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Cinema - I


di princesa
10.09.2013    |    32.073    |    9 9.6
"Quando la mia lingua le sfiora l'orecchio, la sento gemere piano e muoversi contro di me..."
Sono al cinema e lo spettacolo non è ancora inziato. Mi siedo in uno dei posti vicino al corridoio, non troppo avanti, verso le ultime file.
Poco prima che le luci si spengano, la vedo arrivare e sedersi accanto a me. Indossa un paio di jeans e un top leggero, senza maniche e abbastanza scollato. Molto carina, mi dico. Evidentemente, ha scelto di sedersi nel posto accanto il mio per evitare di essere importunata dai soliti, indisponenti seccatori.
Mi sbaglio. Il film è iniziato da poco quando sento, indiscutibile, la pressione della sua gamba conto la mia. Sento il calore che proviene da lei e non so che fare. Scostarmi? Restare immobile, facendo finta di nulla?
Improvvisamente, decido che mi lascerò trascinare e premo anch'io contro la sua gamba, rispondendo al suo tocco. Restiamo impassibili a fissare lo schermo ma so che lei, come me, non segue più le immagini che abbiamo davanti. Anche lei, come me, è attenta a seguire e a decifrare ogni mio minimo movimento, ogni vibrazione del mio corpo.

La sua gamba comincia a muoversi contro la mia. Io ne assecondo il movimento, sento il calore del suo corpo attraverso la stoffa pesante dei jeans e, mentre mi chiedo cosa potrei fare perchè lei capisca come mi sento, la sua mano si posa sulla mia coscia.
Resta ferma un attimo poi comincia, lentamente a risalire, in una carezza decisa ma non prepotente e molto, molto eccitante.
Trattengo il fiato. Voglio sapere come andrà avanti, fino a dove si spingerà. Ma lei si ferma, poco prima di arrivare dove tutto il mio corpo avrebbe voluto che arrivasse e piano, lentamente, la sua mano compie il tragitto inverso, fino a restare ferma, immobile, sul mio ginocchio.

Non so che fare. La mia solita insicurezza mi blocca. Ma quante volte ho sognato una situazione simile? Non posso permettermi di perderla, ora. Non posso davvero. Decido di buttarmi e senza più farmi altre domande, comincio ad agire.
Mi giro verso di lei e la mia mano destra trova subito la morbidezza della pelle del suo braccio. Com'è diverso da un braccio maschile. Così sottile. E morbido. Non meglio, non peggio ma diverso. E questa diversità mi conquista. L'accarezzo piano, risalendo verso la spalla. La sua mano, si serra intorno al mio ginocchio, dandomi il coraggio di continuare.
La spalla, la rotondità della spalla, così morbida sotto le mia dita che si insinuano anche sotto la spallina del top, scendendo ad accarezzarle la schiena. Risalgo, poi, lungo il suo collo e le accarezzo la nuca, calda sotto i capelli lunghi.
La sua testa si china all'indietro, la sento che si appoggia alla mia mano e io mi avvicino fino a posarle le labbra sul collo. La sfioro piano, senza il coraggio di osare di più, ne sento il sapore e il profumo. Risalgo, accarezzandola con la bocca, fino alla zona sensibile dietro le orecchie e lì oso una carezza più profonda. Quando la mia lingua le sfiora l'orecchio, la sento gemere piano e muoversi contro di me.
Sono incredibilmente eccitata, ora. La mia bocca segue il contorno del suo viso, accarezzandole la pelle, fino ad arrivare vicino alle sue labbra.
Esito solo un attimo e, quando la vedo dischiudere la bocca, le mie labbra si posano sulle sue. La morbidezza di quella bocca sconosciuta mi vince. Con la lingua, comincio ad accarezzarne piano il contorno; con piccoli colpi leggeri, la spingo ad aprire di più le labbra e, finalmente, sento il sapore della sua bocca, della sua saliva.
Le nostre lingue si incontrano e cominciano a toccarsi prima piano, timidamente, poi diventano sempre meno prudenti. Mi piace sentire la sua morbidezza, la morbidezza delle labbra sulle mie e la morbidezza della lingua contro la mia.
La sua mano ha ormai abbandonato il mio ginocchio e sta risalendo verso il mio ventre. Le mie gambe si aprono, nell'attesa e sento la mia eccitazione salire a livelli incontrollabili.
Nello stesso tempo, la mia mano scende verso la sua scollatura e tremo all'idea che tra poco potrò sentire il calore del suo seno. Quando le mie dita si posano sul suo petto e sento, nitido, il capezzolo ergersi duro sotto il mio tocco, mi sembra quasi di non farcela più e vorrei venire ora, adesso, con le sue dita dentro di me.

La voglia ormai è inarrestabile e ci rendiamo conto che restare lì non è più possibile. Lei mi prende il volto tra le mani e mi sussurra:"andiamo?" Annuisco senza parlare. La voce tradirebbe quello che mi sta accadendo. Si alza e io la seguo lungo la fila delle poltroncine e poi verso l'uscita. Le sue gambe fasciate dai jeans mi catturano, mi attirano. La seguo fino all'auto. Guida verso casa sua senza dire una parola ma, di tanto in tanto, si gira verso di me, mi guarda e mi sorride, passandosi la punta della lingua sulle labbra. Io mi impedisco di pensare. Voglio solo arrivare fino a dove lei mi porterà.
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