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Il vicino maghrebino P.3


di maialazzo
08.09.2014    |    37.351    |    2 9.3
"Con la sola forza delle braccia, e tenendola per l'incavo del ginocchio, iniziò a farla salire e scendere sul suo manico, piano e a lungo, fino a quasi..."
Dopo che per tutta la settimana il mio vicino africano si era goduto mia moglie e anch'io ne avevo avuto il mio bel rendiconto con scopate pazzesche con Vittoria infoiata, il venerdì sarei voluto arrivare a casa prima per godermi per bene lo spettacolino ed il corpo caldo di mia moglie. Invece mi dovetti trattenere in ufficio, ma non solo; mio padre, ormai ottantenne, mi aveva cercato per una sua esigenza, così arrivai a casa molto tardi, che erano quasi le sette e mezza. Ero sicuro che mi ero ormai perso tutto, e che Vittoria, una volta calata la libidine, non sarebbe stata disposta a concedersi anche a me.
Invece, appena arrivai alla porta, capii che le danze erano ancora in corso dagli ululati di mia moglie che sentivo attraverso la porta ancora ancora chiusa; erano diversi dal solito, erano lunghi e acuti, e mentre di solito urlava "ahhhhh" oppure "sììììì", questa volta era una sorta di lungo e interminabile "uuuhhhhhhhh".
Aprii la porta per trovare Vittoria appoggiata alla spalleria del divano con i gomiti e con le ginocchia sulla seduta, vestita solamente con il suo bikini nero, di cui Ghaalib aveva semplicemente spostato il tessuto per fottersi con estrema lentezza la mia mogliettina da dietro. Nessuno dei due mi prestò particolare attenzione, finchè Vittoria rivolse il suo sguardo a me come per supplicarmi. Non capivo, non godeva come al solito con il cazzo africano; le piaceva, ma era sofferente. Mi avvicinai a lei per capire il problema, quando lei, fra un "uuuhhh" e un altro mi bofonchiò: "il culo.....uhhhhhhh.....me l'ha messo dietruuuuuuuuuu....". Non me ne ero accorto, ma guardando meglio era chiaro che in effetti le stava allargando il buchetto posteriore con movimenti lunghi e precisi: per fortuna ci stava andando piano....
Anche se la pratica per lei non era nuova (ogni tanto lo facciamo dietro) soffriva, ma si capiva che le piaceva, come se il dolore fosse una sorta di dazio da pagare in attesa dei piaceri che quel cazzone le avrebbe potuto dare anche nel secondo canale.
Eccitato come non mai me lo tirai fuori e mi posizionai dietro al divano, in modo da trovarmi esattamente di fronte a Vittoria che, nonostante l'impegno, il dolore e il godimento a cui quel cazzo la costringeva, me lo prese in bocca e me lo succhiò con passione. La cosa credo non facesse piacere al vicino; non disse niente, ma con una mossa di cui solo un omone come lui può essere capace, le infilò le braccia sotto le gambe, si raddrizzò, portando con sé il busto di Vittoria, fino a trovarsi perfettamente in piedi, con mia moglie, che gli dava la schiena, appesa al suo cazzo. Era uno spettacolo da film porno! Potevo vedere perfettamente adesso il paletto nero che spalancava il buchetto della mia mogliettina e la sua figa che era rosso fuoco, chiaramente abusata anche quella. Con la sola forza delle braccia, e tenendola per l'incavo del ginocchio, iniziò a farla salire e scendere sul suo manico, piano e a lungo, fino a quasi estrarlo tutto, per poi lasciarla ricadere fino in fondo, aiutato dalla forza di gravità. Vittoria non capiva più niente, la sua testa si muoveva in maniera scomposta, soprattutto quando veniva calata fino alla radice del manico nero, facendo sbattere i capelli anche in faccia a Ghaalib. Non durò molto; forse la fatica per la posizione, o forse solo perchè se la stava inculando da un pezzo (non avevo modo di saperlo), si fermò con lei piantata bene in cima alla sua mazza e iniziò a godere. Subito sotto lo sfintere di mia moglie le sue grosse palle si contorcevano, strizzando fino all'ultima goccia del suo seme nel profondo del corpo di Vittoria. Poi la sollevò un po' di più ed il suo pitone potè finalmente vedere la luce, dopo tutto il tempo che aveva passato al buio nel culo della mia mogliettina. Un rivolo di sperma cominciò ad uscire dal suo buco usato, ma Ghaalib la ripose delicatamente a terra, lasciandola come un cencio usato a riprendere fiato. Lui, al contrario del solito, quando usciva appena finita la scopata, si andò a sedere sul divano, gambe larghe e cazzo, in fase di riduzione, sgocciolante, lasciando una macchia proprio sul mio posto.
Questa volta lei era troppo stanca e troppo usata. Nonostante avessi ancora il cazzo di marmo in mano, non ebbi il coraggio di approfittare di lei, così mi avvicinai, la aiutai amorevolmente a rialzarsi e l'accompagnai in bagno per riprendersi.
