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Canto delle Sirene - primo episodio


di Edonista6969
09.10.2016    |    3.751    |    3 8.7
"“No, lo conosco da tanto, ma non mi è mai sembrato adatto a te”..."
Ho nella penna un racconto troppo lungo. Ma la storia di Marta parte da lontano e va lontano. Difficile tagliarne dei pezzi, senza perderla. E allora vi propongo solo la prima puntata, se vi piacerà completerò la pubblicazione

E’ ora di prepararsi, altrimenti farà tardi. Doccia, capelli e poi il solito “cosa mi metto?”.
Uscirà per quattro chiacchiere con Anna; cena in un locale alla mano, un bicchierino per scacciare le fatiche della settimana lavorativa. Il classico venerdì sera con l’amica del cuore, niente di impegnativo. Non si può però mai esagerare con Anna, se Marta si rilassa troppo ed esce con il vestito da impiegata, come lo chiama Anna, quella è capace di prenderla per il culo tutta la sera. Ci vuole qualcosa di sportivo ma non troppo banale. Anna non è una persona banale e non le permette di esserlo, almeno non con lei. Sono amiche da sempre ed ogni volta che Marta si è messa nei guai, c’era sempre stata di mezzo Anna, con qualcuno dei suoi colpi di ingegno, o “voglia di vivere”, come la chiama lei.
Va bene, jeans attillati e scarpe con il tacco. Una camicia di lino abbastanza trasparente e un bel reggiseno. Niente di eccessivo, ma abbastanza femminile da non attrarre le critiche della serpe inquieta.
Si vedono nella solita trattoria; Anna è particolarmente allegra, Marta particolarmente stanca. Insomma non esattamente sulla stessa lunghezza d’onda, ma sono buone amiche, Anna avrà pazienza e Marta si lascerà trascinare dall’amica per uscire dalla sua frustrazione. Per tutta la cena, Marta nota in Anna uno sguardo irrequieto, non distratto, ma è come se aspettasse il momento di dire o fare qualcosa. Marta si incuriosisce ma non arriva nessuna confidenza piccante, anzi, alla fine della cena Anna taglia corto e propone di andarsene, vuole portarla in un localino in cui non sono mai state. “Nuovo ?”. “No, lo conosco da tanto, ma non mi è mai sembrato adatto a te”. “Presuntuosa. E questa sera è diverso? ”. “Forse. Beh, è che ti ci volevo portare da tanto e oggi mi sono decisa”. “Bene, andiamo allora”
Con la macchina di Anna, si allontanano dal centro della città, per vie sempre più secondarie, semi buie e deserte. Anna parcheggia in una piccola piazza poco illuminata. Si incamminano per un vicolo che esce dalla piazza, dopo pochi metri svoltano e Anna si ferma davanti ad un portoncino in legno trapuntato di grossi chiodi. Senza finestra, basso, rischiarato da due fioche lanterne ai lati. Sopra, inciso su una tavola di legno, il nome del locale, “La Porta”. Non si sentono ne musica, ne voci. “Ma dove diavolo mi hai portata ?”. Anna non risponde, spinge il portoncino e, chinandosi sotto il basso architrave, entra.
Il posto è piccolo, sicuramente intimo. Poca luce, divanetti, tavolini con abat jour e sedie rustiche. Una classica atmosfera da pub. Pochissima gente. Alcuni astanti sono soli, intenti alla lettura o ai loro pensieri, altri in compagnia, discorrono senza volume. Si siedono al bancone. “Allora ? Cosa ne pensi ?”. “Carino, ma niente di che, tanto mistero… mi aspettavo qualcosa di più”. Anna sorride, si rilassa, accende una sigaretta. “Ma che fai ?”. “Tranquilla, qui si può. Qui si possono fare una sacco di case che fuori di qui sono impossibili”. “Adesso mi incuriosisci. Cioè ?”. “Ma niente, è solo che è un posto isolato, lontano dalle convenzioni normali; qui, se non infastidisci gli altri, puoi fare quel che vuoi ed essere chi vuoi”. “Essere chi vuoi ?”. “Si anche essere chi vuoi, qualcuno che normalmente non sei.”
