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Giocattolo nelle mani di mia suocera e sua sorella, mentre mia moglie.... Cap. 4


di dominatodamiasuocera
25.09.2017    |    46.337    |    5 7.3
"Si presentò con un tailleur in giacca e pantaloni di colore bordeaux, un paio di meravigliose decolletè spuntate sul davanti di colore nero che lasciavano..."
Invece di andare subito a casa, presi una strada di campagna che portava a dei terreni ormai abbandonati, dove sapevo, per esserci andato più volte a correre, non andarci mai nessuno; accostai la macchina in uno di questi e, come chiestomi da mia suocera, estrassi le sue ciabatte dalla bustina e…..ne feci buon uso!
Afferrai tra le mani il mio cazzo già duro al solo odore ed iniziai a segarmi, con una ciabatta poggiata in faccia, a contatto con il naso e l’altra inguainata sull’asta e nel mentre pensavo a mia moglie che si faceva fottere come una cagna da quel ragazzo, alla proposta “indecente di mia suocera” e, senza che me ne accorsi, sborrai una quantità assurda di seme!
Rimasi a guardare il mio sperma che mi aveva annaffiato la pancia e sentii trasalire un impeto di rabbia verso quello che rappresentava la causa di quel giorno di ordinaria, erotica, follia!
A cosa serve, pensai, tutto questo sperma, se poi non è capace di assolvere l’unico compito per il quale dovrebbe esistere?
Senza risposta, mi ripulii, riposi le ciabatte di mia suocera nella bustina e la nascosi nel baule, sotto la ruota di scorta, per poi dirigermi a casa.
Una volta lì, sapendo che mia moglie non avrebbe targato ancora a lungo, meditai sul da farsi, che, in un senso o nell’altro, avrebbe rappresentato la risposta alla proposta di Maria.
Ero combattuto, ferito, ma anche curioso di sapere fin dove si sarebbe spinta mia suocera e, soprattutto, ardevo dal desiderio di fare di nuovo sesso con lei….
Alla fine, nonostante tutto, come sempre il sesso vinse sulla ragione e decisi di accettare!
Accolsi mia moglie con nonchalance e, benchè pensassi il contrario, non mi fù difficile recitare la parte dell’ignaro cornuto; come al solito, Teresa telefonò alla madre e, dal consueto tono della telefonata, questa capì quale fosse stata la mia decisione.
Trascorse circa una settimana, prima che Maria si facesse sentire e lo fece un mercoledì mattina, quando ricevetti una sua telefonata sul mio cellulare mentre ero al lavoro, dove, dopo essersi detta compiaciuta per la mia decisione, mi disse di prepararmi per il weekend successivo in quanto avrei dovuto accompagnarla nella casa che i miei suoceri hanno in Abruzzo, per verificare se avesse riportato dei danni in seguito al terremoto…
In realtà sapevo perfettamente che non potesse essere quello il motivo, visto che la località dove sorge la casa, non era stata colpita, se non in modo molto marginale, dal sisma ed in più, avevo capito ci fosse qualcos’altro sotto dal momento che per andare scelse il fine settimana in cui sapeva che mia moglie sarebbe stata di turno al lavoro!
Nonostante le mie perplessità unite alla curiosità per ciò che mia suocera potesse avere in mente, i giorni trascorsero velocemente finchè sabato mattina, come d’accordo, passai a prenderla.
Si presentò con un tailleur in giacca e pantaloni di colore bordeaux, un paio di meravigliose decolletè spuntate sul davanti di colore nero che lasciavano intravedere il solito smalto rosso vermiglio del quale andavo pazzo, i capelli freschi di parrucchiere ed un paio di grossi occhiali da sole.
Caricai nel baule il suo trolley da viaggio che andò a far compagnia al mio, dove avevo portato il necessario per il weekend e procedemmo alla volta dell’Abruzzo.
Il quasi trecento Km di viaggio trascorsero senza grosse allusioni o discorsi, finchè, arrivati presso il terreno ove la casa sorgeva, mi accorsi che all’interno c’era un’altra macchina che conoscevo bene; era quella di Anna, la sorella di mia moglie!
Chiesi il perché della sua presenza mentre fermavo la macchina e mia suocera, con aria maliziosa, si tolse gli occhiali da sole e mi disse: ”sei stato saggio ad accettare la mia proposta, non te ne pentirai, ma adesso è ora di divertirci un po’ e, come si dice, più si è e più divertimento c’è!”
Così dicendo scese dalla macchina e si avviò verso casa, dove la raggiunsi con i nostri trolley; all’interno, ci venne incontro Anna, facendo gli onori di casa e, sorprendendomi ancora una volta, vidi che, insieme a lei, c’era la loro amica Ivana.
