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San Valentino al sexyshop


di amantesardo
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"La mia eccitazione crebbe esponenzialmente ad ogni secondo..."
Era il giorno di San Valentino, e decisi di regalare alla mia fidanzata un capo di abbigliamento molto sexy, molto trasgressivo, ma di classe.
Dopo aver girato qualche negozietto di biancheria intima senza trovare niente di particolarmente sfizioso da regalarle, passai con la mia vettura davanti ad un sexyshop e pensai…”Perché no…entriamo a dare un’occhiata”.
Non avevo molto tempo erano già trascorse le 12.00 e avevo fretta di risolvere la questione.
Entrai tentennante nel negozio,dove mi accolse una donna con un sorriso gioviale e conturbante, ma soprattutto con una scollatura che non lasciava nulla all’immaginazione, ed una minigonna impercettibile.
Alla cassa invece c’era un’altra ragazza minuta, carina e apparentemente riservata e di poche parole.
Mi avvicinai alle vetrinette del negozio incuriosito, il riflesso della scollatura della commessa le rendeva particolarmente interessanti e distoglievano la mia attenzione dagli oggetti esposti tanto da non farmi pensare più al regalo, lei se ne accorse e mi sorrise maliziosamente.
Da quel momento la situazione cambiò e Lidia (la prorompente bellezza che mi ha accolto all’ingresso) mi incalzò con domande a raffica su che cosa stessi cercando e per chi. Io seraficamente le risposi che per S.Valentino avevo in mente un regalino sfizioso per la mia fidanzata.
Lei sembrava incuriosita dai miei gusti, e allora fui io ad incalzarla con domande specifiche sui modelli di guepiere, catsuite, babydolls, mutandine in pizzo, l’assortimento del sexyshop era molto vario.
L’atmosfera si riscaldò ben presto, al che Lidia mi fece entrare in una zona appartata del negozio, lontano dagli occhi della collega, e si avvicinò provocandomi.
Mi disse: “preferisci il reggiseno con le coppe grandi, o a balconcino come il mio. Io porto una quarta, la tua ragazza invece?”
Io stetti al gioco e risposi sperando che raccogliesse la mia provocazione: “Purtroppo una seconda, non si può avere tutto dalla vita, il seno grande resterà un mio sogno erotico..”
Lei infatti raccolse e sporse il seno verso di me prendendo un grande respiro “Che sogno vedresti meglio realizzato con seno come il mio?”
Io vidi un paio di manette con peluche rosa, le presi dallo scaffale e le indossai mettendo le mani dietro la schiena, vidi nel frattempo Lidia compiaciuta che mi sorrideva ed annuiva.
A quel punto mi chinai fino ad affondare il viso sui suoi seni e cercare con la lingua il suo capezzolo che era in erezione e praticamente fuori dalla maglietta.
Avrei voluto tirarle su la maglietta, ma ero bloccato dalle manette, quasi sottomesso a lei, ma in effetti avevo preso io l’iniziativa.
Prendendosi i seni con le mani me li donava e me li faceva quasi ingoiare tutti.
Leccai i capezzoli titillandoli con la punta della mia lingua. Lei emetteva mugolii con una voce sexy che accentuavano la mia eccitazione e che mi davano una carica incredibile, tanto che la mia lingua roteava vorticosamente sulla punta dei suoi capezzoli, che avevano un sapore divino così turgidi che sembravano volessero esplodermi in bocca.
Eravamo molto eccitati ed era molto evidente per entrambi, lei volle ricambiarmi il piacere, vedendomi impedito nei movimenti a causa delle manette mi slaccio i pantaloni ed infilò una mano nei miei slip per saggiare il mio gradimento…
Trovo l’oggetto del suo desiderio pronto a partecipare alla situazione.
Prima di mostrarsi a lei però successe una cosa che esaltò la mia libidine.
Si rivolse all’amica pregando di chiudere a chiave l’ingresso del locale e di venire ad aiutarla in una complicata operazione.
Sentii il rumore dei passi della collega che , dopo aver chiuso a chiave l’ingresso si dirigevano verso di noi. La mia eccitazione crebbe esponenzialmente ad ogni secondo.
Quando lei ci vide Lidia era già china che leccava la base del mio pene, lo gustava come fosse un piatto prelibato.
Sorrise all’amica e senza parlare le fece cenno di avvicinarsi. Marina, la collega, si lecco le labbra vogliosamente e si avvicinò a noi. Ci baciammo per un tempo lunghissimo.
Marina accarezzava la testa di Lidia mentre la sua lingua e la mia giocavano a rincorrersi nelle nostre bocche affamate di sesso.
Ad un certo punto volle gustare anche lei lo stesso cibo dell’amica e si divisero il mio arnese che aveva raggiunto la massima erezione tanto che dovettero lubrificarlo a lungo per divorarselo come sanguisughe.
Non potei resistere a lungo e venni nelle loro bocche che avide accolsero tutto il succo della mia eccitazione e si baciarono ripetutamente.
Una telefonata del loro capo distolse Lidia da me e rimasi solo con Marina che mi solleticò ancora le parti intime.
Ma purtroppo il capo stava per rientrare in ufficio e dovemmo rimetterci in sesto.
Comprai un paio di manette ed un reggiseno a balconcino come quello che indossava Lidia per la mia ragazza.
Salutandoci ci scambiammo lunghi baci molto succosi e prendemmo accordi per incontrarci a casa di Marina due giorni dopo per continuare la nostra conoscenza…ma questa è un’altra storia che vi racconterò un’altra volta.

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