Cominciano a discorrere di ruoli sociali e della trasgressione da essi.
Il barista si avvicina. “ciao Anna, per te il solito?”. Anna sembra presa di sorpresa, non risponde. Marta, è da un po’ che studia la sua amica per capire il senso della serata in cui la sta coinvolgendo; sente odore di pericolo, come sempre quando Anna si comporta in modo poco lineare. Il momento di tensione di Anna alla richiesta del barista, la insospettisce e la sua curiosità comincia a farla vibrare. “… il solito ?” chiede ad Anna guardandola di sbieco con un sorriso interrogativo. “Si, qui fanno molti cocktails ma ne hanno uno speciale, che esiste solo qui. Dà un po’ alla testa, ma niente di eccessivo”. “Bene, assaggiamolo allora”. “Ok allora, Marco facci due CANTO DELLE SIRENE”. Marco annuisce e sorride sornione: “quanti cubetti di ghiaccio?”. Anna lo fissa negli occhi con uno sguardo di intesa, “uno solo Maro, un solo cubetto di ghiaccio”. Marta osserva la scena e ha la certezza che le sta sfuggendo tutto il non detto di quella conversazione. La curiosità ora la morde, la diverte. E’ sicura che tutto questo non è ciò che sembra, ma non riesce ad intuire la soluzione del mistero.
Sorseggiano la bevanda. Buona, aromatica, piccante. Molto sensuale. Molto avvolgente.
Rising on the storm dei Doors riempie il volume del locale e della testa di Marta. Parlano, ma di cosa ? di tutto, di nulla, Marta non saprebbe dirlo. Sente che le sensazioni del suo intimo profondo si rifiutano di starsene sullo sfondo ma emergono senza inibizione, escono dalla sua bocca senza filtro. Guarda Anna con intensità e si accorge che Anna è bellissima ed ha voglia di fare sesso con lei. Le è già successo di fantasticare altre volte ma adesso, impensabile, glielo dice. Anna non è scioccata, anzi, la bacia, teneramente, sulla bocca.
Ma cosa le sta succedendo ? E’ ubriaca ? No, tanto per cominciare non può essersi ubriacata in 10 minuti bevendo mezzo bicchiere di un drink che non era nemmeno molto alcolico. Inoltre, non le gira la testa nemmeno un po’. Si sente leggera e disinibita, si , ma non è questo. L’ebrezza e la disinibizione sono stati d’animo che conosce e che sa dominare. Adesso, quello che non domina è l’incontinenza emotiva; non riesce a trovare un buon motivo per tenersi dentro quello che le si agita nel profondo e lo lascia uscire, senza barriere ne filtri. Tutta la verità, nient’altro che la verità.
Suona la sveglia, filtra la luce del mattino dalle imposte, si ricorda che è sabato, spegne la sveglia con un gesto automatico della mano. Resta con gli occhi chiusi ad ascoltare il suo respiro. Prende lentamente coscienza. Ricordi confusi cominciano ad affollarsi nella sua mente. Il viso di Anna vicinissimo al suo, i suoi occhi grandi in cui tuffarsi, l’odore del suo respiro. Anna che la bacia, la lingua di lei, morbida che le accarezza il palato, la lingua. Il sapore fresco della sua saliva. La sensazione di gioia e leggerezza che attraverso la bocca le scende in tutto il corpo. Le mani di Anna ovunque. La sorpresa di poter fare tutto questo senza il minimo imbarazzo. Sono nude, una sull'altra, si accarezzano. La pelle di Anna è morbida, vellutata, non si può smettere di accarezzarla. Carezze che attraverso la pelle entrano nell'anima. Profumo del sesso di Anna, sapore del sesso di Anna, orgasmo. Poi pace e sonno.

Ma cosa cazzo è successo ieri sera ? Sono sempre state amiche intime, confidenti, ma questo non è mai stato tra le cose possibili, mai.
Adesso come gestirà la situazione ? Cosa si diranno ?
Ma la domanda più importante: “mi è piaciuto ?”. Siii , tantissimo !
Marta si rigira nuda tra le lenzuola e sorride.

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