Ivana era una coetanea di mia suocera e sua sorella, quindi una signora di poco più di sessanta anni, ma con un corpo che potrei definire da “virago”; alta circa 1,75, grossa ma non grassa, con un seno abbondante ma proporzionato al suo corpo, sempre molto curata nell’abbigliamento e nel trucco, con dei piedi “importanti” ed una bella pianta larga che li rendevano desiderabili ai miei occhi, calzati con tacchi sempre vertiginosi che lei portava con molta scioltezza, nonostante le fattezze e che già in altre circostanze avevano fatto da sfondo alle mie masturbazioni!
Non appena mi vide, mi tirò con forza a sé ed, annegando la mia faccia nelle sue tettone, esclaamò: ”ma ciaooooo, finalmente……non vedo l’ora di scoprire se quel che mi ha detto Maria sul tuo conto è vero o sono esagerazioni da suocera……infatuata!”
“Piano….piano…..Ivana, tempo al tempo!”
La voce di Anna interruppe quel tentativo di soffocamento mi fece trasalire…..
Stivali neri in pelle con cerniera lampo sul lato e tacco 10 cm, gli stessi che, tempo prima, avevano sortito la sborrata colossale grazie all’afrore che emanavano, vestito intero a fiori, di quelli da casalinga al mercato che mostravano un decolleté da erezione immediata!
Esauriti i convenevoli, raggiungemmo le stanze da letto al piano di sopra, dove sistemammo il bagaglio per poi ritrovarci in salone per il pranzo.
Il pasto scorreva piacevole, tra sguardi maliziosi e risatine d’intesa tra le tre, finchè, dopo un’occhiata furtiva tra mia suocera ed Ivana, questa lasciò distrattamente cadere una forchetta chiedendomi cortesemente se potevo raccoglierla; non appena mi chinai, mia suocera, approfittando del baricentro sbilanciato, mi spinse dalla schiena facendomi cadere sotto il tavolo, dove le tre mi bloccarono a terra con le loro estremità!
Senza che avessi il tempo di opporre resistenza, cosa che in realtà non avevo alcuna intenzione di fare, giunse la voce autoritaria di Anna che, imperativa, disse: ”avanti, porco, mostra alle tue dame cosa facevi chiuso nel mio bagno…..fai vedere fino a che punto desideri le nostre estremità!”
Non capii letteralmente più niente!
Iniziai sfilando le scarpe di Ivana, le uniche che non avevo mai avuto occasione di omaggiare e le portai al naso, rimanendo quasi tramortito dall’odore di cui erano pregne; un misto di sudore e di nylon che mi inebriavano il cervello facendomi completamente perdere ogni residuo di freno inibitore!
Inalavo e nel mentre leccavo il piedone di Ivana, avvolto nelle calze color carne pregne di sudore….
Alla sensazione di perdizione, contribuiva mia suocera, che con le sue decolletè aveva iniziato una sorta di lento footjob attraverso i miei jeans che stavano per esplodere dall’erezione fin quasi a farmi venire nelle mutande!
Nel frattempo, Anna, con maestria, aveva utilizzato i tacchi dei suoi stivali per sbottonarmi la camicia iniziando a tormentarmi i capezzoli con la suola.
Abbandonai i piedi di Ivana e, con la bocca, afferrai la zip della cerniera lampo di quegli stivaloni da sodoma, facendola scorrere fino ad aprirli, mentre l’afrore che ricordavo riempiva ancora una volta le mie narici.
A quel punto, non potendo più resistere, abbassai i pantaloni e liberai il mio cazzo che, non appena svettò fuori, incontrò i piedi di mia suocera che lo strinsero e lo scappellarono fino a farmi male!
Riuscii a riprenderne possesso ed iniziai a segarmi furiosamente, inebriato e sconquassato da quell’odore di piedi maturi, sudati, finchè afferrai l’altro stivale di Anna, quello ancora calzato e lo colpii ripetutamente con uno, due, tre fiotti bollenti e densi di sperma, dopo i quali crollai esanime al pavimento!
Potevo scorgere da sotto il tavolo l’espressione compiaciuta e maliziosa di Anna che, non paga, avvicinò la punta dello stivale al mio viso e mi ordinò: “bravo, porcellino, bravo…..ora lecca!”, “non deve rimanere neanche una goccia, della tua brodaglia inutile!”
Avvedutasi della mia espressione interrogativa, mi fissò negli occhi e disse: “cosa credevi, che Maria non ci avesse raccontato che non sei capace di far altro che masturbarti nel suo bagno con mutande, calze e scarpe, senza essere in grado neanche di ingravidare quella poveretta di mia nipote che, per colpa tua, è costretta a farsi sfondare dal primo che capita?”
“Ora forza, puliscimi gli stivali, porco!”
Le sue parole, invece di ferirmi, furono una sferzata che mi fece eccitare di nuovo, così iniziai a leccare il mio stesso sperma avidamente, mentre Maria ed Ivana avevano ricominciato a giocherellare con i piedi sul mio cazzo che già aveva ripreso vigore!
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