tradimenti
Il Gioco del Desiderio, 4

20.06.2025 |
1.139 |
4
"Ho una piccola sorpresa per te che renderà la nostra cena molto interessante..."
Appena rientrati, Claudio preparò con cura un drink per Silvia, muovendosi con gesti gentili e premurosi. La invitò a sedersi sul letto, e lei si abbandonò senza resistenza, rilassata e quasi priva di energie, come una bambola di pezza. Con estrema delicatezza le tolse i vestiti, poi le rivolse un sorriso dolce e si allontanò verso il bagno per completare la preparazione. Là accese una dozzina di candele profumate, il loro lume soffuso che si rifletteva danzante sulle pareti, e fece scorrere l’acqua calda nella vasca idromassaggio, lasciando che la schiuma si gonfiasse piano piano.Mentre la vasca si riempiva lentamente, Claudio tornò da Silvia, le prese la mano e la guidò verso il bagno, ormai avvolto in un caldo e soffuso alone di luce. La vasca, pronta ad accoglierla, scintillava sotto il tenue riflesso dell’acqua fumante e della schiuma soffice come velluto.
Silvia si immerse, lasciando andare un sospiro di piacere. Claudio le porse un altro cocktail, poi si inginocchiò accanto alla vasca, lavandola con tocchi delicati. A un tratto, la guardò con occhi pieni di tenerezza e sorrise. "Ti amo", sussurrò, sfiorandole le labbra con un bacio leggero.
Dopo averla curata con infinita tenerezza, accarezzandole la pelle con mani calde e gentili, Claudio si allontanò per un istante, lasciando Silvia avvolta dal tepore dell’acqua.
Tornò presto, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, e la avvolse in un asciugamano soffice, asciugandola con tocchi delicati, senza però farla uscire dalla vasca.
“Grazie, amore…” sussurrò Silvia.
Lei notò che aveva portato con sé un paio di forbici, un rasoio e una schiuma da barba, posati con cura su un asciugamano accanto alla vasca. Lo guardò, gli occhi pieni di curiosità e un pizzico di vulnerabilità. Quando Claudio prese le forbici e iniziò a spuntarle i peli pubici, lei sentì un fremito di intimità misto a smarrimento. Con gesti lenti e precisi, lui accorciò i peli, poi stese la schiuma e, con il rasoio, li eliminò con dolcezza. La risciacquò con un filo d’acqua tiepida, asciugandola poi con carezze leggere.
“Sei bellissima,” sussurrò Claudio, quasi a se stesso, gli occhi pieni di ammirazione.
La prese per mano, pronto a guidarla fuori dal bagno. Ma quando sentì che si fermava, si voltò. Silvia era davanti allo specchio, lo sguardo perso sul suo pube perfettamente liscio, come catturata da un riflesso che raccontava un’intimità nuova.
“Oh Dio, sembro quasi oscena”, pensò mentre si guardava le grandi labbra interne sporgenti che le pendevano dalla zona pubica glabra. Non aveva mai notato quanto fossero incredibilmente grandi. Sapeva che diventavano ancora più grandi quando era eccitata. Poi sentì uno strattone alla mano e seguì Claudio in camera da letto.
"Sdraiati sul letto, di schiena", ordinò Claudio.
Lo guardò come se non capisse.
"Dai, sali sul letto."
Silvia salì sul letto e si sdraiò di schiena al centro. Si sentiva vulnerabile ma curiosa. Rimase scioccata quando Claudio iniziò a legarle le mani alla colonna del letto sopra la testa. " Claudio, cosa stai facendo?" chiese, spaventata. testiera del letto.
"Shhhhh!" Claudio sussurrò. Si avvicinò, con lo sguardo intenso, e lei non poté fare a meno di sussultare quando lui iniziò a legarle i polsi con una sciarpa alla alla testiera del letto.
"Ma,...cosa stai facendo?" riuscì a chiedere, con la voce tremante per un misto di paura ed eccitazione.
