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Prime Esperienze

Canto delle Sirene - secondo episodio


di Edonista6969
14.10.2016    |    3.122    |    0 7.8
"Il fatto di aspettarselo la rende meno arrabbiata..."
Questo racconto narra di come si può arrivare a perdersi nella lussuria, della condizione emotiva in cui ci si può trovare. Non è la descrizione della meccanica di una scopata o di uno schizzo di sperma. Per godervelo non dovete essere ansiosi di arrivare alla parola SBORRA, dovete lasciarvi incantare dall'atmosfera ed entrare nei personaggi, fino ad essere voi Marta, … sempre ammesso che io sia in grado di condurvici.

Breve riassunto per chi non ha voglia di rilegge il primo episodio. Marta esce con Anna, che la porta in un locale dove le fa bere un drink sospetto: il “CANTO DELLE SIRENE”. Marta non se ne rende nemmeno conto, ma perde il controllo e fa l’amore con Anna. Ora si risveglia nel suo letto, il giorno successivo…


Ma cosa cazzo è successo ieri sera ? Sono sempre state amiche intime, confidenti, ma il sesso non è mai stato tra le cose possibili, mai.
Adesso come gestirà la situazione? Cosa si diranno?
Ma la domanda più importante è: “mi è piaciuto?”. Siii , tantissimo !
Marta si rigira nuda tra le lenzuola e sorride.
Lascia passare mezza giornata prima di chiamarla, e quando si è decisa, è Anna a chiamarla per prima. “come va?” le chiede Anna in tono sommesso. “Bene e tu?” risponde lei senza nessuna intonazione.
Anna parte senza riprendere fiato “ieri sera abbiamo bevuto troppo e quello che è successo è stato molto bello ma non deve cambiare la nostra amicizia, che è la cosa più importante. Resterà una cosa successa su cui ridere senza drammatizzare e non cambierà nulla tra noi. Vero ?”. “Non ti preoccupare Anna, non sono scioccata. Va tutto bene. Certo ho bisogno di pensarci un po’ su, ma io e te non siamo in crisi. Ok ?”. “OK. Grazie”. Segue lungo silenzio. Clic.
Nei giorni successivi Marta si interroga a lungo. Cosa è successo esattamente ? Fare sesso con Anna non le è mai passato per la mente, eppure deve constatare che è stato bello, naturale, senza nessuna forzatura. Quindi vuol dire che era tra le cose possibili, anche se lei non lo aveva mai considerato. Era un possibile sentiero, che lei non aveva mai imboccato, ma che evidentemente, dentro di lei, era presente. Va bene così, non le dispiace che sia successo. Ma c’è un altro aspetto che la tormenta. Come è successo ? Cosa l’ha portata su quel sentiero mai ipotizzato ? Anna non le ha fatto la corte, anzi a pensarci bene non ricorda nemmeno le parole che ci sono state prima. Non ricorda nemmeno le circostanze. Non ci arriva e questo la mette sottosopra.
“Anna, ho bisogno di parlarti”. “Di cosa ? ti sei innamorata di me ?” scherza lei prendendola in giro come sempre. “Non è questo. E’ che ho bisogno di sapere perché è successo proprio quella sera…”. “Capisco” fa Anna, ora più seria. “Ci vediamo e ne parliamo ?”. “Si grazie”. “Dove ci vediamo ?”. “Torniamo là, nello stesso posto”.
Eccole di nuovo davanti al portoncino, entrare nel piccolo locale, respirare la sua atmosfera ovattata e intima.
Si siedono ad un tavolino in disparte. “Anna, non giriamoci attorno, qui è successo qualcosa di strano e io credo che sia giusto che tu me lo spieghi”. “Si Marta, lo so. Guarda, ti dico subito la parte che ti farà incazzare così mi tolgo il peso”. “Sei stata drogata. Siamo state drogate entrambe, solo che io lo sapevo, mentre a te non l’ho detto. Sono stata una stronza”. Marta lo sapeva già; non in modo esplicito, ma qualcosa del genere era l’unica spiegazione. Il fatto di aspettarselo la rende meno arrabbiata. Anzi, non è arrabbiata affatto, anche se sa che dovrebbe. E’ curiosa. “Perché ? perché mi hai drogata e perché non me lo hai detto ?”. “Il fatto è che non doveva andare com’è andata. Doveva essere… tipo farsi una canna. Qualche confidenza in più, un po’ di allegria, leggerezza. Non ho immaginato che dentro di noi ci fosse… quello, e che il CANTO DELLE SIRENE lo avrebbe liberato”. “Non ti capisco Anna. Il CANTO DELLE SIRENE? Dentro di noi ? Liberato? Ma di che parli ?”.
