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Prime Esperienze

La malizia di suor Luana - sesto episodio


di apollo_dioniso
30.08.2015    |    15.652    |    2 9.7
""Avvicinati!" Mi intimò, puntando la bacchetta verso suor Luana..."
Improvvisamente però pensai all'appuntamento che avevo io con suor Luana quella sera. Anzi, in realtà avrei dovuto incontrare suor Giovanna, e perdipiù per una ramanzina. Così mi aveva intimato suor Luana. E in fondo temevo che mi avrebbe atteso proprio una bella sgridata: suor Giovanna la conoscevo, era una tipa molto seria e severa. Mi aveva già fatto un po' di prediche in passato, e non c'era stato niente da scherzare. Era una che sapeva farsi obbedire e metteva molta soggezione. E poi no, non aveva proprio niente di sensuale! Non che fosse una brutta donna in fondo, però tutta un'altra cosa rispetto a suor Luana. Era alta, molto magra, i lineamenti spigolosi, lo sguardo sempre serio e accigliato. Credo avesse qualche anno in più di suor Luana, sui quarantacinque circa. Tuttavia fra i pochi aspetti positivi aveva un viso quasi privo di rughe, la pelle liscia e due occhi castani molto vispi.
Dopo cena mi recai all'appuntamento con un certo timore, sperando che il tutto si sarebbe risolto in pochi minuti. Mi avrebbero sgridato, avrei dovuto chiedere perdono e promettere che non avrei più fatto niente di male, e tutto lì. Forse però suor Luana, per non smentire la sua vocazione da troia, mi avrebbe fatto vergognare costringendomi a raccontare alcuni particolari del pomeriggio passato con Chiara, di fronte a suor Giovanna che avrebbe ascoltato scandalizzandosi, e magari reagendo tirandomi un bello schiaffone. Suor Luana allora si sarebbe certamente eccitata assistendo ad una situazione del genere, e avrebbe iniziato a bagnarsi, ripensando ai momenti trascorsi con me. Di quei momenti non mi avrebbe certo chiesto di raccontare nulla, quell'ipocrita, altrimenti si sarebbe vista espellere all'istante! Però avrebbe infierito sul rapporto fra me e Chiara: me la immaginavo, quella stronza, che raccontava a suor Giovanna in mia presenza: "Mentre passeggiavo nella pineta ho sentito improvvisamente degli sghignazzi, e subito dopo mi è comparsa davanti Chiara, quella ragazza simpatica che viene da noi tutte le estati. Ebbene sorella, mi ha preso un colpo! Figurati che correva senza reggiseno, solo con gli slip addosso, e rideva con una lascivia che non puoi neanche immaginarti! E non è finita, quando ci siamo trovate faccia a faccia - siamo quasi cadute a terra - non ho potuto non notare sul suo petto dei segni di uno scandalo indicibile! Non so come spiegarti!" Allora suor Giovanna l'avrebbe incoraggiata a continuare, e quella fingendosi scandalizzata "Oh sorella, un'oscenità, una cosa inaudita, quella ragazza era sporca di.. di.. diglielo tu, svergognato!" E io avrei confessato "Del mio sperma. Stavamo giocando, niente di serio, solo che mentre toccava il mio pene è partito uno schizzo che l'ha macchiata". "Uno schizzo! quella poveretta era tutta insozzata, mi vergogno a dirlo ma aveva persino qualche traccia della tua vergogna sul suo viso! Demonio senza controllo!" E così via, suor Luana si sarebbe trovata con la fica fradicia dal godimento mentre mi faceva raccontare quelle cazzate, e suor Giovanna mi avrebbe preso a schiaffi, e chissà, forse anche lei si sarebbe eccitata un po' a sentire parlare di cazzi e di sborrate, chi può dirlo in fondo!
Lo spettacolo che mi si parò davanti quando arrivai sul luogo dell'appuntamento superò comunque tutte le mie attese. La stanza era grande, un vecchio magazzino abbandonato con alcuni mobili vecchi sparsi in giro qua e là, e scarsamente illuminato. Di fronte a me, a pochi passi dall'entrata, vidi suor Luana. Era in piedi, appoggiata con la schiena ad un palo di legno, completamente nuda. Mi accorsi subito che aveva le mani legate al palo, il che le impediva ogni movimento. A qualche metro di distanza, seduta su una piccola panca di legno, c'era suor Giovanna, impassibile.
