Racconti Erotici > Prime Esperienze > SFONDARE IL CULO DI UNA SINGOLA
Prime Esperienze

SFONDARE IL CULO DI UNA SINGOLA


di Giocare_e_Godere
12.04.2023    |    25.622    |    6 9.6
"Mentre era seduta a tavola, le arrivai da dietro e le dissi: “Non ti girare! Vuoi che tutto proceda con grande sorpresa?” E lei annuì..."
Circa dieci anni fa mi iscrissi per la prima volta ad un sito di incontri e subito compresi che andare a letto con una singola era come vincere un terno al lotto. Dopo un anno circa, durante il quale avevo incontrato alcune coppie, arriva la sorpresa: una singola, per giunta della mia regione, mi contatta e mi chiede un incontro. Vado subito a guardare il suo profilo e già pensavo che non mi sarebbe piaciuta (e, dispiace dirlo, ma quando non c’è attrazione… per un uomo è dura, anzi…. “non è duro”). Con enorme sorpresa vidi che era proprio il mio tipo: un bel sedere largo, pelle liscia, altezza media, e un viso dolcissimo. Aveva una trentina di anni; io all’epoca trentacinque circa.

La prima conoscenza fu per telefono. Ragazza simpatica e un po’ timorosa.

Ci incontrammo il giorno dopo in un bar a metà strada, in un posto lontano da sguardi indiscreti e subito ci trovammo bene, c’era complicità. Sembravamo due vecchi amici che non si vedevano da tempo. Lei mi confessò subito che era alle prime armi, e che aveva anche un ragazzo. Sessualmente aveva dei blocchi e non riusciva a superarli. Mi chiese aiuto.
Io cercai di metterla a suo agio, e dopo varie frasi rassicuranti, combinammo un appuntamento per il fine settimana, a casa mia.

Dietro mio consiglio, lei si presentò vestita molto in tiro. Quasi non la riconoscevo: tacchi alti (contro le scarpe da ginnastica dell’incontro al bar), minigonna vertiginosa (contro i jeans), top aderente e scollato (contro il maglioncino di lana), trucco, capelli raccolti sulla testa che le davano un’aria molto sensuale. Ci mettemmo a tavola, mangiammo qualcosa e chiacchierammo. Lei mi disse che era disposta a tutto, e che si metteva nelle mie mani.

Mentre era seduta a tavola, le arrivai da dietro e le dissi: “Non ti girare! Vuoi che tutto proceda con grande sorpresa?” E lei annuì.

La bendai e la portai in camera. Lei era bendata, ma sicuramente percepiva le candele accese, l’odore dell’incenso, la musica rilassante che riempiva la stanza. Cominciai a spogliarla piano, senza stimolarla nei punti caldi, per il momento. Contemporaneamente la coprii con un telo e lei sembrava sentirsi più a suo agio. La feci sdraiare sul letto, a pancia in giù; le legai braccia e gambe ai quattro angoli del letto. Sotto il bacino le avevo infilato un grosso cuscino, che la faceva mantenere col sedere all’insù.

Cominciai ad accarezzarla, come se si trattasse di un massaggio e lei si rilassò molto. Le mie mani correvano lungo il suo corpo, sotto quel telo. Mi avvicinai a poco a poco al centro del suo sedere, e sentii un forte brivido in lei quando scivolai con la mano dall’osso sacro verso il suo ano. Mentre le sfioravo le piegoline anali sentii un suo leggero tremore. Mi disse: “Fai piano! Ti prego!” Io continuai, per lunghi minuti, senza forzare la cosa.

Poi mi piegai su di lei e affondai le mie labbra tra i suoi glutei e le cominciai a baciare l’ano.
A tavola le avevo detto che tutto il suo problema stava proprio li: il suo ragazzo voleva incularla, e lei si sentiva sporca nel concedere il proprio culo, nell’aprire il suo ano al sesso. Ora, con me, si sentiva più libera, poiché per lei ero uno sconosciuto e quindi non si sentiva giudicata; un po’ come quando una ragazza piuttosto seriosa va in vacanza e comincia a troieggiare con i maschi che incontra in loco. Le dissi che con me avrebbe potuto finalmente sperimentare cosa significa essere una vera troia.

Dopo averle baciato e leccato bene il culo le chiesi retoricamente: “Dimmi, ma cosa ci fai di solito con questo buco?”
Lei con un senso di vergogna nella voce mi disse: “Ci faccio la cacca”. Io aggiunsi: “Dilla tutta: cos’altro ci fai?” E lei: “Qualche volta ci faccio… qualche scoreggina”. Ed io: “Dici davvero? E allora perché adesso ti sei fatta leccare il buco? Non ti imbarazza più concedere questo tuo buco così privato?” E lei, prendendo un respiro profondo, rispose: “Perché adesso mi sento molto molto troia”.