"Shh," la calmò Claudio, con gli occhi che brillavano di malizia. "Ho sempre desiderato farlo, e stasera è la sera giusta." Proseguì legandole le caviglie ai montanti del letto con la stessa dolcezza, il suo tocco sorprendentemente tenero nonostante la costrizione.
Il cuore di Silvia batteva all'impazzata mentre sentiva il tessuto della sciarpa stringersi intorno ai polsi e alle caviglie. Era legata al letto, incapace di muoversi. La sua mente era un turbine di emozioni: paura, eccitazione e uno strano senso di liberazione. Il freddo metallo dei montanti del letto contro la sua pelle le fece venire i brividi lungo la schiena. Il corpo nudo di Claudio aleggiava su di lei, proiettando un'ombra che si faceva sempre più minacciosa man mano che si posizionava tra le sue gambe divaricate.
Con un sorrisetto sulle labbra, abbassò la testa e le sfiorò l'interno coscia con la lingua. Il leggero solletico le trasmise una scarica elettrica attraverso il corpo, e lei sussultò. Si fermò per un attimo, assaporando la sua reazione, prima di avvicinarsi al suo centro. Il suo respiro caldo era in netto contrasto con l'aria fredda della stanza, e lei sentì l'umidità della sua eccitazione diffondersi.
Gli occhi di Silvia si spalancarono quando sentì la lingua di Claudio tracciare una linea lenta e decisa dalla base dell'ombelico fino all'apice delle cosce. Si prese il suo tempo, esplorando ogni centimetro della sua pelle con un tocco leggerissimo. Il suo respiro si fece più affannoso e non poté fare a meno di dimenarsi sotto le sue carezze. La sciarpa di seta le si conficcava nei polsi e nelle caviglie, ricordandole la sua vulnerabilità, eppure non faceva che aumentare la sua eccitazione.
"Rilassati", mormorò, la sua voce una carezza vellutata nel silenzio della stanza. Le allargò delicatamente le gambe, esponendola completamente al suo sguardo. I suoi occhi erano scuri di desiderio, e lei provò un fremito di impotenza misto a un disperato bisogno del suo tocco. L'attesa era insopportabile, il suo corpo una corda d'arco tesa pronta a spezzarsi.
Con un movimento rapido, Claudio si sporse, catturandole la bocca in un bacio ardente. La sua lingua si insinuò in profondità, imitando i movimenti che avrebbe presto compiuto tra le sue gambe. Silvia gemette nella sua bocca, inarcando la schiena e lottando contro i legami che la tenevano ferma. Il suo corpo era in fiamme, i suoi pensieri un guazzabuglio di sensazioni e desideri.
Claudio le baciò lentamente lungo le cosce, prendendosi il tempo di toccare ogni centimetro del suo morbido interno coscia. Poteva sentire le sue gambe tremare mentre si avvicinava alla sua vagina. Tuttavia, quando si avvicinò, indietreggiò fino al ginocchio. Le baciò il polpaccio fino alla caviglia, finché finalmente non raggiunse le dita dei piedi.
Silvia guardò Claudio aprire la bocca e succhiare l'alluce. Sentì un brivido lungo la schiena. Le faceva il solletico, eppure improvvisamente la sua vagina iniziò a pulsare. Non avrebbe mai creduto che farsi succhiare l'alluce potesse essere sensuale. Eppure, sentì le sue labbra sessuali gonfiarsi mentre Claudio le succhiava prima un dito, poi l'altro, finché ogni dito non fu bagnato dalla sua saliva. La sua lingua si mosse tra un dito e l'altro, scivolando dentro e fuori lentamente, sensualmente. Poi si spostò sull'altro piede, lo baciò e lo leccò finché non sentì Janice tremare. Infine, ricominciò a baciarle le gambe, fermandosi a leccarle le zone sensibili intorno al ginocchio.
