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Ultimo atto 3


di iltiralatte
11.05.2025    |    399    |    0 7.6
"Un sorriso che non aveva bisogno di parole..."
Capitolo 3

Sara
Questa era la nostra occasione e non saremmo rimasti a guardarla sfumare.
Aldo non esitò un secondo.
La valigia si riempì in pochi minuti.
Dopo un rapido bacio il suo profumo indugiava ancora nella stanza quando la porta si chiuse dietro di lui.
Dora mi osservò mentre Elio usciva dalla casa.
Il medico aveva lasciato alle sue spalle un sorriso discreto e un’ombra di un qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.
Mamma non perse tempo:
Prese la cornetta ed immediatamente chiamò l’ortopedico:
— Dottore mi dica la verità, cosa pensa di mia figlia?

— In quale senso signora? È solo una caviglia gonfia, non da preoccupazioni né avrà conseguenze.

— Lei mi toglie un peso dal cuore dottore, sa è una bella ragazza, intelligente e solare, mi spiacerebbe vederla rovinata.

— Certo signora, ha pienamente ragione: sua figlia è una bellissima donna.

— Già ed è sposata ad un uomo che non la merita.
— Lei dottore ha già una compagna?

— Purtroppo no signora: la professione non mi lascia molto tempo libero per me stesso.

— Perché non torna a visitarci qualche volta?
— Vedrei con molto piacere se Sara iniziasse a frequentare una persona come lei … Io suggerirei tutte le sere a cena.
— Potrebbe controllare la caviglia e magari rifare il bendaggio:
— Io favorirei assolutamente l’inizio di un rapporto tra voi,ancor meglio se fosse sentimentale.

— Lei mi tenta signora, mi tenta proprio.

— Allora è deciso da domani sera lei cenerà a casa mia.

Dora immediatamente corse a “bombardare” sua figlia: me!:
— Che uomo attento il dottore, vero?
Io sbuffai.
— È il suo lavoro.
Lei non si fermò
La sua voce era studiata, morbida, insinuante.
— Oh, certo.
— Ma ti guarda in un certo modo, l’hai notato?
Mi irrigidii:: mi dava fastidio:
— Basta, mamma.
Dora non replicò, sorrise appena.
Un sorriso che non aveva bisogno di parole.
Sapeva esattamente cosa stava facendo e quale scopo voleva raggiungere.
Elio tornò, come promesso, la sera seguente a cena ed al termine di questa si dedicò a me, tuttora imprigionata nel mio letto.
La caviglia stava migliorando ma lui non si limitò che ad un veloce controllo, questa per lui era solo una scusa.
Le sue mani non si fermarono alla caviglia: si spinsero su verso il ginocchio.
Le dita sfiorarono la mia gamba più a lungo del necessario.
Sobbalzai appena e lo guardai con un’espressione severa:
— Non ci provare.
Elio alzò le mani, sorridendo.
— Non succede nulla che tu non voglia.
Io lo respinsi, ma qualcosa nel tono di Elio si insinuò in me più di quanto avrei desiderato.
Dora approfittò del momento.
— Ti vedo nervosa.
— Strano, visto che Elio sa come farti stare bene.
— Le sue mani devono avere un tocco magico.
Chiusi gli occhi, esasperata.
— Mamma, ti prego, sarebbe contrario a tutto quanto mi hai sempre insegnato.

— Io dico solo che un uomo così non lo si trova facilmente.
Non risposi.
Non volevo dare soddisfazione alla mamma ma nel silenzio le parole restavano sospese.
Trillò il telefono e quello squillo ruppe la tensione.
Dora mi porse il cordless perché potessi rispondere:
— Ciao Aldo? Novità?
— Veramente? Hai concluso l’affare?
— Si mi ricordo del locale: sistemalo e riaprilo, appena potrò verrò ad aiutarti.
— Si io sto meglio: secondo il dottore non avrò conseguenze.
— Ciao amore, un bacio!
Quindi mi rivolsi a Dora ed Elio che avevano assistito alla telefonata:
— Era Aldo: ce l’ha fatta.
I due uscirono senza una parola dalla stanza.

Dora tranquillizzò Elio:
— Non ho detto che sarebbe stato facile ma sono convinta che domani sera già la troverai più ammorbidita.

Ero stanca.
Non era solo per la caviglia, non era neppure per la casa, era la sensazione di essere intrappolata e senza via d’uscita.
Mamma per tutto il giorno mi aveva fatto il lavaggio del cervello magnificando le doti di Elio.
Ora percepì la mia debolezza e affondò il colpo finale.
— Aldo non c’è.
— Lui è altrove, si gode la sua nuova vita.
Nuovamente i miei muscoli si tesero:
— Sta lavorando per noi.

— Per voi?
Dora inclinò la testa:
— E tu sei qui sola mentre Elio ti è tanto vicino!
Non appena mia madre ebbe pronunciato quelle parole, non ebbi più scampo.
Lei oramai aveva capito che non avrei più opposto resistenza.
Elio giunse quella sera, più sicuro che mai, più vicino.
La sua mano tornò sulla mia gamba risalendola sino al suo termine..
Io avrei dovuto spostarmi, protestare indignata, respingerlo di nuovo.
Ma questa volta non ce la feci.
Dora sorrise uscendo dalla stanza senza più bisogno di dire nulla.
Avevo perso,
Mentre Elio mi divaricava le gambe posizionandosi tra di esse udii il solito trillo del telefono e Dora rispondere:
— No Aldo, non posso passarti Sara al momento.
— È a letto e non posso disturbarla
— Sono certa che capirai!
La udii riappendere proprio mentre avvertivo contro il mio perineo la prima spinta pelvica di Elio che sanciva irreversibilmente il mio adulterio.
Dora rientrò in camera:
— Elio mi permetti di assistere?
— È un tale piacere vedere mia figlia con un vero uomo!
Egli assentì senza parlare e senza arrestarsi ma prese la parola poco più tardi:
– Sto per eiaculare: che faccio?
Nuovamente fu Dora a rispondergli al mio posto:
— Il rapporto più soddisfacente e migliore è sempre quello: completo.
— Effettua pure la sua inseminazione Elio.
Elio quella notte non se ne andò.
Col tacito beneplacito di Dora si fermò tutta la notte impregnandomi altre due volte e prendendo conoscenza e possesso del mio intero corpo.
Io non reagivo alle sue carezze ed ai suoi movimenti copulatori: ero come un pezzo di carne amorfa, senza volontà.
Era come se lui fosse divenuto il mio padrone: lui comandava ed io obbedivo, non più padrona del mio corpo.
Elio se ne andò solo al mattino successivo dandomi appuntamento per la sera così da ripetere l’esperienza.

— Ecco la mia bambina, finalmente soddisfatta?
Dora era improvvisamente apparsa alle mie spalle: mi volsi a guardarla: la mia faccia da funerale parlò per me.
— Che ti succede Sara?
— Non ti è piaciuta la notte che ti ho donato?
— Forse il dottore non è stato abbastanza gagliardo e virile?

— Lo è stato mamma ma in ogni momento ho pensato unicamente al fatto che stavo commettendo adulterio e che amo davvero Aldo.
— Sono sincera non ho goduto nulla di tutte quelle attenzioni ed ora la coscienza mi rimorde.

— Capisco figlia mia ma non devi abbatterti in questo modo se non vuoi che tuo marito lo scopra immediatamente con chissà quali conseguenze,
— Devi imparare a gustarti tutta l’azione in se stessa in modo di poterti rivolgere ad Aldo sempre col sorriso sulle labbra,

— Lo fai sembrare facile mamma ma io non so proprio come fare.

— C’è un solo modo Sara.

— Stasera Elio verrà di nuovo a cena: invitalo tu nel letto e fai l’amore con lui fino a quando l’avvertirlo dentro di te non ti sembrerà la cosa più naturale e piacevole del mondo.
— Solo allora avrai abbastanza presenza di spirito da far si che Aldo non si accorga di nulla.
— Addirittura dovresti rispondere al telefono ad Aldo mentre Elio fa i suoi movimenti copulatori in silenzio.
— L’essere concentrata su di lui ti aiuterebbe infinitamente ad accettare la situazione associando quel piacere alla sua voce.

— Ma Elio sarà d’accordo?

— Non credo che si opporrà, dopo tutto tu sei una donna molto bella.
— Stasera parlane con lui a cena: attenderete sul letto la chiamata di Aldo e, non appena ti passerò la cornetta cominciate e tu cerca di prolungare la chiamata sino a quando Elio avrà scaricato il suo piacere.
— A questo punto, quando Aldo riattaccherà, vedrai le cose in modo diverso.
. Durante la cena, l’aria era più distesa rispetto alle sera precedente.
Io mi ero alzata ed avevo raggiunto a tavola Dora ed Elio.
Io lo sentivo, e notavo chiaramente l’entusiasmo che brillava negli occhi dell’ortopedico mentre prendeva posto accanto a me dopo avermi abbracciata.
Dora, impeccabile nella sua regia, si era assicurata che tutto fosse predisposto per la conversazione che stava per iniziare.
Elio sollevò il bicchiere di vino, e mi osservò con un sorriso che tradiva il suo buon umore.
— Ti vedo serena.
— Finalmente.
— Non ti è piaciuta questa notte?
Non risposi subito.
Poi gli feci la proposta suggeritami da Dora ed Elio accettò nuovamente entusiasta:
— Certo piccola, se è per aiutarti sarà un vero piacere per me agire nel massimo silenzio per non disturbare la tua telefonata.
La chiamata di Aldo era terminata e, fresca di un’ulteriore inseminazione, rindossai una vestaglia raggiungendo i due complici in soggiorno.
Ora sapevo di non poter rimandare il discorso e che il momento giusto era questo.
— Elio. ieri tu e mia madre avete complottato per far si che io tradissi mio marito: insieme avete fatto di me un’adultera.
Entrambi abbassarono gli occhi riconoscendo le loro responsabilità-
— Avete vinto.
— Ora sono una fedifraga e tu, mamma, mi hai suggerito un sistema per far pace colla mia coscienza.
— Questa è una serie di azioni ed abbisogna della tua collaborazione Elio.
— Inoltre è giusto che io vi infligga una punizione per aver violato in questo modo la mia volontà.
— Tu Elio e la senti di rimediare?
— Accetterai la mia punizione?

— Sono un bravo ragazzo anche se a volte preda degli ormoni come tutti i miei coetanei:
— La risposta ad ambedue le domande è si

— Dovrai semplicemente chiavarmi come ha fatto questa notte, tutte le notti fin quando il non avvertirò altro che il piacere della tua azione …
— A questo punto però resterai a mia disposizione e dovrai soddisfarmi ad ogni mio cenno.

— Tutto qui?
— Naturalmente accetto di corsa.
— Cominciamo subito?

— Ancora un momento Elia, noi non abbiamo usato protezioni: ricordi?
— Se dovremo replicare la scorsa notte, come ha suggerito Dora, dovremo rinunciarvi sempre.
— Casa mi succederebbe se nel corso di questi esercizi “spirituali” io rimanessi gravida?
— Ti assumeresti le tue responsabilità o mi rispediresti come un bel pacchetto ben farcito ad Aldo?

— Un eventuale figlio … mio?
Annuii, mantenendo lo sguardo fermo.
Elio sembrò illuminarsi, il pensiero gli faceva vibrare la voce.
— Sarebbe incredibile.
— Un piccolo Elio … tutto per me.
Dora rideva piano, compiaciuta.
— Sarebbe un bellissimo bambino, ne sono certa.
Elio proseguì
— Io voglio unicamente non sposarmi Sara.
— Non ci sono pronto.
— Aldo deve rimanere tuo marito.
— Io voglio te, ogni notte, ma anche che tutto resti come ora.
— Se accetterai ti ospiterò stabilmente nel mio letto e ti inseminerò non una sola volta, ma due, tre, mille volte o fino a quando non mi dirai basta.
Dora intervenne:
— Che bel programma, correte a farmi il primo nipotino.

— Questa sarà la tua punizione mamma: se io li farò tu li curerai tutti anche per darmi il tempo necessario a crearne altri.
Dora sorrise, sollevando il bicchiere in un gesto di complicità.
— Mi sembra una proposta più che sensata.
Sentii l’ultima difesa cedere dentro di mé.
Sapevo che ormai la decisione era presa.
Elio, entusiasta, prese la mia mano e la strinse tra le sue.
— Questo è il futuro perfetto.
— Ora andiamo in camera tua, voglio vederti sorridere mentre ti scopo.
Dora guardò la scena con soddisfazione.
L’ingranaggio era avviato: la sua creazione aveva preso corpo.


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