Mi accolse con voce fredda e tranquilla "Eccolo. Vieni avanti, ti aspettavamo". Osservai che teneva in mano una specie di bacchetta di legno. La mia attenzione tuttavia fu catapultata sulla figura di suor Luana: mi guardava senza dire nulla, con un'espressione piena d'ira che non comprendevo, mentre si contorceva debolmente attorno al palo a cui era legata. Mi domandai da quanto potesse essere in quelle condizioni. Il sudore le rigava il viso, scendeva a rivoli lungo il collo e le bagnava i seni. Le sue tette prorompenti erano lì in bella vista, niente poteva nasconderle, i capezzoli grossi e turgidi come ciliege venivano sospinti avanti e indietro dal suo petto ansimante. Muoveva nervosamente i piedi scalzi e le gambe sode, mentre la sua superba fica restava immobile al centro del suo corpo, impertinente, il rigoglioso pelo moro arruffato e umido di sudore, forse misto a umori, da cui spuntavano le due labbra carnose in tutto il loro scandalo.
"Che significa?" esclamai, pensando immediatamente "Ma allora queste sono due zoccole, tutte e due, non ho più dubbi...". Suor Luana non diceva nulla, e suor Giovanna restava seduta. Era lei comunque a condurre l'azione. "Non permetterti di fare domande, qui sono io ad esigere delle spiegazioni. Le tue colpe sono gravissime, sarà molto difficile per te ottenere il perdono. Mi aspettavo che ti saresti gettato a terra per supplicarmi di perdonarti, e per chiedere scusa alla sorella che ti sta davanti". "Scusa? E per cosa?" risposi automaticamente. Suor Giovanna mi lanciò un'occhiata di fuoco, e allo stesso tempo colsi un'espressione di malizia sul viso di suor Luana. "Non ti sei ancora reso conto di quanto grave sia la tua situazione, questo è un serio problema. Ma con me cambierai, te lo assicuro". A quel punto si alzò e si avvicinò al palo a cui era legata suor Luana, brandendo la bacchetta di legno con la mano destra, e tenendola accostata al fianco. Suor Giovanna era vestita nell'abito bianco, lo stesso delle altre sorelle, che evidenziava il suo profilo snello. "Avvicinati!" Mi intimò, puntando la bacchetta verso suor Luana. Io mi mossi fino ad arrivare a due passi dal suo corpo nudo, che mi veniva voglia di mettermi a leccare, partendo dalle tette e poi fin dentro alla sua fica vogliosa. "Questo corpo, guardalo! Tu oggi hai violato questo corpo! Sei penetrato nella sua intimità, ricoprendolo di vergogna! Confessa, cosa hai fatto? Avanti, voglio sentirlo!".
Dunque sapeva tutto, suor Luana le aveva raccontato dei nostri incontri. Questo non me l'aspettavo, e mi domandai se l'avesse fatto con vergogna, come per ripulirsi la coscienza, oppure se faceva tutto parte di una messinscena. Già, magari le due erano d'accordo, altro che scandalo, volevano approfittare di me e divertirsi a fare le accusatrici col coltello dalla parte del manico.
"A questo punto immagino che saprà già tutto, a che serve che le racconti..." "Non ti permettere! Ti ho detto di confessare quello che hai fatto!" "Ma lo vuole proprio sapere, nel dettaglio?" "Ti ho detto di sì, parla!". Allora mi sfogai con quella zoccola che voleva sentirmi raccontare un po' di porcate: "E va bene, abbiamo fatto sesso nella pineta, le ho messo il cazzo prima in bocca e poi nella fica, e le sono venuto in faccia! E in più me lo sono fatto succhiare dopo aver pisciato! E non è finita, poi dopo la spiaggia ci siamo chiusi in una cabina e abbiamo scopato di nuovo, gliel'ho messo nel culo e le sono venuto dentro! E infine una signora ci ha visti uscire e ha capito tutto. Ha svergognato suor Luana, minacciando di andare a raccontare che una suora si trombava i ragazzi in spiaggia, così per farla tacere ho dovuto farmi anche lei! Tre scopate in un giorno, contenta?" Suor Giovanna ascoltò le mie parole con un'eccitazione crescente, che traspariva benissimo dal suo volto. Cominciava ad ansimare e a diventare rossa, la sua voce si faceva spezzata. "Questo è quello che hai fatto! Almeno hai il coraggio di confessarlo! Ma non ti rendi conto di quanto possa essere difficile rimediare a questo disastro! La tua vita è rovinata, non te ne rendi conto? Macchiata da questi scandali!".
Io non risposi nulla, attendevo le prossime mosse di suor Giovanna, che andò avanti per un pezzo a predicare con la sua retorica bigotta. Poi tacque per qualche istante e improvvisamente mi intimò "E adesso spogliati! Nudo! Mostra tutta la tua vergogna qui davanti a me!" Ecco dove voleva arrivare. Io indugiavo, così puntò la bacchetta in direzione dei miei pantaloni e ripetè, ancora più decisa "Obbedisci, villano! Ti ho detto di spogliarti!". Allora mi tolsi prima la maglietta, gettandola a terra, e poi con molta calma iniziai a levarmi i pantaloni. Il pisello, già abbastanza duro, mi usciva di qualche centimetro dalle mutande, e suor Giovanna quando lo vide trasalì. "Veloce, non scherzare! Sì, anche quelle!". Mi sfilai le mutande e il mio cazzo le oscillò davanti, a pochi centimetri dalla sua veste bianca.
