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Viaggio d'affari a madrid ep. 4


di granbear
18.03.2016    |    2.756    |    2 8.6
"Urlai e lo supplicai di smettere, ma lui estratto il cazzo per un centimetro, lo rinfilò con violenza di altri tre..."
Shopping in centro.
La mattina successiva mi alzai verso mezzogiorno, durante la colazione arrivò un sms di Sofia, mi di andare a fare shopping con lei in giro per la città. Il pensiero della sera prima mi faceva venire il cazzo duro.. accettai rispondendo all’sms, dicendo che sarei stato pronto per le sei e proponendo d’incontrarci in un lounge bar di placa del sol. Arrivai puntuale all’appuntamento e lei era già li ad attendermi. “hola” mi disse dandomi un leggero bacio sulla guancia, “hola” risposi abbracciandola affettuosamente e ricambiando il bacio. “Cosa facciamo? …. giro per negozi o per musei”..” .. negozi..” risposi io “molto meno impegnativo”. Dopo un breve giro a piedi, entrammo in un’elegante e spaziosa boutique alla moda.
Una volta entrati iniziammo a far un giro per i reparti seguiti dallo sguardo gentile e premuroso delle commesse, lo sguardo di entrambi cadde su un costosissimo miniabito nero, indossato da un formoso manichino dalle fattezze femminili, cingeva il collo lasciando braccia e schiena completamente nuda sino all’inizio dei glutei, sorrisi a Sofia e distolsi volontariamente lo sguardo altrove. “vorresti alludere che non potrei permettermelo per questioni d’età..” disse lei con tono provocatorio. Colto sul fatto, mi precipitai a rispondere che aveva equivocato, che non era come pensava, ma la frittata ormai era fatta.
Chiamò una commessa con tono di sfida e chiese di poter provare alcuni capi, tra cui il miniabito, la ragazza, molto carina, sulla trentina, arrivò solerte con gli abiti in mano.
Sofia inizio a confabulare con la ragazza e quella, complice, dopo aver ricevuto un centone di soppiatto ci fece accomodare in un camerino riservato al piano di sopra munito di specchi e divano.
Sofia entro e mi fece attendere fuori, ….”devi aspettare che indossi l’abito e che la commessa mi porti le scarpe che ho chiesto.
Ubbidii ed attesi fuori del camerino. Poco dopo torno la commessa con un paio di decolletè nere con tacco da urlo, entrò nello spogliatoio chiedendo permesso e ne usci poco dopo sorridendomi con aria complice, scivolando via silenziosa.
Dopo un po’ Sofia mi chiese di entrare.
Rimasi di stucco, l’abitino le stava divinamente, metteva in evidenza il suo corpo atletico e giovanile. Il contrasto tra il fisico mozzafiato ed i capelli cortissimi e grigi la rendevano eccitantissima. Le gambe lunghe ed affusolate, completamente nude in quanto il mini abito la copriva sino all’inguine, erano messe in risalto dai tacchi vertiginosi che portava.
“Bene…e allora?...... ridi ancora? Pagherai per il tuo affronto” mi disse con un tono misto di complicità e di sfida.
Ho deciso di acquistare il capo e le scarpe e di uscire così stasera.
Aspettami alla cassa stò arrivando.
Andai alla cassa e lei arrivo dopo poco ancheggiando ostentatamente per evidenziare le misure estremamente ridotte dell’abito, seguita dalla commessa che portava gli abiti che Sofia indossava precedentemente. Con quel comportamento attirò l’attenzione di tutti presenti, commesse e clienti, gli uomini in particolare iniziarono a fissarle il culo con bramosia. Io arrossii come un ragazzino al primo appuntamento.
Lei porse la sua carta platino alla commessa, che con deferenza la passò nel pos.
Uscimmo dal negozio e ci incamminammo a piedi verso un bar, lungo il breve tragitto Sofia, per via della sua camminata da troia, era il bersaglio delle occhiate insistenti dei passanti. Io superato un primo momento d’imbarazzo, cominciavo ad essere maschiamente orgoglioso della mia accompagnatrice.
