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LA SPORTELLISTA E IL CLIENTE 2


di belsesso
20.10.2016    |    12.840    |    11 9.3
"Valerio è letteralmente ipnotizzato, ed il suo cazzo pulsante con quel buchino che mi dona i suoi umori, rivelano la forte goduria di quell’uomo che sto..."
Molti di voi, chi in privato e chi pubblicamente, mi hanno chiesto se quella scopata con Valerio era stata la sola. Così ho deciso di raccontarvi un altro dei nostri pazzi incontri.
Dopo qualche mese da quella scopata nel bagno dell’agenzia, veniva a lavorare con me anche mia sorella e naturalmente anche lei ebbe modo di conoscere Valerio.
Come vi ho già detto nel mio precedente racconto, abitavo di fronte all’agenzia e accanto era situato il bar dove io e Valerio avevamo fatto colazione insieme quella famosa domenica.
Era un caldo pomeriggio di ottobre ed io mi preparavo per andare a frequentare un corso che facevo fuori dalla mia città, distante di una quindicina di km. Quello stesso pomeriggio, mia sorella Roberta si stava preparando per andare a lavorare in agenzia e prima di andarci si era fermata a prendersi un caffè al bar. Fu proprio lì che incontrò Valerio, il quale la salutò e le disse: “Scusami Roberta, avresti il numero di telefono di Giorgia? Dovrei dirle una cosa importante.” Mia sorella rispose: “Certo Valerio che ce l’ho il numero di Giorgia, lei è mia sorella. Se vuoi puoi anche dire a me e appena la vedrò riferirò. Lei oggi non viene a lavorare in agenzia.” Valerio era caduto nell’imbarazzo più totale, non sapeva che dire. Non c’era stato modo di dirgli che io e Roberta eravamo sorelle. Dopo qualche minuto di silenzio disse: “Non preoccuparti, non sapevo proprio che tu e Giorgia foste sorelle. Ma appena la vedrò glielo dirò di persona. Così Roberta, molto stupita, appena entrò in agenzia, prese il telefono e mi chiamò. “Giorgia!” Mi disse: “Ho incontrato Valerio nel bar accanto all’agenzia e mi ha chiesto il tuo numero di telefono, dice che deve dirti qualcosa di importante.” Ed io prontamente senza farmi cogliere dall’imbarazzo, le dissi: “Si, in effetti doveva darmi delle copie di alcune foto che ci servono al corso che sto seguendo.”
Ah! Non vi avevo detto che Valerio faceva il fotografo.
Ma la verità era che non mi vedeva da una settimana e, non trovandomi in agenzia, stava facendo il pazzo per rintracciarmi. Così dissi a mia sorella di dirgli che se voleva, poteva aspettarmi fuori dall’agenzia, sarei scesa a momenti. E infatti quando uscì dal portone di casa mia, lo vidi là, fuori dall’agenzia, che mi aspettava.
-“Ciao Valerio, come stai? E’ da un po’ che non ci vediamo?”
-“Ciao tesoro!” Mi disse baciandomi sulla guancia. E poi aggiunse: “Mi sei mancata da morire. Mio figlio è stato con febbre molto alta, tanto che il pediatra ha ritenuto opportuno un ricovero per tenerlo sotto controllo. E quindi, come potrai immaginare è stata una settimana bruttissima.” Gli accarezzai dolcemente il viso, volevo fargli sentire quanto mi dispiaceva per ciò che era accaduto. Poi gli dissi: “Povero piccolo! Spero che ora stia bene!”
“Si” mi rispose: “Si è ripreso molto bene. Per fortuna si è trattato solo di una brutta tracheite, ma ora sta bene e ieri lo hanno dimesso. Mi sei mancata tanto. Non immagini come, in quei momenti, avrei voluto una tua carezza, un tuo bacio.”
Gli sorrisi e gli dissi: “Sono molto contenta che ora il piccolo stia bene. Ma ora Valerio devo salutarti, tra venti minuti parte il pullman e devo avere il tempo di arrivare alla fermata.” E lui mi disse: “Posso avere l’onore di accompagnarti?”
Ed io: “Ma devi farti 15 km per accompagnarmi e altri 15 per ritornare. Se per te va bene, allora ok, andiamo.” E lui mi disse: “Giorgia, pur di starti accanto sarei disposto a farne 100, anzi che dico, 1000 di chilometri.” Ci guardammo con un sorriso complice reciproco e ci dirigemmo verso la macchina.
Ecco qua! Ero in “trappola” …Quella dolcissima, intrigante ed eccitantissima trappola che mi ero cercata accettando il suo passaggio.