Appena arrivata, mentre eravamo sul divano ed ancora non ci mettevamo a tavola, avevamo parlato di questo aspetto. Le avevo detto che non doveva vergognarsi dell’uso evaquatorio del suo ano. Anzi, proprio per quel motivo, farsi esplorare il buco del culo l’avrebbe trasformata in una perfetta vacca, che pur di godere concede il suo buco più osceno”. L’argomento l’avevamo sfiorato anche la settimana prima, al bar, e poi lei durante la cena mi aveva rassicurato che quella sera era venuta a casa mia “pulita pulita”; insomma, s’era fatta un bel clistere prima di aggiustarsi in quel modo così arrapante. A me francamente non interessava. Quel culo volevo solo sfondarglielo, anche se l’avessi trovato “occupato”.

Mentre era sdraiata sul letto, legata e coperta, di colpo le tolsi il telo e la guardai. Completamente nuda sul letto, le chiappe larghe, e il buco bagnato dai miei baci.

Mi spogliai completamente e mi misi su di lei. Le cominciai a baciare la schiena, il collo, le accarezzai i capelli, e poi lei girò la testa e ci baciammo appassionatamente. Le nostre lingue vorticavano, e le chiesi: “Senti troia, il tuo culo è pronto per essere sfondato?” Lei, senza ritegno disse: “Si ti prego… non ce la faccio più, sfondami il culo, rompimelo!”

Le toccai di nuovo l’ano e sentii che era un po’ teso. Le misi del gel e cominciai a stimolarglielo con un dito. Poi le dita divennero due. Poi tre. Le sue grida si fecero sempre più profonde, e il suo respiro agitato. Poggiai la cappella sul suo buco, e lo spinsi dentro con decisione. Fu un po’ difficile entrare. Una volta dentro, mi immobilizzai e ripresi a baciarle la nuca, dietro le orecchie, mentre le sussurravo che doveva respirare profondamente e restare rilassata. La cosa funzionò: sentivo che il suo ano cedeva e diventava più accogliente.

Cominciai a pomparle il culo sempre più forte. La troia godeva e ripeteva che era la mia puttana. Ogni tanto mi alzavo e guardavo il mio cazzo entrarle ed uscirle dal culo. Un culo vergine, ma ormai ben pronto per ricevere tanto cazzo. Pensavo che, da quel momento, teoricamente, sarebbero stati in tanti a ficcarle il cazzo in culo, a godere dentro il suo retto, a sborrarle dentro il culo o sulle chiappe.

Improvvisamente sentii che cominciava a scuotersi, a tremare: stava vivendo il suo primo orgasmo anale. Io cercai di resistere, anche se l’eccitazione era a mille. Mi fermai e mi rilassai su di lei. Restammo un po’ così. Poi lentamente le sfilai il cazzo dal culo.

La sciolsi dalle corde che la bloccavano, e l’abbracciai. Restammo così per un po’ di tempo.

Lei mi guardava con occhi luminosi e mi diceva che stava vivendo un’esperienza fantastica. Le piaceva quell’atmosfera fatta di candele, musica soft e profumi di spezie orientali. Poi scese giù, intenzionata a farmi un pompino. Io le dissi: “Sei sicura? E’ stato dentro al tuo culo!” Ovviamente non avevo indossato il preservativo. Lei non se lo fece dire due volte e me lo cominciò a pompare con vigore con la bocca. Mi leccò anche le palle. Le dissi che era una troia vogliosa di cazzo. Le dissi che da quel momento il suo culo lo avrebbe usato non solo per svuotarsi l’intestino sul wc.

Dalle palle passò a leccarmi anche l’ano. Mi girai e le dissi di leccarmi bene il buco in quella posizione. Lei leccava e con una mano, passandola sotto di me, mi faceva una sega. Dio mi che troia! Una troia nata, altroché.

Poi si leccò due dita, e me le piantò in culo. Con naturalezza mi cominciò a dire: “Sai che quando vado sul web mi piace guardare le donne che inculano i maschi con lo strapon. E’ la mia fantasia segreta. E dopo che poco fa mi hai rotto il culo…. Voglio rompertelo anche io”. Restai a pecorina, rilassato, con il mio culo tra le sue mani. Arrivò a ficcarmi quattro dita dentro.