Seguii Sofia al’interno di un locale.
Una volta dentro mi resi cono che si trattava di un locale leather per motociclisti gay, lesbo e fetisch.
Prendemmo posto al banco ed ordinammo due boccali di birra. Di li a poco si avvicinarono tre raider’s vestiti completamente di pelle nera (pantaloni e gilet attillati e cappello). Si unirono a noi senza essere invitati, io ero seccato, mentre Sofia li accolse di buon grado, sorridendo e, se possibile, mettendo ancora più in mostra il culo. I tre, iniziarono a palparla e lei sorridendo li assecondava ondeggiando con le anche. Ad un certo punto uno l’afferrò ed iniziò a baciarla in maniera oscena, le lingue dei due s’intrecciavano velocemente, dopo un pò anche il secondo rider si uni ai due, nel duello di lingue. Il terzo mi sorrise ammiccante facendo roteare la lingua fuori dalla bocca, lambita da folti baffi alla tartara. Non mi ero ancora reso conto delle sue intenzioni. Fummo invitati a spostarci in una parte più riservata del locale ed accettammo, quindi, di seguire i tre, in un comodo privee. I tre ripresero cosi a limonare come prima. Il terzo rider, in un lampo, mi fu addosso afferrandomi il culo con entrambe le mani e, tirandomi a se, mi fece sentire, attraverso i vestiti, la forza del suo cazzo in erezione. Incollò così la bocca alla mia infilandoci prepotentemente la lingua. Resistetti finché potei a quel bacio, ma alla fine dovetti cedere accettando la sua lingua prepotente e curiosa all’interno della mia bocca. Continuava ad allargarmi le chiappe ed a tirarmi a sè con forza, io vinto da quell’impeto, assecondavo quel bacio accarezzando la sua lingua con la mia, con le mani appoggiate, in segno di resa, attorno al suo collo taurino. Preso dalla curiosità del gioco iniziai ad accarezzargli la patta, mentre lui mi slacciava la cintura abbassandomi pantaloni e mutande fino alle caviglie. Nel frattempo Sofia, rossa in volto per l’eccitazione, aveva iniziato a smanettare, contemporaneamente con entrambe le mani, i cazzi dei due rider’s, che la incitavano con frasi sconce.
Il mio baffuto cavaliere, nel frattempo, privatomi dei vestiti, si era slacciato la parte anteriore dei pantaloni in pelle che indossava, liberando il suo cazzo duro.
Aveva un cazzo molto grosso e duro, non lungo ed aveva una cappella scura e grossa. Premendo con le mani sulle mie spalle m’indusse ad abbassarmi. M’inginocchiai tra le sue gambe ed iniziai a spompinarlo con gusto. In poco tempo lo mandai in visibilio, la mia bocca andava su e giù per la sua asta, facendolo mugolare di piacere, Sofia faceva lo stesso con gli altri due che intanto limonavano appassionatamente. Ad un certo punto i tre si avvicinarono l’un l’altro, unendosi in un appassionato bacio omo. Io e Sofia inginocchiati l’uno a fianco all’altra iniziammo a passarci i loro cazzi di bocca in bocca, continuando a sbocchinarli sempre con maggior lena. Giunti al parossismo dell’eccitazione, iniziarono a sborrarci addosso ed in faccia tutti insieme. Noi aprimmo le bocche per accogliere il seme dei tre ed iniziammo cosi a baciarci in bocca per scambiare ed assaporare la sborra. Subito dopo i tre andarono via, mentre noi rimanemmo li abbracciati, pieni di sborra, a limonare. Preso dall’eccitazione, iniziai a scopare Sofia nella fica venendo dentro di lei dopo una lunga cavalcata avvinghiato alle sue cosce muscolose e sudate.
Uscimmo dal locale, dopo esserci lavati e sistemati con cura, nel bagno messoci a disposizione dal locale, andammo in un ristorante per rimetterci dalle precedeni fatiche e poi, ormai si era fata ora di cena.
