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LA MADDALENA (2)


di Membro VIP di Annunci69.it beggin
31.08.2019    |    1.454    |    3 9.9
"La mano è entrata, disse una voce, era il don, rilassati, abitua il tuo ano a questo intruso..."
Qualcuno mi infilò nell'ano due dita poi le ritrasse e ne mise dentro 4 molto dolcemente ma in maniera decisa. Spinse la mano fino alle nocche ed iniziò a girare la mano su se stessa, in questo modo mi apriva il buco del culo, provavo piacere e mi sentivo piena e rilassata. Il mio schiavetto Pietro mi fece di nuovo annusare la b0ttiglietta e me la tenne a lungo, chiudendo l'altra narice, e tenendomi la testa in alto. La mano si ritrasse ed entrò più larga, il mio culo ora accoglieva tutte cinque le dita, ancora la mano girava su se stessa, percepivo le nocche contro il mio sfintere. Tenevo gli occhi chiusi, sapevo che tanti occhi mi guardavano, che tanti cazzi si eccitavano ai miei lamenti, mi toccavo il clitoride, arrivavo a sfiorare il buco della mia fichetta. Una musica lenta e dolce, molto cadenzata, era nell'aria e la mano, che ora andava avanti ed indietro nel mio ano, si atteneva al suo ritmo. Provavo dolore? Provavo piacere? Forse un misto di dolore e piacere, un abbandonarmi alla mano del destino…..
Sentii che un liquido tiepido e scivoloso mi veniva versato attorno all'ano e sulla mano che stantuffava dentro di me. Poi la mano con un certo dolore – ma fu un momento – entrò nel mio culo. Il buco del culo, mi resi conto, comandava, voleva essere penetrato, aperto, provare nuove sensazioni. La mano è entrata, disse una voce, era il don, rilassati, abitua il tuo ano a questo intruso. Sono sicuro che da ora in poi desidererai riceverlo sempre. Non si sbagliava.
Ebbi un po' di tregua. La mano poi iniziò un fuori dentro, dapprima lento, poi più veloce, sentii il piacere che mi prendeva, mi faceva ansimare, urlare, mi impediva di muovermi - fosse continuato per sempre. Ora sentivo la vescica piena, la mano me la stimolava, e non potei trattenermi. Pisciai come piscia una donna che ha perso ogni falsa ritrosia, pisciai come chi sente un bisogno primario da soddisfare. Mi sentii libera.
Lo compresi solo dopo, avevo pisciato via tutte le paure, i condizionamenti e le proibizioni dell'educazione, della morale. Il piacere, la soddisfazione del mio piacere era il mio fine. Godevo della sofferenza del mio culo aperto e stantuffato senza tregua da quella mano. Comprendevo che per una donna farsi aprire il culo era il massimo del godimento, della lussuria, del piacere per il piacere. Le sensazioni furono interrotte da qualcosa che si strisciava sulle mie labbra, sulla mia faccia. Era un grosso cazzo, aprii la bocca senza pensare e presi il membro dentro. Era grosso, decisamente grosso, e – me ne accorsi troppo tardi – molto lungo. Il cazzo iniziò a chiavarmi in gola, facevo fatica a respirare, ansimavo, emettevo saliva, ma questo arnese senza posa si muoveva avanti e indietro nella mia bocca, le grosse palle sbattevano contro il mio mento, mi violentava la gola. Intanto dall'altra parte la mano mi apriva sempre più il buco del culo.
Il cazzo in gola era sempre dentro, ora faticavo a respirare, prendevo un respiro quando per un attimo si ritraeva. Per fortuna avevo fatto in gioventù un corso di sub e sapevo dosare il respiro. L'uomo attaccato al cazzo mi chiuse il naso con 2 dita e spinse l'attrezzo sempre più dentro. Haaaa…. Non respiravo, la gola aveva contrazioni che per il cazzo erano molto piacevoli, ma per me no. Intanto dalla parte del culo oltre la mano 2 dita mi aprivano lo sfintere. Qui ti devi rilassare, cara mia, pensai. Lo feci. Poi il cazzo usci lentamente. Woow. Ora ti sborro in bocca, disse. Non mandarla giù, disse il don che stava sempre trafficando dentro il mio ano, ma tienila in bocca, metti fuori la lingua! Così feci e un getto caldo e molto schizzi mi entrarono e si posarono sulla lingua. Il sapore era buono, ottima scelta signora. Ero presa dal sesso, null'altro mi importava. Tenevo gli occhi chiusi, volevo sentire con tutto il mio corpo.
Ora prendi altre due sborrate, disse. Altri gemiti, altri getti caldi, altri schizzi. Chiudi la bocca ma non deglutire. Cavolo, ero piena in bocca. Buono il succo delle palle, però. Ora deposita il tutto in un vaso che ti abbiamo messo sotto il mento. Così feci. A tre a tre i presenti mi sborrarono in bocca ed io raccolsi il seme e lo depositai nel vaso. Sempre più su la mano del don mi esplorava il culo. Poi vi mise il plug, questa volta ancora più grosso.
Passarono 5 minuti, ero molto rilassata, mi fu data ancora la bottiglietta da annusare. Il don mi rimise delicatamente la mano nel culo, che presi con sommo piacere, ormai ero pronta a tutto, ben lubrificata sentivo l'ano pulsare di desiderio. Ora disse ti facciamo provare quello che prima hai toccato. Mamma pensai il grosso dildo che mi romperà tutta. Invece con la maestria del don, facendolo ruotare e spingendolo dentro lentamente, il dildo entrò tutto nel mio ano voglioso, che ormai immaginavo fosse una voragine senza fondo. Mi concentrai su questo fallo enorme che mi apriva, stracciava, le viscere. Era piacevole sentirmi così aperta, lentamente sentii che qualcosa si muoveva, il piacere cresceva e mi prendeva tutta.
Poi il don disse prendi il sacro che è in noi e bagnate le mani nello sperma che era nel vaso – così mi fu detto – me le passò sugli occhi e sulla passerina. Ora bevi tutto questo sacro liquido. Così feci e vi dico che il succo maschile è il liquido più saporito che ci sia…..
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