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La malizia di suor Luana - quarto episodio


di apollo_dioniso
04.01.2013    |    18.367    |    0 9.5
"No, non ho mica paura, è che, dai..."
Intanto, sia a me che a Chiara era salita una voglia irrefrenabile. Ci capimmo subito, mentre passeggiavamo lungo il bagnasciuga. Lei mi rivolse uno sguardo languido e, cambiando improvvisamente direzione, iniziò a correre verso la passerella che portava fuori dalla spiaggia. La inseguii sorridendole, finchè arrivammo alle cabine, che erano poste proprio al limite della spiaggia. Ne scelse una fra le più lontane, che sapeva essere sicuramente libera, e mi trascinò dentro ridacchiando da monella. Non feci nemmeno in tempo a richiudere la porta che Chiara mi aveva già ficcato la lingua in bocca senza dire niente, iniziando a limonare come un'ossessa, mentre si strusciava sul mio corpo avvolgendomi come una biscia. Era la prima volta che la vedevo in versione così porca, stava cambiando di giorno in giorno: "Ti voglio! ho la fica in fiamme" eppure sapeva benissimo che non me l'avrebbe potuta dare. Sentendo il mio cazzo, che era diventato duro come una trave: "Sì, il tuo pisello, è solo mio, lo voglio sentire in gola, voglio il cazzo!". Il bello era che me lo diceva ad alta voce, quasi gridando, al che pensai chissà se qualcuno ci sente là fuori, cosa penserà, e la cosa mi eccitava ancora di più. Chiara si mise in ginocchio abbassandomi con violenza il costume, e rimase per qualche istante immobile, come in contemplazione, davanti al mio pene in erezione che le oscillava a pochi centimetri dal viso. Approfittai di quegli attimi di esitazione per afferrarle i capelli con una mano, mentre con l'altra strinsi la verga alla base e gliela ficcai in bocca. Lei fece presa sulle mie natiche e cominciò a succhiare con voracità, ansimando come una zoccola, io tenendole sempre ben stretti i lunghi capelli bagnati.
Cercava da sola di affondarselo in bocca il più possibile, mi faceva godere da morire vedere i suoi sforzi e sentirla tossire ogni tanto, al che si staccava per qualche istante, e una colata di saliva mista a sperma le scendeva dalle labbra. Poi continuava a leccarmi, dalle palle fino al glande, sputandoci sopra per tenermelo unto e succoso. "Lo adoro, me lo voglio mangiare!" diceva, scuotendomelo con forza con la sua mano destra, e ricevendo in faccia i primi, leggeri, fiotti di sperma. Vidi che leccava e inghiottiva quello che vedeva uscire, prima in modo un po' impacciato, e poi con golosità da vera troia, che progressi! "Mi piace, voglio che mi vieni in bocca, voglio vedere quanta ne hai qua dentro!" A quelle parole non seppi più trattenermi. Allontanai il suo viso dal mio uccello con un leggero schiaffo sulle sue guance insozzate, lo afferrai in mano e iniziai a segarlo puntandoglielo in faccia. Chiara sorrise e spalancò la bocca, mentre con le mani si massagiava le piccole tette. Il primo fiotto le arrivò giusto sugli occhi, così che non riuscì a vedere i successivi che le centrarono in pieno la bocca. Certamente non si aspettava un carico del genere, e fece fatica ad ingoiare tutto, così che sputava qualcosa per terra o direttamente contro di me. Finalmente mi fermai, lasciando pendere la verga ancora sgocciolante e mezza dura, mentre lei mi ripuliva il viso con le mani, per poi leccarsele di gusto. "Non male per una principiante eh?". "Un gran pompino", le dissi.