Consumammo un ottimo pasto, accompagnato da un paio di bottiglie di vino bianco friulano e ci attardammo a conversare. Sofia d’un tratto mi chiese “qualche idea per concludere la serata?” io forse disinibito dal vino, i cui effetti stavano iniziando a farsi sentire, replicai di getto “..mi piacerebbe ricevere una bella passata di cazzo da qualcuno veramente speciale..”- Sofia sorrise maliziosa e di rimando disse ironica “caspita ....molto diretto … non vorrei che queste compagnie trasgressive ti avessero trasformato in una vera troia “- scoppiammo a ridere in una contagiosa risata e Sofia prese il cellulare per fare una telefonata, chiedendomi “sei proprio convinto? Forse ho per le mani qualcosa di veramente sfizioso, vuoi che te lo dica prima o preferisci la sorpresa?- “..la sorpresa risposi ..”- “attento che qualsiasi cosa ti trovi davanti non potrai tirarti indietro..odio fare figuracce con i miei amici..tienilo presente..ne andrebbe della nostra amicizia” – “vai tranquilla risposi sicuro”. Ero incuriosito ed eccitato dalla cosa e ostentai sicurezza nella riposta, anche se dentro di me mantenevo un fondo di timore.
Compose il numero e, per quello che potei sentire dal telefono, ebbe una breve conversazione con un uomo dalla voce calma e rauca.
Sofia appuntò un indirizzo sul tovagliolo e prese accordi, per recarci sul posto dopo mezz’ora.
Finita la chiamata andò in bagno a sistemarsi trucco e vestitino ed io rimasi al tavolo a consumare le ultime sorsate di vino. Tornò poco dopo, perfettamente truccata e sculettante nel suo miniabito e chiese al cameriere di chiamare un taxi. “Andiamo!” disse quando arrivò il taxi “..dobbiamo fare circa venti minuti di strada..”.
Salimmo in auto e nel tempo indicato da Sofia giungemmo al cancello di una villa isolata. Il cancello si aprì automaticamente ed il taxi, probabilmente notato delle telecamere s’incamminò per un lungo viale alberato giungendo ad uno spiazzo posto di fronte ad una elegante casa in stile neoclassico.
Scesi dall’auto, pagai il tassista che immediatamente andò via.
Cominciai a preoccuparmi vedendo l’auto allontanarsi lasciandoci soli di fronte a quella grande casa dall’aspetto tetro ed austero. Sofia notò il mio nervosismo e mi ammonì dicendo ”rammenta ciò che hai promesso … non devi farmi fare brutte figure … ora non puoi più tirarti indietro..” stavo per rispondere quando una figura femminile si affacciò alla porta invitandoci ad entrare in casa “prego” ..disse “siete attesi”.
Entrammo senza fiatare e la figura scura che alla luce si materializzò in un compassato maggiordomo, ci accompagnò in un accogliente salotto, illuminato dalla luce fioca di numerosa candele che metteva in risalto i velluti rossi dei divani stile dannunziano.
Ci sedemmo su un divano ed attendemmo, Sofia tranquilla ed io con il cuore in gola, quel luogo mi metteva l’angoscia, ma ormai non potevo far nulla.
Ad un tratto si aprì la porta e rimasi trasecolo, entrarono due uomini mastodontici, sembravano i gemelli di Mike Tyson, neri, muscolosi, mastodontici con indosso due eleganti vestaglie di seta che li ricoprivano fino ai piedi ma che lasciavano intravedere il loro petto largo e possente ed il collo taurino. Entrambi non erano molto alti, circa un metro ed ottanta, ma la loro massa li faceva apparire mostruosi.
“Ciao Sofia.. come stai” e sorrisero anche a me in segno di saluto.
Il maggiordomo entrò spingendo un carrello con bevande d’ogni genere ed andò via silenzioso.
Uno dei neri fece quattro rum & cola e ne porse uno a ciascuno senza peraltro chiedere cosa gradivamo. Ero agitatissimo, anche se cercavo di non darlo a vedere.