In fondo sapevo che quel pomeriggio avrei piacevolmente saltato la lezione. Ma del resto se non volevo, bastava che gli rispondessi di no. In realtà anche a me era mancato il suo corpo, le sue mani, le sue calde labbra. Una volta presa la macchina, ci dirigemmo verso la sede del corso che frequentavo. Durante il tragitto avevamo un po’ chiacchierato, fino a quando Valerio mentre guidava, mi portò la testa sulla sua spalla. E mentre mi baciava dolcemente la fronte e tutta la testa, mi dice: “Che buon profumo hanno i tuoi capelli tesoro!”
“Già!” Gli rispondo: “Li ho appena lavati.”
Quel pomeriggio di ottobre c’era un sole bellissimo. Così Valerio di sua iniziativa prende la direzione per il mare che bagnava quella bellissima città. Ed io gli dico: “Valerio ma dove stai andando?”
Si gira verso di me, mi sorride con quel sorriso che voleva dire mille cose, tra le quali la pazza voglia di scoparmi che aveva. Ed io con voce complice e compiaciuta, gli rispondo: “Lo sapevo!!”
E infatti quella mia esclamazione dava conferma al fatto che Valerio non aveva nessuna intenzione di accompagnarmi al corso che frequentavo ed io d'altro canto, non avevo nessuna intenzione di andarci. Quel pomeriggio erano ben altre le nostre intenzioni, dettate da quella fortissima e “proibita” voglia di possederci e regalarci piacere reciproco.
Non vi nascondo che il solo descrivere e ripercorrere con la mente quel pomeriggio insieme a lui, mi fa pulsare piacevolmente la mia fica. Si! Voglio rendervi partecipi di tutto, anche del fatto che mentre scrivo, il perizoma nero che indosso lo sento già bagnato di quel dolce liquido che la mia fica emette in quantità quando sono eccitata.
In pochi minuti parcheggiò la sua macchina, io scesi subito, e d’improvviso mi ritrovai Valerio di fronte a me che mi prende a se con dolcissima ma decisa forza e comincia a baciarmi con ardente passione. La sua lingua esplora ogni angolo della mia bocca e la mia lingua si unisce alla sua creando un vortice bagnato dalle nostre salive che si scambiano sapori ed eccitazione fortissima. I nostri corpi erano ormai attaccati ed io sentivo già il suo membro grosso e duro, pulsare nei suoi pantaloni. Non volevamo staccarci più. Fino a quando lui fermò la mia testa fra le sue grandi mani, mi bloccò con il mio sguardo rivolto a quei suoi straordinari occhi celesti, ed esclamò con un respiro profondo: “Finalmente!!! …Sei qui con me!” Incominciammo a correre come dei bambini.
Mentre correvo d’avanti a lui, trovai un grande scoglio dove mi rifugiai e dove Valerio si accovacciò subito con me, tenendomi stretta, con le sue braccia che avvolgevano prepotentemente i miei seni.
Quello scoglio alto e scuro sarebbe diventato, inevitabilmente, spettatore di una pazza, ardente, e irrefrenabile scopata. Io intanto mi guardavo intorno per assicurarmi che nessuno potesse vederci, ma Valerio invece si era già sbottonato i pantaloni e le sue mani, facendosi spazio nel mio perizoma velato bianco, avevano già preso possesso della mia bollente e fradicia fica.
“Ma sei bagnatissima!!!” Mi sussurrò mentre mi leccava il collo e mentre le sue dita penetravano con sapiente insistenza la mia vagina.
“Siii!!” Gli dissi: “Sono super eccitata, ho voglia di te ed del tuo meraviglioso cazzo”.
Quella mano sulla mia fica diventava sempre più pressante, passando dal clitoride alla vagina. Quel movimento che io adoro e che facilmente mi fa arrivare all’apice del piacere, come infatti avvenne dopo pochi secondi. Quello sfregamento dolce, lieve sul clitoride che poi dà origine a ondate di liquido che la mia vagina produce per la goduria che sento. E poi ancora quelle mani che dal clitoride, passano a giocare nella mia vagina, stimolandola in ogni suo punto. Prima mantenendosi all’esterno, perché poi lo sapeva benissimo che gli avrei gridato: “Dentro Vale …più dentro con quelle dita”. A questo punto compiaciuto della mia viziosa richiesta da vera troia, ecco le sue dita mi penetrano, si fermano dentro, e incominciano a fare quel movimento che mi fa impazzire e mi fa contorcere come una vera indemoniata. Le mie gambe si stringono, come a voler intrappolare e bloccare quelle dita dentro la fica, il mio corpo sussulta ritmicamente… ed un nuovo orgasmo mi esplode dentro. “Giorgia!!! …Hai avuto un altro orgasmo?”
“Si Vale… ma continua, ne voglio ancora un altro!”