Ora Claudio sentiva Silvia iniziare a dimenarsi, tirando inconsciamente i suoi legami. Sorrise tra sé e sé mentre si avvicinava di nuovo alla sua vagina. Poteva sentire il suo eccitamento e poteva vedere che le sue labbra erano ora gonfie. Un liquido trasparente le colava dal buco. La sua bellissima vagina, perfettamente rasata, lo eccitava oltre ogni ragionevolezza. Tremava mentre si sistemava tra le sue gambe. Claudio tirò fuori la lingua e leccò delicatamente le labbra gonfie di Silvia.
"Ohhhhhhhh!!!" gemette Silvia.
Claudio usò le dita per aprire le labbra esterne, lasciando esposte quelle interne. Fissò la pelle rugosa per un lungo istante. Infine, soffiò delicatamente aria calda sulla pelle sensibile e la osservò tremare.
"Oh Dio, Claudio!" implorò Silvia, tirando i legami.
Claudio alzò lo sguardo verso i suoi occhi pieni di lussuria. Tirò fuori la lingua e le toccò il clitoride gonfio con la punta.
"Ahhhhhh!!!" gemette Silvia e gettò indietro la testa, stringendo forte i pugni.
Poi le diede un rapido schiocco di lingua sul moncone tremante. Silvia cominciò a tremare come se avesse una crisi convulsiva, con braccia e gambe che tiravano i legami. "Ohhhhhhh Diooooo!!!!"
"Ohhhhhhh Diooooo!!!!"
Claudio aprì la bocca e succhiò le labbra gonfie. La sua bocca era praticamente piena della sua dolce carne. Claudio gemette profondamente in gola al sapore della vagina di sua moglie. Sapeva che non gli sarebbe mai più stato negato quel piacere.
"Oh mio Dio! Oh mio Dio!" urlò Silvia, tirando violentemente le corde che le tenevano braccia e gambe. Improvvisamente, sentì come se il suo corpo stesse per andare in convulsioni. Ogni muscolo era teso come un elastico. I suoi fianchi si sollevarono dal letto.
Claudio le afferrò i fianchi, tenendoli fermi, e cominciò a succhiarle la vagina gonfia come un pazzo, ignorando le sue urla.
Fuochi d'artificio esplodevano nella testa di Silvia, ogni detonazione un lampo di piacere che le incendiava i sensi. Aveva gli occhi chiusi, ma vedeva bagliori bianchi e rossi lampeggiare nel buio delle palpebre. Non aveva mai sentito niente di così intenso: l’orgasmo le montava dentro come un’onda violenta, partiva dall’inguine, da quel punto esatto in cui Claudio la stava possedendo con forza e devozione, e le travolgeva il corpo intero. Le gambe le tremavano, il respiro era spezzato. “Claudio… Claudio… oh Dio, sì… Claudio…” ansimò, mentre il piacere le esplodeva dentro in un’ondata calda, profonda, che sembrava non finire mai.
Claudio continuò a stimolare sua moglie anche dopo che il suo corpo aveva smesso di tremare, come se fosse rimasto intrappolato nell’estasi di quel momento. Era assorto, concentrato su ogni reazione di lei, finché non notò un cambiamento nel ritmo dei suoi gemiti: da profondi e appagati, si fecero più acuti, quasi imploranti. Solo allora capì che stava diventando ipersensibile. Si fermò e la guardò. Silvia aveva ancora gli occhi chiusi, ma due lacrime le scorrevano lente sulle guance arrossate. Il cuore di Claudio ebbe un sussulto. Senza esitare, le sciolse con delicatezza i polsi e le caviglie, poi si infilò nel letto accanto a lei e la raccolse tra le braccia, stringendola forte contro il petto nudo.
“Amore… va tutto bene?” mormorò con voce colma di preoccupazione, accarezzandole i capelli umidi e cercando il suo sguardo.
“È tutto meraviglioso”, sussurrò con la voce carica di emozione.
Claudio si sentì sollevato quando vide un sorriso spuntare tra le lacrime. La durezza del suo pene si era un po' attenuata quando pensò di aver esagerato. Tuttavia, non appena le loro labbra si incontrarono, era di nuovo duro come la roccia.
