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Lui & Lei

ISTRUTTORE DI GUIDA


di amantesardo
05.04.2007    |    34.905    |    0 7.1
"I respiri furono sempre più affannati e le nostre lingue che si contorcevano quasi a voler simulare un 69 ci toglievano il respiro..."
Sono un istruttore di scuola guida e quella mattina ero eccitato sapendo che una delle donne più sexy e affascinanti mai conosciute(si chiama Maria) sarebbe venuta a fare una guida per riprendere a guidare dopo anni di inattività al volante.
Una donna splendida, mora con gli occhi da cerbiatto, un corpo mozzafiato e un seno con i capezzoli piccoli e a punta che mi piacciono tanto.

Vestita come al solito in maniera provocante non potevo fare a meno di fantasticare su di lei durante la lezione, a stento sono riuscito a trattenermi, ma comunque le ho fatto capire che io stavo al suo gioco sfiorandola quando la dovevo correggere. Questo le provocava dei brividi che potevo notare visibilmente.
Allora lei si fece più audace e durante la manovra di parcheggio, voltandosi verso il lunotto posteriore non faceva altro che guardarmi in maniera oscenamente provocante e passandosi la lingua sulle labbra mugolava a bassa voce…

Ero visibilmente eccitato e lei, guardando verso la patta dei miei jeans, se ne rese conto e sorrise ancora più maliziosamente, se mai fosse possibile.
Non si trattenne e disse : “ma che piacere mi da vederti così felice di farmi…la guida…”
Io risposi per le rime : “Magari con la tua macchina non sei così brava…”
Lei a quel punto mi provocò testando la mia reazione, per mettermi alla prova: “Ti vengo a prendere più tardi con la mia macchina e mi provi fuori dall’orario di lavoro…al volante”
Così alle 21.30 al termine della giornata, dopo aver chiuso la scuola sentii il suono di un clacson e una sensualissima voce che mi chiamava.
Era lei, era venuta per davvero.

Non mi feci chiamare una seconda volta che fui già nella sua macchina, e dopo un bacio sulla guancia molto tenero partimmo per la “lezione”.
Feci scegliere a lei il percorso e nel frattempo la potevo ammirare in tutta la sua bellezza e sensualità.

Indossava una gonna in lino bianco, un top rosa, visibilmente senza reggiseno, e un perizoma bianco che faceva capolino dal bordo della gonnellina, due sandaletti estivi alti molto sexy.
Ad un certo punto fermò la macchina e non mi accorsi che eravamo finiti in un parcheggio isolato.
Dopo i primi secondi di imbarazzo ci baciammo. La sua lingua era buonissima tanto che iniziai a morderla assaporandola bene e gustando le sue labbra cm per cm.
Un profumo di assenzio e borotalco inondò la macchina quando con le dita iniziai a sfilarle il perizoma insinuando dentro la mia mano.
Ero ubriacato da quegli odori e dalla voglia di fare l’amore con lei.
I respiri furono sempre più affannati e le nostre lingue che si contorcevano quasi a voler simulare un 69 ci toglievano il respiro.
La mia mano spostò con decisione il suo perizoma bagnatissimo e si fece strada nella sua figa caldissima. Le mie dita si dedicarono al suo clitoride fino a farla urlare dal godimento.
Nel frattempo avevo preso possesso dei capezzoli e li stavo letteralmente divorando…che buoni…
L’assenzio misto al profumo del sesso era una droga per me.
Non so come ma ci trovammo incastrati nei sedili anteriori, tanta era la foga che non potevo fare altro che allungare la lingua e assaggiare i suoi umori alla sorgente. Era un lago senza fondo, mio mi masturbavo mentre la stavo leccando con ingordigia e godimento.
Lei continuava a mugolare frasi interrotte da urla roche che erano un eccitantissimo segno di apprezzamento per il mio lavoro di lingua.
Quando mi salì sopra fu quasi una liberazione per lei da quella dolcissima tortura, e inarcando la schiena cercò di fare entrare il più possibile il mio giocattolino dentro di lei.
Poi la girai con le spalle appoggiate al sedile e i piedi che spingevano sul parabrezza e mi infilai tra le sue gambe e iniziai ancora a spingere con foga. Durante l’amplesso ci baciavano, le stuzzicavo i capezzoli, le titillavo il clito…eravamo come ipnotizzati a vicenda dai nostri sguardi da porcelloni insaziabili.
Ad un certo punto i suoi umori erano un fiume in piena che scendevano lungo le gambe e con le dita li indirizzavo verso l’altro buchetto per lubrificarlo, e dopo questo lavoro certosino, invitato da lei le infilai anche un dito dentro il suo splendido culetto mentre continuavo a pompare con ancora più decisione…ci guardavamo negli occhi e ci dicevamo “Siamo proprio dei porcelloni!!” e ridevamo e godevamo allo stesso tempo.
In quella posizione durammo parecchio, quasi fino a sfinirci, poi lei si prese cura del mio arnese e lo lecco e baciò a lungo fino a quando non venni dentro la sua bocca, in maniera anche copiosa. Lei mi sorrise e assaggiò risucchiando tutto e con numerosi mugolii di approvazione e soddisfazione.
Era ora di rientrare oramai, il marito la stava aspettando a casa, ci ricomponemmo alla meglio e ci salutammo con un ennesimo e lunghissimo bacio bagnatissimo.
Il giorno dopo Maria non fece la lezione pomeridiana, mi venne direttamente a prendere al termine dell’orario di ufficio e ci dirigemmo direttamente nel parcheggio dove potemmo continuare il discorso…e approfondire meglio la nostra intesa, anche sui sedili posteriori, con più calma…
Da tanto sognavo di incontrare una donna così!

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