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Orgasmo elettrico


di Edonista6969
17.08.2019    |    7.542    |    5 8.3
"Mi afferra per la gola e mi ributta sul lettino..."
Sono le otto, lo so con certezza perche ieri sera ho regolato la sveglia che ora mi sta liberando dalla frustrazione. Sono sveglia da almeno un ora e non sopporto piu di languire in attesa che sorga il sole. L'appuntamento è per le tre e ho tutto il tempo di prepararmi e di torturarmi nell'attesa. Saranno ore di trepidazione, forse di titubanza o addirittura di ripensamenti, lo capisco da come mi batte forte il cuore. Alla fine però so che lo farò, ho desiderato, cercato, deciso e non mi tirerò indietro. L'idea mi ha sempre affascinata, lentamente si è trasformata in desiderio e a quel punto non ho piu avuto scampo, lo voglio fare, voglio fare il mio primo piercing e sarà al clitoride!
Ho passato due mesi a cercare qualcuno di cui fidarmi, qualcuno che potesse fare di questa cosa un esperienza intima e non solo un operazione chirurgica. Quando avevo quasi rinunciato mi sono imbattuta in un forum BDSM dove un post decantava un certo Ramses, lasciando intendere che si trattava di persona capace ma piuttosto particolare. Mi sono incuriosita, ho cominciato a cercarlo e sono arrivata ad un sito internet scarno e abbastanza enigmatico. Nelle immagini dominano oscurità e candele, non ci sono informazioni ma foto sfocate di piercing fatti in ogni parte intima di corpi maschili e femminili. Unico contatto un numero di telefono. Chiamo. Risponde una voce profonda e un po inquietante, mi chiede cosa voglio farmi fare e perche proprio da lui. Gli spiego che vorrei un anello messo di traverso; con un po di titubanza preciso che deve essere elegante ma abbastanza grande da farci passare una catenella. Mi chiede il perche della catenella. Cercando di non tradire emozione, gli dico che immagino sia molto piacevole farmi tirare ìl clitoride con una catena. Lui resta in silenzio per un po ma io non aggiungo altro. Mi avverte che sarà molto doloroso ed è importanate che lui sappia come io mi immagino di gestirlo. Il dolore?, chiedo. Si certo, il dolore. Gli spiego che è proprio questo il motivo per cui sto cercando qualcuno che non sia solo un paramedico ma un ..."maestro" . Resta in silenzio. Mi faccio coraggio. Voglio che il dolore sia una porta, voglio che mi faccia trasalire, mi strappi dai pensieri coscienti e mi sbatta oltre la soglia del lecito e dell'opportuno, voglio riuscire a superare la prima reazione istintiva di rifiuto e abbandonarmi, senza contrastarlo, senza difese, esserne posseduta. Ora sono io a tacere, ho paura di essermi allargata troppo, ho paura che mi butti giù il telefono senza nemmeno salutarmi. Invece risponde, ok, si puo fare, vieni venerdì alle tre. Metti in conto di stare poi a letto sabato e domenica, potrebbe anche venirti un po di febbre.
Ed eccomi qua, è oggi, alle tre.
Doccia, depilazione intima che mi occupa un'oretta (io li strappo uno ad uno, non li taglio, per dio). Indosso un perizzoma di pelle, una minigonna e un top scollatissimo, voglio sentirmi spudorata, non ho paura, ho voglia. Dei sandali con tacco altissimo completano il mio grido di battaglia, posso uscire di casa.
Arrivo allo studio di Ramses in perfetto orario, suono e il porrone si apre. Entro in un abiente quasi buio, ci sono tappeti, candele e foto di piercing ovunque. Mentre noto il forte profumo di incenso, lui entra. È altissimo e grosso, spalle e mani enormi. Accenna appena un sorriso e mi stringe la mano senza una parola. Mi indica un divano di velluto rosso e si alluntana di qualche passo. Mi siedo, lui torna con due bicchieri, me ne porge uno, e mi dice prenditi il tempo di rilassarti. Nel bicchiere c'è un liquore allo zenzero, dolce e piccante, mi rilasso. Mi aspetto che ora lui cominci a spiegarmi cosa farà, cosa succederà, invece mi guarda intensamente e tace. Ha un sorriso che non riesco ad interpretare, abbastanza ammiccante da non sembrare aggressivo ma deciso, autoritario.
Mi porge un vassoio ricoperto di velluto con una decina di anelli sopra. Resto cinque minuti a rigirarli tra le dita, poi scelgo quello più luminoso. Lui si alza, mi prende la mano e mi porta verso una sorta di lettino ambulatoriale, rivestito di cuoio nero.
Finalmente mi parla. Ora tu dovrai spogliarti e questo potrebbe essere un momento critico, potresti sentirti una paziente dal medico. Non deve succedere, non sei dal medico. Ora mi spogliero anche io, così tu non ti sentirai imbarazzata. Non ti scopero', nemmeno se tu lo volessi, quindi puoi rilassarti. Non aspetta la mia replica, si slaccia la camicia e la apre, ha un piercing su ciascun capezzolo. Slaccia la cintura e si sfila i pantaloni. Indossa un tanga, un sacchetto di pelle nera gli contiene con precisione il cazzo.