“Grazie, amore…” sussurrò Silvia, ancora avvolta nel torpore del piacere. “È stato… è stato incredibile. Non avevo mai capito davvero cosa mi stessi perdendo.”
Le sue parole erano sincere, tremolanti di emozione.
Claudio sorrise appena, colto di sorpresa da quella confessione. Lei lo fissò, cercando nei suoi occhi una spiegazione.
“Dove… dove hai imparato a fare tutto questo?” chiese, incuriosita e leggermente turbata.
“Leggo molto…” ammise lui, abbassando lo sguardo, con un accenno di rossore sulle guance.
Silvia lo osservò attentamente. La risposta era semplice, ma negli occhi di Claudio c’era molto di più. Un desiderio nascosto, forse un bisogno mai espresso.
Dopo un istante di silenzio, si fece coraggio.
“E tu… vorresti… che io facessi lo stesso? Intendo… con te…” disse, a fatica, la voce più bassa, come se la proposta le bruciasse sulle labbra.
"Non ancora. Adesso voglio essere dentro di te", rispose Claudio, quasi imbarazzato di nuovo.
Silvia sorrise, sollevò la gamba e la posò sul fianco di Claudio, il seno premuto contro il suo petto. Si chinò, gli afferrò il pene duro e lo sentì pulsare nella mano. Fu quasi sorpresa dalle dimensioni. In qualche modo sembrava più grande, quasi come se lo stesse palpando per la prima volta. Lo sentì gemere mentre portava la cappella gonfia alle sue labbra ancora sensibili. Prima la strofinò su e giù per la fessura, lasciando che le sue labbra interne, gonfie e calde, massaggiassero la testa. Poi la posò all'apertura della sua rosellina, gli afferrò i fianchi e lo tirò lentamente dentro di sé, muovendo i fianchi verso lo stesso Claudio.
"Oh Gesù", gemette Claudio sentendo il caldo tunnel di sua moglie accarezzargli la carne, prendendolo profondamente dentro. Claudio iniziò a muoversi lentamente dentro e fuori, cercando di controllare la sua eccitazione. "Oh Dio, tesoro, non durerò a lungo", disse con rammarico.
"Sai, adesso voglio che tu venga dentro di me...Voglio tutto quello che hai conservato per me tutto il giorno. Voglio dormire tutta la notte con il tuo dolce seme dentro di me. Ti amo Claudio." Silvia baciò le labbra di Claudio, spingendo la lingua in profondità nella sua bocca.
Claudio gemette profondamente contro le labbra di Silvia, il suo corpo teso in un ultimo spasmo irrefrenabile. Il suo cazzo pulsava dentro di lei, scosso da un’ondata violenta di piacere che lo travolse senza possibilità di resistenza. Fu il suo turno di sentire esplodere fuochi d’artificio nella testa, mentre un’ondata di desiderio e amore trattenuti troppo a lungo si riversava nel corpo caldo e accogliente di sua moglie. La strinse forte, come se volesse fondersi con lei, ancora ansimante, il volto nascosto nel suo collo.
Silvia avvertì il calore del seme di Claudio diffondersi dentro di lei, un’ondata morbida e profonda che la fece sussultare appena. Era un gesto primordiale, ma per lei fu qualcosa di più: un legame, un sigillo. Si sentiva più vicina a lui di quanto non fosse mai accaduto prima.
Avvolti dal tepore reciproco e da un silenzio carico di complicità, si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altra.
Il sesso di Claudio, ancora dentro di lei, si ammorbidì lentamente, scivolando fuori con una lieve pressione umida, lasciando dietro di sé una traccia calda del loro piacere condiviso.
***
"Svegliati, dormigliona", disse Claudio entrando in camera da letto con il vassoio della colazione.
Silvia aprì lentamente gli occhi, ancora intorpidita dal sonno, e un sorriso le si dipinse sulle labbra al ricordo vivido della notte appena trascorsa.