Le sfilai il pezzo sotto del bikini, che era zuppo di tutti i liquidi che un corpo possa produrre, e la feci accomodare sul bidet; feci scorrere l'acqua fredda sui suoi buchi bollenti. era stanca ma non sazia, infatti ne approfitò per prendersi in bocca il mio cazzo ed iniziare a lavoralo, mentre io continuavo a lavarle gli orifizi per ripulirli di quella sozza pasta di cui erano intrisi. Tra una succhiata e una leccata mi raccontò che quando Ghaalib era arrivato quella sera, si era fatto leccare le palle e il buco del culo per almeno mezz'ora. Leccare il culo era una cosa che aveva sempre affascinato Vittoria, e un paio di volte l'aveva fatto anche a me, ma non avevo apprezzato molto (non riuscivo a rilassarmi) così fu ben lieta di trovare qualcuno che invece amava la pratica. Mi disse anche che poi se l'era scopata per una mezz'oretta buona e che l'aveva fatta godere un casino prima di goderle dentro. Solo dopo avevano iniziato la fase anale; lui le aveva leccato il buchino a lungo per prepararglielo e lei, avendo capito dove andava a parare, si era rassegnata e si era goduta il primo lavoretto di lingua che lui le avesse mai fatto.
Tornammo in sala e trovammo il vicino intento a massaggiarsi lentamente il cazzo, che si era sgonfiato ma non si poteva neanche definire moscio. Vittoria si sedette al suo fianco, e io ancora più avanti, così che lei era in mezzo a noi due. Ghaalib non ci mise molto prima di spingere la testa di mio moglie verso il suo cazzo per farselo prendere nuovamente in bocca. Vittoria non esitò un secondo, anche se lui non era andato in bagno a ripulirsi come lei...
Ghaalib mi fece cenno di darmi da fare con la sua figa che era rimasta completamente esposta dalla mia parte. Dopo un po' di smanacciamenti e una leccatina, mi inginocchiai sul divano, la posizionai meglio a pecorina, e cominciai a stantuffarla con foga, quasi selvaggiamente, mentre lei continuava a mangiarsi il cazzone africano. Era la prima volta (per quanto ne so) che Vittoria aveva due cazzi contemporaneamente in corpo e, da come si muoveva, sembrava non dispiacerle affatto. Mugolava su quel cazzo senza sosta, mentre io glielo sbattevo dentro sempre più forte e Ghaalib glielo spingeva sempre più a fondo in gola.
Ghaalib ci fece fermare, si alzò e mi fece sedere sul divano; non capivo le sue intenzioni ma lo lasciai fare...
Poi fece sedere Vittoria su di me che si guidò il mio cazzo in figa in maniera quasi automatica e cominciò a salire e a scendere lungo il mio attrezzo, pompando sulle cosce. Quando Ghaalib si posizionò dietro di lei, finalmente capii cosa aveva in mente: la cosa mi eccitava ma mi turbava anche un po', non ero sicuro che mia moglie se la sarebbe sentita. Quando sentì che la cappellona nera le si appoggiava la buchino, Vittoria si fermò per la sorpresa, ma quasi subito riprese a cavalcarmi. Fu Ghaalib che le fermò il bacino con la mano libera, mentre con l'altra cercava di guidare il suo cazzo ad infilarsi nuovamente nel culo di mia moglie. Sentivo nella sua figa lo spazio che si riduceva, il mio cazzo fu quasi scalzato da quello africano che si faceva strada nell'anfratto più stretto della mia consorte, ma alla fine riuscì ad entrare, ed io riuscii a restare dentro nonostante la pressione enorme. Ghaalib cominciò a muoversi piano, mentre io ero quasi immobile per il fatto che Vittoria aveva smesso di fare su e giù e l'unico movimento in corso erano le spinte orizzontali dell'africano nel suo ano. Il volto di Vittoria era concentrato, come se ci stesse pensando a fondo a quei cazzi che le riempivano il bacino, come se li stessa ascoltando, ma in realtà non riusciva a pensare a niente, si sentiva piena come non mai e voleva godersi il momento. Io, anche se praticamente immobile, godevo dello strusciamento che sentivo dentro di lei tramite la mia appendice, e sentivo quanto ogni movimento era complicato per la quasi totale mancanza di spazio residuo all'interno del suo corpo.
Non ho idea di quanto sia durata questa scopata, comunque fu Vittoria a porre fine: ebbe un orgasmo così violento che le spasmodiche contrazioni dei suoi buchi fecero godere anche me e Ghaalib. Eravamo tre voci che urlavano insieme su toni diversi, come un accordo dell'orgasmo, fu la sensazione più travolgente di tutta la mia vita: Vittoria urlava il suo godimento a dieci centimetri dalla mi a faccia. Il suono mi entrava nel cervello senza passare dalle orecchie, ma rimbalzando direttamente nella scatola cranica: il suo orgasmo era il mio, le nostre tre anime si toccarono per un momento infinito attraverso il corpo di mia moglie. eravamo una cosa sola, un suono solo, un odore solo, un corpo solo.
Il primo a riprendersi fu Ghaalib che si sfilò dal sedere di mia moglie e si andò a schiantare sul divano con il possente torace scuro ansimante, provato dopo essersi scaricato per la terza volta in un paio d'ore nel corpo della mia mogliettina. Io e Vittoria, rimasti faccia a faccia, ci abbandonammo ad un bacio eterno, bagnato e saporito di tutti i gusti umani, tutto lingua e senza fine.
Quando finalmente ci staccammo, con il cazzo mezzo moscio ancora dentro di lei e la sua testolina ansimante appoggiata alla mia spalla, guardai il nostro vicino che mi rivolse un sguardo tipo: "Hai visto che ne valeva la pena" a cui non potei che rispondere con un'occhiata tipo: "Porco cane se avevi ragione! Grazie".
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