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Le voglie di uno zio - Seconda parte -


di maxxx13
21.10.2018    |    13.496    |    9 9.7
"Lo stavo spiando dalla fessura della porta mentre passava le mani su quel corpo muscoloso, fu allora che mi resi conto che le mie erano sulla patta oramai..."
Avrei dovuto essere amareggiato per la sconfitta, ma una strana sensazione si faceva strada dentro di me, un brivido di piacere che dalla schiena raggiungeva il mio pisello. E con quella sensazione di durezza tra le mie gambe raggiunsi la sua camera, dall’altra parte della casa.

Non l’avrei mai ammesso neanche sotto tortura, ma dovevo soddisfare quella curiosità, volevo andare a fondo. Vedevo mio zio con occhi diversi, non un semplice parente ma come un uomo, un maschio dominante. Un maschio che doveva essere soddisfatto e questo mi dava dei brividi di piacere incondizionati, tanto che ero il mio uccello era semi duro e già bagnato.

Entrai nella sua camera mentre l’oscurità serale metteva in risalto la luce del bagno, facendone uscire il vapore. Sentivo l’acqua scorrere e, dopa essermi avvicinato alla porta, potei vederlo nudo che si docciava. E la sua notevole virilità svettava in piena erezione, rendendo la scena degna dei migliori calendari pornografici.


Aveva appena iniziato a docciarsi e potevo ammirare tutta la sua bellezza; un vero macho. Il vapore esaltava le sue forme, da vero militare quale fosse si teneva in forma; il petto villoso e perfettamente levigato, si erigeva da contorno agli addominali scolpiti da ore e ore di estenuanti marcie e campagne militari. Terminando nella eccitante V che caratterizza ogni maschio Alpha fino a raggiungere il suo uccello che, seppur barzotto doveva essere di notevoli dimensioni.

Lo stavo spiando dalla fessura della porta mentre passava le mani su quel corpo muscoloso, fu allora che mi resi conto che le mie erano sulla patta oramai completamente in erezione come un martello pneumatico avevo l’urgenza di sfogare le mie voglie. Mi soffermai con lo sguardo sul suo culo tondo e pensieri peccaminosi fecero bagnare la cappella che oramai fuoriusciva turgida, quasi dolorante dai pantaloncini.

Stregato da quella visione virile, mi spogliai della maglietta ed entrai di soppiatto nella stanza. Aveva gli occhi serrati ed era rivolto verso di me, accarezzandosi la virilità che prendeva forma; abbassai i pantaloncini, rimanendo nudo e, come un amante esperto presi ad divorarlo con gli occhi, masturbandomi e giocando con il capezzolo come mi aveva mio fratello.

Quando aprì gli occhi, non fu sorpreso nel vedermi “Ce ne hai messo di tempo “ disse con sorriso beffardo. Il suo uccello ebbe un guizzo e prese ad irrigidirsi mostrando la sua vera dotazione, aumentando la mia eccitazione.

Non dissi nulla, come se il copione fosse già stato scritto e noi eravamo solo due pedine che recitavano gioco la loro parte.

Allungò il suo braccio muscoloso e, mentre iniziava a giocare con la mia cappella rovente, mi schioccò un bacio sensuale in bocca. Sarà stato il contatto con l’acqua calda o il pizzicore della sua barba dovetti fermarlo per non sborrare subito.
“vedo che hai già fatto pratica… fammi vedere cosa sai fare..” non me lo feci ripetere, e presi il suo cazzo nodoso e rovente in mano segandolo dolcemente e con la lingua iniziai a leccare e succhiare il suo capezzolo come una giovane troia alla prima notte di nozze.

Muovevo la lingua sinuosamente lasciando che quel pezzetto di carne diventasse bello turgido, mordicchiandolo di tanto in tanto giusto per causare qualche sussulto di piacere.
Le sue braccia avvolsero la mia schiena tornita, accarezzando il mio culo scolpito da anni di palestra e arti marziali. Ogni tanto gli lanciavo degli sguardi come una brava puttana nel soddisfare il proprio cliente.

Gli effetti del mio trattamento non tardarono a palesarsi, iniziò a mugolare di piacere: lo stavo torturando.
Volevo possederlo ed essere posseduto, e per vendicarmi del torto subito in campo, volevo fargli desiderare il mio intimo come un lupo affamato brama la sua preda nel lungo e terribile inverno.

