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Gay & Bisex

quella sera al valentino anni 80


di Membro VIP di Annunci69.it passivoTorino65
09.05.2025    |    65    |    0 6.0
"In effetti non avevo fatto granché di sesso negli ultimi tempi..."



Erano gli anni 80
avevo ceduto agli impulsi, ma io ero molto resistente e anche molto poco audace, ahimè.
Mi masturbavo quotidianamente ma questo non mi bastava a placare la fame di sesso.

Per compensare la voglia smodata di cazzo iniziai, con molta cautela, a inserirmi oggetti oblunghi nel mio buco sperimentando quanto fosse di gran lunga la zona erogena che mi dava più stimoli.


In edicola comprai la rivista per incontri, si chiamava sempre “ANNUNCI69” e sfogliando quelle pagine
piene di annunci capii con piacere che si stava aprendo un campo sterminato di possibilità di davanti a me di fare sesso sfrenato senza inibizioni.


Cosi una sera estiva passai al parco del Valentino.

Mi sedetti in una panchina e, oltre a sfogliare di soppiatto la rivista, osservavo i vari movimenti degli uomini come una troietta vogliosa.




Quasi non consideravo quell’immensa distesa d’acqua verdastra che mi scorreva sorniona accanto che era il fiume Po.

Era gia in tarda serata quando un uomo che poteva avere tra i 56/60anni, non tanto alto e neanche robusto che indossava un vestito in di scarsa fattura, forse anche un po’ pesante per il caldo pre-estivo che imperversava in quell’angolo di mondo a nuovo, mi diede un’occhiata fugace ma intensa prima di sparire dentro un cespuglio.
Su quel cespuglio si focalizzò tutta la mia attenzione.

Quel cespuglio mi attrasse come una calamita.

Non potei fare a meno di alzarmi e addentrarmici.

Trovai l’uomo con la patta sbottonata che stava facendo finta di pisciare quando si girò verso di me mostrandomi la sua prominente erezione.




Ne fui attratto talmente che mi portai al suo cospetto e glielo toccai.

Avere tra le mani il suo arnese con la base ampia e pelosa di forma conoide dove la cappella a punta era un tutt’uno con il tronco mi fece balzare il cuore in gola.

L’uomo capì benissimo che ero un ingenuo ragazzo
Mentre stavo davanti a lui mi infilò di prepotenza una mano dentro i miei jeans in cui tenevo costretta la mia erezione e al posto concedermi un po’ di sollievo toccandomelo, come stavo facendo io, si concesse di esplorare il mio didietro.


Affondò fin dove poteva incurante di farmi del male con le dita ruvide che grattavano il mio buchetto secco.

Ma imperterrito continuava a perlustrarmi sempre più intimamente con caparbietà.
Non fui capace di controllarmi e venni dentro i jeans.




L’eiaculazione spense di colpo il mio interesse per l’uomo e la situazione e mi riportò alla realtà.

Mi sfilai dal suo abbraccio persistente.

E con un sorriso imbarazzato gli dissi che ero venuto.

Lui mi diede uno sguardo compassionevole e una carezza sulla guancia.

«Sei molto carino» disse.








Dopo aver guardato l’orologio infilò a fatica la sua erezione dentro i pantaloni e chiuse la patta con un gesto determinato.


«Senti ho da fare adesso. Se vuoi venire a casa mia ti posso ospitare» aggiunse.
Quella proposta mi sconvolse
Non sapevo cosa rispondere.

Notando la mia perplessità mi disse: davanti cancello dell’ospedale».

Sparì dal cespuglio e dalla mia vista.
Le mutande appiccicaticce del mio sperma mi davano fastidio e una macchia già faceva capolino nei miei jeans.

ero lì davanti dove l’uomo mi aveva ordinato di farmi trovare.



il cuore mi iniziò a pulsare a mille quando lo vidi.
Lui mi salutò con un cenno della mano e m’indicò la il portone
quando entrammo nel suo angusto appartamento, una sorta di bilocale sporco e disordinato.
si sbottonò la patta e mi mise davanti la sua erezione.

Dentro casa quel cazzo mi sembrò ancora più grosso, con le vene pulsanti e minacciose.

Senza esitare lo presi in bocca, sapore di carne si mischiarono nella mia bocca.

Dopo un primo assaggio di cazzo mi fece denudo mi fece distendere di schiena e mi infilò un dito umido di saliva nel buchetto.

Non si fece neanche una doccia prima di salirmi addosso per montarmi.

Percepivo l’odore acre del suo sudore stantio ma non mi sottrassi ai suoi voleri


Armeggiava con il mio didietro e sentivo che faceva fatica mentre io ero chiuso e spaventato.
«Non sei stato rotto bene
disse mentre mi esplorava il retto.

In effetti non avevo fatto granché di sesso negli ultimi tempi.

E ne anche ero riuscito a infilarmi nulla dentro da qualche mese, il buco era tornato quasi vergine.
Dopo avergli inumidito il suo arnese iniziò e lubrificato il mio ano iniziò a farsi strada tra le mie carni giovani con forza.

Sentii una fitta lancinante quando lui diede una spinta risoluta affondandomi dentro.
Mi ritrassi.

Il dolore era stato troppo forte, quasi a farmi mancare il respiro.
Cercai di sottrarmi ma lui mi afferrò per i fianchi impedendomelo.




Con ulteriore foga diede altre spinge per farsi strada e opporre la mia resistenza incurante delle mie urla di sofferenza.