Anna capisce e ricomincia dall’inizio. Il CANTO DELLE SIRENE è il cocktail che hanno bevuto e nei cubetti di ghiaccio c’era la sostanza. Tanti più sono i cubetti di ghiaccio, tanto maggiore è la dose. Ma il CANTO DELLE SIRENE è solo metà dell’alchimia, l’altra metà è nell’anima di chi lo beve. E’ l’unione che determina il risultato. Il drink è come un cane da tartufi; se lo scateni nel posto sbagliato, può essere il cane più bravo delle Langhe ma non porterà a casa nulla. Viceversa, se lo liberi in un bosco in cui i tartufi saltano fuori dalla terra da soli, potrà essere anche raffreddato ma il risultato sarà comunque esplosivo. E questa seconda combinazione era stata proprio il loro caso. Un solo cubetto di ghiaccio avrebbe dovuto essere come un bicchiere di troppo, nulla di più, invece il malefico cagnolino ha scovato un loro desiderio è lo ha liberato. Il cocktail ti trascina a perlustrare la tua anima e ficca il naso in tutti gli anfratti, curiosa in ogni piccolo buco nascosto. Quando trova qualcosa che se ne sta celato e sopito, ti chiama e ti mostra la sua scoperta e tu non puoi fare a meno di andare a curiosare. Lui fruga insieme a te, e più tu metti le mani per allargare l’apertura, più lui scava e spalanca fino a che tu non ti ci potrai tuffare dentro. Se dentro di te non c’è altro che silenzio, il CANTO DELLE SIRENE ti farà ben poco, solo una leggera ebrezza; ma se hai sentieri nascosi, ti aprirà scenari tanto più vasti quanto più grande è la tua sete di esplorarli. Fino all’estremo, fino all’infinto. Il CANTO DELLE SIRENE ti strappa dal tuo mondo conosciuto, sicuro. Ti libera in mondi interiori che sono i tuoi, ma che tu non pensavi di avere. Questa libertà dentro di te, è una sensazione inebriante e tu non potrai fare a meno di desiderarla continuamente e di addentrarti sempre di più. Vorrai non tornare più e sarai partito per sempre.
Marta è basita, attonita. Non sa cosa pensare, come reagire. Prova a sdrammatizzare.
“beh, a noi non ha dato questo desiderio di perdizione. Solo una bellissima nottata. No?”. “Vero”. Segue una pausa e un incrocio di sguardi. “Che dici, ne ordiniamo due leggeri ?”. Marta annuisce con un sorriso. Anna guarda Marco, ed il barman comincia la sua opera.
Marta riconosce gli aromi della bevanda. La lascia fluire dentro aspettandone l’effetto. Comincia un dialogo muto con Anna. Sguardi che interrogano lo stato emotivo dell’altra. Sguardi languidi che sorridono. Ciascuna sente appagata l’armonia con l’altra. Cosa vedono gli altri astanti ? Sembrano distratti, sembrano non vedere cosa sta esplodendo tra loro. Una coppia, in un angolo, è avvolta in uno scambio di baci profondi. Le loro mani frugano il corpo dell’altro. Si separano ma i loro sguardi restano legati, sembrano promettersi complicità. Si alzano e tenendosi per mano attraversano la stanza. Si fermano davanti ad una porticina nascosta in un angolo. Lui bussa e dopo poco gli viene aperto. Marta li nota e chiede, “dove vanno quei due ?”. “Dietro quella porta c’è il loro mondo dei sogni. Realtà disconnesse, ma coesistenti senza ordine ne ragione. La dietro c’è la perdizione. Perdizione dal mondo del causa-effetto. Ingresso nel mondo in cui gli stati mentali volteggiano senza prima ne dopo”. “Solo il loro mondo?”. “no, il mondo di tutti ma per ciascuno diverso, il suo”. Il piede di Marta, in sandalo tacco 12 tempestato di Swarovski, unghie piccole e rosse, sta accarezzando la caviglia di Anna. L’amica la guarda languida trattenendosi il labbro inferiore tra i denti; ammira i seni grandi e rotondi di Marta, la sua pelle… Marta si sente avvampare e pulsare nell’intimo. ”Andiamo anche noi a vedere ?”. “Sei sicura ? Potremmo non voler più tornare”. Marta risponde con una risata gaia ed un bacio sulle labbra. Si avviano tenendo ciascuna una mano sul sedere dell’altra. Si stanno dicendo, senza parole, che faranno sesso e che sarà un volo bellissimo. Bussano. Entrano.