Lasciai che le sue dita si avventassero sul mio solco, stimolando in me voglie particolari.
Presi a leccare quel fascio di muscoli e peli tesi dal piacere, scendendo fino alla sua virilità che svettava in tutta la sua bellezza, facendola sparire e riapparire dentro la bocca, iniziando un gioco di lingua sulla cappella, lasciandolo quasi allibito per la mia abilità

Dovette fermarmi, rialzandomi, prese a baciarmi infoiatamente, infilandomi la lingua dentro la bocca, per assaporare il sapore di maschio dentro la mia.
Ci passammo il sapone su tutto il corpo scambiandoci una seghe reciproca, facendo attenzione che i sospiri di piacere non allertassero gli altri.
Mi fece sedere nel vano doccia, aprendomi le gambe e come un cane davanti all’osso iniziò il più bel pompino della mia vita. Stimolando il mio capezzolo e il buco contemporaneamente. La sensazione di profondità e umido, unito al sapiente lavorio della sua lingua sui miei genitali, mi fecero raggiungere vette di piacere mai provati in vita mia.

Non ci volle molto che sborrai dentro la sua bocca, contorcendomi dal piacere simultaneamente lasciandomi in paradiso e soddisfatto. I caldi flotti di sperma raggiunsero riempirono la bocca di mio zio, di cui ne fu estremamente estasiato di assaggiare il gradevole sapore di un giovane uomo in calore.Lo ingoiò in fretta come fosse un nettare vitale, la sua sapiente manovra mi aveva fatto godere in anticipo, ma con un abile mossa di mani e lingua riportò il mio uccello sull’attenti ricominciando quella tortura piacevole.

Avevo appena scoperto un aspetto della mia vita che avrebbe condizionato il mio futuro ed ero pronto ad assaporarne tutto il piacere che ne derivava.
Continuavamo a baciarci e leccarci, esplorando il godimento che i nostri corpi ci davano; poi con una mossa repentina mi trovai a pecora guardando il pavimento. Dopo aver usato il sapone e preparato il buco, iniziò ad affondare la sua lama rovente. Non ci volle molto che il dolore lancinante si trasformasse in piacere.

Un piacere profondo mai provato prima, che partendo dal culo si faceva strada attraverso le viscere del mio giovane corpo cresceva, lasciandomi spasmi di godimento mai provati. Stavo perdendo la mia verginità e più si muoveva dentro di me e più affondavo il suo uccello dentro la mia carne. Mi alzai, prese a segarmi baciandomi il collo, mentre dalla schiena sentivo i suoi muscoli contorcersi, eccitandomi ancora di più.

Ero in uno stato di trance, mi lasciavo guidare dal piacere che solo il sesso con un uomo può garantire, violando tutte le leggi e, il fatto che questo sarebbe stato il nostro più grande segreto, rendeva tutto molto eccitante e perverso allo stesso tempo.

Il mio parente, mi stava letteralmente sfondando, facevo fatica a non urlare di piacere; era riuscito a farmi sentire come una di quelle puttane che godono nei migliori filmini porno.
Ecco che cosa ero diventato la sua grandissima troia, perché tanto era il godimento che il mio culo cercava il suo cazzo, desideroso di essere penetrare fino in fondo.

Stavo sopra di lui, seguendo il movimento altalenante, mentre mi masturbava l’uccello di nuovo in erezione. Le sue mani non stavano mai ferme e se ora giocavano con la mia giovane virilità, ora passavano sul mio corpo stimolando la durezza del capezzolo, mentre con gli occhi semichiusi mi pompava come un toro in calore.

Non ci volle molto, uscì dal mio buco rovente si alzò sbattendomi l’uccello in faccia e con vigorosi colpi di mano, agevolò la fuoriuscita del suo seme schizzandomi in faccia grugnendo come un maiale.

Lasciai che lo sperma caldo mi coprisse il viso, leccandolo tutto e godendone il sapore di maschio alfa. Dopo avermi dato uno schiaffo, prese a segarmi violentemente, facendomi sborrare di nuovo copiosamente come una fontana, sul petto e sulle levigature dell’addome.

Respiravo velocemente dopo il violento orgasmo e così faceva anche lui, ci guardammo come due animali soddisfatti e complici, si avvicinò e assaggiò il mio nettare leccandolo tutto il mio corpo. Stringendo il mio cazzo.

“Avrò ancora voglia” dissi “Certo hai un martello pneumatico li in mezzo… non ti preoccupare ci sono io ora… ovviamente questo sarà il nostro piccolo segreto..” mi disse guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio. Al mio cenno affermativo riprese a sorridere e andammo sotto la doccia.

Mentre ci ripulivamo dai nostri umori, mi fece capire la mia iniziazione sessuale era appena all’inizio, ci sarebbero stati altri incontri e nuove scoperte ad attendermi.

Finimmo di lavarci e andai con la mia roba sporca in camera, fu allora che notai una macchia di sperma fresca nel corridoio…
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