Poi la feci sdraiare, le piazzai il culo sul viso e continuai a farmi leccare l’ano, dicendole di spingerci la lingua dentro, per bene. In quei momenti le dissi di tutto: che era una troia, puttana, succhiatrice di cazzo e di culo. La feci stare con la lingua di fuori e muovevo il mio culo sul suo viso, sentendo la sua lingua che, senza riposo, mi leccava l’ano.

Poi, col cazzo durissimo, la penetrai in fica, e cominciai a sfondargliela. Mi chiese di non venirle dentro. In realtà, io non ne avevo la minima intenzione. Ogni tanto mi fermavo per farle riprendere fiato e per godermela, anche muovendo il cazzo lentamente.

Poi mi sdraiai, e lei si mise su di me e mi cavalcò. Con tutti quei movimenti le scappò una scoreggia. Si mise a ridere e arrossì un po’. L’abbracciai e le dissi che la trovavo ancora più troia di prima. A quel punto la girai e cominciai di nuovo ad incularla con forza, dicendole che il suo compagno era un cornuto e lei una grande mignotta rotta in culo. Le dissi che quel culo glielo stavo sfondando per sempre, e che ora il compagno aveva via libera. Lei disse solo: “E’ bellissimo sentirmi mignotta!”

Il mio cazzo era intriso del sapore del suo culo e degli umori della sua fica; la feci girare verso di me e le piantai il cazzo in gola. Tempo un minuto e le scaricai tutto il succo delle mie palle in bocca. Le feci ingoiare tutto, continuando a dirle che era la più grande puttana del mondo.

L’atmosfera si era fatta molto calda e rilassata. Parlammo un po’ e dopo lei mi chiese cosa avevo intenzione di farle la volta successiva. Le dissi che era un segreto.

Entrambi sapevamo che forse non ci saremmo più rivisti: lei doveva sposarsi, e sarebbe andata a vivere nel nord Italia.

Passò un anno, era estate, e ci incontrammo casualmente per strada, sul lungomare, nella sua città di origine. Lei era col suo lui mano nella mano; ora era suo marito. Lei mi salutò allegramente con un bacio su una guancia e mi presentò il suo uomo, dicendogli: “Lui è il ragazzo che mi ha fatto vivere… quella esperienza… particolare…”

Lui non sembrò particolarmente contento di conoscermi. Mi sorrise un po’ forzatamente e mi strinse la mano.

Passò un altro anno. Ero di nuovo nella sua città d’origine, in macchina, girando tra uffici e problemi burocratici. La vidi passare a piedi, da sola. La chiamai la feci salire e le dissi subito che avevo voglia di un pompino. Lei era di fretta. Ci accostammo sotto un ponte, cercando di confonderci tra altre macchine parcheggiate alla rinfusa. Il timore d’esser visti era forte. Mi tirò fuori il cazzo, me lo succhio per bene. Io le ficcai un dito in culo, che entrò con grande facilità. La cominciai a masturbare analmente, e ogni tanto mi leccavo il dito: un po’ per bagnarla, un pò per godermi il suo sapore migliore.

Mi fece orgasmare e ingoiò tutto, svuotandomi le palle con maestria. Mentre si risistemava, mi disse che dove viveva ora… stava facendo la gran mignotta; lo faceva sia come singola sul sito, sia sul posto di lavoro, dove (mi disse) s’era beccata dentro il cazzo di tutti. Con fare retorico le chiesi: “Lo stai prendendo anche in culo?” Lei sorrise e mi disse: “Soprattutto nel culo!”

Poi mi diede un bacio a fior di labbra e mi disse: “Riportami indietro, non ho tempo. Scusami”.

Avrei voluto farla godere, ma il tempo mancava. Ci abbracciammo. Lei si allontanò, e io continuai a guardarla. Osservavo il suo bel culo e pensavo a quanti cazzi c’erano entrati dentro in quei due anni. La seguii con lo sguardo fino a quando non svoltò l’angolo.

Fu l’ultima volta che la vidi.

PS: Il racconto è tutto vero. L’unica cosa che ho aggiunto a fantasia (che mi è capitata con un’altra singola, non con lei) è l’episodio di quando l’ho incontrata per la terza volta, da sola, e mi ha fatto un pompino veloce in macchina, sotto il ponte.

Prossimamente magari racconterò di questa ulteriore singola, molto troia e pompinara.

La singola del racconto però l’ho sentita al telefono qualche volta, e mi ha detto che suo marito, dopo anni, si è aperto finalmente allo scambismo. Mi ha detto anche, che armata di strapon, è diventata una grande spacca culi, soprattutto di quelli dei ventenni.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per SFONDARE IL CULO DI UNA SINGOLA:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni