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Al mare con la prof di matematica


di apollo_dioniso
03.01.2012    |    41.203    |    0 8.9
"Mentre prendeva il sole teneva le gambe ben divaricate, lasciando la figa in bella vista, tanto che il viavai di persone intorno a noi cresceva sempre di..."
Dopo quella memorabile scopata a scuola, fremevo dalla voglia di realizzare tutte le fantasie che insieme ai miei compagni mi ero fatto su quella porca della prof di matematica. La zoccola ora sarebbe stata al mio volere, ogni mio desiderio, anche il più sconcio, si sarebbe materializzato. Così appena arrivò l'estate, le dissi che avrei voluto portarmela in spiaggia e divertirmi a volontà. Lei, che sembrava non volere sentire altro, alla mia richiesta fece uno sguardo da troia e disse che non vedeva l'ora. Saremo andati con la sua macchina domenica mattina. Ricordo che era la prima domenica di giugno e che faceva un caldo pazzesco, ci trovammo al parcheggio della stazione e lei arrivò con la sua ypsilon vestita con una canotta rosa aderente e superscollata, e un pareo nero. Pensai che avesse già indosso il costume. Ma mentre me la slinguazzavo in macchina prima di partire, le ficcai una mano fra le cosce e notai che sotto non aveva proprio niente, e che era già bella fradicia! Disse che il costume la faceva sudare, e poi così poteva toccarsi meglio mentre guidava. Al sentire quei discorsi da troia non potei resistere e le sbattei in faccia il cazzo che nel frattempo mi si era indurito come una trave. Lei iniziò a segarmelo mentre mi leccava le palle, poi tirò fuori le tette e me lo masturbò con i suoi bei meloni, per poi finire succhiandomelo e bevendosi una bella dose di sborra. "Piaciuta la colazione?" Le dissi, e lei rise mentre un rivolo di sperma le colava da un labbro.
Viaggiammo veloci fino al mare, e al parcheggio vicino alla spiaggia lei si mise il costume, che consisteva in un perizoma nero finissimo. Uscita dall'auto la vidi in tutta la sua troiaggine, con la canotta rosa che a stento tratteneva le due tette, di cui si intravedevano i capezzoli, il pareo che in maniera oscena le lasciava scoperto completamente il culo, tagliato dal perizoma che le si infilava più in basso giusto in mezzo alla figa. Si vedevano chiaramente le labbra carnose abbracciare il filo del costume, da cui spuntava qualche pelo nero. "E' un po' che non mi rado!" disse la vacca cercando di sistemarsi il costume con una mano, ma fece ancora peggio perchè il filo le si mise in parte spostndosi sull'inguine, lasciando scoperta tutta la figa. Le diedi una leccata sul viso e due sonori schiaffi sul sedere. Disse che voleva passare a comprare due brioches prima di andare in spiaggia, e si diresse verso il bar lì vicino. La osservai camminare, alta su un paio di ciabatte con la zeppa, con il culo arrossato bene in vista, entrare nel bar e uscire con il sacchetto delle brioches. In spiaggia ci sdraiammo vicino al bagnasciuga, nella zona "free", che era già molto affollata. Lei si sfilò il pareo e la canotta, rimanendo in topless. La gente intorno la notò immediatamente e iniziò ad osservarla mentre si piegava per stendere l'asciugamano. Gli occhi rimasero puntati verso di lei anche mentre le spalmavo la crema da sole, al che mi soffermai soprattutto sul culo, e diedi qualche bell'affondo in mezzo alle chiappe mentre la prof mugolava, lanciando occhiate e sorrisi da puttana ai ragazzi intorno che erano già sul punto di venire. Lei poi continuò per un po' a spalmarsi la crema sulle tette, che divennero lucide e turgide. Mentre prendeva il sole teneva le gambe ben divaricate, lasciando la figa in bella vista, tanto che il viavai di persone intorno a noi cresceva sempre di più, e si sentivano ogni tanto fischi e sghignazzi. Dopo un po' andammo a fare il bagno, inutile dire che appena immersi iniziò a spompinarmi sotto acqua. Quando riemerse dall'acqua la sollevai e me la misi sul cazzo, iniziando a chiavarla con forza, fin quando le venni dentro. Mentre ci asciugavamo in spiaggia sghignazzava dicendo "sono tutta piena di sborra". Ancora bagnata, si infilò velocemente la canotta e mi portò al bar della spiaggia per mangiare qualcosa. Il cameriere mentre prendeva le ordinazioni le guardava allibito le tette, che si vedevano ben distintamente sotto la canotta bagnata. Da vera esibizionista, mentre mangiavamo si mise a parlare di sesso, e