Prime Esperienze
L'igienista dentale

19.05.2025 |
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"Aspettai un attimo lì impalato, era tutto così surreale, come se per lei quella cosa successa poco prima facesse parte della normalità..."
Finalmente ero dentro, avevo aspettato quella visita da 6 mesi, dopo quell'incontro con la nuova igienista dentale che mi aveva lasciato tante perplessità e desideri. Il tutto per colpa di quei strusciamenti lenti durante la pulizia, del suo corpo sul mio braccio, gesto che sembrava voluto e che mi aveva portato a fare strani pensieri. E per finire quelle battutine scambiate a fine visita compreso quel sorriso malizioso. Ci avevo ripensato tanto a quell'incontro, impossibile non perderci la testa, lei così bella e con quello sguardo che ti mette KO, che ho dovuto “subire” durante tutta la pulizia. I suoi occhi verdi, il viso coperto a metà dalla mascherina, il suo fare gentile, sorrideva con gli occhi mentre si appoggiava al mio braccio col suo bel corpo. Persino i suoi seni li ebbi addosso per un attimo, lì sulla mia spalla, mi chiesi per tutto il tempo se fossero dei movimenti spontanei, dovuti alla vicinanza o voluti. A distanza di 6 lunghi mesi le mie domande chiedevano una risposta. Entrai trovandola girata di spalle, china in avanti a 90 mentre scriveva qualcosa sul pc. Il camice rialzato che metteva in mostra un bel culo piccolo e sodo coperto da quel jeans stretto che indossava. Mi salutò senza rialzarsi, girando la testa e chiedendomi scusa perché doveva finire di scrivere.
- “Fai pure, aspetto con piacere”, risposi azzardando un po' la risposta.
Finito di scrivere mi salutò con un bel sorriso e mi chiese di sdraiarmi. Chiuse la porta, indossò mascherina e guanti e si sistemò accanto iniziando il suo lavoro e di nuovo il suo gioco fatto di strusciamenti lenti verso il mio braccio, che tenevo volutamente più sporgente del solito. A sporgere però poco dopo fu anche il mio cazzo, mettendosi in bella mostra da sotto il pantaloncino e fu grazie a quella visione che lei si espose più del dovuto.
- “Tutto bene?”, mi chiese maliziosa. “Ti vedo un po' agitato”.
Naturalmente non riuscivo a rispondere con quel coso in bocca che mi succhiava la saliva, ma la risposta era ben chiara.
- “È forse colpa mia questa agitazione?”, chiese ancora maliziosa, facendomi notare la mia ben visibile protuberanza dal pantaloncino.
Risposi facendo di sì con la testa e lei fece scivolare la mano dal petto al punto critico.
- “Scusa, non volevo. Se non ti calmi non posso continuare però, devi stare fermo”, disse ancora ormai spudorata.
La mano accarezzò il mio cazzo sempre più duro, lo impugnò, me lo strinse. La lasciai fare prima di allungare anche la mia mano tra le sue cosce, seppur i jeans stretti non aiutavano la mia reale volontà. “Se solo avesse indossato una gonna, sarei già con le dita dentro le sue mutandine”, pensavo mentre la accarezzavo da sopra il jeans. A lei invece venne facile entrare sotto il pantaloncino, così come andare sotto le mutande e impugnare il mio cazzo duro che chiedeva solo di essere liberato. Mi masturbò con dei movimenti prima lenti, poi più veloci, mi sentivo esplodere, non riuscivo a stare fermo. L'unica cosa che riuscii a fare fu quella di spostare la mia mano, entrando sotto il suo maglioncino ed andando a palpare e stringere i suoi bei seni. Tutto questo continuò per qualche minuto fino a quando non sentimmo dei passi e lei immediatamente sfilò la mano e tornò ad operare dentro la mia bocca, impugnando i suoi attrezzi da lavoro. Lo stesso feci io, prima che la ragazza della segreteria ci beccasse. Entrò, le domandò qualcosa alla quale lei rispose, nel frattempo mi chiesi se anche lei notasse il mio rigonfiamento. Per evitare che se ne accorgesse, la bella igienista si alzò e la portò fuori, con la scusa di controllare una cosa sul PC. Tornò poco dopo, chiudendo la porta.
- “Dove eravamo rimasti?”, chiese avvicinandosi. “Ah già, eravamo qui”, disse ancora abbassandomi di colpo i pantaloncini.
Tirò fuori il mio cazzo che scattò come una molla, lo riprese in mano e si abbassò la testa prendendolo in bocca. Fu tutto così veloce e improvviso che rimasi stupito da tanto desiderio. La sua bocca si muoveva su e giù sul mio cazzo, la lasciai fare all'inizio prima di aiutarla nei movimenti con una mano sulla nuca. Lo prese tutto, fino in gola, sentivo la sua lingua stuzzicarmi, cazzo se era brava. Non ci potevo credere, mi ero fatto tanti di quei film in testa in questi mesi, per come poteva andare, ma così no, così non me lo aspettavo. “E se qualcuno entrava in quel momento?”, mi chiesi, non mi sembrava avesse chiuso la porta a chiave, d'altronde non c'era nemmeno la chiave dietro la porta. Ma lei poco se ne importava, era così dedicata al mio cazzo che non si faceva di certo tutti i problemi che mi facevo io. Lasciai la sua nuca e scesi con la mano sul culo, peccato per quei jeans stretti che non mi davano la possibilità di entrare, non mi restava altro che toccarla.
Usava la bocca e la lingua così bene che fu impossibile trattenermi a lungo, esplosi dentro di lei che non si lasciò sfuggire nemmeno uno schizzo. Quando capì che avevo finito si staccò dal mio cazzo ed andò a sciacquarsi la bocca con del colluttorio che prima della visita aveva dato a me. Come se nulla fosse, continuò con la pulizia fino a terminare il lavoro, per poi salutarmi. La vidi girarsi e allontanarsi per andare a buttare i guanti, prima di sparire nello stanzino accanto, senza dire nulla. Aspettai un attimo lì impalato, era tutto così surreale, come se per lei quella cosa successa poco prima facesse parte della normalità. Ci misi un attimo per riprendermi, non vedendola tornare decisi di uscire. Lungo il corridoio mi sentii chiamare.
- “Francesco….Francesco. Francesco, tocca a te, la dottoressa ti sta aspettando”, disse la ragazza dal ciglio della porta della sala d'attesa, svegliandomi.
- “S…si, si. Scusa, mi ero un attimo assopito”.
Mi alzai ed entrai nella stanza e lei era lì, girata di spalle, china quasi a 90 sul PC, mentre scriveva qualcosa.
- “Ben trovato, accomodati che arrivo subito”, disse girando appena la testa, senza nemmeno alzarsi da quella posizione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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