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La cognata pt.2


di tongue81
05.09.2022    |    39.299    |    8 9.8
"Quando finalmente ci fummo rivestiti, ci demmo una rapida sistemata nel bagno dell'Autogrill, dove lo sguardo lussurioso di una ragazzetta mora mi fece..."
Dopo il pomeriggio di sesso, i rapporti con mia cognata tornarono alla normalità: nessun messaggio equivoco, nessuna allusione alla mia promessa di proseguire gli incontri, sembrava che nulla fosse accaduto, vuoi perché decisi di aspettare un'occasione propizia, vuoi perché alcuni impegni lavorativi mi assorbirono completamente.

Inoltre, l'infortunio accorso a mio suocero Domenico andò ad intricare ancora di più la situazione familiare; una sera, addormentati i gemelli, mi rivolsi a mia moglie: "Forse dovrei rifiutare la commessa dell'avvocato C. date le condizioni di tuo padre."
Vale, bellissima come sempre, mi guardò perplessa: "Piccerè, non penso che sia possibile andare per due giorni, forse tre, in Toscana per effettuare rilievi, sopralluoghi e perizie. Inoltre, conoscendo il cliente, senza l’esperienza di legale di tuo padre a nostro supporto rischiamo di prendere una bella scotoliata tra clausole, controclausole e quant’altro."

Valentina non rispose, si affacciò nella camera dei bambini e, solo dopo essersi assicurata che dormissero profondamente, mi raggiunse sotto le coperte, iniziando ad esplorare il mio corpo con le mani: "Ci, non scherzare! Lo sai che sarebbe un errore rifiutare questo lavoro." disse afferrando il pene leggermente eretto e avviando una lenta e delicata sega.
"Secondo me, possiamo accettare la commessa se Stefy, che è un avvocato valido quanto papà, accetta di venire con te e se i tuoi genitori mi danno una mano con i piccoli." e, non appena menzionò il nome della sorella, il mio cazzo raggiunse il massimo vigore.
"Domani mattina, parlo con mia sorella e la convinco, poi chiamo tua madre mentre tu vedi di procrastinare il viaggio alla prossima settimana."

Con gli ormoni a mille, mi limitai ad assecondarla, iniziando ad esplorare il suo seno pieno e rotondo e cercando famelicamente la sua bocca. Finalmente, dopo mesi, quella notte facemmo l'amore e il mattino seguente chiamammo assieme il cliente, concordando tempi e modi: "Penso che abbiamo raggiunto un compromesso vantaggioso" affermò Vale raggiante e continuò: "Ora devo convincere Stefy a trascorre con te questo weekend di lavoro e organizzare al meglio i turni con i gemelli. A te spettano tre compiti: prenotare un hotel, farti riservare un tavolo per sabato sera in questo ristorante dove siamo stati spesso con papà e che mia sorella adora e, infine, approntare una prima stima dei costi."

Presi il post-it con il nome del ristorante e scattai in piedi sull'attenti facendo schioccare i tacchi come un soldato: "Signorsì signora, agli ordini!"
"Riposo soldato." rispose sorridendo.

Venerdì mattina, il giorno della partenza, mentre riflettevo tra me e me se inviare un messaggio provocatorio alla cognatina, magari anticipandole di aver prenotato una sola camera matrimoniale, ricevetti un suo messaggio, nel quale mi chiese conferma dell'orario a cui sarei passato a prenderla.

Quando passai a prenderla in leggero ritardo, Stefania si presentò con un giubbino corto che lasciava in bella vista il culo e le gambe fasciate da un jeans attillatissimo che si tuffava un paio di stivali alti con la zeppa; mi sorrise come al solito, la baciai sulle guance e, volontariamente, strofinai il bacino contro il suo. Trascorremmo la prima ora chiacchierando del più e del meno, come se nulla fosse mai accaduto ma, non appena la luce iniziò a calare, spostai la mano destra dal cambio alla sua gamba.