Restò qualche istante immobile ad ammirare la mia erezione, e per la prima volta perse un po' della sua leggendaria fermezza "Oh dio santo! Che verga immonda! E'... è... enorme!" Suor Luana allora le diede corda "Hai visto sorella, te l'avevo detto, è un fallo fuori dal comune! E' opera del demonio! E vedessi il fiume di sb.. di.. di.. che esce fuori!" "Taci sorella! Taci e vergognati, prostituta! Così ti sei fatta possedere da questo oggetto del demonio! Ma è incredibile...". Guardava fisso il mio cazzo e sembrava sbavare dalla voglia. Io mi feci coraggio e le dissi "Le piace, vuole toccarlo?" Suor Giovanna, che sembrava come imbambolata, stese la bacchetta di legno e mi diede qualche colpetto leggero sull'asta del pene, che vibrava durissima. Allora mi avvicinai un poco e le sfiorai la veste con la cappella, e lei incredibilmente non si spostava. Così avanzai ancora premendole sul ventre, e macchiandole la veste con qualche goccia di sperma. A quel contatto ansimò e mi guardò con lo stesso sguardo imbambolato: sembrava in lotta con se stessa, da un lato avrebbe voluto abbandonarsi ai sensi che la spingevano ad afferrare la mia verga protesa, dall'altro era frenata dal suo ruolo. Per saggiare quale fosse la sua disposizione, fissandola negli occhi, premetti ancora una volta sul suo ventre in ebollizione, e lei ansimò ancora più forte, tanto che sentii il suo respiro caldo sul viso.
Prolungai il contatto e iniziai a sfregare lentamente contro il suo corpo il mio pene, che intanto si era insidiato fra le sue cosce e, sebbene ostacolato dalla bianca veste, era giunto ormai a contatto con il suo pube. La sua espressione, da algida e severa si era fatta morbida e sensuale, perfino di una sensualità sfrontata. Gli occhi languidamente semichiusi, la bocca aperta e la lingua che lottava per protendersi fuori con voluttà, gli spasimi sempre più forti che tradivano il piacere che stava provando. Era davvero come se la stessi possedendo. Poi, d'improvviso, si ritrasse di colpo e mi gridò "Stammi lontano, demonio! Non mi lascerò sedurre come questa sgualdrina!" Fece un balzo indietro, e per qualche istante nella sua veste, fra le gambe, rimase la piega lasciata dal mio pene, che ora restava lì davanti, con un rivolo di sperma che colava vistosamente.
Suor Giovanna lo notò e subito diede uno sguardo alla veste, su cui aleggiava una larga chiazza di sperma, a ricordo del nostro contatto. La stuzzicai "Beh, possiamo quasi dire di avere fatto l'amore no?". Lei restò allibita, e sul suo viso che si era fatto rosso dalla vergogna scendevano rivoli di sudore. Sembrava davvero sul punto di perdere il controllo della situazione. Suor Luana la incalzò "Sorella, stai cedendo alle sue tentazioni, ti avevo avvisato. Tra poco sarai del tutto in sua balia, e io non potrò fare nulla, dato che sono costretta a questo palo. Liberami, ti scongiuro!". Ma suor Giovanna, sforzandosi di mantenere il suo contegno, la zittì all'istante "Taci, io non sono come te. Non è successo proprio niente, se non che questo demonio mi ha insudiciata tentando di insinuarsi nel mio corpo. E ora attento, serpe demoniaca, fai quello che ti dico! Avvicinati al corpo di suor Luana, forza!".