Rimase ancora per qualche istante in ginocchio, giocando con il mio cazzo e divertendosi a succhiarlo ora che non era più in completa erezione, ma ancora ricoperto di sborra. "Su, andiamo a darci una lavata, vuoi che ci vedano in queste condizioni?" Lei mi sorrise e si alzò, aveva ancora qualche goccia sul viso e sul collo. Limonammo ancora un po', io le strinsi le chiappe facendola ansimare. Alla fine mi leccò la faccia e mi disse sorridendo "la tua zoccola..."
Non immaginavamo per niente cosa sarebbe successo fuori da quella porta. Appena usciti dalla cabina, chi si trovava proprio lì davanti, immobile come una statua, le braccia lungo i fianchi, lo sguardo severo? Suor Luana. Non fecimo neanche in tempo a renderci conto che subito ci gridò contro "Svergognati, selvaggi! Cosa avete fatto dentro quella cabina? Versi da animali immondi, parole oscene, siete servi del demonio!" Chiara provò a dire qualcosa del tipo "ma stavamo solo scherzando...", ma subito quella la interruppe con un ceffone "Taci, svergognata! Guardati, sei diventata una sgualdrina, non ti è bastato oggi nella pineta, mi tocca rivederti di nuovo insozzata in questa maniera, dopo che hai fornicato con questo demone qui! Vattene subito a lavarti, e non è finita qui, tra mezzora voglio vederti in colonia, guai se non ti presenti!" Chiara scappò via correndo, mentre io rimasi tranquillo, sapevo che in realtà quella scena non aveva per niente infastidito suor Luana, anzi l'aveva eccitata. Ero sicuro che avrebbe voluto entrare per vedersi lo spettacolo dal vivo, e invece aveva dovuto accontentarsi di origliare alla porta, esclusa. Per quello forse era un po' incazzata. Continuò la recita "E tu sei un lurido approfittatore! Non eri ancora sazio, dopo avermi violentata oggi nella pineta, e dopo esserti divertito con quella puttana al mare, ora vuoi insozzare con le tue perversioni anche questa povera ragazzina?" "Perchè, è gelosa?" la provocai, ridendo, mentre mi sistemavo il costume con il pisello ancora in semi erezione, e mi ripulivo dalle tracce di sperma e saliva che mi erano rimaste addosso. Lei mi mise le mani addosso spingendomi verso la porta semichiusa, che si riaprì, al che approfittai per entrare di nuovo nella cabina e trascinare dentro suor Luana, che mi guardò con un misto di odio ed eccitazione "Sei un porco, schiavo del demonio, cosa vuoi farmi adesso?" Io mi abbassai il costume e le mostrai la verga, che stava tornando lentamente in erezione, e da cui colava ancora dello sperma molto liquido. A quella vista si gettò in ginocchio e mi afferrò l'uccello con entrambe le mani, gridando "Non devi gettare così il tuo seme, hai capito? Altrimenti sarai condannato alla dannazione!". "Va bene su, me lo pulisca per bene, che non rimanga neanche una goccia". Ancora prima di finire la frase, suor Luana aveva già iniziato a succhiarmelo con grande vigore, mentre le si gonfiava sempre di più nella bocca. Quando era al massimo dell'erezione, se lo tirò fuori come per ammirarlo e continuò a leccarlo in tutta la sua lunghezza, mentre con una mano lo scuoteva per fare uscire ancora qualche fiotto di sperma, che subito inghiottiva senza esitare. "Lei succhia molto meglio di Chiara, complimenti!" "Taci, non devi toccare quella ragazza maledetto!".
