incesto
Paola, e sua madre ninfomane Cap. 8


07.04.2025 |
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"“Sei già diventata anche tu una vacca insaziabile e, perciò, visto che siamo diventate “colleghe” in fatto di sesso, da questo momento per te sarò solo..."
“Ma che bravi i miei porcelli! Vedo che vi state divertendo alla grande e pure che la porcellina si è fatta pure rompere il culo. Ed io che pensavo volesse solo “diventare donna” grazie al mio uomo e, invece, “et voilà” a scelto di farselo rompere proprio dal porcellino che vive con me!” esclamò mamma con finta meraviglia.“Scusa ma non avevamo detto che tu ed io siamo davvero uguali e, poi, non sei anche tu una grandissima porcellina?” le chiesi girandomi verso di lei.
“Certo! Ma, quando venni sverginata e poi anche sodomizzata, lo fecero persone che non erano né amici di famiglia né parenti stretti o acquisiti, però!” esclamò con sguardo torvo.
“Ed io, invece, che voglio diventare in fretta come te, succhiacazzi e rottainculo, ho pensato di farlo proprio con lui anche per la comodità di averlo sempre a portata di mano. Cambia qualcosa, secondo te?” le risposi riprendendo a salire e scendere sulla mazza di Giacomo, con aria di sfida.
“Guarda questa puttanella quanto se lo gode il cazzone del mio uomo, davvero tutta sua madre, e lo fa spudoratamente proprio davanti a me ma, se vogliamo proprio essere precisi, i porcellini della favola erano in tre mica in due!” mi rispose con un sorrisino molto malizioso.
“Vuoi dire forse che anche noi dobbiamo essere in tre?” le chiesi con altrettanta malizia.
“Beh, che ti devo dire? Se vuoi davvero diventare una succhiacazzi e rottainculo come me, devi solo entrare a far parte della nostra piccola combriccola, non credi?” fu la risposta.
“A proposito, Paola, come mai sei già di ritorno? Non avevi in programma una bella “seratina” all'insegna del tanto sesso con i tuoi amici?” le chiese Giacomo riprendendo, come se niente fosse, a dare colpi all'insù che mi portò a riprendere a gemere e gridare come una cagnolina in calore.
“Non mi andava più perché la mia testa era qui ed ero sicura che l'aveste già fatto e, allora, mi sono inventata la scusa che non mi sentivo molto bene ma, la verità era appunto quella che volevo venire a vedere come andava tra te e la troietta che sta ululando come una lupa alla luna piena.“ disse guardando me che “ululavo”non solo per il un nuovo orgasmo ma anche e per l'emozione e l'eccitazione per la sua presenza e che si stava godendo la scena fortemente eccitata.
E, con un forte senso di rivalsa nei suoi confronti, appena finito di vibrare in tutto il corpo, le chiesi molto sfrontatamente “Dimmi la verità, vorresti essere tu al mio posto in questo momento, è così?”
“Certo che vorrei io stare seduta su quel cazzone e sentirlo tutto dentro di me, però, ora lascialo un po' tranquillo ché, dopo il “tour de force” a cui l'hai costretto, mi sembra parecchio stremato.”
“Sei fortunata ad avere Giacomo a tua completa disposizione tutti i giorni e tutte le notti. Magari potessi averlo anch'io, ha una mazza potentissima e grossa che mi ha fatto impazzire più volte e ancora adesso, in questa straordinariamente eccitante posizione sulla sedia.” risposi con voce roca per quante volte avevo già urlato per tutto il piacere che ne avevo tratto.
“Sei già diventata anche tu una vacca insaziabile e, perciò, visto che siamo diventate “colleghe” in fatto di sesso, da questo momento per te sarò solo Paola, una femmina che vive sotto il tuo stesso tetto e, visto che hai tanta voglia di lui e che io sono la terza porcellina, ce lo divideremo equamente anche tutti i giorni.” disse con occhi in cui brillavano lampi di totale lussuria.