Sorrisi e feci come mi aveva comandato, finendo a pochi centimetri dallo sguardo ansimante di suor Luana, che si contorceva debolmente attorno al palo a cui era legata, facendo sussultare i seni e uotando le possenti cosce. "Ora abbassati, e porta la tua faccia di fronte alla sua vergogna! Osservala bene!". Mi inginocchiai incuriosito ed eccitato, e arrivai a sfiorare il pube umido di suor Luana. Fra il pelo rigoglioso si aprivano le due labbra carnose che ben conoscevo, mentre un odore acre mi investiva il volto. "Guarda come reagisce alla tua vista, che scandalosa forma assume, come si bagna della vergogna più sozza! E questa è solamente colpa tua!". Detto questo, suor Giovanna si portò vicino a me e pose la sua verga di legno sulla mia nuca, spingendomi in direzione del corpo di suor Luana, così che mi trovai a sfiorare col naso il suo clitoride turgido, e ad immergere le labbra nella sua fica fradicia. Subito le infilai dentro la lingua e iniziai a succhiare avidamente, facendola gridare dal godimento. Suor Giovanna imperterrita continuava a spingermi, mentre ci insultava "Animali senza pudore, schiavi della lussuria, non c'è speranza per voi! Ma vi darò una lezione". Ad un certo punto, sentii un rumore violento e un grido di dolore provenire dalla bocca di suor Luana, seguito dopo pochi secondi da un altro: era suor Giovanna che aveva dato un paio di sferzate con la sua verga al sedere della sorella. Subito un fiotto di umori mi investì il viso, segno che quella zoccola si stava eccitando ancora di più. Seguì un altro paio di vergate e un altro fiotto di umori ancora più copioso, tanto che dovetti sputare per terra perchè ne avevo la bocca piena. "Non azzardarti! Ingoia ogni singola goccia!" mi intimò suor Giovanna, e a quel punto anch'io presi una vergata sul dorso. Stava quasi diventando una tortura, infatti non potevo muovermi, facevo fatica a respirare ed ero costretto ad ingoiare il fiume di sborra che emeteva la fica in eruzione di suor Luana.
Finché iniziai a sentire uno strano odore, e mi accorsi che era senz'altro odore di orina. Quella vacca stava cominciando a pisciare! Ecco dunque qual'era lo scopo di suor Giovanna! Dopo l'ennesima sferzata, suor Luana sbottò, e dalla sua fica proruppe un getto fortissimo di orina che mi infradiciò da capo a piedi. Rischiai quasi di soffocare, tanta era quella che mi era entrata in gola, e che sputavo a terra, mentre altra ne usciva e mi sommergeva senza tregua, mentre suor Giovanna, a distanza di qualche passo, commentava trionfante "Ecco la tua punizione, ecco il risultato della tua voglia insaziabile!". Eccitata come una biscia, dava altre sferzate al culo di suor Luana con la sua verga, e quella gridava come un'ossessa, facendo schizzare il liquido dorato senza sosta. Esausto, mi alzai in piedi, e in quel momento cessò anche il fiotto.
Il pube di suor Luana era completamente fradicio, con l'orina che sgocciolava per terra e sulle gambe, lucide da quanto erano inzuppate. La vidi sghignazzare, come soddisfatta, e questo mi fece mandare in bestia. Le saltai addosso e, senza dirle niente, in un sol colpo le infilai il cazzo nella fica fradicia, sbattendoglielo dentro fino in fondo e facendola gemere dal dolore e dalla sorpresa. Cominciai a stantuffarla con vigore, tenendole strette le tette sudate. Lei, mentre ansimava come una vacca e si dimenava attorno al palo, le cosce avvinghiate al mio corpo, fingeva di chiedere aiuto alla sorella "Aiuto sorella, è un demonio, è dentro di me, la sua verga mi sta violando!". Suor Giovanna, dopo essere rimasta per qualche momento senza parole, sconvolta dalla vista del mio pene che penetrava la sorella, e dallo schioccare che emetteva mentre si tuffava in quella fica bagnata fradicia, iniziò a gridare "Lasciala, animale! Allontanati da lei immediatamente! E tu, sorella, respingilo e non gridare come una cagna!".
Ma io non ci pensavo minimamente a mollare la presa, e continuavo a fottermi suor Luana. La vista del suo corpo godurioso legato al palo, che si agitava senza poter opporre resistenza, mi eccitava come una biscia. Suor Giovanna allora si avvicinò e mi diede due vergate sulla schiena, intimandomi di smettere, ma io le risi in faccia e le mostrai la lingua, per poi tuffarmi a succhiare le tette turgide di suor Luana e a leccarle il collo. A quel punto perse il controllo, gettò la bacchetta, ormai inutile, e mi afferrò i fianchi con le mani, cercando di staccarmi dal corpo di suor Luana. Mi sarei aspettato una presa molto più debole da quel corpo gracile, e invece dovetti fare forza per resistere. Le mani affusolate di suor Giovanna si insinuavano fra il mio ventre e quello di suor Luana, con sempre maggior decisione, mentre io pompavo con energia e schizzi di sperma, urina e sudore insozzavano ora anche la candida veste della superiore.
Ad un certo punto mi sentii afferrare il pisello, era quella stronza che tentava di farlo uscire stringendolo con entrambe le mani. Allora mi incazzai, la presi per un fianco e la portai fra il mio corpo e quello di suor Luana, impedendole di muoversi mentre io continuavo a scopare. Quella cominciò a gridare come un 'ossessa, implorando che la liberassi, ma io la tenevo stretta, e ad ogni pompata veniva schiacciata fra il mio petto e le tette unte di suor Luana.
