tradimenti
Una cena

07.09.2024 |
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Lui imbraccia le mie gambe e me le ripiega all’in su: più aperta di così non si può..."
(Nuovo racconto, come gli altri la protagonista della storia è mia moglie, spero lo troviate piccante...)Quell’invito a cena mi era suonato pericoloso, c’era la possibilità che Laurence svelasse il segreto a suo marito. L’imbarazzo sarebbe stato per me troppo, tuttavia avevo accettato ed ora mi stavo preparando per andare. Laurence mi ha detto che ci saranno lei, suo marito, Marina e Paola. Non ho mai incontrato suo marito Gianni, se non con lei casualmente per strada e comunque non dopo quel massaggio. Quello che Laurence mi ha indotto a fare al suo compagno e che finì con un pompino. Gianni era bendato, non sa che sono stata io a farglielo e Laurence mi ha giurato che non glielo avrebbe mai detto. Per me è stato l’inizio di tutto, da allora ho mollato i freni inibitori e la mia sfrontattezza ha preso ad aumentare. Penso tutto questo mentre mi preparo con cura, metto biancheria intima di pizzo, un tanga che mi fa il culo ancora più bello dentro ai pantaloni attillati. Me lo guardo allo specchio e ne sono compiaciuta, è un “gran bel culotto”, come dice mio marito. Si capisce che sotto non ci sono semplici mutande e gli uomini ci vanno matti lo so: guardano i culi e cercano di capire se sotto c’è o non c’è un tanga. Sopra indosso una magliettina sottile e bianca, anch’essa attillata, mi esalta la vita e la siluette. Il ricordo di quell’incontro “mascherato” mi turba intanto, mi piaccio e penso che molti stasera mi scoperebbero volentieri, incluso Gianni. Potrei fare qualcosa di più però: potrei togliere il reggiseno e presentarmi con la maglietta e niente sotto. Lo tolgo e l’effetto è potente, direi molto esplicito anzi diciamo sfrontato. Andare così significherebbe dire: dai provaci e scopami. “Non esageriamo” penso e me lo rimetto ma sistemo le tette in modo che siano ben visibili dallo scollo. Saluto i figli, lascio loro le ultime disposizioni per la cena, dico loro di avvertire babbo che potrei fare tardi. In macchina mi rivedo il ricordo di quel pompino nel box del centro benessere di Laurence, mi venne pure in bocca perché Laurence mi tenne la testa giù, quella zoccola. Mi viene poi il dubbio che non abbia tenuto fede alla promessa, che gli abbia già svelato che ero io….e magari ne hanno pure riso.
Ho parcheggiato a pochi passi da casa loro, sto per scendere ma prima penso: “Rendiamo la serata un po’ più interessante”. Ho voglia di giocare e provocare un po’: “Vado senza reggiseno”. Mentre cammino mi convinco della scelta. Incontro un gruppetto di ragazzi che ridono e discutono fuori da un’osteria. Nel momento in cui passo cala il silenzio, catturo la loro attenzione senza fare niente, sento i loro occhi su di me, poi riprendono a vociare e li sento fare commenti su di me. Suono il campanello e intanto penso a cosa penseranno le altre due invitate. Diranno: guarda questa zoccola come si è presentata, vuole fregare il marito a Laurence in casa sua. Mi aprono, salgo al primo piano ed entro. Ci sono già tutte, levo il giacchetto e tutte notano il mio outfit: “Wow….come stai bene! Che fisichino! Non lasci molto all’immaginazione….” Dice Marina con un po’ di sdegno. Laurence:“Elena….stai benissimo”. Ed io:“Grazie. E’ anche merito tuo”. Stavano per bere un prosecco ed è proprio quello che mi ci vuole. Bere mi aiuterà a sciogliermi e liberarmi dall’imbarazzo di essere al centro dell’attenzione. Bevo ed evito di mangiare patatine e stuzzichini, voglio tutto l’effetto dell’alcool. Poi arriva Gianni, Laurence fa le presentazioni e Gianni ci bacia tutte, una per una. Con me però indugia un po’ di più e mi mette le