“Buongiorno, tesoro…” mormorò, stiracchiandosi languidamente tra le lenzuola spiegazzate. Poi notò il vassoio e rise piano. “Cos’è questo? Colazione a letto? Sono morta e finita in paradiso?” scherzò con un’occhiata complice.
Claudio le restituì il sorriso, posando con cura il vassoio sulle sue ginocchia nude. “No… volevo solo essere sicuro che avessi abbastanza energia per oggi.”
Silvia lo guardò, sollevando un sopracciglio con finta apprensione. “E cosa succederà oggi che mi farà mancare le forze?” chiese, fissando il contenuto del vassoio: cereali, toast dorati, succo d’arancia e una tazza fumante di caffè. Un gesto premuroso, ma anche carico di una promessa non detta.
Claudio si chinò a sfiorarle le labbra con un bacio lento. “Diciamo che… non ho ancora finito di festeggiarti.”
"Bene, andiamo in palestra. Penso che tu sia un po' fuori forma", disse con un sorriso. "Poi ti porto a cena in un bel ristorante. Ho una piccola sorpresa per te che renderà la nostra cena molto interessante."
"Che tipo di sorpresa?" chiese Silvia con voce terrorizzata mentre cominciava lentamente a mangiare.
"Lo scoprirai. Per ora è tutto quello che ti dirò."
Silvia gemette, scossa da un brivido. "Claudio, ieri è stato meraviglioso, ma per il resto non so."
“Conosci la parola d’ordine. Se la dici tre volte, qualunque cosa stia accadendo… si ferma,” disse Claudio, con tono fermo e sguardo serio, mentre le sue dita accarezzavano lentamente il bordo del vassoio sulle ginocchia di lei.
Silvia non rispose subito. Continuò a mangiare in silenzio, persa nei propri pensieri. Ripensava alla notte appena trascorsa, al modo in cui lui l’aveva condotta oltre ogni limite conosciuto. Non poteva negarlo: era stata l’esperienza più intensa ed eccitante della sua vita. Persino più della loro prima notte di nozze.
Scosse appena la testa, poi lo guardò dritto negli occhi.
“No… non voglio usare la parola di sicurezza,” disse, con voce ferma e decisa.
Claudio sospirò di sollievo. Era così emozionato per la settimana che lo attendeva che non vedeva l'ora. Eppure, sapeva di dover mantenere la calma e prendersi la sua parte. Se avesse commesso un errore critico, sarebbe potuto finire tutto e questo avrebbe potuto essere un duro colpo per la loro relazione.
Quando Silvia finì di fare colazione e si alzò dal letto, si rese conto di aver bisogno di un'altra doccia. Aveva lo sperma secco su gambe e vagina. Fece una rapida doccia, poi si asciugò e si usò una crema profumata sul corpo.
Quando finalmente uscì dal bagno, vide che Claudio aveva preparato un paio di pantaloncini e una maglietta da ginnastica. Proprio mentre raccoglieva i pantaloncini, Claudio entrò con la sua tuta e con indosso la sua tenuta da ginnastica.
"Dai, tesoro, dobbiamo muoverci."
Silvia cominciò a prendere un paio di mutandine dal comò.
"Niente mutandine!" disse Claudio, sedendosi sul letto per guardarla vestirsi.
Silvia lo guardò con un sorriso indulgente, quasi divertito, mentre infilava i piedi negli shorts. Li tirò su lentamente, ma si accorse subito che erano incredibilmente stretti, quasi una seconda pelle. Il modo in cui Claudio li aveva sistemati intorno alla vita non lasciava dubbi: qualcosa non quadrava.
“Questi shorts sono troppo piccoli, deve esserci stato un errore in negozio. Non hai controllato la taglia? Ti avevo detto la mia, al telefono!” protestò, con un misto di perplessità e ironia.
Claudio le lanciò un sorriso lascivo, i suoi occhi scintillavano di una malizia nuova, giocosa.
“No, nessun errore. Li ho presi proprio due taglie più piccoli, apposta.”