Sofia invece era perfettamente a suo agio ed aveva iniziato a troieggiare con uno dei due che nel frattempo aveva iniziato a farle complimenti sconci sulla mise che indossava. Sofia in breve iniziò a palpare l’uomo fin sotto la vestaglia provocandone una erezione portentosa. Sofia a quel punto, ammirata, sfilò la vestaglia all’uomo che apparì in tutta la sua mostruosità. Aveva un cazzo smisurato, lungo non meno di trenta centimetri e grosso almeno venti, la cappella poi, nera e lucida, era più grossa di una palla da biliardo.
Sospirai dall’emozione, quando anche il secondo negro si tolse la vestaglia e mostrò uno spettacolo analogo.
Questo, pur avendo più o meno le stesse dimensioni del primo, non ce l’aveva ancora perfettamente duro.
Avrei voluto scappare urlando ed invece rimasi impietrito.
Sofia, ancheggiando verso un divano, chiese ai due di avvicinarsi, inizio così a studiare avidamente accarezzando con le mani i cazzi dei due negri, che si disposero intorno a lei. In seguito, messasi in ginocchio, iniziò a fare la stessa operazione con la lingua concentrandosi sulla cappella e sul filetto di entrambi, i due, ad occhi chiusi, si godevano lo spettacolo.
Presi il coraggio a due mani, anche un pò eccitato da quello spettacolo ed iniziai a spogliarmi. In breve rimasi completamente nudo e mi avvicinai al trio per unirmi a loro. Ero attratto dall’odore inebriante dei loro corpi ed in breve, vinto il timore iniziale, iniziai a baciarli e leccarli ovunque.
Mi inginocchiai a fianco a Sofia, presi il cazzo di uno dei due ed iniziai a leccarlo cercando d’infilarlo in bocca per sbocchinarlo. Era impossibile, troppo grande, non ci sarei mai riuscito. Ad un tratto Sofia, da gran puttana esperta qual’era, mi spiegò come fare. “E’ inutile che provi a fare il bocchino tradizionale, non ci riuscirai mai date le dimensioni … fai come me ..massaggia con le labbra e la lingua la punta e l’estremità superiore, con una mano tieni tirata a intervalli la pelle del glande, tieni il filetto teso quasi dovesse rompersi e, ad intervalli, quando è alla massima tensione, leccalo per tutta la sua lunghezza, ripeti questi movimenti con sapiente maestria, dosando il dolore che, via via, gli provochi e vedi come gli piace.
Stai anche attento che se esageri potrebbe sborrarti in bocca in pochi minuti e non avresti più il giocattolo con cui divertirti”.
Detto questo riprese il suo cazzo ed io mi dedicai a quello del mio uomo, applicando alla lettera i consigli di Sofia. In breve sentii il mio nero inarcarsi e gemere cercando d’infilarmi il cazzo interamente in bocca, sembrava impazzito .. gemeva e bofonchiava frasi sconnesse in francese. Sofia, toccandomi leggermente l’avambraccio, mi fece capire che era ora di far calare in lui la tensione erotica, per non farlo venire troppo presto.
Lasciai momentaneamente il cazzo e leccandogli le palle passai con la lingua tra le cosce arrivando fino al buco del culo, era gigantesco rimasi per molto con la lingua tra le sue crespe profumate, leccai a lungo e sentii il nero gemere di goduria.
Il nero mi prese tra le braccia, mi sollevò ed iniziò a frullarmi la lingua in bocca con voluttà. Io mi abbandonai a quel bacio, aveva una lingua lunga e calda ed un abbraccio così forte da farmi sentire sicuro e protetto. Lo abbraccia al collo ed iniziai ad accarezzargli il collo con le mie mani, cingendo le mie gambe intorno al suo tronco. Ad un certo punto mi chiese di mettermi alla pecorina …”non ti farò male …ti giuro” guardandomi con dolcezza negli occhi. Ricambiai lo sguardo, mi girai e mi misi alla pecorina su un divano, inarcando la schiena ed allargando le chiappe in modo da offrirgli il culo. Lui inizio a leccarmelo con la sua lingua enorme, provocandomi una goduria sottile, poi prese un olio ed iniziò a lubrificarlo a fondo, successivamente si unse a fondo il cazzo e prese posizione dietro di me. Sentii la cappella appoggiata al mio ano, farsi strada tra le crespe, istintivamente mi irrigidii, ma sentii la sua voce rassicurante raccomandarmi di distendermi. Lo feci e sentii la grossa cappella farsi strada nel mio ano. Nel frattempo vidi Sofia rotta dalla goduria sotto i colpi forsennati dell’altro nero che la stava fottendo senza riguardi nel buco di davanti.