Lo sconosciuto mi mise una mano sulla bocca privandomi dell’aria che avevo bisogno.
«Stai zitto! Puttanella Per la miseria, che i miei vicini sentono tutto» disse. E suonò come una minaccia.

Era ormai in calore come un animale e le sue spinte pelviche aumentavano sempre di più mentre io godevo dal piacere e dal dolore.

Era in balia di quello sconosciuto.
Non sovente ero stato scopato in quel modo così furente e sembrava che lui non avesse nessuna pietà badava solo al suo piacere.

Affondai la testa nel cuscino e strinsi i denti.




Le fitte anali erano come scariche elettriche, ero al limite della sopportazione.

La foga che ci metteva era così insostenibile che pregai che venisse il prima possibile.

Mi sembrò un’eternità e dopo un po’ cedetti tanto che il dolore si attenuò.
Minore resistenza potevo meno dolore percepivo, questa fu la prima lezione di quella notte strana.

E l’esser stantuffato in quel modo bestiale alla lunga mi fece anche eccitare a tal punto che venni senza neanche toccarmi, ma lui non se ne curò andava dritto per la sua strada a un ritmo incessante.

E io non fui capace di farglielo notare




Quando iniziò a ansimare sempre di più percepiti che il suo cazzo si era ulteriormente ingrossato dentro di me, sentii con precisione che mi era esploso dentro inondandomi della sua sborra.

Quell’umido tra le viscere mi diede una sensazione strana, consapevole che mi stava scaricando il suo seme dentro fino all’ultima goccia, come se fossi una troia, non era il solito sesso tra maschi che avevo fatto prima di lui.
Poi esausto accasciò sulla mia schiena, fu l’unico gesto di affetto di quella notte.
Sentivo il retto in fiamme e raggiunsi il bagno a piedi nudi mentre sentivo colarmi del liquido denso tra le cosce

Era un posto stretto e fetido

Al buio ritornai con le gambe divaricate dal male che avevo alla ricerca del letto per riposarmi, volevo scappare da quella casa.

Mi sentivo il culo tartassato.



Lui era sdraiato sul divano illuminato dalla luce del televisore, era nudo con il suo membro a riposo.

Una parte di me provò piacere nell’averlo soddisfatto.

Avevo dato piacere a un uomo, in fondo era questo che cercato.

Mi sdaiai vicino a lui sul suo petto
poi senttii che si alzo andando in doccia
quando entro in camera mi ero assopito lui venne Sali sul letto.

Senza chiedermelo s’introdusse dentro di me affondando il suo enorme cazzo tra le mie natiche, con colpi sempre più decisi
Questa volta fece meno fatica a fottermi.

Mi stantuffava con impeto e così da farmi avere di nuovo gli spasmi prima di dolore che pian piano che cedevo al suo impeto e mi rilassavo iniziai a godere.

E più mi rilassavo più mi aprivo permettendogli di entrare sempre in profondità.


Quella sensazione di essere divaricato, era qualcosa di inaccettabile ed allo stesso tempo anche eccitante.

Più mi affondava dentro fino alla base più mi sentivo largo e propenso al godimento sragionato.
Mi sentivo come drogato e anche se i ricordi sono vividi a quasi anni di distanza.

Dopo che mi venne dentro per la seconda volta ritornati in quel bagno per cercare di alleviare quel bruciore con dell’acqua.

la porta si aprì di colpo e lui mi si pose davanti tutto nudo con il cazzo semieretto.
«Puliscimi» mi ordinò indicando con gli occhi il suo cazzo.

Presi della carta igienica e stavo per pulirlo quando lui mi afferrò per i capelli.
«Con la lingua!»
obbedii ancora una volta al suo volere.
«Bravo, così si fa» disse quando leccai le gocce di sborra sulla sua cappella semichiusa dal prepuzio.
nel sentire nella mia bocca quei sapori così forti.

«Fai il bravo, ingoia».
Dopo aver mandato giù trattenni a stento le lacrime.
E mi accasciai per terra abbondonandomi
Lo sconosciuto si piegò su di me e mi accarezzò la testa.

«Vai a letto, vai!»
Mi alzai e andai a buttarmi sul letto a peso morto
Nonostante tutto vinse la stanchezza, mi addormentai subito.
Non era ancora giorno quando venne per fottermi.

Mi sollevò una gamba per aprirsi un varco tra le mie carni.
Affondò con un impeto sovrumano il suo arnese inumidito soltanto con della saliva.





Ancora una volta senza alcuna pietà mi stava usando come un oggetto, completamente disinteressato al mio di piacere.


Il mio povero cazzetto abbandonato aveva sborrato da solo senza essere mai stato toccato né da lui e neanche da me.
Provai piacere e vergogna per me stesso per l’essermi fatto trattare in quel modo.

Le prime luci dell’alba percossero i miei occhi quando lui mi disse che me ne dovevo andare.

Mi misi a stento i jeans che coprirono le mutande sporche di sperma e la maglietta.
e rincoglionito da tutte le volte che mi aveva chiavato e da tutte le volte che anch’io avevo sborrato.

e uscii da quell’appartamento con la sensazione di avere una voragine dentro, e che una parte di me non si sarebbe più sanata



Mentre c’era un’altra parte che sarebbe voluta rimanere, forse per sempre a farsi fare tutto quello che lo sconosciuto desiderava, perché dopo quella sera difficilmente mi sarei concesso ad altri uomini.

Per fortuna che gli anni mi hanno smentito.
Denny
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