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Viaggio d'affari a Madrid ep. 2


di granbear
18.03.2016    |    2.951    |    4 9.8
"L’imbarazzo del risveglio era passato ed ora riuscivo a parlare guardando negli occhi Silvio..."
Il giorno dopo.
Uscimmo dal club che era giorno fatto, salimmo su un taxi e ci dirigemmo verso casa della coppia. L’appartamento di Martina e Silvio, un elegante attico in piazza Colon, era bellissimo, finemente arredato e molto accogliente.
Entrammo e trovammo ad accoglierci in casa una governante Filippina, molto carina discreta, ci saluto con un leggero inchino e, dato che non avevamo bisogno di nulla, si congedò repentinamente.
Entrammo subito in una camera da spaziosa con un gigantesco letto matrimoniale, Silvio mi aiutò a spogliarmi, io lo feci con lui, entrambi spogliammo Martina, lasciando i vestiti sul puff di una cabina armadio.
Entrammo in bagno e fui invitato a fare una rilassante doccia a tre, dove provvedemmo ad insaponarci e massaggiarci l’un l’altro senza distinzione e, finita la doccia, ci abbandonammo sul lettone vinti dal sonno.
Aprii gli occhi alle diciotto circa, nel letto ero in mezzo, tra Martina e Silvio, che dormivano ancora.
Pensavo alla serata precedente, a ciò che era successo, alla naturalezza con cui era successo. Una leggera fitta all’ano mi ricordava anche il particolare più imbarazzante per un uomo tutto d’un pezzo, com’ero stato io fino a quel punto.
Provavo un brivido d’imbarazzo.
Ero a spasso per i miei pensieri, quando la mia attenzione fu richiamata dal corpo nudo di Silvio, che era sdraiato su un fianco accanto a me, dandomi le spalle.
Era bello, armonico, abbronzato, provavo una sensazione indefinibile a stare a pochi centimetri, nudo, a fianco di un uomo nudo, pensando alla sera precedente.
Sentii una mano che mi accarezzava la schiena..era Martina che si era svegliata, mi girai verso di lei per darle il buon giorno.
“….buon giorno…” le dissi a bassa voce lei rispose socchiudendo gli occhi e passandomi le dita tra i peli del petto. D’un tratto sentii la mano di Silvio che mi accarezzava delicata mate le spalle, si era svegliato anche lui.
Mi girai per salutarlo e lui mi anticipò con un bacio sulla guancia, notò il mio imbarazzo, ma non disse nulla. Rimanemmo a chiacchierare seduti, nudi sul letto, quando entrò la governante per comunicare che la colazione era pronta.
Io ero imbarazzatissimo ed ero, per contro, colpito ed attratto dalla assoluta naturalezza di Silvio e Martina.
“…Stai a tuo agio marco…” disse Silvio invitandomi a seguirlo per la colazione, “è normale, il giorno dopo ..della prima volta ….è colpa della perla..” replicò facendomi l’occhiolino, io rimasi zitto e lo seguii.
Prendemmo posto nudi, in una tavola imbandita di ogni ben di Dio, frutta, caffè, succhi vari, uova, salumi, pane etc, mangiando con gusto per rifocillarci degli sforzi compiuti, continuando a conversare amabilmente del più e del meno. L’imbarazzo del risveglio era passato ed ora riuscivo a parlare guardando negli occhi Silvio.
Se ne accorse e si compiacque, complimentandosi con me.
Evitai, comunque, qualsiasi riferimento alla serata precedente ma ad un certo punto dissi: “però…. poverino quell’Ivano..”- “Poverino?..” rispose lui stupito “è ricco, nobile e quello che fa lo fa per scelta non certo per costrizione” – “ se poi ti riferisci a ieri sera …”- continuò: - “poverino non c’è nessuno, posso assicurarti che tutti i presenti al “party” di sono tutti ricchi, potenti, alcuni dai cognomi altisonanti, viziosi ed accomunati dalla passione per il libertinaggio”. Non parlai più dell’argomento, pentito di aver detto una cazzata.
Finito il pranzo Martina si congedò, dicendo di avere un impegno, mi salutò affettuosamente dicendomi che era stato un piacere conoscermi e che le avrebbe fatto altrettanto piacere se fossimo rimasti in contatto.
Risposi che ne sarei stato felice e che avrei provveduto a scambiare i numeri di telefono con Silvio. Lui annuì con un sorriso.
Rimanemmo tra uomini e Silvio mi propose di fare la doccia insieme, accettai e ci dirigemmo verso l’ampia sala da bagno.
C’infilammo sotto il getto sferzante della doccia ad idromassaggio ed iniziammo ad accarezzarci dapprima mollemente e poi sempre con maggior vigore e voluttà, il cazzo mi venne durissimo, Silvio fermò l’acqua, s’inchinò ed iniziò a succhiarmelo, “mmm – mugolai – succhi come una vera puttana, sei fantastico” poi gli ordinai di girarsi e di piegarsi in avanti, lo scopai con rude foga venendo dentro il suo culo in pochi minuti “prendiii llaa miaa sborraa finocchio ahh, siiii….haaaaaaaa”. Venni urlando e sbattendo la mia pancia ed i coglioni sul suo culo bagnato. Come ebbi finito, Silvio si girò da me con il suo cazzo eretto, reso ancora più duro dall’anello d’acciaio che gli cingeva pene e coglioni. Ora toccava a lui venire. Mi inginocchiai davanti al lui, aveva le gambe divaricate, con una mano iniziai ad accarezzare i coglioni cinti dall’anello, con l’altra iniziai a solleticargli il buco del culo. Lo presi in bocca ed iniziai a penetrarlo con le dita, riuscii ad infilare due dita per mano e favorendo una la dilatazione ritmica del suo buco lo feci venire copiosamente nella mia bocca. Ingoiai tutta la sua sborra resa copiosa dalle punte di sapiente dolore, misto ad evidente piacere, che ero riuscito ad infliggergli con le mie dita.
Urlò di piacere fino alla fine del servizio. Uscimmo dalla doccia, una volta asciugati mi accompagnò al guardaroba, dove trovai i miei vestiti perfettamente puliti e stirati.
“..Mentre ti vesti ti chiamo il taxi ..” disse .. lo ringraziai ed iniziai a vestirmi.
Lo raggiunsi in soggiorno, dove scambiammo numeri di telefono, poco dopo arrivò il taxi, ci congedammo con un bacio sulle labbra e la promessa di risentirci a breve.
Tornai in albergo pensando di aver vissuto un sogno ed andai a dormire.
Fine

Continua





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