Ed eccola la sua mano e le sue dita nuovamente pronte a soddisfare la mia fica perennemente vogliosa di piacere e goduria. “Più forte ora con quelle dita, più dentro Vale…”
Non fanno in tempo le mie richieste a completarsi che…: “Siiii!!! Ecco …ne arriva un altro”. Gli grido nell’orecchio, mentre la sua lingua mi lecca e penetra la mia bocca. Ed io impazzita di goduria tocco e accarezzo quel suo grosso cazzo che era diventato un vero bastone, dritto e duro.
Dopo avermi fatto finire dolcemente quel orgasmo, esce la sua mano dalla mia fica e incomincia a leccarsela. Mi avvicino a lui e la lecchiamo insieme quella mano unta dai miei orgasmi. Ci baciamo, le nostre lingue di nuovo inferocite si divorano l’un l’altra. Continuo a toccare quel pene grosso e duro. Mi abbasso verso di lui e in un attimo lo divoro con la mia bocca, mentre le mie mani accarezzano le sue palle piene. Ora la mia lingua si posa sulle sue palle e dolcemente le slingua tutte. Poi la faccio strisciare fino a raggiungere quella grossa e dura cappella. La riempio con la mia saliva e la slinguo voracemente. Valerio è letteralmente ipnotizzato, ed il suo cazzo pulsante con quel buchino che mi dona i suoi umori, rivelano la forte goduria di quell’uomo che sto possedendo.
Si!! Sono la sua troia! Voglio esserlo! Adoro esserlo! Lo voglio MIO!!!
Ha una moglie con la quale scopare, ma cerca disperatamente me per godere all’infinito. E questo pensiero mi eccita, mi bagna di umori proibiti, ma maledettamente insistenti e meravigliosi.
“Dai Giorgia succhiamelo!”
Ed io, troia più che mai lo provoco: “Come te lo succhia tua moglie?”
E lui: “No tesoro mio!” Mi implora: “I tuoi pompini sono unici! Nessuno mai mi ha mai succhiato e spompinato l’uccello come fa la tua bocca meravigliosa!”
E allora incomincio con quel mio particolare risucchio unito allo slinguamento della sua cappella.
Gli uomini che hanno provato i miei pompini mi hanno sempre detto che ho un modo molto particolare di succhiare l’uccello. Un modo che manda fuori di testa, mi dicono. Mbè! Forse perché io il cazzo lo adoro davvero e quando faccio un pompino, il cazzo che ho nella mia bocca diventa per me il centro dell’universo e ci metto tutta la passione per regalare sussulti e gemiti di un piacere unico. Così con quell’asta dritta e dura di Valerio nella mia bocca, incomincio prima piano per poi aumentarne il ritmo. Ma d’improvviso mi ferma e mi dice: “No! Non voglio sborrare e finire. No Tesoro, adesso girati, voglio scoparti.”
Mi giro, mi abbasso e mi appoggio a quello scoglio. Il suo cazzo è di fronte al mio culo e si diverte a farlo strisciare sulle mie chiappe tonde e sode. Poi Valerio con dolcezza e fermezza prende il suo cazzo e lo infila nella mia fica. Ed ecco che incomincia la danza più bella del mondo. La danza che unisce due corpi vogliosi ed eccitatissimi. In questo caso era Valerio che danzava con ripetuti e fortissimi colpi del suo cazzo nella mia fica. “Sii!!” Gli sussurravo: “Ti sento, sento il tuo grosso cazzo invadere e spaccare tutta la mia fica!!” Era magnifico. Le sue mani afferravano il mio culo e poi mi sculacciavano dolcemente. Il suo enorme membro mi dava una goduria intensa e inebriante. E mentre le sue dita giocavano ad entrare nel buchino del mio culo, io mi preparavo a raggiungere un altro fortissimo orgasmo.
“Giorgia!!! …Sento la tua fica vibrare e pulsare, sta divorando con le sue pareti tutto il mio uccello."
E mentre io godevo, godevo e godevo ancora …il cazzo di Valerio stava per esplodere.
“Ti prego Vale, prima di esplodere, sbattimi ancora fortissimo!!! “
Ero letteralmente fuori di me.
“Certo!” Mi dice lui: “Mia dolce ed insaziabile troia. Ti sbatterò con tutte le mie forze.”
E mentre mi scopava con grande forza, io con la mia mano stimolavo dolcemente ed insistentemente il mio clitoride. Eccoci!!! …Valerio fa cadere tutto il suo sperma sul mio culo ed io che mi faccio finire il mio ultimo orgasmo, portandomi le dita più dentro possibile alla mia fica.
Sudati, stremati …ma appagati da quella straordinaria scopata, ci ricomponiamo un po’ e rimaniamo ancora là, seduti sotto quello scoglio, silenti, ma con quell’impeto di goduria che ancora urla dentro di noi e che pian piano lascia spazio ad un piacevole rilassamento dei nostri corpi.
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