“Questi non posso proprio indossarli.”
Silvia si avvicinò lentamente allo specchio a figura intera sul retro della porta, il respiro leggermente più rapido, come se già percepisse il peso di quello sguardo su di sé. Rimase a bocca aperta quando il suo riflesso le restituì l’immagine di quei pantaloncini di cotone grigio, aderenti come una seconda pelle.
La stoffa sottile e tesa sembrava volerla tradire, svelando senza vergogna la sua femminilità più nascosta. La cucitura centrale, sottile ma decisa, si insinuava tra le sue labbra, aprendole con un’ardente audacia, segnando ogni curva con una precisione quasi ossessiva.
Quel tessuto, invece di coprire, sembrava esaltare ogni dettaglio, accentuando la morbidezza delle pieghe, la delicatezza delle forme, trasformando la sua intimità in un’esibizione silenziosa e provocante.
L’unico elemento che rompeva quella trasparenza scandalosa era un piccolo assorbente, posizionato all’inguine. Ma, lungi dal celare, quell’assorbente sembrava quasi un elemento di contrasto, una barriera sottile che isolava e allo stesso tempo metteva in evidenza la sua intimità, come se volesse sfidare chiunque a distogliere lo sguardo.
Silvia sentì un brivido percorrerle la schiena, un misto di imbarazzo e desiderio, mentre il riflesso nel vetro sembrava guardarla con occhi nuovi, carichi di promesse e di tensione.
Claudio rimase a guardare Silvia dal letto, incantato dalla scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Lei si specchiava con aria sorpresa, ma per lui quegli shorts erano semplicemente perfetti.
Da dietro, aderivano al corpo come una seconda pelle, scolpendo il suo sedere con una precisione ipnotica. Riusciva a distinguere persino la piccola fossetta sulla guancia destra, un dettaglio che gli faceva affiorare un sorriso carico di desiderio.
La sottile cucitura centrale sul retro separava le sue natiche con grazia, accentuandone la sodezza e la forma impeccabile, come se fosse stata disegnata apposta per esaltarne ogni curva.
"Claudio, se esco di casa con queste cose verrò arrestata", implorò.
"Ecco perché ho una tuta per te. Ora, forza. Mettiti la maglietta e le scarpe e andiamo", ordinò Claudio.
Silvia sospirò rassegnata e si sfilò la maglia sportiva dalla testa. Non fu una sorpresa per lei che la maglia abbinata fosse altrettanto aderente. Le modellava il seno come gli shorts modellavano il suo sedere. I capezzoli si vedevano senza che fossero nemmeno turgidi. Persino i rigonfiamenti sull'areola erano ben visibili. La maglia arrivava appena sotto il seno, lasciando scoperta una lunga distesa di pancia.
Claudio e Silvia guidavano in silenzio verso la palestra, ognuno immerso nei propri pensieri e in un’eccitazione palpabile, ma diversa.
Claudio bruciava di desiderio al solo pensiero di vedere sua moglie circondata da quegli sguardi maschili carichi di brama, immaginando le reazioni, i piccoli giochi di seduzione che avrebbero animato la scena.
Silvia, invece, sentiva un misto di eccitazione e inquietudine. Non metteva piede in palestra da tempo, e il pensiero di incontrare qualcuno che conoscesse la metteva in allarme. Quel lieve timore le faceva accelerare il battito del cuore, una tensione nuova che si mescolava all’adrenalina di ciò che li aspettava.
La palestra si trovava nella zona periferica della città, all’interno di una grande struttura moderna e luminosa. All’ingresso si apriva un’enorme sala con pareti rivestite interamente di specchi, popolata da file ordinate di tapis roulant, cyclette, stepper e ogni tipo di attrezzo dedicato all’aerobica. Personal trainer erano sempre disponibili, pronti a seguire gli iscritti con programmi personalizzati, ovviamente a pagamento.
Oltre alla sala principale, c’erano anche una piscina coperta, una sauna rilassante, un bar che serviva succhi freschi e integratori, e un’area ben fornita per il sollevamento pesi.