“Che femmina ingorda che sei, Paola. Spero proprio tanto di arrivare presto al tuo livello!” le dissi.
Lei ci guardò intensamente “Per forza, a furia di guardarvi scopare in quel modo, già mi sto sbrodolando tutta. Perciò, caro mio, datti una smossa perché lo farai subito anche con me. Ok?”
“Tesoro, questa ragazza è un ciclone di sessualità, insaziabile e instancabile quanto te, non mi ha dato tregua e mi ha fatto sborrare cinque volte e, ogni volta, ha pure ingoiata tutto.”
“Stronzo, mi stai dicendo che te la sei scopata fino a sborrare cinque volte, che vuol dire che, più o meno, lei è arrivata ad almeno il doppio in orgasmi mentre con me, porco che non sei altro, a malapena riesci a farne un paio in tutta una serata?” esclamò Paola molto adirata.
“Sono stremato e ho bisogno di un attimo di tregua, giusto il tempo di ricaricarmi. Dammi mezzora per andare a fare una doccia rinvigorente, bere qualcosa e, quando torno, ti scopo in tutti i modi che vorrai e, poi, visto che ti piace tanto, sborro in bocca anche a te. Ok?”
“Prenditi, pure, una bella pillolina blu che forse ne hai molto bisogno!” rispose incazzata nera.
Poi aggiunse “Vabbè, ho capito, con te bisognerà organizzarsi, magari facendo dei turni.”
“E secondo te, io che faccio, sto a guardare? ” esclamai.
“Eccheccazzo! Ma non ne hai mai abbastanza?” esplose Paola nei miei confronti.
“Evidentemente, il detto “Talis mater talis filia” ben si addice a noi due.” esclami con sfida.
Era proprio incazzatissima, per la dèfaillance di Giacomo ma mi parve che lo fosse anche per me. Forse perché era spaventata dalla possibilità che il suo uomo avesse una preferenza per me e che, per questo, voleva che lui si comportasse allo stesso modo con lei o, magari, voleva sfidarmi in una sorta di gara tra noi due a chi gli dava più piacere?
Certo sarebbe stata una vera gara “fino all'ultima goccia” e lei avrebbe giocato tutte le sue carte a disposizione grazie alla sua ultra decennale esperienza e alla sua sfrenata sessualità mentre io, pur agguerrita come lo sono sempre stata, rischiavo di perdere per la mia scarsa esperienza ma potevo comunque sempre contare sulla mia grande voglia di diventare una perfetta femmina da letto ma, soprattutto, della mia capacità di andare avanti per ore e ore e, per questo, sulla lunga distanza avrei avuto più chance di averla vinta.
Decisi, però, di volare basso sia per rispetto verso di lei che era pur sempre la mia “maestra” che per non rischiare di perdere sia entrambe, la grande opportunità di avere Giacomo anche tutti i giorni.
Allora sviai l'attenzione sul cazzo del suo compagno e approfittando della sua momentanea assenza, le chiesi una cosa che mi incuriosiva moltissimo sulla sua vita sessuale.
“Posso farti una domanda, per me molto importante anche se molto intima?”
“Dai, forza, fammi questa domanda ma sii veloce perché un quarto d'ora passa in fretta.” mi disse.
“Come è stata la tua prima volta, cos'hai provato, è stato bello, con chi l'hai fatto?”
“All'inizio fu un'esperienza traumatica perché venni violentata, per un intero pomeriggio da più uomini che, poi, la stessa sera mi sodomizzarono a turno per altre due ore senza mai fermarsi.”
“Esperienza traumatica, nel senso che ti fecero molto male?” chiesi.
“Moltissimo ma non tanto per il dolore fisico ma per come avvenne.” rispose.
“In che senso, non capisco. Andasti di tua iniziativa oppure ti avevano rapita?” chiesi curiosa.
