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Lui & Lei

Per fame e per piacere pt.7


di tongue81
08.01.2024    |    3.576    |    2 9.8
"Mi lanciai tra le sue gambe, assetato e affamato, come un predatore che si trova innanzi ad un banchetto succulento perfettamente apparecchiato..."
"Nessuna pausa!" affermai in modo deciso e preso dalla voglia di scopare quella ragazza bellissima e disinibita, mosso dall’eccitazione indotta dai due vecchietti che verbalmente erano molto partecipi e coinvolti.
Mi lanciai tra le sue gambe, assetato e affamato, come un predatore che si trova innanzi ad un banchetto succulento perfettamente apparecchiato.
Capii immediatamente che non ero l'unico ancora arrapato, dato che Lorena, non appena avvertì il contatto tra la mi lingua e le sue grandi labbra, intrecciò le gambe attorno al mio collo, impedendomi ogni altro possibile movimento.

"Forza giovanotto!"
"Ti assomiglia: anche tu da giovane avevi la stessa prestanza fisica e la stesso furore!"
Provai a ringraziarli ma avevo la bocca e le narici impregnate di fica e il flebile suono emesso venne oscurato dai gemiti fragorosi di Lorena. Trovandomi immobilizzato da quella morsa peccaminosa, mi limitai ad eseguire ordini, leccando, ciucciando, slurpando e sditalinando quella caverna rossa e bollente con un'ingordigia mai provata prima.
Mai prima di quella volta avevo tanto desiderato possedere, scopare e dominare una ragazza: pensai che fosse per spirito di rivalsa, per vendicarmi degli sguardi sdegnati e delle battutine subite in un passato neppure così remoto ma non era così.
Mi eccitava più di ogni altra cosa l'idea di essere osservato durante l'amplesso, di essere guidato da quelle due voci fuori campo gracchianti e partecipi seppur inchiodati alle proprie sedie. Forse anche Lorena condivideva il mio stato d'animo, forse anche il suo trasporto e il suo piacere non erano una mera e sterile finzione.

Vidi il suo corpo vibrare e contorcersi tra le spire sempre più avvolgenti della lussuria, mi adoperai con meticolosa passione affinché un violento orgasmo la inchiodasse senza forze al letto, dedicandomi anima e corpo alla sua fica vogliosa, incurante del fastidio al collo sopraggiunto per la posizione scomoda e innaturale in cui mi trovavo. La reazione alla scarica di ferormoni fece contorcere il suo corpo come se fosse in preda ad un attacco epilettico, tanto che furono necessari alcuni interminabili minuti prima riuscisse a riprendere il controllo delle terminazioni nervose che regolavano i suoi movimenti.

Le sorrisi compiaciuto e soddisfatto, venendo ricambiato con la stessa moneta, mi sollevai sul letto con la fierezza del domatore che aveva terminato di ammaestrare un animale selvaggio e poi cercai il preservativo riposto nel taschino dei boxer.
"Giovanotto, che fai? Sei impazzito?"
"Non ti azzardare! Mai mio marito è ricorso a simili aggeggi! Che indecenza"
Strabuzzai gli occhi e rimasi quasi pietrificato, ammutolito dalle proteste dei due anziani spettatori: cercai lo sguardo di Lorena e lo trovai ancora frastornato e confuso dal violento orgasmo.
Immobile come una statua non riuscii a spiccicare mezza sillaba, incredulo di fronte alla richiesta di scopare senza alcuna protezione e alla possibilità di incappare in una gravidanza non desiderata.

"Michele!"
"Hai sentito?"
"Certo! Non odiarmi ma lo sapevo già. Era parte integrante dell'accordo..."
"Perché non me l'hai detto subito? Cazzo!"
"Per non farti preoccupare..."
"Davvero? E se ti sborro dentro? Cosa..."
"Devi venirmi dentro la fica e devi scoparmi solo quella. Fidati, ho tutte le precauzioni!"
Lorena smise di parlare, si inginocchiò sul letto e iniziò a segarmi dolcemente per rassicurarmi e per isolarmi dal vociare degli spettatori che mi incitavano a darmi una mossa.
Mi guardò negli occhi con una dolcezza sconosciuta e imprevista a cui risposi con un impercettibile segno d'assenso.

Le afferrai i polsi, la inchiodai sul letto e la penetrai gradualmente, con delicatezza e rispetto, permettendo ad entrambi di assaporare quella nuova esperienza in modo totale. Senza la barriera di lattice, le sensazioni percepite furono sublimi: affondando il mio bastone dentro di lei, in ogni istante riuscivo a percepire e catturare le vibrazioni della sua vagina, le sue contrazioni, i suoi invisibili spasmi di piacere.

Iniziai a scoparla lentamente alla missionaria, cercando di regalarle un piacere intenso e di prolungare la mia resistenza, compito che inizialmente fu al quanto difficile, un po' per dovermi adattare ad una circostanza mai provata, un po' per gli incitamenti della vecchia che desiderava vedere maggiore vigore nell' atto. Nel frattempo, Lorena sta godendo quanto me, se non di più, dimostrandomelo con espressioni di godimento e con piccoli gesti che lasciavano trasparire le sue emozioni.
Solo quando riuscii a conseguire di essere in pieno controllo della situazione aumentai il ritmo e la prondità delle penetrazioni, cambiai più volte posizione seguendo talvolta le indicazioni esterne, talvolta il mio istinto.

Fu una chiavata memorabile, un mix di sesso, passione e lussuria davvero esplosivo, culminato in una poderosa sborrata mentre a pecora martellavo incessantemente la figa di Lorena ormai oscenamente dilatata dal mio cazzo e dai tanti orgasmi che venne applaudita con trasporto e compiacimento dai due anziani spettatori.
Una volta ricomposti, riassettati e rivestiti andammo a salutare il principe e la consorte, i quali si complimentarono nuovamente e si resero disponibili ad assistere ad altre performance dello stesso livello.
"La ringrazio e le farò sapere quando siamo nuovamente disponibili, eccellenza. Mi compiaccio che la scelta di Michele sia stata gradita."
Lorena si congedò in modo ossequioso e la imitai, ricevendo ancora ulteriori apprezzamenti per la mia performance dai due anziani nobili.

Prima di uscire dalla casa, il maggiordomo consegnò a Lorena una busta bella gonfia che lei fece sparire nella busta con un gesto rapido, senza neppure verificarne il contenuto. Salimmo in auto in silenzio, prese la borsetta ed estrasse la busta per verificare e contare le banconote.
"Stanotte hai fatto jackpot!" disse contando con grande manualità i biglietti.
Allungò la mano verso di me brandendo quattro banconote da 50€.
"Beh? Che c'è?"
"Nulla..." risposi infilando una mano sul mazzetto di soldi rimesso nella busta: "Solo che la mia maestra mi ha insegnato che devo sempre farmi pagare, anche se mi è piaciuto scopare!"

[Continua]
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