Quando fu sazia, si rialzò e mi fece cenno di uscire, ma in quell'istante sentimmo la maniglia della porta muoversi: qualcuno stava cercando di entrare. Per fortuna la porta era chiusa con la serratura. Era comunque un problema, cosa avrebbero pensato vedendoci uscire da quella cabina? Suor Luana rimase come impetrita, di certo non se lo aspettava. Non voleva certo che qualcuno venisse a sapere che era una troia bella e buona. Io rimasi più tranquillo, e decisi di approfittare della situazione. L'afferrai e le cacciai la lingua in bocca. Lei prima bofonchiò qualcosa, poi cedette e diede sfogo al suo impulso slinguazzando come una ragazzina. Con rapidità le infilai una mano sotto la veste e cominciai a strizzarle le chiappe, sentii che aveva terribilmente voglia di essere scopata, non le era bastata l'avventura nella pineta! E per di più con qualcuno che voleva entrare nella cabina, e che ora bussava alla porta con insistenza. Sottovoce mi diceva di smettere, che sarebbe venuto fuori uno scandalo, che dovevamo subito uscire. Allora la provocai con una proposta a dir poco folle: "No, restiamo siamo qui dentro!cosa direbbero se ci vedessero uscire insieme, ci pensa? L'unica soluzione è dare ad intendere che stiamo trombando, il più chiaramente possibile, così se ne andranno di certo, chiunque sia!" E le diedi un sonoro schiaffo sul sedere. "Ma sei pazzo? credi che funzionerà?" La vacca, dopo aver sentito la mia proposta, aveva iniziato a grondare dalla fica come una fontana. Con la mano completamente unta dei suoi umori, le ficcai due dita nel culo e iniziai a farla godere. Lei iniziò ad ansimare senza fare troppo rumore, ancora spaventata dall'idea che potessero scoprirla in quella situazione. Io le continuavo a schiaffeggiare il sedere e la spingevo contro la parete di legno della cabina, dicendole di farsi sentire "Godi, godi, ti piace?". Alla porta bussarono di nuovo, al che le dissi "Senti? non hanno ancora capito! Non ci vogliono lasciare scopare in pace!". Lei a quel punto si liberò da ogni inibizione, si girò verso di me con la bava alla bocca e gridò "Dai, fottimi! Fottimi!".
Tirai fuori il mio uccello duro come un bastone e unto di sperma, e in un sol colpo glielo sbattei nell'ano che le si era ormai ben dilatato. Suor Luana cominciò a gridare veramente come un'ossessa: finalmente aveva quello che desiderava, cioè una degna verga che la impalava senza tregua. Osservando il culo sodo di suor Luana che si ciucciava insaziabile il mio pene, mi eccitavo sempre di più e spingevo sempre più forte, facendo schioccare le palle sulla sua fica che grondava, completamente aperta, come a desiderare un secondo pisello, e premevo il suo corpo sempre più vicino alla parete, così che ora ad ogni mio colpo andava praticamente a sbatterci con la faccia. Ad un certo punto le sollevai una gamba per godermi fra le mani la sua coscia soda, e lei iniziò a urlare ancora più forte, sentendo il mio pene entrarle ancora più in profondità. Ora non si sentiva più bussare, così pensammo che finalmente chiunque fosse dovesse essersi allontanato dalla vergogna. Le dissi "brava hai fatto proprio la troia, se ne sono andati. Adesso ti riempio il culo!" Quella si girò mostrandomi la lingua con il solito sguardo da vacca in preda all'orgasmo, e vidi che si era scoperta la veste per fare uscire fuori le tette, che si palpava con una mano, mentre con l'altra rimaneva appoggiata alla parete. Mentre me la sbattevo si vedevano proprio le sue mammelle da vacca oscillare avanti e indietro, e la sua mano che a tratti ne afferrava una o si strofinava un capezzolo per godere ancora di più. Sentivo ormai che stavo per raggiungere l'orgasmo, ma non sapevo se venirle direttamente dentro, oppure se prima darle una ripassata alla passera. Tirai fuori il pisello, e davanti alla vista di quella fica oscenamente aperta, ci infilai dentro le quattro dita della mano, che vennero come risucchiate. Mentre la fottevo così, lei si accorse che avevo violato di nuovo il suo buco proibito e iniziò con la sua solita farsa "no, bastardo, lasciami stare, fammi quello che vuoi ma questo no! la fica no!". E intanto urlava e si dimenava dal piacere. Mi godetti per qualche istante la scena e infine le reinfilai il pisello nell'ano ancora bene aperto, da cui colava già un rivolo di sperma. Dopo alcuni colpi assestati con gran forza che la fecero