro, pronto ai preliminari a cui siamo tanto affezionati. Io però voglio cambiare un po', voglio modificare rotta e ti afferro l'uccello, ci verso sopra un po' di lubrificante e comincio a massaggiartelo.
Sei seduto sul letto, gambe che appoggiano a terra, ben divaricate, io in ginocchio davanti a te, come in preghiera. A questo punto ti sei già tolto la maglia; ai pantaloni, completamente slacciati e da cui erge la tua bella nerchia, ci penso io e in due secondi te li abbasso, te li sfilo, e li metto di fianco.
Sei completamente nudo, io te lo massaggio sfiorandoti, senza mai stringere, e vado su e giù. La tua mano fa il gesto di afferrare l'uccello ma ti fermo, "Stavolta faccio io. Tu tieni giù le mani e lasciati andare". Stringendo leggerissimamente la cappella, ti bacio i coglioni, prima un bacio di labbra, poi le labbra si schiudono e mentre sento la punta ingrossare sotto le dita, con la lingua ti lecco lo scroto facendoti gemere quasi all'istante. Mi chiedi cosa ti sto facendo, ma lo sai benissimo: ti voglio far godere per godere con te. Punti le mani sul letto, come per bloccarle con una catena immaginaria, e lasci che ti lavori l'uccello morbidamente, con le mani, mentre la lingua si allontana dai coglioni per risalire sempre di più sull'asta e soffermarsi sul glande, stuzzicandolo, giocando con lui. La bocca affonda e avverti il bisogno di alzarti in piedi e di tenermi la testa, prima accarezzandola, poi afferrandola con decisione e infine, lasciandoti alle spalle le ultime remore, cominci a scoparmela come se fosse un buchetto. Ti piace e mi piace. Rilasso la gola e tu reagisci subito spingendo fino in fondo ed emettendo quel gemito così bello che ti lasci scappare sempre in queste situazioni. Resti con il cazzo piantato nella mia gola per qualche sublime istante, il mio labbro inferiore contro le tue palle. Ti lavoro l'uccello di glottide, come piace a te, finchè non lo sento enorme e troppo grosso. Lo sfilo e faccio un profondo respiro.
Ti chiedo di rimetterti seduto e premendo sul petto con la mano, ti spingo finchè la schiena non è completamente sdraiata. Comincio a leccarti, ti lecco e sento il tuo sapore dentro di me, salgo fino al petto, mi metto a cavalcioni, e mentre ti lecco un capezzolo, spingo con il culo sul tuo cazzo durissimo e lo accolgo tutto. Comincio a muovermi con il bacino in modo che sia io a scoparti, in su e in giù, in su e in giù, godendo di ogni singolo centimetro che il mio buco assapora strofinandosi contro. Mi prendi la testa, mi baci e non ce la fai più, cominci a muoverti anche tu con il bacino ma ancora una volta ti fermo. Ubbidisci e io ricomincio, lentamente ma con decisione, ritmando i movimenti perchè tutto sia più piacevole nella sua ripetizione.
Mi tolgo e mi rimetto in ginocchio, il buco ancora bagnato e caldissimo, a venerare il tuo uccello. Stai ansimando quando lo riprendo in mano, anzi, nelle mani perchè te lo sego con tutte e due le mani, ben lubrificate, che non ti sembrano finire mai. Accelero e stringo un pochino sulla cappella per poi scendere lungo tutta l'asta rinforzando la presa. Alzi la schiena e mi chiedi se voglio farti impazzire, mi guardi negli occhi ma io ho già messo una mano sui coglioni e li richiudi subito. Senza fermarmi, spingo il cazzo più in giiù, verso di me, torcendo leggermente la mano mentre lo sego, per regalarti nuove sensazioni. Sei di marmo, la mano sente i coglioni muoversi, farsi più duri, "Ormai manca poco", penso, e rallentando mollo la presa per baciarti l'inguine, l'ombelico, e accarezzarti le gambe.
Emetti un gemito a metà fra la delusione per non essere venuto e il piacere di essere arrivato quasi alla fine ed essere ancora eccitato. Con la punta della lingua, ti sfioro il filetto e poi ricomincio a segarti, con più forza stavolta, massaggiando energicamente con l'altra mano i coglioni ormai gonfi di sperma. Mi guardi ancora, più determinato a non chiudere gli occhi stavolta, ansimi e mi osservi mentre la mia mano scopa con il tuo uccello, gustandoti ogni istante e pregustandoti la sborrata finale. Sei vicino, ma non mi dici niente, sei maledettamente vicino ma vuoi andare fino in fondo e non mi dici niente. Avverti quella piccola, strana scarica dentro di te che preannuncia la salita dello sperma e tutto il bellissimo, irresistibile, liberatorio momento dell'orgasmo. Mi accorgo proprio in quell'istante di cosa sta per accadere e smetto di botto.
La scintilla sparisce e con un sospiro torni ad essere semplicemente eccitato. Mi prendi il volto fra le mani e mi sussurri "Fammi venire, ti prego. Fammi venire, tesoro". I tuoi occhi sono così belli. Ricomincio a segarti, lentamente, senza allontanare il mio volto dal tuo, con le tue mani ancora sulle guance. Sei serio, ma dolce, riconoscente, eccitato come non mai. Stringo un po' di più e sento come se il tuo cazzo stesse per esplodere, allargo leggermente la mano sulla asta per poi chiudere il pollice e l'indice in punta, senza forzare.
Mi guardi, ansimi, e lasci che il piacere abbia il sopravvento su tutto, e che nel piacere, in quel momento, ci sia spazio solo per noi due. Mi guardi ed esplodi nella mia mano, chiudendo gli occhi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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