“Non mi va di parlarne.” fu la risposta laconica.
“Neanche se questo servisse per darmi un insegnamento di cosa si può fare e di cosa è meglio non fare nella vita di una giovane donna?”
La vidi un po' smarrita e iniziai, allora, a temere che le fosse successo qualcosa di molto brutto.
Restò per una manciata di secondi pensierosa mordendosi, ogni tanto, il labbro inferiore della bocca, poi, ad un certo punto tirò un lungo sospiro e mi disse.
“Hai ragione, non posso insegnarti solo cose che riguardano il sesso ma anche a come guardarti intorno e capire se possa esserci un qualche pericolo nel fare incontri e, perciò è giusto che ti racconti quello che mi è capitato quando non avevo ancora compiuto 15 anni.
Ieri ti ho parlato, anche se molto brevemente di mia madre e delle sue frequentissime scappate per andare a fare sesso e che mio padre le impediva di uscire e che, per questo, lei andava letteralmente fuori di testa urlando e piangendo e si aggirava in tutte le stanze rompendo tutto quello che trovava.
Un giorno però, pur di uscire, si inventò la scusa che mi avrebbe portata a fare una passeggiata e poi al cinema e che saremmo tornate per la cena e, per avvalorare questa scusa, indossò un abitino elegante e piuttosto casto e, poi, mi vestì con una maglietta molto carina, una gonna a metà coscia e facendomi calzare un paio di sue scarpe tacco 9, dopo mi pettinò la mia folta capigliatura, mi fece un trucco leggero adatto alla mia età che però mi fece sembrare più grande di un paio di anni.
“Quanto sei bella, figlia mia” mi disse facendomi rimirare nel grande specchio posto nell'ingresso.
Ero davvero deliziosa e fui felice che avesse considerato fosse arrivato il momento in cui una ragazza come me iniziasse a pensare anche all'estetica e al proprio corpo ma, soprattutto, uscire con una mamma così tanto bella e, finalmente, più tranquilla ma, appena uscite per strada, mi disse.
“Bella di mamma, ti porto a casa di un mio caro amico dove potrai aspettarmi in attesa che io torni.”
A quell'epoca, ero molto ingenua nonostante non fossi più una bambina ma intuii subito dove si stavae recando e ne rimasi molto delusa ma, grazie agli sguardi di molti maschi, giovani e adulti, mi sentii in qualche modo gratificata come tutte le ragazze lo sono quando sentono di essere apprezzate per la loro bellezza e per la loro avvenenza ed io, essendomi già sviluppata nel corpo, ero molto più alta delle altre ragazze di pari età e anche con due tette belle grosse però su un fisico esile con un girovita strettissimo, gambe lunghe che partivano da fianchi generosi e un culo a mandolino..
Camminammo per quasi mezz'ora fino a quando arrivammo al cancello che si aprì silenziosamente subito dopo che, mia madre aveva bussato al citofono e la cosa che notai fu che la villa era quasi interamente nascosta da alberi e tanti cespugli di begonie, oleandri e grandi arbusti di forsizia alti quasi due metri e totalmente circondata da alti muri.
Un bel signore, elegante nel portamento, ci attendeva sulla soglia di casa con un affabile sorriso.
Mia madre, invece, era chiaramente con la testa altrove e con occhi, all'improvviso da spiritata, sembrava sulle spine con quell'espressione sul viso che avevo visto decine e decine di volte quando usciva in fretta e furia nonostante mio padre cercasse di fermarla ma vanamente.
Poco prima di scappare via mi disse “Tesoro, ti lascio in buone mani, vedrai che sarai trattata come una principessina. Mi piacerebbe molto restare qui con te ma purtroppo ho un impegno con delle persone a cui non posso proprio sottrarmi.
“Torni in tempo per andare al cinema?” le chiesi speranzosa.