impazzire "sì, così, puniscimi! sbattimi!" le venni finalmente dentro, svuotando tutto ciò che avevo ancora, e a cazzo ancora infilato lo sperma iniziò a colare fuori copiosamente, insozzandole la fica e le cosce e sgocciolando per terra. Quando glielo tirai fuori, restò per qualche momento appogiata alla parete, ansimante e a culo scoperto, poi si rialzò in piedi e si abbassò la veste senza neanche cercare di pulirsi. Prima che cercasse di abbottonarsi sul petto, le strinsi le tette e me le ciucciai un po', con l'uccello ancora in semi erezione che le premeva sulla veste, al che lei la risollevò di nuovo per evitare di macchiarla. Mi raccontava le solite storie sul peccato e sulla pena che le toccava sopportare, addossando a me e al demonio la colpa, e fingendosi vittima innocente che subiva queste oscenità. "Hai di nuovo insozzato il mio corpo, pagheremo anche per questo. Ma almeno hai lasciato in pace quella povera ragazza!". Ma non avevo voglia di ascoltarla, così le ficcai la lingua in bocca e me la limonai con passione, lei con il mio cazzo stretto in mano. Alla fine, ricompostasi, mi guardò e disse seria "avanti, usciamo di qui. Prima però voglio dirti che stasera sei convocato a rapporto da suor Giovanna, alle nove in punto. Ti farà una sana predica, come te lo meriti. E' a dir poco alterata. Io non so se ci sarò, comunque vedi di non mancare." Io subito sorridendo maliziosamente "suor Giovanna, cosa vuole da me, il mio bastone?"
Ma suor Luana non sorrise, anzi mi diede uno schiaffo in pieno volto. Poi aprì la porta della cabina, e subito impallidì.
Non eravamo soli. Una donna sulla quarantina ci fissava stando in piedi a pochi passi dalla cabina, con un mezzo sorriso sul volto. Noi restammo immobili per qualche istante non sapendo cosa dire, lei invece si mosse lentamente verso di noi e ci chiese con calma "Allora, tutto a posto?". Chiaro che aveva sentito tutto, ma cosa voleva da noi quella stronza? Se ne stava lì in piedi, con la borsa da mare sotto braccio, che probabilmente conteneva il ricambio, mentre indossava un costume rosso e un pareo scuro, molto trasparente. Aveva una pelle molto abbronzata, un seno parecchio abbondante, anche se un po' floscio, e delle belle cosce, un po' in carne ma all'apparenza abbastanza sode. Capelli castani mossi, il viso non era niente di che, ma con un'espressione intrigante che lasciava tradire una voglia sicura. E il suo comportamento ne era la prova più lampante. Suor Luana intervenì con fermezza "Ero nella cabina con il ragazzo, che si era sentito male. Mi dispiace averla fatta aspettare". E quell'altra "Veramente sentivo anche la sua voce, e mi sembrava contenta...". Sorrise maliziosamente dicendo questa frase, mostrando un poco la lingua. Pensai "Cazzo, anche questa troia ci voleva, ma cosa vuole?". Suor Luana si infastidì visibilmente e poi sbottò "Lei non può capire, non sa che problemi ha questo ragazzo! Non sa cosa mi costringe a subire, e non è neanche colpa sua! Ci lasci in pace per favore!". La tipa continuava a sorridere e ora guardava verso di me, vidi che fissava il mio costume, che in effetti lasciava intravedere la forma del mio pene in tutte le sue dimensioni. Suor Luana se ne accorse e le disse "E' una tortura, non può capire cosa mi tocca subire!" E indicando in direzione del mio cazzo "Quell'affare... senza tregua, mi tormenta dappertutto con quel bastone nodoso!" Pronunciò le ultime due parole quasi con disperazione, il che fece eccitare enormemente l'altra tipa, che mi disse sottovoce "Entriamo un attimo, su". Pensai subito "No, ha voglia di trombare anche questa, non ce la posso fare...", mentre suor Luana si accigliò, nervosa "Cosa ha in mente di fare, si rende conto? Non sa a cosa va incontro, ci lasci in pace!". A quelle parole l'altra ribattè decisa "Ci lasci lei piuttosto, suora, adesso viene a farmi la morale, proprio lei?". E aggiunse, con un'occhiata sprezzante "Non vorrà che tutta la spiaggia venga a sapere di una suora che se la fa con i ragazzi?", e le rise in faccia. Suor Luana si girò verso di me infuriata dicendomi "E va bene, fai quello che vuole questa svergognata, sarà meglio per entrambi." Poi si avvicinò e aggiunse sottovoce, in modo che l'altra non sentisse "Mi raccomando, dai una bella lezione a questa puttanella!". Le sorrisi, animato da queste ultime parole, e mi diressi dentro la cabina.