Nel frattempo la cappella si era fatta strada nel mio culo e cominciavo ad abituarmi alla situazione, quando il nero mi inflisse un colpo che fece entrare in suo cazzo dentro di me per almeno due centimetri. Urlai e lo supplicai di smettere, ma lui estratto il cazzo per un centimetro, lo rinfilò con violenza di altri tre. Eravamo agli inizi, non aveva infilato che quattro centimetri della sua verga, ma io lo stavo supplicando come un’educanda di smettere. Non ebbe pietà. Caparbiamente estrasse quasi tutto il cazzo, aggiunse olio e mi fece riprendere fiato. D’un tratto, all’improvviso diede uno, due e poi tre affondi energici ed in rapida successione entrò dentro di me per metà della sua lunghezza.
Urlai di dolore, ma mantenni la mia posizione a quattro zampe, bloccato dalle forti mani del nero. Usci un altro poco e fece un altro impietoso affondo infilando con altri tre o quattro dolorosissimi affondi la metà esatta del suo cazzo, ovvero la più grossa e la più difficile. Mi diede un pò di tregua accarezzandomi la schiena sudata e dopo un po’ riprese a spingere. In un paio di colpi fu completamente dentro di me, sentivo i suoi coglioni toccare le mie chiappe, mentre iniziava a muoversi dentro di me ritmicamente. Sentivo il suo cazzo muoversi dentro di me, ero pieno come un uovo e temevo ancora che potesse farmi male. Inizio a sbattermi, sempre con maggior vigore, afferrandomi per i fianchi o le spalle ed incitandomi a muovermi.
Il dolore stava cominciando a lasciar posto al piacere, mentre il nero continuava a stantuffarmi con forza. Iniziai a muovermi per sentirlo meglio dentro di me ed incitarlo a sbattermi. Gli affondi iniziavano a farmi provare un godimento fuori controllo, tanto che iniziai ad incitarlo a farlo con maggior forza supplicandolo di trattarmi come una troia.
Lo fece di buon grado e cominciò a scoparmi con una furia inaudita ed a bersagliami il culo con il suo quintale di peso, lo sentivo contrarsi sempre di più e pronunciare parole sconce che mi mandavano in visibilio. Avevo il cazzo durissimo, in preda ad una eccitazione pazzesca, ma lui, a più riprese, bloccava le mie mani impedendomi di masturbarmi. Venni così, dopo poco, con le sole contrazioni del culo, provando così un orgasmo ben più lungo ed intenso, iniziai ad strillare come una troia e dopo poco venne anche lui dentro di me, sollecitato dalle contrazioni orgasmiche del mio ano.
Perdetti quasi conoscenza dalla goduria e mi ripresi dopo qualche minuto ancora sotto di lui.
Lo feci mettere comodamente a pancia in su e gli ripulii il cazzo con la lingua.
Intanto Sofia stava facendo lo stesso con il suo uomo, dopo essere stata scopata in culo con la medesima veemenza.
Ci ricomponemmo e dopo un drink finale, i neri, dopo averci affettuosamente salutato, gentilmente, ci fecero riaccompagnare in città da un autista della villa.
Durante il breve viaggio in macchina Sofia chiese:- “ ebbene soddisfatto?” certo “ risposi aldilà di ogni aspettativa … spero che l’esperienza possa ripetersi” – “certo” - rispose - “Madrid è il luogo ideale per esperienze di questo genere”. Scesi per primo al mio albergo, salutando Sofia con un bacio e con la promessa di risentici. La macchina proseguì per riaccompagnarla a casa. Andai a dormire soddisfatto e senza alcuna seria conseguenza pregiudizievole per il mio culetto.
Fine

continua







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