Era una situazione incredibilmente arrapante, per la prima volta i nostri tre volti si trovavano a pochi centimetri di distanza, e ognuno era in grado di sentire il fiato degli altri due. Ne approfittai e dissi rivolto a suor Luana "Avanti, mostra a questa stronza come sai usare la lingua!", dopodichè le infilai la lingua in bocca e limonammo duro giusto in faccia a suor Giovanna, esterrefatta, che doveva per forza sorbirsi la scena. "Ma tu sei consenziente! Tu sei una dannata prostituta, ora non ho dubbi! termina subito questa farsa indecente!" Ma non ne aveva la minima intenzione, e continuava a limonare e a farsi fottere, godendo come una forsennata.
"E la lasci divertire un po', dai, che c'è di male" le dissi sorridendo, e preso dalla foga del momento, le leccai il viso. "Non provarci, viscido demonio! Lasciami andare subito!" strillò suor Giovanna. Eppure percepivo che nel suo corpo qualcosa stava accadendo, sembrava che si stesse eccitando anche lei. Non era possibile, quella bigotta, era capace anche lei di eccitarsi, magari le stava venendo voglia addirittura di farsi una scopata! Decisi di continuare le mie provocazioni "Ma sa che è proprio una bella donna? Molto affascinante e sensuale. Perchè non mi dà un bacio?" E le leccai di nuovo il viso, questa volta con più insistenza, inumidendole le labbra, che si sforzava di tenere ben chiuse, le guance e il collo, con voluttà, mentre lei si muoveva tutta.
Suor Luana mi dava corda "Sorella, non puoi resistere, anch'io ci ho provato inutilmente, lasciati possedere, consegnati alla sua lingua e poi alla sua verga di fuoco!". Ma l'altra resisteva "Taci puttana! Al termine di questa indecenza ti faccio passare dei guai!" Deciso a farle perdere il controllo definitivamente, con la mano destra le strinsi il sedere portandola ancora a più stretto contatto con il mio corpo e quello di suor Luana, e iniziai a palparla vigorosamente. Sentivo due natiche piccole ma sode, che si irrigidivano sotto la mia pressione.
Lei continuava ad insultarmi e a cercare di divincolarsi, ma allo stesso tempo sentivo che l'intenso contatto la stava portando pian piano a provare piacere. Le sue cosce davano dei fremiti sempre più accentuati, e dalla sua bocca, oltre agli improperi di cui mi ricopriva, lasciava sfuggire degli inconfondibili ansimi di godimento. Finché, quando la vidi spalancare la bocca e liberare, sebbene per un attimo, un grido da vacca in calore, di cui subito si vergognò da morire, persi il controllo, mi avventai sul suo petto e le strappai la veste, facendo scappare fuori due piccole ma graziose tette. A quella mossa suor Giovanna cercò di ribellarsi con violenza, quasi non riuscii a tenerla ferma. Iniziò a prendermi a schiaffi e a minacciarmi in tutti i modi, insultando anche la sorella che ormai non badava ad altro che a godersi il mio uccello senza più nascondere nessuna inibizione. Mi gustai quei bei capezzoli turgidi, che tradivano le sue reali senzazioni, e quei gustosi seni rotondi, sballottati su e giù. Li stuzzicai con una mano e poi iniziai a curarli con la lingua, non tralsciando di ciucciarmeli, e di salire lungo il collo fino a leccarle le labbra. La cosa incredibilmente sembrò eccitarla tantissimo, tanto che ora non tentava più di liberarsi, ma restava quasi immobile, ansimando e godendosi le carezze della mia lingua.