Il buio le avvolge, vapori caldi e profumati riempiono l’aria. Anna si spoglia con ansia mentre Marta la guarda teneramente. Anna, nuda, le strappa i vestiti di dosso. Nude si baciano e abbracciano, in piedi, in mezzo a quello spazio indefinito. Anna prende per mano Marta e la conduce ad addentrarsi nella nebbia. Si delinea una coppia a terra. Lei carponi, lui in piedi dietro di lei, con le gambe piegate ai lati del suo bacino, accovacciato fino a poterla penetrare. Sono al limite dell’amplesso, i muscoli del maschio si tendono in uno spasimo in tutto il corpo. Reclina il capo all'indietro e ruggisce profondamente e a lungo mentre la vita gli sgorga dal pene dentro le viscere di lei. Cadono sfatti uno sull'altra. Marta è eccitata e si masturba tenendo in bocca le dita di Anna. Anna è rossa in viso e freme con gli occhi smaniosi di piacere. La trascina a terra e comincia a leccarle le grandi labbra, poi le separa con la lingua ed inizia a sfiorare con la maggior leggerezza possibile le piccole labbra e poi il clitoride. E’ soddisfatta solo quando sente le mani di Marta tirarle la testa verso il sesso. Sadicamente non cede subito e continua per un po a limitarsi a leggerissimi sfioramenti. La carne di Marta esplode di desiderio ed emette un profumo intenso dolce. Anna ne sembra drogata e comincia ad addentrarsi, a frugare. Si sofferma a solleticare l’uretra e prosegue fino alla protuberanza rugosa subito dietro, all'interno di Marta. Adesso va avanti e indietro con la lingua allungata al massimo penetrando Marta. Adesso torna a massaggiarle le labbra con la lingua, discende ma non si ferma al primo traguardo, prosegue oltre verso intimità più sensibili. Ancora una volta comincia con sfioramenti per farle superare la ritrosia. Sente l’ano di Marta rilassarsi sempre di più fino a che è talmente morbido da non sentire più la forma del muscolo. Marta si contrae, si gira sulla pancia ed inarca la schiena. La vista di vulva e ano rilassati ed dischiusi si offre agli occhi di Anna che ora davvero recrimina di non avere un pene. Anna ricomincia il bacio nell’ano ed intanto masturba il clitoride di Marta. E’ il momento di esplodere e Marta lo fa con fragore, tremando, gemendo, contraendo ogni muscolo in un orgasmo violento e molto prolungato. La forza del demone dentro di lei si attenua lentamente, con scosse di assestamento via via più lievi. Resteranno a terra abbracciate a lungo prima che le carezze di Anna si facciano più audaci e nuovamente vogliose. L’intimo di Marta si risveglia. Ora vuole essere lei a soddisfare l’amante. Comincia a restituire il massaggio orale. Ma le fantasia di Anna sono diverse dalle sue e, nei vapori del CANTO DELLE SIRENE, si concretizzano. Dai vapori caldi della penombra avanzano due maschi enormi, nudi e mostruosamente eretti. Sono abbronzati e lucidi di olio e sudore. Cominciano ad accarezzare i corpi delle due donne. Li ungono delle loro secrezioni, odorose di ormoni e di sudore. Le due femmine si accoppiano in un 69, una sull’altra. Ai capi della scultura si inginocchiano i due maschi. Nello stesso momento e con la determinazione della spada nel cuore del drago, le loro verghe penetrano la profondità dei corpi distesi. La penetrazione inclemente continua con la ritmicità di una macchia per un tempo lunghissimo. Le mani che tengono Marta saldamente per i fianchi sono forti e determinate, non le lasciano nessuna liberta di attutire le spinte che riceve e che si fermano solo perché il ventre del maschio le sbatte sulle natiche con ritmici schianti. Quando le ninfe sono all’apice, come ad un comando non pronunciato, i maschi eruttano il loro orgasmo restando conficcati profondamente dentro di loro. Marta sente il piacere esploderle nella pancia ed ha davanti agli occhi la vulva di Anna scossa dai fremiti del suo bacino mentre viene insieme a lei. La nebbia e il calore tornano ad avvolgere tutto e sedano i sensi e la coscienza fino a che il sonno o qualche genere di oblio simile, le trasporta via.
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