La tipa entrò anche lei, chiuse la porta e fece qualche passo, piazzandosi di fronte a me, con le mani sui fianchi. "Io sono Laura, piacere!" disse atteggiandosi a "dominatrice". In realtà mi sembrò un po' impacciata, forse non era proprio abituata a trovarsi in situazioni del genere, e si era fatta prendere un po' troppo dalla voglia di provare qualcosa di piccante e trasgressivo. Vidi però che cercava di darsi coraggio, e in effetti, a parte questi attimi iniziali in cui tradì un po' di insicurezza, si dimostrò in seguito una che sapeva decisamente il fatto suo. Io le sorrisi senza dire niente, appoggiando anch'io le mani ai fianchi, così continuò "Non oso immaginare cos'hai combinato con quella suora, vi ho sentiti sai? Anzi, ti confesso che mi sono infradiciata al pensare a cosa stava succedendo in questa cabina! E non dire che ti ha costretto lei! Ho capito che in mezzo alle gambe hai un arnese da favola, avanti mostramelo!". Voleva subito vedermi l'uccello, e io senza batter ciglio scostai il costume e lo feci uscire. Laura trasalì, restando come esterrefatta. Poi si riprese ed esclamò "cazzo, complimenti tesoro! ci credo che quella vacca urlava come una dannata!", e scoppiò in una risata sguaiata. "Sai, mi piacciono le volgarità, dimmi pure quello che vuoi, anche le cose più sporche, mi eccitano da morire!". E così dicendo si sfilò il reggiseno, facendo sbalzare fuori due tette grosse come meloni, non tanto sode ma belle piene, con due bei capezzoli scuri e con una sfacciata abbronzatura da topless. Vedendomi finalmente impressionato, si fece un po' di coraggio e, dopo essere rimasta per qualche momento ferma a farsi ammirare, sollevò la tetta destra con una mano e iniziò a leccarsela, tenendo fisso lo sguardo verso di me, e avanzando piano nella mia direzione. Dopo un paio di passi si arrestò nuovamente e si infilò l'altra mano nel costume, cominciando a masturbarsi con vigore. "Ti voglio eccitato bello, fammi vedere di cosa sei capace. Muoio dalla voglia di vedere quel cazzone in tutta la sua potenza!". Io sorrisi e lo presi in mano, ancora moscio, come per mostrarle che ancora non bastava. Allora si avvicinò e di colpo me la trovai inginocchiata ai miei piedi, che mi leccava le caviglie, saliva lungo le mie gambe afferrandomi le natiche, e infine arrivava a destinazione, riempiendomi il pisello di baci. "Adesso te lo succhio come dio comanda, voglio vedere se non ti diventa duro come una trave! dai insultami, vedi che sono la tua zoccola?" e poi, dopo le prime succhiate aggiunse "mi sa che mio marito dovrà aspettare un po' oggi pomeriggio, tanto sarà lì che dorme sotto l'ombrellone, mentre io sono qui con un bel cazzo tutto per me!". Allora la stuzzicai un po' "Ma dai, sei qui con il marito? E lo sa che sei una zoccola che va a farsi montare nelle cabine della spiaggia col primo che passa?". Lei rise di gusto, con la saliva che le colava dalle labbra mentre l'arnese iniziava a gonfiarmisi "Beh, non il primo che passa, uno che ha un uccello da paura!". La tipa ci sapeva proprio fare, e da lì a poco iniziai ad essere veramente eccitato. Allora la afferrai per i capelli, la feci alzare in piedi e mi misi a succhiarle le tette, cosa che gradì molto "Oh sì, bravo, sono tutte per te, hai visto che tette da vacca che ho? Faccio sempre il