Decisi di cogliere il momento opportuno, e di colpo estrassi il mio pene e lo feci virare verso ventre di suor Giovanna, coperto dalla leggerissima veste bianca, che si trovò ad essere immediatamente insudiciata dal mio sperma, mentre suor Luana reagì con un grido soffocato e un sussulto di tutto il suo corpo, ancora legato stretto al palo di legno. "Che fai, vuoi torturare anche lei? Lasciala in pace, continua a sfogarti su di me! Rimetti quella verga indemoniata dentro alla mia vergogna! Avanti, fallo subito!" Quella troia ormai non resisteva più senza il mio cazzo, ma ora avevo voglia di stuzzicare la ben più austera sorella, per tastare fin dove avrebbe resistito. Notai che aveva già divaricato leggermente le gambe, per accogliere meglio la spinta del mio ventre contro il suo, così le afferrai i fianchi con entrambe le mani e iniziai a premere con vigore, facendo insinuare il mio pene fra le sue cosce, velate dalla veste. Questa era veramente molto fina, decisamente più della veste di cotone di suor Luana. Potevo sentire il suo pube contrarsi e inumidirsi man mano che mi ci strofinavo addosso. Ero sempre più eccitato dal corpo di suor Giovanna, che all'improvviso sollevò una gamba e la strinse con forza attorno al mio bacino. La veste scivolò via e lasciò scoperta una coscia snella e dalla pelle liscia e levigata. L'accarezzai facendo scorrere la mia mano fin sul bacino, e lì afferandole le natiche nude mi resi conto che non aveva neanche le mutandine indosso. "Ma come è sexy la nostra sorellina!" esclamai, mentre il mio pene lottava per penetrare attraverso la finissima veste e raggiungere la fica in ebollizione di suor Giovanna. Lei ansimava, gli occhi socchiusi, le mani a contatto del mio petto, in apparenza per respingerlo, ma che in realtà approfittavano per toccare con voluttà il mio corpo. Le leccai di nuovo i seni, mordendole un capezzolo, cosa che la fece sobbalzare ed emettere un grido osceno, poi diedi un altro strappo alla sua veste, lasciandole scoperto il ventre fino a sotto l'ombelico.
Il suo corpo magro palpitava e si contorceva tutto come un serpente, eccitandomi all'estremo, mentre suor Luana inveì, spinta dall'invidia "Sorella, mi rimproveravi, e ora ti stai prostituendo davanti a questo demone! Ti violerà come ha fatto con me! Puttana!". Appena ebbe udito gridare quell'ultima parola, suor Giovanna smise improvvisamente di ansimare, spalancò gli occhi e fissò la sorella. Ma fu solo una reazione momentanea. Pochi attimi dopo infatti, si era di nuovo abbandonata al piacere dei sensi, e continuava a dimenarsi avvinghiata al mio corpo, la coscia scoperta, il piede nudo che premeva sul mio bacino e il seno umido della mia saliva mostrato con impudenza.
Ad un certo punto, con uno scatto, la spinsi in avanti, e con entrambe le mani le afferrai la veste, strappandola in tutta la sua lunghezza e riducendola in brandelli. Lei restò ammutolita, in piedi, le gambe snelle leggermente divaricate, il pube lì in mostra davanti a me che sembrava rasato da quanto poco pelo aveva, però fradicio e con le labbra vergognosamente aperte. La fica di suor Giovanna, ora era lì davanti a me e io ne avevo terribilmente voglia. Poi assunse un'espressione seria e controllata, seppure con un leggero sorriso malizioso, e mi disse "Che fai ora? Hai il coraggio di andare fino in fondo? Io credo di no. Sei soltanto un ragazzino. Non importunerai ancora il mio corpo", e mi diede un violento schiaffo sul viso. Il suo sguardo però subito dopo ricadde sul mio pene, ancora in piena erezione, che le si stagliava davanti, e che le fece perdere la fermezza che stava cercando di mostrare. Vidi i suoi occhi socchiudersi di nuovo, la lingua agitarsi fra le sue labbra e il suo corpo che, come abbandonato, si avvicinava lentamente al mio.
"Avanti, afferralo!" le dissi, rivolgendo poi un'occhiata d'intesa a suor Luana. Fu in quell'istante che decisi di liberarla: con un movimento rapido e deciso presi la corda che la teneva stretta al palo e la sciolsi. Quella reagì con un gemito soffocato, e subito si accostò alla sorella. Le cinse un fianco, le prese delicatamente una mano e la portò verso il mio pene, sussurrandole "Su, sorella, fai come ti dice, se vuoi veramente provare di che pasta è fatto. Così, brava, tienilo stretto nella mano. E' molto grosso, hai visto? Fai un po' di forza, stringilo bene, è tutto unto e rischia di scivolarti via". E mentre le rivolgeva quelle parole oscene, sentivo la mano di suor Giovanna prendere confidenza con il mio uccello e iniziare a segarmelo, seppure a fatica. I primi commenti che le uscirono di bocca però mi fecero eccitare in modo speciale "Eccola, ce l'ho fra le mie dita, questa serpe diabolica. E'... è... così grossa, e pulsa tutta. E questo liquido che sgorga oscenamente..." a quel punto mi partì uno schizzo che le raggiunse il ventre, appena sotto l'ombelico. Suor Giovanna sobbalzò e si scompose tutta, eppure non mollò la presa dal mio cazzo. Suor Luana lo notò compiaciuta, e colse il momento favorevole. Le gridò "E' il suo seme maledetto! Ne sgorga a fiumi da quella verga, non devi lasciare che venga disperso!" dopodichè le passò un dito sulla pancia e, intintolo di sperma, glielo porse sulla bocca "Che fai sorella, sei impazzita? Vuoi che ingoi questa cosa? Vorresti dire che tu hai già fatto questo?" Per tutta risposta suor Luana si succhiò il dito e deglutì "Certo, e lo farai anche tu! Avanti!" le intimò con severità, e raccolto un altro po' di sperma glielo mise di nuovo davanti alle labbra "Apri la bocca, puttana! Bevilo e basta, vedrai che ti piacerà!" e l'altra, questa volta senza fiatare, obbedì e inghiottì. La cosa sembrò eccitarla, infatti non accennava a mollare la presa, e anzi, mi segava con sempre maggiore disinvoltura, così che i miei schizzi le arrivavano addosso sempre più copiosi, sul ventre, sul petto, persino in faccia.