"Antonio, pensa a guidare. Sta scendendo la sera e alla tua età i riflessi calano!" rispose senza tirarsi indietro.
"I miei riflessi sono ancora ottimi e l'unica cosa che sta diminuendo è la benzina, tanto che a breve avrò bisogno di una pompa per fare il pieno. Hai impostato il condizionatore a 25 gradi e non hai caldo con il giubbino?"
Mia cognata abbassò la zip, mostrando lo scollo a V del maglioncino ben riempito dalle sue tette poi, con grazia, si sfilò il soprabito lanciandolo sul sedile posteriore: "Dici che così sto meglio? In effetti, avvertivo un leggero calore."
"Decisamente. Tra circa 30 km c'è una area di servizio, ci fermiamo lì, ok? A proposito, immagino che in tutti i viaggi che hai fatto con Umberto, lui non ti abbia mai chiesto..."
"Cosa non mi avrebbe mai chiesto?"
"Di fargli una pompa mentre era alla guida!"
"Stai fuori? E' pericoloso e poi, per chi mi hai preso?"
"Per una troia.... e poi tra cruise control e altri assistenti alla guida, ormai non è per nulla pericoloso!" e iniziai a far risalire la mano dal ginocchio verso la fica.

"Non sono una troia, anzi come femmina valgo davvero poco dato che anche l'ultimo con cui ho scopato mi ha ignorato per giorni. Evidentemente, sono poco portata per il sesso." rispose fermando la mia mano con la sua.
"Secondo me ti sbagli " e con un rapido movimento afferrai il suo polso portandola ad accarezzare il mio bastone: "Secondo me, sei una gran porcella che non vede l'ora di trasgredire, magari succhiando un cazzo a 110 km/h!"

"Mhhhhh... " miagolò estraendo il cazzo dalla zip "Dici che sono stata brava a svuotarti le palle l'altra volta? Vuoi che lo faccia di nuovo?" rispose iniziando una sega lenta e profonda.
"Vorrei che lo prendessi in bocca fino all'area di sosta, dove andrai in bagno e mi invierai una foto con le tette al vento."
"Se passi dall'imperativo al condizionale, mi fai davvero venire voglia di succhiarti il cazzo ma solo se prometti di essere prudente."
“Sono sempre stato prudente, non immagini neppure quanti chilometri ho macinato con il cazzo in bocca a tua sorella. Al più, qualche volta non sono riuscito a contenermi e le ho schizzato in bocca, in faccia e sul sedile. Vuoi essere da meno di lei?”
Subdolamente, quella provocazione ebbe l’esito sperato, allungai il braccio per aiutarla a liberarsi dalla cintura di sicurezza e, in men che non si dica, avvertii il calore della sua bocca avvolgere la mia cappella.

Con grande maestria, nonostante gli spazi ristretti e la posizione scomoda, Stefania riuscì ad alternare pompate a colpetti di lingua sul glande, cercando anche di osservare le espressioni di piacere sul mio volto. La situazione, alla fine, le piacque davvero tanto che allentò la presa solo quando le comunicai di essere in procinto di entrare nell'area di sosta.

Dopo esserci ricomposti, uscimmo dall'auto e diedi un'occhiata tutt'intorno, notando un angolo del piazzale lontano da tutto e celato da un rimorchio in visibile stato di abbandono. Mi sgranchii le gambe, le palpai il culo e le ricordai della foto, poi mi diressi a fare rifornimento.

Pochi secondi dopo aver pagato, ricevetti il messaggio, osservai la foto, parcheggiai l'auto nel luogo appartato individuato e chiamai mia moglie.
Stefania impiegò qualche minuto per trovare la vettura e risalì dopo essersi tolta il giubbino: "Cacchio che freddo. Meno male ho impostato una temperatura equatoriale nell'abitacolo! Ti è piaciuta la foto?"