topless, mi eccita da morire!". In risposta le infilai due dita nella fica, che era bagnata fradicia e già completamente aperta "sono tutta bagnata, dai sbattimi dentro quel bastone, dio che verga colossale, la voglio sentire tutta!" In effetti mi era diventato duro del tutto, e al vederlo in erezione Laura si turbò visibilmente. "Voglio che mi fai lo stesso servizio che hai fatto a quella suora! Anzi, con me devi essere ancora più stronzo!". "Come vuoi, preparati..." Sempre afferrandola per i capelli, la sbattei contro la parete di legno, le scostai il costume senza sfilarglielo e le appogiai il pisello sul buco dell'ano, strofinandocelo sopra. A questa mossa però quella si spaventò decisamente, girò la testa e mi disse, con la voce strozzata "Ehi aspetta, non vorrai mica infilarmi quel..coso lì nel culetto?" "Beh, cosa c'è, hai paura?" "Eh Eh... no, non ho mica paura, è che, dai... magari dopo no? Mettimelo nella fica intanto, vedi che bella umida che ce l'ho?" E rideva tentando di dissimulare sicurezza. Era proprio una stronzetta che voleva fare la troia. La insultai "Sei una mezzasega, la suora lo prendeva in culo senza batter ciglio, comunque come vuoi, eccoti servita!" e glielo sbattei nella passera iniziando subito a stantuffarla con forza. Laura cominciò a urlare dal godimento, gridandomi zozzerie come al solito, e io spingevo sempre più forte, non curandomi degli schizzi che a volte mi partivano, e di cui lei non si preoccupava minimamente "sì, così, spaccami la figa, riempimi di sborra, sono una troia!". Era veramente eccitata e questo mi attizzava ancora di più, specie quando la vedevo venire: le tremavano le cosce e dei fiotti di umore le schizzavano fuori dalla fica, mentre lei gridava come un'ossessa, in preda all'estasi. Rimasi stupito da quanto facilmente raggiungeva l'orgasmo, e da come questo la faceva eccitare sempre di più. Al terzo colpo, dopo aver lanciato un grido selvaggio, si voltò verso di me con la bava alla bocca e finalmente mi implorò "dai, adesso voglio il culo! sfondami bastardo!". Non desideravo altro. Tirai fuori la mia verga, da cui colava un copioso rivolo di sperma (le ero abbondantemente venuto dentro mentre la pompavo) e iniziai a sfregargliela sull'ano. Laura intanto gemeva e ansimava come una vacca, e dalla fica completamente aperta le uscivano fiotti di umori e sperma senza sosta, che le insozzavano le cosce. Le diedi due sonori schiaffi sulle chiappe, poi mentre con una mano le tenevo la vita, con l'altra iniziai ad aprirle bene il buco, infilandole prima un dito, poi due, poi tre. Il culo le si dilatò rapidamente, e in breve potevo affondarle dentro l'intera mano, dopo averla inzuppata a dovere nella passera. Era pronta per ricevere il mio cazzo, che la penetrò con violenza, facendole sbattere la faccia contro la parete della cabina. Sebbene le avessi infilato solamente l'estremità del pene, avvertì comunque uno stimolo irresistibile, e lanciò un grido di godimento misto a dolore ancora più forte. Ormai non mi diceva più nulla e si limitava ad ansimare e a gemere, scuotendo tutto il corpo per godere al massimo di quell'amplesso. Ora la tenevo ben salda in vita e spingevo con vigore avanti e indietro, gustandomi la vista del suo culo che si succhiava il mio bastone con ingordigia, sempre più in