La palestra era costantemente affollata, un via vai continuo di corpi scolpiti e abbigliamenti attillati. A Silvia non sfuggì un dettaglio che la colpì subito: gran parte di quelle persone sembrava non aver bisogno della palestra, perché erano già in forma perfetta. Era evidente che per molti, quel luogo non era solo uno spazio per allenarsi, ma anche, e forse soprattutto, una vetrina dove mettersi in mostra.
Claudio e Silvia entrarono in palestra e trovarono due tapis roulant liberi, uno accanto all’altro. Claudio iniziò il riscaldamento, ma gli occhi erano fissi su Silvia, che sembrava indugiare volutamente.
Quando si sentì pronto, si tolse la tuta con naturalezza e salì sul tapis roulant.
“Dai, Silvia,” la incitò con un sorriso.
Lei sapeva che non poteva tirarsi indietro. Con un sospiro, si sfilò lentamente la maglietta e i pantaloni, rivelando il corpo fasciato dal top e dagli shorts aderenti.
Claudio la osservò con occhi pieni di desiderio. Era perfetta.
Lei si guardò intorno e vide che nessuno la stava ancora guardando. Regolò il tapis roulant e iniziò a camminare a passo svelto. Le ci vollero solo pochi secondi per capire che era nei guai. La cucitura degli shorts attillati si muoveva avanti e indietro tra le sue labbra sensuali. Nel giro di pochi secondi, ogni passo iniziò a trasmetterle una piccola scossa sessuale all'inguine.
Claudio sorrise mentre guardava Silvia iniziare a correre. Poteva vedere l'espressione sul suo viso e sapeva esattamente cosa stesse provando. Si congratulò con se stesso per essere così diabolico.
Nel giro di dieci minuti, Silvia faticava a mantenere la calma. Il suo cuore batteva forte, ma non solo per l'esercizio. Non era sicura di quanto a lungo avrebbe potuto sopportare lo sfregamento tra le gambe. Dio, pensò, riusciva persino a sentire la cucitura sfregare sul suo piccolo buco posteriore. Era un movimento a sega, che si spostava da dietro in avanti a ogni passo.
Presto, il viso di Silvia divenne rosso e grondante di sudore. Sentiva il cuore batterle forte nelle tempie. Improvvisamente, si guardò allo specchio di fronte a sé e vide diversi ragazzi in piedi dietro di lei, che fingevano di parlare. Tuttavia, sapeva che le stavano guardando il sedere.
Claudio si avvicinò a Silvia quando ebbe finito di allenarsi sui tapis roulant. "Ho organizzato una piccola lezione con Mirko sui pesi per te", disse.
"Oh Dio," gemette Silvia, asciugandosi il viso sudato e poi avvolgendosi l'asciugamano attorno alla vita per coprire i pantaloncini.
Claudio accompagnò Silvia nell’area dedicata all’allenamento con i pesi. Lì le presentò un ragazzo giovane, dall’aspetto atletico e curato. Doveva avere poco più di venticinque anni, con un fisico da ginnasta ben scolpito: le spalle larghe e il petto muscoloso si intuivano sotto la maglietta aderente, mentre i pantaloncini da jogging mettevano in mostra gambe toniche e perfettamente allenate.
“Ti affido alle mani esperte di Mirko, cara. Io vado al bar a prendermi un succo,” disse Claudio, lanciandole uno sguardo complice prima di allontanarsi.
Silvia rimase in piedi di fronte al giovane trainer, con un asciugamano avvolto attorno ai fianchi, a coprire i famigerati pantaloncini che le aderivano come una provocazione.
Sentiva chiaramente gli occhi di Mirko su di lei, o meglio, sul punto esatto in cui il top lasciava intravedere la forma decisa dei suoi capezzoli.
“Allora, signora Moretti,” esordì il ragazzo, con un sorriso sicuro e uno sguardo che cercava di restare professionale. “Cominciamo con i pesi liberi. Si accomodi qui e si rilassi. Ha mai fatto questo tipo di allenamento prima?”