Suor Luana le passò altre volte la mano sul corpo imbrattato di sperma, portandoglielo alla bocca, e lei sembrava gradire sempre di più. Succhiava avidamente le dita della sorella, che ora le sussurrava oscenità all'orecchio, ora le palpava con entrambe le mani i seni, spalmandoli del denso liquido. Io intanto, eccitato sempre di più da quello spettacolo e dalla presa di suor Giovanna, mi avvicinavo all'orgasmo e cominciavo ad ansimare con veemenza. Suor Luana se ne accorse per prima e ammonì la sorella "Vacci piano oppure lo farai venire! E stai attenta, non vedi tutta quella schiuma che gronda dalla sua verga? Vuoi lasciar cadere a terra quel prezioso seme, incosciente?"
La più giovane ora si atteggiava a maestra, e la più matura seguiva senza fiatare i suoi ammonimenti. "Su, afferralo con la bocca, così non ne cadrà neanche una goccia!" "Ma che dici, dovrei forse..." rispondeva l'altra scandalizzata "Veloce! Non vedi che sta colando tutto?". E in effetti un rivolo di sperma scendeva lungo la mano di suor Giovanna, imbrattandole il braccio e sgocciolando per terra. Tuttavia esitava, così suor Luana afferrandola per il velo la spinse verso il mio uccello con violenza, così che le insozzai tutta la faccia di sperma. "Apri la bocca, avanti!" le urlava suor Luana, dandole dei deboli schiaffi sulle guance. Alla fine dischiuse le labbra, e io ci infilai il pisello iniziando a stantuffarglielo per bene.
Suor Luana la spronava "Avanti, succhia questa verga poderosa, ti deve entrare in gola!". Dopo appena un paio di spinte si liberò per dare alcuni colpi di tosse e sputare un misto di saliva e sperma che le aveva già riempito la bocca. Quando si fu ripresa però, con mia grande sorpresa si rimise in bocca il pene e iniziò a succhiarlo, seppure in maniera goffa, aiutandosi con entrambe le mani.
La sorella finalmente le fece i complimenti "Brava, così si fa! Succhialo! Leccagli bene l'asta, vedi com'è unta?" A quel consiglio si staccò e mi diede una serie di leccate che mi fecero quasi venire: le schizzai un fiotto poderoso in piena bocca, e suor Giovanna questa volta se lo bevve senza fare una piega!
"Che troia!" le dissi con piacere. "Ti piace allora? Adesso però basta, alzati che ti voglio dare due colpi!". A quelle parole però, alzandosi in piedi di scatto lasciò scappare un urlo a metà fra lo spavento e l'eccitazione. Suor Luana se ne accorse e iniziò ad istigarla "E' arrivato il tuo momento, ora non puoi più tornare indietro, sarai anche tu ricoperta di vergogna come me!". SUor Giovanna allora istintivamente tentò di ribellarsi "No, non lo voglio, lasciatemi stare! Maledetti! Lasciate in pace il mio corpo!" e gridando quelle parole mi spingeva come per allontanarmi, mentre io fissavo il suo corpo snello, i capezzoli turgidi che mi puntavano e quella fica fradicia che pulsava pregna di umori. "Avete già abusato di me fin troppo e me ne vergogno, ma questa no, non vi permetterò di andare oltre!"
La sorella intanto la derideva "Basta sorella, non essere ipocrita, si vede che non desideri altro che ricevere la sua potente verga! L'hai baciata, accarezzata, succhiata, e ora ti penetrerà senza pietà!" Detto questo, le piombò addosso e tentò di immobilizzarla, mentre quella si divincolava. Io restai a godermi lo spettacolo di quei due corpi nudi che si abbracciavano, delle cosce voluttuose di suor Luana che si intrecciavano con quelle toniche di suor Giovanna, dei loro seni che si strofinavano gli uni sugli altri, e delle loro grida e dei loro ansimi, finchè decisi di entrare in azione.
