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Il Figlio del mio migliore amico


di maxxx13
08.08.2015    |    6.019    |    5 9.4
"Avrei dovuto fare quella doccia ghiacciata, invece decisi di osare e uscii a salutare il ragazzo..."


Per motivi di lavoro mi dovetti trasferire a Genova durante tutto il periodo estivo. Adoro le città
di mare per il fatto che la vita è più spensierata e, soprattutto d’estate la fauna è molto più variegata e si lascia andare a fantasie sempre perverse.

Il mio migliore amico Antonio vive in una casa vicino al lungomare, e mi aveva offerto una sistemazione in una dependance all’interno di casa sua, in cambio io gli avrei dato una mano come assistente bagnante nello stabilimento balneare di sua proprietà.

La cosa mi interessava anche perché mi riportava indietro ai miei tempi universitari quando mi guadagnavo da vivere nelle spiagge e nelle camere da letto del litorale. Antonio era diventato il perfetto compagno di avventure sessuali e non. Era stato lui ad iniziarmi al sesso fra uomini facendomi scoprire lati di me stesso nuovi.

Poi il tempo era passato, si era sposato ed era arrivato il primo figlio Bruno e da allora i nostri incontri si erano fatti più radi, fino al mio trasferimento a Torino.

Proprio a Bruno stavo pensando oramai doveva essere diventato maggiorenne ed il pensiero di poterlo incontrarlo di nuovo mi eccitava sia mentalmente che fisicamente. Avevo controllato su un noto social network e mi ero reso conto che era cresciuto stava diventando un giovane uomo.

Quando arrivai nella casa fu come rivedere Antonio la prima volta ci furono grandi abbracci e pacche sulla spalle, oltre che toccate nel fondoschiena tipiche di chi gioca a pallanuoto da una vita.

Situata direttamente sul lungomare l’appartamento era sito su un condominio signorile, su due piani. Il primo aveva l’ingresso che dava sul soggiorno, da cui si accedeva alla cucina. Due minuscole stanze fungevano da ripostiglio e dispensario.

Attraverso le scale si accedeva al piano superiore dove erano situate le loro stanze, il bagno doccia e poi attraverso una porta vetro un magnifico terrazzo con piscina e una dependance perfettamente attrezzata con letto, cucinino e una mini palestra.

Mentre mi stavo sistemando la valigia e le mie carte, sentii uno tuffo provenire dalla piscina; quando mi affacciai vidi Bruno per la prima volta. Il ragazzo era diventato un vero adone non c’era che dire. Fisico scolpito dallo sport e tatuaggi nei punti giusti lo rendevano una vera macchina per il sesso.

Con gli occhiali da sole indossava un costume rosso e non potevo fare a meno di notare i lineamenti perfetti dei pettorali e la curva dei suoi addominali, per non parlare della eccitante v che raggiungeva la zona genitale, zona che doveva essere di notevoli dimensioni visto il rigonfiamento. Il mio sguardo si soffermò sulle gambe perfettamente muscolose degno di chi pratica calcio da molti anni. Poi il ragazzo si alzò andò verso la ringhiera, lasciando vedere un fondoschiena perfettamente formato degno dei migliori bagnini australiani.

Mentre osservavo quella scena pensieri indecenti affollarono la mia mente e dovetti ricorrere a una doccia fredda immediata visto che gli effetti si erano palesati vistosamente tra le mie gambe. Avrei dovuto fare quella doccia ghiacciata, invece decisi di osare e uscii a salutare il ragazzo. Potevo sentire i suoi muscoli contrarsi e l’odore di maschio misto crema solare trasudare dal suo corpo e i pensieri indecenti sostituirono l’immagine innocente che mi ero costruito, tanto che dovetti arretrare per evitare di far trasparire la mia eccitazione.

La giornata successiva feci molta fatica a concentrarmi i pensieri si indirizzavano verso quel pezzo di manzo. La mia curiosità era diventata morbosa, continuavo a pensare a quel corpo divino e a quel rigonfiamento in mezzo alle gambe causandomi dolori in mezzo alle gambe che solo una sega veloce in bagno potette dare la tanto sospirata pace.