Non so se riuscirò perché penso che questo impegno mi porterà via almeno tre, forse quattro, ore ma appena finisco, vengo a prenderti e torniamo a casa e, magari domani, andiamo a vedere un bel film” e, scappata via frettolosamente, la vidi entrare in un auto con due uomini che l'aspettavano appena fuori dal cancello.
Il padrone della villa, con un sorriso mi fece una carezza sui capelli e mi disse di entrare, di stare tranquilla e che mi avrebbe fatto passare un bel pomeriggio e, magari, anche parte della sera e mi invitò ad accomodarmi sul divano del salotto.
“Sei bellissima, complimenti, quanti anni hai?” mi disse con aria sorniona.
“17 anni e fra due mesi 18.” gli risposi mentendo spudoratamente per vedere se mi avrebbe creduta.
“Davvero una splendida ragazza ma, dimmi, hai già un ragazzo? ”
“Non ancora ma, a dire il vero, trovo molto affascinanti gli uomini molto più grandi di età.”
L'uomo sembrò prendere la palla al balzo “Davvero? Come mai?”
“Non saprei spiegarlo esattamente. Forse perché danno più sicurezza o, forse, perché hanno tantissima esperienza della vita e, magari, potrebbero insegnarmi tante cose.” gli risposi con sincerità ma, stranamente, mi lasciai anche sfuggire “ E mi piacerebbe moltissimo diventare bella come mia mamma.”
“Diventare solo bella come Viola mamma, o anche diventare brava come lei donna?” mi chiese con aria ancora più sorniona.
“Per adesso, diventare solo bella, poi magari, perché no, anche come donna.” risposi immaginando che lui conoscesse già che donna fosse ma, proprio mentre lo dicevo, mi resi conto che stavo entrando in un terreno sdrucciolevole e, allora per sviare l'argomento, gli dissi. “E' proprio bella la sua casa e anche il giardino è bellissimo.”
“Sono contento che ti piacciano e, se ti va, te la faccio visitare.”
“Volentieri, grazie. Si vede che dietro c'è la mano di una donna che, immagino sia sua moglie. Non c'è in questo momento?” gli chiesi giusto per tastare il terreno e capire con chi avevo a che fare.
“Tesoro, non sono sposato e del giardino si occupa una persona molto brava col pollice verde ma, vieni che ti faccio vedere la casa.”
Mi portò a visitare varie stanze, molto belle e ben arredate e, poi, ad un certo punto mi disse
“Ho sentito che ti piacciono molto i film, se vuoi andiamo nel seminterrato dove c'è una bella sala adibita con un maxischermo dove con gli amici guadiamo spesso le partite di calcio e molto più spesso, ci godiamo anche un bel film.”
Scendemmo, allora, in quella sala in cui c'erano una dozzina di poltroncine su due file.
“Sembra di stare davvero in un cinema.” esclamai contenta.
“I miei amici ne sono entusiasti, certe volte vediamo anche più di un film durante la serata.” rispose ma, all'improvviso, come se solo in quel momento si fosse ricordato esclamò “Oh, che sbadato, non ti ho ancora chiesto se vuoi bere una bibita o qualsiasi altra cosa ti piaccia.”
“Sì, grazie. A me piace moltissimo bere del latte appena caldo con succo di limone che lo rende un po' denso.” e questo era la pura verità ma non avrei mai immaginato che potesse significare anche un'altra cosa che, più avanti, ebbi a conoscere.
“Ok, vado a preparartelo e torno subito. Nel frattempo, se vuoi, accendi pure la tele, magari c'è qualche qualche programma o un film che ti farebbe piacere vedere.” mi disse e uscì velocemente.
Allora, mi accomodai su una poltroncina e accesi la tele ma quello che apparve era sì un film ma non era né un film sentimentale né d'avventura, era invece di sesso davvero hard nel quale una splendida donna era intenta a succhiare un maestoso cazzo mentre, da dietro, un altro ancora più grosso, le scopava il culo con potenti affondi e quei bastoni di carne, proiettati sul maxischermo, sembravano addirittura enormi.