Spinsi in là suor Luana e afferrai suor Giovanna per la vita, dicendole con calma "Ora basta, avanti, allarga bene le gambe, vedrai che ti piacerà ancora di più". Lei ammutolì e osservò il mio pene rigidissimo che le strusciavo sulla pancia, e iniziò pian piano a divaricare le gambe. "Non... non farmi male ti prego!". Io avanzavo e lei senza opporre resistenza restò a guardare il mio pisello che le penetrava nella fica, lentamente. QUando l'ebbi infilato per metà della sua lunghezza mi fermai, e vidi che quella vacca mostrava la voglia di riceverlo tutto, così le diedi un colpo con violenza e glielo assestai fino in fondo, facendola gridare come un'ossessa. Poi le diedi un altro colpo, meno potente, e un terzo, con un ritmo lento, mentre quella si abituava e iniziava a godere di brutto. Capii che stava perdendo ogni contegno "Ecco, sono stata penetrata dalla sua verga maledetta, me l'ha messa fino in fondo alla mia vergogna e sento già i fiotti del suo seme bagnare la mia intimità, inondarmi di lussuria, sento la spinta del suo dardo, del suo bastone nodoso che mi tormenta, che mi violenta senza tregua, finchè non sarà sazio! Sì, lo voglio, voglio sentirlo tutto, voglio soffrire, voglio godere, fai di me la tua meretrice, saziati della mia carne, della mia fica! Su, fottimi, fottimi, fottimi!" Quelle frasi mi eccitarono di brutto e fui quasi sul punto di venire, tanto che le schizzai un abbondante fiotto di sperma, così forte che il pene mi uscì e inondai anche suor Luana, che rideva e sghignazzava "Così, dà una lezione a questa puttana così se ne ricorderà! Però, guarda come scopa, non l'avrei mai detto!"
Suor Giovanna ormai si lasciava andare a ogni genere di oscenità, aveva perso veramente ogni ritegno. "Fottimi, fottimi! Vienimi ancora dentro, riempimi la fica, riempimela tutta!". Io pompavo con energia, versandole dentro un fiume di sborra che traboccava e le insozzava le cosce, colandole giù fino alle ginocchia. Ero ormai sul punto di venire, avrei voluto divertirmi ancora ma l'improvvisa focosità di suor Giovanna mi stava mettendo a dura prova.
Le sollevai la gamba destra e, mentre leccavo la sua pelle liscia, affondavo con il mio pene con sempre maggior vigore e rapidità. Allo stesso modo anche i suoi ansimi aumentavano di intensità, e le sue grida si facevano ancora più acute, tanto che sembrava veramente una vacca in calore. Suor Luana la fissava ammutolita, con la bocca semi aperta e quelle tette vergognose che mi penzolavano davanti, tutte unte dagli schizzi di sperma che a tratti la investivano.
Ad un certo punto sentii una stretta improvvisa al pene: era il pube di suor Giovanna che, spinto da un folle orgasmo, si stringeva attorno al mio sesso e trasmetteva la stessa tensione a tutto il resto del corpo, che sentivo tremare e contorcersi in preda al godimento.
Approfittai di quegli istanti per decidermi a venire, con alcune potenti spinte che mi provocarono un piacere estremo, da farmi gridare come mai mi era capitato prima. Suor Giovanna, dopo gli ultimi folli attimi dell'orgasmo, restò distesa, senza più gridare, ansimando forte, esausta, osservando languidamente il proprio pube che lasciava sfilare via il mio pene, mentre suor Luana, gelosa per essere rimasta estranea a quel momento di lussuria sfrenata, cinse le braccia al mio corpo sudato e iniziò a leccarmi il collo e a masturbarmi, facendo schizzare gli ultimi fiotti sul ventre palpitante della sorella.
Dopo averle dato un lungo e profondo bacio, mi divincolai lentamente da quell'abbraccio e mi chinai per sdraiarmi sul corpo disteso di suor Giovanna per baciare anche lei. Mentre le nostre lingue si lasciavano andare ad una festa sguaiata, le infilai il pene ancora in semi erezione nella fica, spingendo debolmente per godere di quegli ultimi attimi di vigore. Suor Luana intanto si masturbava, ancora eccitatissima, e in un momento in cui mi voltai la vidi con tutta la mano infilata nella fica, che ansimava e godeva con la lingua fra le labbra e l'altra mano che stringeva il seno turgido. Continuai a farmi suor Giovanna per qualche minuto finchè, staccatomi da lei, mi levai in piedi e posai il mio pisello grondante nella bocca di suor Luana, che con abili succhiate me lo ripulì dallo sperma che ancora fuoriusciva.
Dopo quegli atti, nessuno di noi tre disse nulla, e dopo esserci coperti con ciò che restava dei nostri vestiti, ognuno si diresse furtivo verso la propria stanza.
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