profondità, mentre Laura voltava indietro la testa per seguire anche lei lo spettacolo. Estrassi il pene per un momento per mostrarle bene l'oggetto del suo desiderio in tutta la sua imponenza: si stagliava ancora durissimo, in massima erezione, completamente unto. Lei lo afferrò con una mano, lo strinse alla base della cappella e fece uscire alcuni fiotti di sperma che le insozzarono la schiena. Allora, vinta dalla golosità, si girò di scatto e inginocchiatasi ricominciò a succhiarlo, scuotendolo con una mano in modo da beccarsi in bocca quanto più sperma possibile. La vedevo ingoiare con voracità la sborra che mi usciva sempre più copiosamente, e che le schizzava contemporaneamente il viso e le grosse tette, lucide di sudore. Poi si rialzò e con un movimento deciso si reinfilò la verga sgocciolante nell'ano, al che io iniziai di nuovo a sbatterla sulla parete, ancora più forte di prima, tenendola per i capelli con una mano. Ad un certo punto lei, provata, scivolò verso il pavimento e finì carponi, e me la vidi con le mani al suolo, ansimante, che cercava di prendere fiato. Dall'ano le colava un rivolo di sperma, mentre per terra era già tutto sudicio. Mi abbassai, sapendo che non ne aveva ancora abbastanza, e stavolta le ficcai il pisello nella passera, che era ancora fradicia e spalancata. Montandola in quella posizione sentii una nuova eccitazione, sempre più alta, che mi fece perdere il controllo, anche perchè Laura mi incitava guardandomi con la solita espressione da vacca e la lingua di fuori, gridando dal godimento. Urlai anch'io dal piacere, le afferrai il costume e glielo strappai di netto, dopodichè iniziai a venire di brutto: le svuotai tutto quello che avevo ancora nella sua fica vogliosa, mentre quella gridava "Sì, riempimi, montami, sono la tua vacca!". Lo sperma entrava e usciva fuori, da quanto gliene pompavo, e per terra si formò una'ampia chiazza in cui Laura sguazzava con i piedi, le ginocchia e le mani. Poi, esausto, mi alzai in piedi e mi appogiai alla parete per riposare un po'. Lei rimase ancora un po' a terra, ansimante, poi lentamente si rialzò e mi sorrise senza dire niente, tenendosi una mano fra le gambe. Si guardò attorno e compresi che stava cercando i suoi vestiti. Lasciò perdere il costume strappato e si infilò direttamente il pareo, poi mise il reggiseno nella borsa e si accinse ad uscire dalla cabina. A quel punto le dissi "Ehi aspetta, ma non vedi come sei conciata, vuoi che ti vedano in queste condizioni, non ti vergogni?". Ma quella non sembrava vergognarsi minimamente, e senza dirmi niente mi rise in faccia. Poi si passò una mano sulle tette, unte di un misto di sperma e sudore, e se la mise in bocca leccandola con voluttà. "che troia" pensai ad alta voce, mentre usciva dalla cabina senza neanche vedere se qualcuno passava. Mi infilai rapidamente il costume e uscii anch'io: la vidi mentre si dirigieva in direzione delle docce, che erano a una ventina di metri da lì, camminando a fatica, le gambe un po' divaricate, le cosce tutte insozzate di sperma, che continuava a colarle dalla fica e ora sgocciolava sulla sabbia. Per fortuna non passava nessuno. La seguii fino alle docce, dove Laura si gettò sotto il getto d'acqua, che finalmente la ripuliva da un po' di sudiciume. Eppure con quel pareo, senza