Guardo quel corpo possente, vestito solo di un minuscolo tanga. Non so se assomiglia piu a un antico atleta greco o a un esibizionista, certo ora mi posso spogliare senza soggezione. Lo faccio, lentamente, tengo solo i sandali con il tacco, mi eccitano, mi piaccio. Senza che lui me lo dica mi stendo nuda sul lettino. Mi passa un altro bicchiere di liquore, mi avverte che dentro c'è un po di tranquillante, mi dice che si allontana dieci minuti per disinfettarsi, mi dice di rilassarmi e di cominciare il mio viaggio.
Alcol e tranquillante fanno effetto, mi guardo dall'alto, nuda sul cuoio nero, comincio a immaginare il dolore, a immaginare come mi scuotera' violentemente, dal clitoride al profondo di ogni senso, mi eccito, mi bagno. Ramses rientra nella stanza e si mette seduto davanti a me, mi allarga le gambe. Ora ti messaggero con un anestetico, dice versandosi un gel sulle dita. Comincia, io sono così eccitata che credo di partire per un orgasmo, invece il piacere si smorza, il clitoride perde quasi completamente sensibilità, percepisco solo più la pressione delle sue dita su quello che ora sembra il sesso di un'altra. Continua a lungo e io mi perdo in un languore eccitato, rilassata dal massaggio, esasperata dall'attesa del dolore, eccitata dalla situazione. Ad un tratto Ramses si alza e prende una specie di pistola da tatuaggi su cui infila un lungo ago dorato. Si avvicina, mi accorgo di sudare, si china verso la mia fica, sento il cuore pulsarmi nelle tempie, guardo il suo viso e la sua mano armata laggiu, oltre le mie tette. Osservo che ho i capezzoli durissimi, alzo una mano e me ne sfioro uno. Lui sorride, si ferma e mi chiede, ti piace? Sei eccitata? Annuisco freneticente con la testa, non riesco a parlare, ho il fiato mozzato e il sapore dell'adrenalina in bocca che mi gonfia la lingua e mi fa impazzire la salivazione. Restiamo per un tempo eterno a guardarci negli occhi, poi con un rantolo riesco a dire "fallo". Ramses mi si fa contro, si appoggia con un avambraccio alla mia pancia, mi schiaccia, mi immobilizza, prende tra le dita il clitoride e avvicina l'altra mano con la pistola. Ci siamo, è adesso, è adesso, stringo i pugni e i denti. Sento il rumore del meccanismo che scatta, una pressione improvvisa sul clitoride e mentre mi stupisco che sia gia tutto fatto, un onda mi sale nella pancia, spalanco occhi e bocca, trattengo il respiro. È un dolore violento che mi sorprende, ne sono schiava, mi possiede. Il sudore mi imperla improvvisamente la fronte, mi aggrappo alle braccia di Ramses che mi sta fissando negli occhi, mi scruta, indaga nella mia anima esposta. Lo tiro verso di me, è lui che mi sta facendo provare tutto questo, e' il potere della sua arma, la sua forza spietata che mi schiaccia. Ne voglio di più, mi aggrappo alla sua nuca e mi sollevo verso di lui. Bagnata di sudore e ansimante, senza dischiudere la mascella, gli ringhio a in centimetro dal viso, "scopami!". Lui non cambia espressione ma noto un fremito laterale nel suo labbro superiore, come un cane pronto a scoprire le zanne. Mi afferra per la gola e mi ributta sul lettino. Sento la sua mano stringermi, non tanto da soffocarmi ma abbastanza da tenermi immobile, porto la mia mano sulla sua e stringo a mia volta aumentando la forza della sua morsa. Ramses scansa con la mano libera la mia e aumenta la stretta, poi si porta la mano all'inguine e strappa violentemente il tanga. Mi penetra senza preamboli continuando a tenermi bloccata. Ad ogni colpo delle sue anche sento il cazzo sbattermi dentro e una scossa che dal clitoride, o meglio da dove una volta avevo il clitoride, che si spande come una scarica elettrica in tutto il mio corpo. Sono immobilizzata, sudata, con il viso paonazzo, scopata violentemente e percorsa da scosse. All'improvviso realizzo tutte queste cose insieme, le vedo su di me oltre a sentirle dentro, l'eccitazione schizza alle stelle e inclinando la testa all'indietro riesco a buttare fuori un urlo disperato mentre il piu forte orgasmo della mia vita mi squote di un tremito incontrollabile ogni muscolo del corpo. Poi tutto si placa, Ramses esce da me, chiudo gli occhi mi addormento. Mi risveglio lavata, rivestita e sotto una coperta. Davanti a me sul tavolino, una tazza fumante e, dietro la tazza, il volto serafico di Ramses seduto in poltrona. Tutto bene, mi chiede. Certo, rispondo, mai stata meglio
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