in particolare del mio cazzo, di come se lo sentiva in bocca e di quando glielo mettevo in culo, senza curarsi minimamente degli altri ospiti del bar. Una coppia di signore, scandalizzate, si alzò e se ne andò, ma prima una delle due si avvicinò e le disse "si vergogni, è una puttana!", ricevendo in risposta un dito medio. Restammo in spiaggia finchè quasi tutti se ne erano andati, allora ci spostammo un po' e, arrivati vicino ad un noleggio di pedalò, la prof mi strinse le palle e iniziò a limonarmi. Capii che voleva essere scopata proprio lì, all'aperto. Me lo feci succhiare per un po', poi la spinsi contro uno di quei pedalò e le sbattei l'uccello nella passera iniziando a chiavarla. Capitava che passasse qualcuno, ma facevano finta di non vedere. Finchè passarono di lì due ragazzi stranieri che, divertiti, si avvicinarono e uno di loro, indicando la prof, chiese "puttana?" Io ridevo e rispondevo "sì, grossa puttana!", continuando a scoparmela. Poi la liberai e la feci voltare verso di loro, che avevano ormai i cazzi duri come dei pali. Lei mi disse "fammeli provare un po'" e mostrò loro la lingua massaggiandosi con una mano la figa. I due tirarono fuori i loro piselli e le si avvicinarono, lei subito si inginocchiò, li afferrò entrambi con le mani e iniziò a segarli e a ciucciarseli di gusto. Infine si alzò, si voltò mostrandogli il culo e si infilò un dito nel buco. Gli altri capirono al volo e, uno dopo l'altro, glielo sbatterono dentro spingendo come degli ossessi, e alla fine le riempirono il culo di sborra. Esausti, se ne andarono mentre la porca tornò da me lamentandosi che le faceva un po' male il didietro. Dopo esserci lavati, tornammo alla macchina a cambiarci, per andare in pizzeria e poi a bere qualcosa in giro, prima di tornare a casa. Lei si mise un vestitino nero, ipersottile, che le arrivava appena sotto l'inguine, ovviamente con sotto niente, e un paio di scarpe con la zeppa di quelle da troia. Dopo la pizza, andammo in un bar lì vicino, con musica da discoteca e un bancone super affollato di gente, ammassata per cercare di prendere un drink. Lei mi fece cenno di seguirla e si buttò in mezzo alla calca. Mi buttai anch'io, schiacciato giusto dietro di lei, così che con il mio cazzo, divenuto duro all'istante, potevo strusciarmi tra le sue chiappe nude. Nel movimento, le uscì fuori una tetta, e il ragazzo che si trovava schiacciato al suo fianco se la trovò praticamente in faccia. VIsto che lei non faceva nulla per togliergliela di dosso, lui la afferrò con una mano, le diede una bella palpata, esclamò "complimenti, che manza!" e se la ciucciò per bene. Poi chiese "non ti dà mica fastidio no?" e lei "ma figurati, guarda lui qui dietro cosa mi sta facendo!" Si riferiva a me, che in preda all'eccitazione avevo tirato fuori l'uccello e, senza farmi notare da nessuno, l'avevo ficcato tra le chiappe della prof! Quello diede un'occhiata e quando notò il mio cazzo che entrava ed usciva rimase allibito "ma che razza di troia!", e avvisò i suoi amici lì vicino. In breve si formò un cerchio intorno a noi due che scopavamo, con gente in preda all'eccitazione e all'alcol, che fischiava e ci incitava. Lei si divincolò e iniziò a farmi un pompino davanti a tutti, così che dopo pochi secondi spuntarono ai miei fianchi altri quattro o cinque cazzi desiderosi della sua bocca. Iniziò a passare da un pisello all'altro, ricevendo schizzi di sperma e pisellate in faccia, finchè si fece avanti un nero con un cazzo da guinness, grondante di sperma, che attirò immediatamente l'attenzione della prof. Lei lo afferrò con entrambe le mani e cominciò subito a masturbarlo e a succhiarselo avidamente. Poco dopo lui la sollevò, la spinse contro una colonna del bar e la impalò con la sua verga, facendole dire tutte le oscenità possibili, che la musica ad alto volume in parte nascondeva. Il bestione terminò la sua opera venendole in culo con un grido di orgasmo, e lasciandola in piedi sconvolta, con un fiume di sperma che le sgorgava dall'ano. Proprio in quel momento si sentirono le sirene della polizia, che qualcuno doveva avere chiamato, così tutti si diedero alla fuga noi compresi. Riuscimmo a scappare fino al parcheggio, dove ci fermammo un poco per riposare. Lei, seduta sul cofano dell'auto, leccandosi lo sperma da una tetta, mi disse "quanto mi piace essere troia!"
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