costume, continuava a dare l'idea della zoccola, con le tette fuori e il culo in bella vista, mentre si passava le mani in mezzo alle gambe per lavarsi. La raggiunsi e mi fermai sotto la doccia accanto alla sua, approfittando per darmi anch'io una sciacquata. Dato che non passava nessuno, e che mi sentivo ancora in vena di provocazioni, abbassai il costume e feci scivolare fuori l'uccello, ancora bello gonfio, e mentre me lo lavavo osservavo lo sguardo stanco di Laura, fisso sul mio attrezzo. Poi, con molta calma, mi avvicinai a lei e iniziai a limonarla, mentre il mio cazzo le si insinuava fra le cosce. Lei rispondeva con la lingua, ma rimase passiva con il resto del corpo, allora la girai verso il palo della doccia, sempre lentamente, le sollevai una gamba, le strinsi i capelli e la penetrai. Quella sorrise e mi disse "che fai, mi vuoi riempire di nuovo? e poi come faccio con mio marito, non posso mica farmi trovare con la fica piena di sborra!" "be, perchè no, così capisce che gran troia che sei, dai chiamalo così gli mostriamo cosa sai fare!". Laura si divertiva come una matta, mentre la mia verga la stantuffava sotto il getto di acqua fredda. "Caro arrivo subito, svuoto questo cazzone e poi sono da te amore!" In quel momento speravo quasi che quel cornuto del marito passasse di lì e mi vedesse mentre scopavo quella vacca di sua moglie. Mentre mi eccitavo così, le venni dentro un'altra volta, facendola gridare dal piacere. Dopo averle sfilato l'uccello dalla fica, ancora grondante di sperma, rimasi per qualche istante come inebetito da quanto avevo goduto. Anche lei rimase per un po' senza parole, quasi senza forze, e si appoggiò al palo della doccia per riposare. Finalmente decidemmo di lasciarci, e io le dissi "Ora non lavarti più, voglio che te ne ritorni a casa tutta piena di sborra, ok?" "Ma certo tesoro, così mi sento ancora più troia! Guarda, non ho neanche il costume!" rispose sghignazzando, mentre scuoteva il pareo e si palpava le tette. "Che cosa ti inventerai?" "Dirò che ho perso il costume mentre facevo il bagno, sai oggi il mare era un po' mosso, volevo prendere il sole senza niente addosso, poi un'onda e..." "Un cazzone duro vorrai dire..." "Sì, gli dirò, un cazzone mi ha scopata da tutte le parti e mi ha lasciata sfinita sulla spiaggia!". Laura rise nella sua maniera sguaiata e raccolse la borsa. Vidi le sue tette bagnate oscillare mentre si abbassava, i capezzoli ancora turgidi. Se ne sarebbe andata così, con quei meloni in bella mostra senza preoccuparsi. Ci baciammo e ci salutammo, lei mi fece l'occhiolino "ti passo a trovare amore!" e la vidi allontanarsi. In realtà, come mi raccontò in un'altra occasione che qui accenno solamente, il marito al suo ritorno non reagì particolarmente. Sì, le chiese cosa facesse senza costume, ma senza scandalizzarsi più di tanto, sembrando bere la storia del bagno in mare. Ben altre domande invece le arrivarono dalla figlia, una diciottenne curiosa e smaliziata che notò subito le strane gocce bianche e dense che colavano oscenamente lungo le cosce di Laura. Ma di questo ne parlerò un'altra volta. Nel frattempo, uscita di scena Laura, pensavo a Chiara e alla ramanzina che in quel momento gli stava propinando suor Luana.
p.s. volete il seguito?
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