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Per fame e per piacere pt.4


di tongue81
13.11.2023    |    4.057    |    3 9.8
"Ad ogni affondo, il mio bastone percepiva ogni singola contrazione del suo utero, coccolato dalle vampate di calore della sua figa sbrodolante..."
"Madonnaaaaa... Che ditaaaa grosseeee!" mugolò Beatrice mentre il mio indice esplorava la sua cavità calda e bagnata, facendola sussultare ad ogni singolo movimento e rendendo il suo respiro sempre più pesante.
"Da braaava padrooona di casaaa, devo cooontrollaaaare cosaaaaa offroooo alle miiiiie amiiiicheeee!"
Mi sorrise in modo grottesco e lussurioso puntando dapprima entrambe le mani sul mio petto e poi facendo scendere la sinistra sul bozzo sempre più evidente mentre con l'altra mano iniziavo a palpeggiarle il culo.

"Sbaaattimeeeelo deeeentroooo! Non vooooglio faaaaar aspeeeetaaaare le ragaaaazzzeee!"
La aiutai a liberare il bastone, alla cui vista apparve sul suo viso un’espressione golosa e vogliosa: presi un preservativo dalla giacca ma mi fermò in modo brusco, quasi disgustata da ciò che avevo in mano.
Beatrice si alzò e si diresse verso la scrivania, aprì un cassetto e poi mi mostrò un nuovo preservativo, uno di quelli costosi e super sottili, mortificandomi profondamente.
"Tesoro, con quella merda che hai tu rischi di non far godere né me né te... Prendili tutti senza alcun timore."

Mi avvicinai al cassetto e ne presi una manciata, poi ne indossai uno e puntai dritto verso di lei. Ancora furioso per quel gesto e per quelle parole, sfruttai la mia prestanza fisica per schiacciarla a pancia in giù sul letto.
"Bravoooo! Sfondamiiiiii! Fooorte e subiiiito!"
Affondai il cazzo con decisione e con un colpo secco, facendola vibrare come una corda di violino e rendendomi conto di quanto avesse ragione. Ad ogni affondo, il mio bastone percepiva ogni singola contrazione del suo utero, coccolato dalle vampate di calore della sua figa sbrodolante. Come richiesto, la stantuffai forte, con affondi profondi e frequenza sempre maggiore, con una furia e una cattiveria che mai avevo provato, afferrandola anche per i capelli corvini per riuscire ad imprimere ancora più violenza alla penetrazione.

Sentii il suo esile corpo venire schiacciato e soggiogato dal mio e dall'escalation di piacere, da una tempesta ormonale pronta a sconquassarla fragorosamente: le braccia furono le prime a mostrare segni di cedimento, poi il respiro divenne sempre più affannoso fino ad esplodere in un urlo di godimento ed appagamento che mi esortò a non fermarmi per nessun motivo e che ci impedì di udire il rumore della porta.
"Signorina, mi scusi ma le sue amiche chiedono di lei e il fattorino è appena partito dalla pizzeria!"
Rimasi paralizzato da quella voce sconosciuta, sentendomi sorpreso sul fatto: "Karima, grazie di avermi avvisato. Per favore, mentre mi sistemo puoi pensare tu al nostro ospite?" disse Beatrice divincolandosi dalla posizione di cui la stavo scopando.
"Tesoro... sei stato molto bravo! Ti aspetto di là!"

Mi voltai impietrito e pallido come se avessi visto un fantasma, con il cazzo in tiro ancora dentro al preservativo mentre Bea iniziava a rivestirsi con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo: alzai lo sguardo e vidi finalmente la domestica Karima, una bella ragazza sulla 30 di chiare origini magrebine, fasciata nella sua divisa che, dopo essere messa carponi, stava gattonando verso di me.
"Signore, bocca o fica? Le prego, non risponda culo perchè mi farebbe male con quella mazza!"
"Karima! Fagli un pompino ed ingoia tutto!"
Allibito ed esterrefatto, vidi le mani ossute della domestica intente a sfilarmi il preservativo prima di accogliere il mio cazzo tra le labbra.
Senza usare le mani, inghiottì tutto e iniziò a spompinarmi come un' idrovora, senza battere ciglio e lasciandosi scopare la bocca come se fosse una fica.

Sborrai giusto in tempo per consentirle di rispondere al citofono: come se fosse la cosa più normale del mondo, ingoiò tutta sborra che le avevo schizzato in gola ringraziandomi e continuando a svolgere le sue normali mansioni. Mi ricomposi e tornai nell'immenso salotto dove le mie clienti attendevano fameliche la pizza ed il mio cazzo.

Cenammo e bevemmo birra e prima di tornare sul divano, Beatrice chiese a Karima di sbarazzare la tavola e di portare il dolce: la domestica entrò nella stanza con un sorriso di circostanza, posò su un tavolino un barattolo di Nutella e poi si congedò con deferenza.
"Dove va?" tuonò infastidita Valentina
"Karima, non ti ho detto di andare. Resta con noi!"
Il sorriso di circostanza si tramutò in uno spontaneo: d'istinto, sciolse i capelli e si accomodò sul divano in attesa di nuovi ordini.

Valeria, la ragazza bionda più carina delle due, diede inizio alle danze, alzandosi da tavola e, puntando dritta verso di me, mi ordinò di togliere giacca e camicia.
"Sbottonati lentamente, non essere frettoloso!" mi intimò Valentina
Ubbidii e con le dita tremolanti cercai di procedere in modo sensuale e lento mentre Vittoria raggiunse l'amica ed iniziarono a spogliarsi reciprocamente.

Beatrice, la padrona di casa, rimase in silenzio, fin quando non si alzò da tavola per avvicinarsi a Valentina e, prendendola per mano, la condusse sul divano dove la domestica attendeva istruzioni: le bastò un cenno della testa per farle capire di iniziare a servire il "dolce", affondando le dita nel barattolo e offrendole alle due amiche che iniziarono a leccarle voluttuosamente.

"Stronze! Siete delle stronze!" esclamò Vittoria alla vista del mio uccello barzotto, insultandole e protestando per la scelta di un cazzo così grosso mentre l'altra bionda iniziò a leccarmelo con golosità. Restando sempre in uno stato di incredulità, ascoltai le risate di tutte le presenti alternate da parole di scherno nei confronti della biondina che, ormai mezza nuda, era ancora più esile e priva di forme di quanto avessi mai immaginato. Nonostante le proteste, anche lei iniziò a spompinarmi in modo scialbo e con poca partecipazione, mentre sul divano Beatrice aveva comandato a Karima di iniziare a leccare la sua fighetta e quella dell'altra amica.

"Oh! Ma che diavolo fai? Tieni le mani a posto!" disse infastidita Valeria non appena appoggiai una mano sul suo culone trascinato dall'eccitazione.
"Daaaai, veeeediloooo comeee un appreeeezzameeento!" rispose a voce strozzata Beatrice.
"Quindi, ti piaccio anche se ho qualche chilo in più delle altre?"
Annuii con la testa mentre Vittoria continuava imperterrita a pomparmi maldestramente con foga.
"Ti piacciono anche le mie tettone?" disse liberandosi del reggiseno e mostrandomi due mammelle gigantesche e leggermente cadenti ma invitanti.
Di nuovo replicai con un solo cenno della testa e attesi la sua replica: "Vai a stenderti sul divano..." rispose iniziando a sfilarsi le mutandine affinché le potesse sventolare sotto al mio naso per dimostrarmi quanto fossero già bagnate.

[Continua]
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