mani sulla vita. Il tocco mi da un brivido e mi ritrovo con i capezzoli ritti: imbarazzo totale. Non avevo pensato a questo e mi rendo conto che sono ben visibili. Bevo un altro prosecco, il secondo a stomaco vuoto fa effetto, ho la testa leggera, ho la parlantina e rido. Anche tutti gli altri sono belli disinvolti. La cena scorre bene, parliamo di tutto un po’ e continuiamo a bere, vino rosso però. La mia testa è andata, sono quasi ubriaca, ridiamo, mi prendono in giro e dicono che sono alticcia, ma anche loro lo sono o forse no? Passa qualche ora e a fine serata sono abbandonata sul divano in catalessi, Gianni mi porge un altro flute dicendo che è champagne e devo assaggiarlo. Poi le altre dicono s’è fatto tardi e parlano di andarsene. Paola: “ Tu cosa fai Elena? Vieni o No?” Marina: “Laurence, forse è meglio se la tenete costì ancora un po’….mi sembra bella alticcia. Ahahahah”. Laurence:”Non vi preoccupate ci penso io…”. Si salutano, baci abbracci, mentre io sono ancora inerme sul divano. La porta si chiude e tutto a un tratto c’è silenzio, nella mia testa sento una romba tremenda ma mi sento bene. Laurence si siede accanto a me e fa: “Gianni, ti ricordi quel massaggio “particolare” che hai ricevuto qualche mese fa?”. Mi viene un colpo e quasi mi va di traverso lo champagne che stavo sorseggiando. Gianni è nell’altra stanza e forse non ha sentito. Dico:” Laurence che cazzo dici…”. Gianni, dalla cucina:”Certo che me lo ricordo”. Io: “Laurence….non….”. Laurence ridendo: “E dai sto scherzando….mica glielo dico…”. Intanto mi sono buttata su di lei come per tappargli la bocca. Gianni arriva e ci trova una sopra all’altra che ridiamo come sceme. Io tento di tappargli la bocca e lei che invece insiste: “Si quel massaggio….che non sai ch….”. Gianni:”Ah…certo che me lo ricordo. Non so chi è stato a farlo ma ho ricevuto il più bel pompino della mia vita. Sai Elena? Ero bendato, c’era Laurence ma ad un certo punto…” Laurence:” Eh lo sa ….lo sa…” gli salto addosso di nuovo e lei scoppia a ridere. Io sono imabarazzata e non so che dire. Tento di salvarmi: ”Laurence mi ha raccontato qualcosa…”. Lui:”Beh chiunque fosse….era una gran fica….potresti anche essere stata te…sei davvero una gran bella sventola….” Attimi di quiete. Lei: “in effetti era lei….”. Silenzio. Lui:” Wow…”. Io non so dove guardare. Laurence è seduta accanto a me, lui si siede dall’altro lato. Io: “Forse dovrei andare. Laurence sei …una stronza”. Lei mi abbraccia e mi trattiene: “Aspetta dai….c’era arrivato da solo”. Lui:”Si Elena, l’avevo capito…non ti vergognare però. E’ stato bello per tutti e tre, no?”. Mette una mano sul mio ginocchio, Laurence intanto mi carezza la testa e mi da un bacio sulla guancia. Poi mi sussurra all’orecchio:” Dai non te ne andare, non prenderla male….c’è arrivato da solo”. Un altro bacio. Io: “Come è possibile….come lo hai capito?...che vergogna”Lui mi carezza la coscia e dice:”Elena sei una gran figa… con codeste tette stasera…. senza reggiseno…devi essere matta ad andare in giro così?!. Un uomo normale non può che guardarti e desiderarti…Senti…. vorrei renderti il piacere che mi hai dato…solo questo…vorrei…….ehm….potrei….posso?” Non finisce la domanda e con la mano risale la coscia. ”No…no…non scherziamo…dai”. Intanto Laurence continua a carezzarmi la testa e con l’altra mano ha iniziato a sfiorarmi le tette, il capezzolo, quei capezzoli che sono stati bene in vista tutta la sera. Mi ritraggo: “no…dai…che fate…non scherziamo…fatemi andare”. Lui intanto è salito con la mano, vorrei oppormi ma sono attaccata su due fronti, le mie difese ed il mio autocontrollo sono quasi fuori uso, ho confusione nella testa. Lei prende il flute e dice: “Beviamo ancora un po’” Beviamo entrambe, poi appoggia il bicchiere sul mio capezzolo. E’ freddo e mi fa sospirare e ritrarre. Sono già eccitata ma Laurence va oltre e fa una cosa: versa un po di champagne sula mia scollatura. “Nooo…che fai?!”