Mentii spudoratamente: "Pessima. La materia prima sembra di prima scelta ma viene poco valorizzata! Mi sa che ti tocca cacciare le tette di nuovo e adesso, perchè non sono per nulla soddisfatto. E immagino che tu non voglia che torni autoritario."
"Stai fuori? Se qualcuno mi vede con le zizze di fuori? Sono atti osceni in luogo pubblico!"
"Lo sapevo. Immagino che dopo il battesimo del pompino alla guida, devo guidarti anche in quello della scopata all'area di sosta, specialità nella quale ho anni di esperienza."
"Mancano due ore prima di raggiungere a destinazione, non possiamo aspettare?"
"Dici la verità: hai mai scopato in un luogo pubblico? Non ti ha eccitato il pompino che mi hai fatto?"
"Stronzo! Sono un lago e mi sono anche masturbata nel cesso, rischiando di essere scoperta dai ragazzi delle pulizie!"
"Non mi volevi dire nulla? Ingorda e porca! Erano uomini o donne?"
"Due ragazze, una anche carina nonostante l'abbigliamento. Comunque, te lo avrei detto non appena fossimo arrivati in hotel. Ma sei sicuro che non ci becchino?"

Allungai le mani, con la prima le strizzai una tetta e con altra iniziai ad armeggiare con la chiusura del jeans: "Sicuro al 100%. E poi, sarà una sveltina, un antipasto di cosa ti aspetta fino a lunedì!"
Dopo alcune peripezie, riuscii a raggiungere la vagina perfettamente depilata, già calda e grondante di umori e a infilarci due dita senza alcuna resistenza: "Mmmmhhhh.... sssiiii... noon saaareebbe meeeegliiio andaaaareee dieeetrooooo?"
Continuando a sditalinarla, le feci cenno di sì e, contro voglia, si liberò per sgattaiolare sui sedili posteriori senza uscire dall'abitacolo, a differenza di come feci io, solo dopo aver fatto scorrere quanto più in avanti possibile il sedile del guidatore.

Non feci in tempo a chiudere la portiera che venni letteralmente assalito da mia cognata e in pochi secondi ci ritrovammo avvinghiati l'uno all'altra, bocca contro bocca, lingua contro lingua e il mio pene dentro la sua vagina.
Iniziammo a scopare selvaggiamente alla missionaria, senza alcun preliminare, senza verificare se effettivamente qualcuno potesse vederci, rapiti da un raptus ingovernabile: afferrai le sue natiche e la penetrai con foga, facendola gemere ad ogni colpo, in modo tanto più fragoroso quanto più violentemente affondavo dentro la sua fica.

Aprii gli occhi per vedere la scena in primo piano: scorsi le grandi labbra gonfie e arrossate, sentii le contrazioni dell'utero avvolgere la mia asta e vidi i suoi occhioni pervasi dal godimento.
"Noooon tiiiii feermaaaareeeee, sbaaaattimiiiiii coooosììììììììì! Faaaaammeeeelooooo seeeentiiiireeeeee."
Le infilai due dita in bocca che iniziò a ciucciare avidamente come se fosse un cazzo mentre l'altra mano restava fissa sul culo, stringendolo con maggiore vigore.
"Braaavooooo, braaavooooo! Aaaancccoooraaaa... aaaaancooooraaaaaa! Stoooooo veeeneeendoooooo!"
Osservai nitidamente il corpo di Stefania venire pervaso dalla lussuria e contorcersi dal piacere, le stesse sensazioni per induzione vennero trasmesse anche alla mia mazza, che si preparava ad espolodere con uguale fragore.

Le diedi qualche secondo per riprendersi dalla botta di adrenalina e poi, con tono autoritario, le dissi: "Fammi vedere quanto sei porca ed ingoia fino all'ultima goccia di sborra. Non ti premettere di sporcarmi la tappezzeria!"
Nonostante il getto copioso l'avesse messa a dura prova, mia cognata raccolse e bevve con soddisfazione tutto il mio sperma, complimentandosi per il sapore dolciastro.

Quando finalmente ci fummo rivestiti, ci demmo una rapida sistemata nel bagno dell'Autogrill, dove lo sguardo lussurioso di una ragazzetta mora mi fece capire di aver gradito lo spettacolo che avevamo messo in scena, per poi rimetterci, alla fine, in marcia verso la destinazione.

[Continua]
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