Prime Esperienze
Ospitalità inattesa


13.06.2025 |
1.828 |
5
"Era ferma, addormentata… o forse no?
Sentii un'improvvisa tensione crescere dentro di me..."
Era un pomeriggio tranquillo, e avevo appena varcato la soglia di casa di una nuova coppia. Dovevano essere potenziali clienti per un progetto fotografico privato — un genere che stava crescendo e che spesso mi portava in contesti molto intimi, interessanti.Mi aprì la porta lui: sulla trentina, curato, fisico atletico, sorriso spontaneo. Indossava una maglietta leggera che lasciava intravedere braccia scolpite, e mi colpì subito per l’atteggiamento rilassato ma sicuro. Dopo un rapido saluto, mi fece entrare e mi invitò a sedermi al tavolo da pranzo.
«Ti va un caffè?» chiese con tono gentile. «La mia compagna sta ancora riposando. Dorme fino a tardi, ma tra poco la sveglierò.»
Mentre si muoveva in cucina, con gesti tranquilli ma decisi, il mio sguardo vagava per la stanza. Notai subito le fotografie incorniciate qua e là: ritratti della coppia, scatti in spiaggia, viaggi. Lei colpiva immediatamente: alta, slanciata, un fisico da modella, curve sottili e sensuali. Capelli tra il biondo e il castano, occhi verdi chiarissimi. In alcune foto sembrava posare, in altre ridere di gusto. Sexy in modo naturale, magnetico.
Una porta socchiusa attirò la mia attenzione. Era la camera da letto. Mi avvicinai quasi senza volerlo. Attraverso la fessura vidi lei, ancora distesa sul letto. Indossava una lingerie rossa che sembrava cucita addosso. Il corpo snello, il seno sodo che sollevava appena il pizzo trasparente, le gambe elegantemente piegate. Il suo sedere, perfetto, sembrava scolpito nella luce che filtrava dalle tende. Era ferma, addormentata… o forse no?
Sentii un'improvvisa tensione crescere dentro di me. Il desiderio si fece fisico, doloroso persino, tanto che il jeans sembrava stringermi troppo. Mi voltai, quasi per tornare indietro, ma mi bloccai.
Lui era lì, in ginocchio davanti a me.
Non c’era imbarazzo nel suo sguardo. Solo calma, desiderio, intenzione. Senza dire una parola, sbottonò i miei jeans e lasciò che il mio piacere, teso e vivo, uscisse dalla sua prigione di tessuto. Le sue labbra lo accolsero subito, calde e decise, muovendosi lente come se stesse gustando ogni istante.
Chiusi gli occhi, travolto. Per un attimo immaginai che quelle labbra fossero le sue, della donna stesa in camera. Ma quando li riaprii, fu molto di più.
Lei era lì, accanto a lui.
Nuda, pelle d’avorio, occhi intensi. Si inginocchiò senza esitazioni, e si passarono il mio piacere di bocca in bocca, in un gesto che non era solo erotico, ma profondamente complice. I loro sguardi si incrociavano, le mani si sfioravano, mentre le loro bocche giocavano con me come con un dono da condividere.
Il piacere cresceva a ogni secondo. Le loro lingue, le loro mani, i respiri caldi e umidi. Era un crescendo irresistibile.
Lei si alzò con eleganza, mi prese per mano e mi guidò verso il letto. Salì a cavalcioni su di me, e si abbassò lentamente, accogliendomi dentro di sé con un sospiro profondo, quasi liberatorio. Era stretta, calda, viva. Cominciò a muoversi con grazia, ondeggiando i fianchi in un ritmo ipnotico. Il marito, accanto a noi, accarezzava la sua pelle e la baciava sul collo mentre lei cavalcava il piacere con crescente intensità.
Non c’erano ruoli, non c’erano limiti. Solo corpi e desideri che si prendevano tutto quello che volevano.
Sentii l’ondata arrivare. Lei aumentò il ritmo, mi guardava negli occhi mentre mi sentivo travolto. Venne con me, il suo corpo scosso da tremiti, le gambe tese, le mani affondate nelle mie spalle.
Poi, con un’eleganza quasi teatrale, si alzò lentamente e lasciò scivolare fuori ogni ultima goccia di piacere che le avevo donato. Ne raccolse un po’ con le dita e si inginocchiò davanti al marito. Lo guardò per un lungo istante, poi lo baciò profondamente, condividendo con lui ogni sapore, ogni residuo di ciò che avevamo appena vissuto insieme.
Fu un bacio lento, caldo, carnale. Le loro lingue si intrecciavano come se fosse un ultimo brindisi.
Io restavo lì, ancora ansante, spettatore e protagonista allo stesso tempo.
Quando i loro sguardi tornarono su di me, c’era solo complicità. Nessuna parola, nessuna spiegazione. Solo quel silenzio pieno, saturo, che segue il desiderio quando è stato appagato in ogni forma.
E capii, senza che nessuno me lo dicesse, che non sarebbe finita lì.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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