. “Ferma…dai…solo un po’” e lo versa di nuovo, nel mio stupore più completo. Adesso l’eccitazione è irreversibile, sono nelle loro mani. I capezzoli ora sono ancora più in vista sotto alla maglietta fina. Il freddo dello champagne mi ha reso turgido il seno che solitamente è un po’ cadente, adesso è ritto e duro come quello di una ventenne. Lui si sta adoperando per slacciarmi i pantaloni, non ce la faccio ad oppormi e nemmeno a protestare. Lei mi sussurra cose nell’orecchio, poi si abbassa e fa un’altra cosa potentissima: si mette a baciarmi le tette. Scopre un seno e lecca il capezzolo, deve sapere di champagne e di me. Torna in su e mi bacia in bocca, con la lingua. “Senti che buon sapore” Sussurra. Godo e sospiro forte. Intanto Gianni, senza che nemmeno me ne accorgessi, mi ha sfilato i pantaloni, mi ha allargato bene le gambe ed è inginocchiato davanti alla mia figa. La sta contemplando e pregustando, con le mani percorre le mie cosce. Si rivolge a Laurence e gli dice: “Versane un po’ qui”. Laurence prende il flute e fa come richiesto: versa una bella dose di champagne sulle mutandine e sulla fica. Le mutandine di pizzo bianco adesso aderiscono ancor di più alla fica. Per sfilare i pantaloni attillati Gianni ha dovuto tirare, facendo scorrere il mio culo sul divano. Le mutande hanno fatto attrito e sono salite, il risultato è che adesso tirano e quasi entrano nella figa gonfia di eccitazione. Praticamente non coprono più, il poco pelo che ho fuoriesce dai lati ed anche le grandi labbra sono quasi fuori. Al momento in cui versa lo champagne non trattengo un gemito. Lui contempla lo spettacolo. Mi chiedo: “Cosa cazzo aspetti….leccamela ti prego….leccamela”. Lo guardo, lui mi sta guardando mentre si avvicina bocca aperta e la lingua fuori, il mio messaggio deve essere ben leggibile nel mio sguardo. Il contatto mi fa chiudere gli occhi e riversare la testa indietro, lui sta leccando tutto, mutande, champagne e figa ed io sto già per venire. Torno a guardare giù e lo vedo che mi fissa ancora, allora mollo e vengo. Lui capisce e rallenta, sente che gemo e sospiro e mi lascia continuare a godere e venire. Laurence intanto contribuisce a farmi godere leccandomi il collo. Non è un orgasmo esplosivo, salgo la vetta del godimento piano. C’è un’atmosfera rilassata, ovattata, c’è dolcezza e non istinto animalesco. La luce è soffusa, la finestra aperta sulla strada e aria fresca che entra, sento l’ossigeno ma ho caldo. Sento delle voci di ragazzi nella strada, sono quelli che prima di cena mi hanno fatto degli apprezzamenti, ora cantano e sembrano alticci come me. Gianni mi sfila lo slip, togliendolo provo piacere, sento la figa libera, aperta, pronta ad accogliere un cazzo, anzi tanti cazzi, tutti quelli dei ragazzi in strada. Gianni riprende a leccarla ed io riprendo a godere e venire, lui lecca lentamente ma profondamente ed io vengo come un rubinetto che gocciola, sento i miei umori che sgorgano e non li trattengo. Lui entra con la lingua, se li gusta e ansima e sospira come quando assapori un buon gelato. Laurence adesso aiuta con la mano aprendomi la figa ancora un po’. Lui imbraccia le mie gambe e me le ripiega all’in su: più aperta di così non si può. La figa eccitata, ingrossata, aperta e gocciolante fa aprire anche il culo. Ora lo sento massaggiarmelo con il dito. Laurence adesso si dedica alle mie tette: ha tirato su la maglietta scoprendole, le palpa, le strizza dolcemente. Tutto avviene così lentamente e il godimento perdura, non diminuisce. C’è silenzio intorno, si sentono solo i nostri respiri ansimanti