Il caldo pomeriggio ligure regalava folate di vento e momenti di pura afa, rientrato nella mia dependance decisi di concedermi un bel bagno di sole. Bruno, puntualmente era bordo piscina con un costume slip verde, quale esaltava la bellezza scultorea del ragazzo. io indossavo un costume slip rosa ed avevo l’uccello barzotto.

Indossai i miei occhiali da sole e mi sdraiai anche io a bordo vasca, poi vuoi la brezza e il silenzio mi addormentai. Sogni strani fecero spazio nella mia mente: la visione della mia compagna nuda su di uno scoglio si fece vivida;fu una strana sensazione all’interno coscia a cambiare tutto. Un massaggio leggero, non fastidioso ma sensuale si intensificava e si affievoliva dalla gamba fino alla zona pubica.

E poi il massaggio si era fatto più audace sopra il tessuto del costume e li potevo percepire chiaramente il dito di un piede cercare la mia asta, giocare con i miei genitali ed l’andare su e giù con la mia cappella. Il mio corpo rispondeva alla sollecitazione in maniera automatica ora percepivo la durezza del mio bastone oramai scappellato, sentivo che l’elastico del costume non lo riusciva a trattenerlo dentro.

Successivamente, la sensazione di umido caldo mi riportò sul dormiveglia. Un gioco di lingua mi fece accelerare il respiro, e fitte di piacere cominciavano a pervadere il mio corpo. Non ci volle tanto che una di queste mi fece aprire gli occhi. Al mio risveglio capì che non stavo sognando, ma il giovane Bruno me lo stava succhiando come una troia in calore.

Volevo fermarlo, ma il piacere che mi causava era troppo bello, ci guardammo interdetti e gli misi una mano sulla nuca per spingere il mio uccello più a fondo; iniziai così a scoparlo in bocca. Ero in preda alle sensazioni, e mentre gli abbassai il costume e iniziai a masturbarlo velocemente.

Gustare quell’uccello giovane e così duro, mi eccitava e faceva aumentare la mia eccitazione, leccavo l’asta, giocavo con la lingua sul frenulo assaporando il liquido pre seminale, causando spasmi di piacere che contraevano in maniera ritmica e sensuale gli addominali del giovane amante.

Mugolavamo di piacere, si staccò dal mio bastone di fuoco e, con la voce rotta dal piacere mi chiese di penetrarlo profondamente. Indossai il preservativo, umidificando il suo buchetto con del gel, e incominciai ad affondare la punta della mia lama rovente dentro quel suo perfetto culetto.

Dopo un po’di resistenza, il mio uccello entrò dentro quel corpo nel frattempo con le mani stuzzicavo i suoi capezzoli turgidi al tatto e il suo membro pulsante,mentre con le nostre lingue danzavano in un gioco sensuale. Iniziai a spingere ritmicamente e con ciò il suo corpo cominciava a gemere.

Ad ogni mio affondo si contorceva dal piacere mi incitava a continuare, mugolava voleva di più, stavo scopando una vera troia… cambiammo posizione, lo girai e lo misi supino davanti a me con le gambe divaricate e glielo infilai di nuovo dentro. Spingevo come un forsennato lo vedevo godere e la piega dei suoi addominali e il suo cazzo eretto mentre si masturbava, l’odore di maschio mi estasiava fino alla fine.

Presi a segarlo di nuovo, ed sentii che il suo orgasmo si stava per avvicinare, ed in un mugolio di piacere coperto solo dalla mia mano, schizzo il suo seme su tutto il corpo, collo e capelli compresi. Mi sfilai dal suo culo e tolsi il preservativo, fu lui a prendere in mano la mia situazione e, dopo due o tre seghe venni a fiotti sulla sua faccia.

Ci guardammo con sguardo appagato, entrambi sudati e con il fiatone eravamo soddisfatti di ciò che era appena avvenuto, ci alzammo e andammo entrambi verso la doccia della mia stanza. Rimasi indietro a raccogliere il mio costume, fu allora che notai una figura da dietro la finestra....



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