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Il vicino di casa


di amantesardo
19.03.2011    |    56.299    |    0 8.4
"Fu lui il primo a cui diedi il permesso di violare il mio paradiso proibito..."
Avevo 22 anni eravamo entrambi sposati e lui mi stava dietro da un pezzo.
Abitare in un palazzo ha i suoi difetti, ma ha anche i suoi pregi, con la scusa di darmi passaggi a volte mi faceva complimenti e mi chiedeva di andare a casa sua quando sua moglie era al lavoro.
Diceva che la moglie era troppo gelosa, ma forse si aspettava una mia reazione, che invece non arrivava anche se io ero sempre di più attratta da quell’uomo.
Quando salivo in macchina con lui cercavo di capire se era eccitato come me, il rigonfiamento dei pantaloni non lasciava dubbi.
Io mi divertivo a provocarlo sperando
“involontariamente” di finirci a letto, volevo quell’uomo!
Un giorno accettai di prendere un caffè da lui. Ci andai con l'intenzione di stuzzicarlo, ma già sapevo che cosa poi sarebbe potuto succedere.
Mi fece accomodare con voce già eccitatissima, colsi l’occasione e mi sedetti sulla poltrona di fronte alla sua accavallando le gambe fingendo di non notare il suo sguardo che sbirciava sotto la mia gonna.
Quando Lui portò il caffè in salotto sedendosi sulla poltrona vicino a me la mia camicetta iniziò a sbottonarsi, quasi da sola…ero già bagnata!
Facevamo finta di parlare del più e del meno ma la situazione diventava sempre più insostenibile, come in un film porno, rispondevo ai suoi sguardi insistenti accarezzandomi con noncuranza la gamba, salendo piano piano.
Lui deglutì e si passò la lingua sulle labbra, poi fece il gesto di asciugarsi il sudore dalla nuca.
Una vera tortura anche per me che mi sentivo eccitata quanto lui.
Si alzò e portò via le tazze vuote e io mi offrii di dargli una mano a sciacquarle. Il clima era rovente e bastava oramai solo la scintilla per innescare l’incendio… di sesso!!
Sentivo il calore del suo corpo a contatto con il mio, il suo respiro era molto intenso.
Stavo appoggiata al lavello quando lui mi si posizionò dietro e mi sussurrò nell'orecchio che aveva una gran voglia di baciarmi e di scusarlo per quella esternazione.
Gli risposi semplicemente: - Fallo. Un bacio non ha mai ucciso nessuno.
Mi voltai, chiusi gli occhi e lui mi sfiorò il mento, poi mi abbracciò delicatamente e mi baciò piano.
Mi sentii sciogliere e risposi al suo bacio. Lui divenne sempre più deciso e io cominciai a sospirare pregandolo di non smettere.
Le nostre lingue si incrociarono ero completamente rapita, un raptus di sesso mi pervase.
Le mie mani si fecero strada e gli sbottonai i jeans per cercare il suo cazzo, lo volevo sentire pulsare.
In breve lui mi trascinò ancora sul divano dove tra una carezza e l'altra mi spogliò e mi baciò ovunque, alternando i baci e piccoli morsi.
Mi sentivo impazzire, lo volveo vedere nudo, il mio vicino di casa che ora mi stava scopando.
Poi con le mani arrivò alla mia Pussy e cominciò a stimolarmi sino a che piano piano non aprii le cosce offrendomi a lui.
Lui si affaccio tra le mie gambe e mi scostò il perizoma, oramai fradicio, leccandomi come piace a me. Affondando la sua lingua in mezzo alle mie umide labbra e titillando il clitoride che diventava sempre più esigente.
Sono venuta con un fiume di umori nella sua faccia, era bravissimo con la lingua.
Facemmo sesso sul divano ansimando e graffiandoci come due animali selvaggi. Quando mi prese a pecorina stavo gridando dal piacere, gli chiesi di sculacciarmi. Lui mi prese con forza per i fianchi, mi tirò su il culetto e me lo ficcò dentro. Urlai dal piacere, quando poi iniziò a sculacciarmi più forte ad ogni suo colpo deciso e venni di nuovo come un fiume in piena quando iniziò ad inarcare ancora di più la mia schiena tirandomi i capelli.
Fantasticamente selvaggio!
Il 69 poi fu splendidamente gustoso, gustavo quel suo maestoso uccello che avevo così tanto fantasticato.
Lo lubrificai ancora molto con la mia bocca, aveva un sapore intenso e buonissimo. Lo sentivo pompare sempre di più tra le mie fauci, alternando risucchi, leccate e morsi sulla cappella rosso-fuoco.
Quando eruttò quel buonissimo vulcano ne volli bere tutto il suo seme ma era troppo anche per me. Dovevo averlo eccitato tantissimo, quello che non sono riuscita a bere l’ho sparso sulle mie tette.
Sembravo una pornostar e mi piaceva da matti quella sensazione.
Dopo quella volta ce ne furono molte altre. Quando la sua antipatica mogliettina non c’era e mio marito era fuori per lavoro ci incontravamo per delle scopate favolose, poi sudatissimi completavamo i nostri incontri di sesso a pecora sotto la doccia. Ci vedevamo nei posti più impensati, alle ore più improbabili.
Quando andavo a trovarlo in ufficio ci chiudevamo dentro e mi scopava sulla sua scrivania. A volte lo chiamava la moglie quando c’ero anche io che gli stavo facendo un pompino. Era troppo eccitante sentirlo venire nella mia bocca mentre stava parlando con la moglie.
Con lui imparai molte cose, mi regalava dei giochini erotici che provavamo insieme, la nostra fantasia era sconfinata.
Fu lui il primo a cui diedi il permesso di violare il mio paradiso proibito. Quella volta ve la racconterò nel prossimo racconto , quel giorno ero così eccitata che quando mi chiamò Piccola Troia andavo in estasi.
Dopo un anno lui e la moglie cambiarono città e non ci contattammo più.

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