L'eccitazione procurata da quelle immagini, fu talmente forte che la libidine immediatamente si scatenò e vidi me stessa al posto di quella donna e, istintivamente, allargai le cosce dando inizio ad una, prima lenta e poi forsennata masturbazione del clitoride che mi portò, nel giro di pochi minuti, a un potente e violento orgasmo in sincronia con quello della donna che stava urlando per il suo altrettanto violento orgasmo.
Quando sentii che l'uomo stava per arrivare, però, mi ricomposi tirando giù la gonna e spensi la tele.
“Ecco il tuo latte appena caldo con la spremuta di un limone intero, avevi ragione, mi pare davvero buono e ho inserito anche una cannuccia bella grossa in modo che puoi succhiare più agevolmente.” “Grazie. Adoro succhiarlo con una cannuccia molto grossa perché mi facilita a riempire totalmente la bocca del denso latte.”
“Scusa Paola, solo una domanda, ma perché gli mandavi messaggi così espliciti?” chiesi.
“Perché quell'uomo mi intrigava molto e, tenuto conto che in quel momento mia madre molto probabilmente stava succhiando un grosso cazzo che le esplodeva in bocca un fiume di sborra mentre qualcun altro se la inchiappettava da dietro come nel film, per l'eccitazione del momento e nonostante avessi appena goduto, stavo accarezzando l'idea di emularla in tutto e per tutto.
Comunque, forse inciampò in un piede di una sedia o forse lo fece apposta, fatto sta che tutto il latte mi finì addosso bagnandomi completamente la leggera maglietta di cotone e gran parte della gonna.
“Scusami, che sbadato che sono stato. Vieni andiamo di sopra dove c'è una delle stanze da bagno dove ti potrai asciugare, io nel frattempo cerco qualcosa da metterti addosso.” mi disse mentre mi guardava fisso il seno che, sotto la maglietta, totalmente bagnata era visibilissimo così come lo erano i capezzoloni scuri perché era così sodo che non portavo mai il reggiseno nonostante fosse davvero sproporzionato rispetto al mio sottile fisico ma non mi sfuggì l'eccitazione che colsi nei suoi occhi a quella visione dei due mini cocomeri, di cui veramente andavo fiera.
Entrai, mi tolsi le poche cose che indossavo, ovvero la maglietta, la gonna e lo slip e, mentre mi asciugavo, dopo essermi lavata velocemente, pensai di nuovo a mia madre che forse in quel momento si stava facendo montare più uomini e magari, era già alla seconda o terza scopata.
L'uomo, bussò alla porta del bagno e mi passò, attraverso lo spiraglio, una bellissima vestaglietta, a dire il vero un po' tanto corta, di raso e pizzo e anche molto trasparente “E' l'unica cosa che ho trovato, probabilmente dimenticata qui da qualche mia amica. Spero che vada bene e che ti piaccia.” “E' bellissima e di gran pregio e mi sembra che mi stia benissimo!” risposi con entusiasmo.
Uscii dalla porta del bagno e lo guardai con intensità negli occhi ma i suoi erano fermi, quasi incollati, su di me dal seno alle punta dei piedi.
“Sei un vero splendore! Chissà quanti uomini ti desidererebbero in questo momento!” esclamò.
“Dici?” chiesi col cuore che batteva forte nel mio petto.
“Dico, dico! Anzi sono certo che, a breve, qualcuno se ne vedrà bene di tanta bellezza!” rispose.
Poi aggiunse, quando sono tornato giù per darti il bicchiere di latte, ho sentito provenire dalla tele, degli urli di donna ma non potevi essere tu. Forse provenivano da un film, diciamo un po' hard?”
“E' vero ma non me l'aspettavo. Ho acceso la tele ed è comparsa una scena davvero molto hard.”
“Mi dispiace, forse era rimasto sullo stesso sito di ieri sera. Per ischerzo, lo abbiamo fatto partire per vedere la reazione di due amiche che, dopo, hanno giocato con altri sei amici.” disse.
“A che, gioco?” gli chiesi ma già intuivo che doveva essere stato lo stesso tipo di gioco del film.
“Starai mica pensando a quello che facevano nel film?” aveva capito che mi riferivo proprio al film.
“Non lo so, né posso saperlo! Non ho esperienza di queste cose.” ma, mentre lo dicevo, pensavo tra me e me “Ma che cazzo aspetti a saltarmi addosso e scoparmi come scopi mia madre?”
In quello stesso momento, squillò il suo telefonino e si allontanò di qualche metro ma, lo stesso, riuscii a captare qualche sua parola “Fra 15 minuti...va bene...come la madre... credo di sì...molto, decisamente molto...non saprei, forse no...ma non sono sicuro...Ok!
Poi tornò da me “Senti Paola, se vuoi, mentre mi dedico ad una cosa che devo assolutamente fare entro stasera e, ovviamente se ti va, potresti tornare giù e, sempre se ti va, magari continuare a vedere quel film o qualcun altro, ce ne sono davvero tanti. Che ne dici?”
“Va bene, magari può servirmi per crescere più velocemente nella conoscenza del mondo del sesso ma solo per questo motivo perché non sono certa di trovarlo interessante.” risposi con nonchalance.
Mi incamminai, allora, in direzione della sala e, pensai con un po' di eccitazione, che magari ne avrei visti anche altri mentre aspettavo che mi dicesse di raggiungerlo nella sua camera da letto dove, finalmente, gli avrei dato la mia verginità.
Cambiai film per vedere qualcosa di diverso dal primo e rimasi di stucco perché, una donna, praticamente col solo reggicalze che reggeva un paio di velatissime calze nere e ai piedi due altissime décolleté, distesa su un letto perfettamente rotondo era circondata da un nugolo di maschi, forse cinque, ma più probabilmente sei, che se la fottevano a turno in tutti i buchi mentre lei succhiava le mazze degli altri passando da uno all'altro.
Ma proprio quando, tutti avevano già iniziato a sborrarle in bocca uno dopo l'altro, mentre già ero tornata a masturbarmi per l'enorme eccitazione, la porta alle mie spalle venne spalancata con forza e quattro uomini, totalmente nudi e con solo un passamontagna che copriva il loro volti, entrarono e nel vederli avvicinarsi a me, grandi e grossi e con cazzi di altrettanto grosse dimensioni tra i quali, due, esageratamente dotati, mi spaventai moltissimo avendo appena visto quello che era già accaduto e quello che ancora stava accadendo in quel film..
“Vieni bella, adesso ti facciamo divertire alla grande e vediamo se sei brava come tua madre.” mi disse uno degli uomini, forse un arabo, con un cazzo che sembrò una proboscide tanto era grande. Mi sentii in trappola, era chiaro che quella era una cosa organizzata nei minimi dettagli e mi chiesi se mia madre lo sapesse e, se sì, perché mi aveva portato lì lasciandomi alla mercé di tanti maschi.
“No, non voglio!” risposi con fermezza e sperai che il padrone della villa, ammesso che quella fosse davvero sua, mi venisse in soccorso.
Invece, l'arabo mi diede un ceffone esclamando perentoriamente “Zitta puttanella, adesso stai zitta e se fai la brava, vedrai che ti facciamo divertire come facciamo a quella ninfomane di tua madre.”
In due mi alzarono letteralmente per le braccia e mi portarono in uno stanzone attiguo che era pieno di attrezzi ,una gogna, una croce di sant'andrea, un seggiolino appeso a due grosse corde e in basso da due grossi cappi all'altezza dei piedi e, alle pareti, un paio di comò, sui quali erano appoggiati vari falli di silicone di tutte le forme e dimensioni, proprio di lato ad un letto perfettamente rotondo.
Quel ceffone mi fece capire, però, che non avevo una via di scampo e che, anche se mi fossi messa a urlare con tutta la forza che potevo, nessuno avrebbe potuto sentire e che, perciò, se volevo evitare qualcosa di molto pericoloso per la mia incolumità, sarebbe stato meglio non agitarmi troppo.
“Sono vergine, vi prego lasciatemi andare!” ebbi la forza di urlare sperando che si fermassero.
“Vergine? Wow! Molto meglio allora e ci divertiremo molto di più!” rispose un secondo maschio.
“Se dovesse arrivare mia madre, sarebbero cazzi neri per voi!” provai a minacciare.
“Come questo?” chiese sfrontatamente un pezzo d'uomo, alto e robusto e con una mazza nera come l'ebano sulla quale troneggiava una grossa e lucidissima cappella.
“Se arriva, le mettiamo un cazzo in bocca da succhiare, uno nel culo e uno in figa e stai pur sicura che si scatena immediatamente, quella troia ninfomane di Viola!” disse un altro forse dell'Est con una specie di boa tra le gambe minacciosamente in tiro..
Mi resi conto, a quel punto, che ormai non potevo fare altro che assecondare le loro voglie facendo buon viso a cattivo gioco e che, in ogni caso, anche se fosse arrivata mamma, sarebbe andata sicuramente, come aveva detto l'arabo.
Nel frattempo mi avevano messe le braccia e la testa appoggiate nelle tre scanalature della gogna e, dopo, aver abbassato anche il pezzo di sopra, mi legarono i polsi con stringhe di pelle e mi spostarono in malo modo anche i piedi ai lati legandoli con altre stringhe ed io mi sentii come una vergine portata al sacrificio ad un dio pagano del sesso come avevo visto una volta in un film.
Mi violentarono a turno per quasi un'ora intera, senza smettere mai alternandosi due alla volta, uno, il primo della “coppia” che mi aveva infilato il cazzo, lungo e a forma di banana incurvata verso il basso, ancora leggermente floscio, mi arrivò fino ad oltre l'ugola e l'altro, quello dell'Est che, dopo avermi sverginata con la sua mazza di almeno 24 centimetri x 13 di circonferenza, continuò con feroce violenza a farmelo sentire fin dentro la pancia e non fui neanche in grado di urlare a causa del continuo martellamento sul fondo della gola della “banana”, già diventata durissima e, perciò, i suoni gutturali che emettevo andarono a sommarsi, come una colonna sonora di un film, col rumore delle sue cosce contro le mie natiche e le voci di incitamento degli altri due per fino a quando entrambi godettero direttamente nella mia bocca e nella mia figa riempendole esageratamente.
Neanche il tempo di sentirli uscire da me, che l'arabo e un omone grosso come un armadio, presero il posto dei primi due e dal dolore che provai quando sentii entrare dentro il mio ventre una specie di palo di ferro, capii che non poteva che essere che lui, l'arabo, perché sembrava non arrivare mai fino alle palle ma, quando ci arrivò, lo sentii in tutta la sua esagerata lunghezza che mi martellava senza sosta, per fortuna, per non più di dieci minuti ma che a me, però, sembrarono un'eternità.
Poi, all'improvviso, il sentire quel bestione che mi scopava con animalesca forza e senza fermarsi un solo istante, mi portò ai primi gemiti di piacere che, nel giro, di cinque minuti si trasformarono in lamenti e che divenne addirittura duplice per quello che iniziavo a sentire anche l'altro cazzone stantuffarmi la gola fino arrivare all'acme che sfociò nel primo orgasmo vaginale della mia vita.
Allora mi lasciai totalmente andare, abbandonavo il cazzo che mi scopava la gola giusto per urlare e addirittura, incitare l'arabo a scoparmi con più forte, poi una serie di nuovi andirivieni sfrenati con la bocca lungo l'asta fino a farla sparire e ricomparire dentro le mie fauci e subito, un nuovo incitamento all'arabo urlato a squarciagola e così via, godevo, gridavo, riprendevo il pompino e ritornavo a godere di quel martellamento dentro il mio ventre fino a quando tutti e tre arrivammo all'orgasmo più forte e violento che potessi mai immaginare.
Tuttavia, ormai preda della lussuria più sfrenata, non mi fermai neanche quando la bocca venne interamente riempita dalla sborra dell'omone e mentre ingoiavo e continuavo a succhiare in un crescendo di eccitazione mia e dei due e, per la seconda volta in pochi minuti, arrivammo ad un nuovo orgasmo che mi lasciò stremata ma, devo dire che lo erano anche i due superbi amanti.
Nel frattempo, si era fatta tarda sera e mia madre ancora non arrivava né telefonava al suo amico della villa il che voleva “semplicemente” dire che. se io in tutto quel tempo, avevo preso cazzi a gogò, lei sicuramente ne aveva presi almeno il doppio ma la cosa non mi dava alcun fastidio anzi, a dirla tutta, se non arrivava affatto o almeno a notte fonda, ne avrei potuto approfittare per farmi almeno un paio di nuovi giri con tutti e quattro i miei cazzutissimi e instancabili partner.
Invece, quando erano ormai quasi le 21:15, lei entrò nel seminterrato che, evidentemente conosceva a perfezione e mi vide ancora dentro la gogna con la figa oscenamente in vista e con la verga di un energumeno biondo che avevo appena iniziato a succhiare con grande lena per il secondo “giro”.
Mi si avvicinò di lato e incrociò lo sguardo dell'altro compagno che con un sorrisetto beffardo continuava imperterrito negli affondi dentro di me. .
“Ti piace come mi sto scopando tua figlia e quanto lei sta godendo come una cagna?” le chiese.
“Porci, siete dei maledetto porci, aspettavate proprio me per farle questo?” rispose rabbiosa.
“Certo, volevamo farti vedere quanto troia è diventata la ragazza dopo che l'abbiamo svezzata e, dovresti essere fiera di avere una figlia che è già diventata una vacca insaziabile quanto te.” “Io l'avevo affidata ad Eugenio confidando che la tenesse per qualche ora trattandola per quella che è, una ragazzina e, invece, me l'avete sverginata e scopata senza ritegno.” disse quasi urlando.
Poi rivolgendosi a me “Stai bene, tesoro? Ti hanno fatto molto male?” mi chiese preoccupata.
“Solo quando quello mi ha sverginato” le dissi indicando l'arabo “Però, devo dire, che passato il primo spavento, mi hanno fatto toccare il cielo con un dito e portata a più orgasmi.
Lei si girò verso gli altri due che stavano iniziando lentamente a segarsi per prepararsi al loro turno ma, quando vide le due grosse mazze, deglutì più volte e le sfuggì un lungo mugolio di eccitazione.
“Tranquilla, adesso il più è fatto e, almeno, hai anche goduto tantissimo.” mi disse ma ormai la sua attenzione era solo concentrata su quei cazzi che sembravano tutti per lei e, allora, si avvicinò a loro mentre si spogliava completamente e con gli occhi pieni pieni di libidine e lussuria.
Care lettrici e cari lettori, se questo capitolo vi ha intrigato o vi è almeno piaciuto, potrete conoscere quello che accadde dopo, nel prossimo capitolo. Spero, perciò, che vorrete lasciare vostri commenti o suggerimenti che leggerò con grande piacere. Grazie.
P.S.
Per “esigenze narrative” il testo del racconto, che come tutti i miei racconti pubblicati è frutto di pura fantasia, è strutturato per andare a toccare le fantasie erotiche di chi li legge ma, è opportuno precisare che, è sempre assolutamente necessario usare tutte le dovute precauzioni che il buon senso richiede nel fare sesso con persone sconosciute.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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