Le parole scivolavano leggere mentre Silvia, lentamente, si toglieva l’asciugamano, consapevole del silenzioso effetto che quel gesto aveva su chi le stava davanti.
“Ehm… sì, l’ho già fatto,” rispose Silvia, cercando di mantenere la voce ferma mentre si sdraiava sotto il bilanciere.
Mentre si sistemava, il viso le si colorò di rossore. Era perfettamente consapevole dell’immagine che stava offrendo da quella posizione: le gambe leggermente divaricate, i glutei ben in vista, e la stoffa sottile degli shorts che non lasciava spazio all’immaginazione.
Sentiva su di sé lo sguardo di Mirko, concentrato proprio lì, tra le cosce. Per un attimo le parve persino di percepire il ritmo irregolare del suo respiro, un’invisibile carezza che la fece fremere più di quanto volesse ammettere.
Mirko sottopose Silvia a una routine di esercizi pensata per chi non si allenava da un po'. La fece sollevare con le braccia, con le gambe e persino a pancia in giù, lasciandola sollevare con la parte posteriore delle gambe. In quella posizione, il suo sedere era in mostra al flusso costante di uomini che sembravano dover passare.
A un certo punto, mentre Silvia cercava di sollevare il bilanciere, Mirko si avvicinò per assisterla meglio. Si posizionò a cavalcioni sul suo busto, il viso concentrato e le mani pronte a intervenire.
Silvia avvertì un brivido improvviso. Da quella posizione, i suoi occhi si ritrovarono perfettamente allineati alla gamba scoperta di lui. Istintivamente, il suo sguardo scivolò verso l’interno dei pantaloncini.
Un pensiero la colpì come un lampo: Mio Dio, non indossa la biancheria.
Poteva distinguere con chiarezza la forma dell’erezione, ancora non piena ma evidente, che premeva lungo la stoffa sottile. Le labbra si dischiusero in un lieve gemito involontario, mentre un tremito profondo le attraversava il ventre. Sentiva la propria eccitazione riaccendersi in modo incontrollabile, pulsante, vivo. Era come se il suo corpo avesse colto ogni dettaglio, ogni vibrazione, senza filtri.
Silvia tirò un sospiro di sollievo quando la sessione con Mirko giunse finalmente al termine. Aveva faticato a mantenere la concentrazione, distratta più dal proprio corpo che dai pesi. Anche con l’assorbente cucito negli shorts, sentiva distintamente il calore umido del proprio desiderio che filtrava, insinuandosi tra le pieghe intime.
Prima di salutarla, Mirko estrasse un biglietto da visita e lo porse a Silvia con un sorriso.
Lei lo prese con curiosità e lo osservò. Il cartoncino era elegante, essenziale.
Mirko Rinaldi – Personal Trainer Certificato. Massaggiatore Professionale.
In fondo, in caratteri più piccoli, una nota discreta: Lezioni private e massaggi a domicilio su appuntamento.
Silvia sollevò lentamente lo sguardo su di lui. Mirko le sorrise ancora, con un lampo d’intesa negli occhi, lasciando a lei la libertà di leggere, o ignorare, il sottotesto.
Claudio stava aspettando Silvia quando uscì dal bagno dopo la doccia. "Ho una prenotazione per le otto al ristorante: Enrico Bartolini al Mudec, vanta 3 stelle Michelin. Ho preparato tutto quello che ti servirà per vestirti. Però, quando sarai vestita, ho una piccola aggiunta....una lieta sorpresa!"
(CONTINUA)
P.S. Un grazie di cuore per aver preso il tempo di leggere la nostra storia! Speriamo che vi abbia catturato l'immaginazione e vi abbia lasciato un ricordo piacevole. Se volete condividere le vostre impressioni, un commento o un like sarebbero molto apprezzati. Il vostro feedback è sempre prezioso per noi! A presto, con il prossimo episodio. Laura.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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