ed i rumori dalla strada. Con le mani cerco Laurence, mi aggrappo alla sua maglietta, cerco la sua pelle. Non trattengo nulla del mio godere, anche se volessi non potrei, non ne avrei la forza. Laurence mi bacia e mi slinguazza profondamente la bocca. Quando smette sono io a cercare la sua bocca ma mi si nega. Mi parlano entrambi, mi dicono che sono bellissima, buonissima. Lei con parole e toni dolci, lui invece usa un linguaggio sporco: “Che figa!” Continua a sussurrare con gli occhi di fuoco. “Ti piace …e mi piace vederti godere così” e spinge il pollice dentro, piano piano ma a fondo. Ancora più godimento e gemo più forte. Il dito nel culo e lui con la bocca continua a leccare. I miei gemiti ora sono più forti. Non credevo di poter godere così tanto e che tanto del godere fosse dovuto alla penetrazione anale. Adesso mi fa girare e mi ritrovo a culo in su, a pecorina, con il suo dito ancora dentro, sotto di me seduta c’è Laurence. Sento che si slaccia i pantaloni. Lui, sempre con il dito nel culo, appoggia il cazzo alla figa. Laurence mi sta dando baci sulla mela ad altezza della sua bocca e mi abbraccia forte. Lui spinge il cazzo dentro con un godimento forte:”aaahhhh…”. Io rispondo con il mio. Lo sento dentro, è grosso, è arrivato a toccare il fondo. Il dito è sempre li. Piano piano inizia ad andare su è giù e gode forte e godo anche io. Lentamente, esce lento e poi spinge forte. Un colpo e pausa, senza un ritmo. Ogni colpo è per me un urlo di godimento. Laurence mi tiene per i fianchi, lui mi spinge in giù con la mano, il cui dito è sempre nel culo. Sono bloccata, anche a volerlo non potrei muovermi. Un colpo e pausa, ora però mi colpisce con forza, ogni affondo è un colpo che mi fa urlare, mi rintrona, mi fa quasi cappottare in avanti (se non fosse che Laurence mi sorregge sarei già andata distesa). Fuori i ragazzi non cantano più. Adesso fischiano, ridono e gridano: “Bravo! Daglile secche! Sei un grande!”. Sentono solo i miei urli, i suoi sono sforzi come per sollevare un peso in palestra. Ancora colpi e poi pausa, non so quanti ma aumentano di ritmo, e di potenza, più potenti sono e più urlo. Infine lo sento venire, con uno sforzo che colma in un urlo animalesco. Vengo di nuovo e mi tremano le gambe, mi manca il respiro e mi si abbaglia la vista. Dà poi altre spinte ma senza vigore, sento tutto il calore dello sperma pervadermi il corpo. E’ una botta di calore incredibile, sono matida di sudore e lui lo stesso, mi cedono le gambe e crollo. Allora lo sfila lentamente, le sue e le mie secrezioni escono e scendono lungo le gambe, calde. Di sotto intanto ci sono fischi e applausi. Recupero un po di lucidità e penso:“Mi sa che abbiamo fatto gente”. Infine e per ultimo sfila il dito dal culo, con delicatezza, viene davanti a me e mi propone il cazzo al viso. Sono così riconoscente che glielo prendo in bocca senza indugio e glielo succhio adorante per il piacere che mi ha saputo dare. E’ ancora eretto, è grosso e bello turgido ma morbido, caldo e bagnato, non è così amaro come mi aspettavo. Si avvicina Laurence e si mette a leccarlo anche lei, insieme lo lecchiamo e ci lecchiamo. Rimaniamo abbandonati nel divano, con le gambe intrecciate, io nuda, lui senza pantaloni, lei ancora vestita. Nella penombra contempliamo il silenzio, ascoltiamo la strada. Ogni tanto lei mi carezza.
Dopo un’oretta circa nella strada c’è silenzio completo e penso che è un buon momento per andarmene senza essere vista. Lui dorme, lei si sveglia al mio primo movimento. Mi rivesto e lei mi accompagna alla porta. “Ci vediamo presto?” “Certo” rispondo “Quando volete”. Ci baciamo sulla bocca e ci salutiamo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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